pandora 10
Salmastra è l'acqua che ovunque si
muove, la roccia fende, il corpo intorpidisce gelida.
L'uomo è ritto, in piedi alzato, il volto rivolto verso il
soffitto dove ancora c'è respiro. I muscoli si tendono, dolorosamente bruciano, i
polmoni protestano, per loro c'è troppo poco ossigeno.
Eppure non cede, la morte non lo tocca ancora, Atropo*
ancora il suo filo non taglia, indugiando. Esita la Moira* a tagliare, Lachesi*,
di Atropo sorella, scosta la mano, ancora non è giunta l'ora di tagliar quel
filo. Ancora molto avrebbe vissuto il giovane umano, dal fuoco della vendetta
arso. Atropo si allontana , la forbice ripone, il giovane è salvo, nelle mani di Lachesi il suo destino ripone.
La morte è scampata, per il momento è
cosa certa, la vita ancora nel suo corpo, fiera, alberga.
Ma, il fanciullo non sa a cosa
la Moira che lo ha graziato, per il tessuto della vita per lui da
Cloto filato*, Lachesi, cosa ha destinato. Lontano dall'assolata Grecia verrà
mandato, lontano dal fratello amato e odiato.
Ma ancora non si manifesta questo
destino, nella prigione resta il tapino. L'acqua del mare lo sfinisce, le forze
lo abbandonano, ma lotta tenace contro la morte che crede si avvicini, fino a
che il corpo non protesta e i sensi non lo abbandonano.
Lontana una forza lo raggiunge a lenir
quel mortifero sonno, una dea che sulla terra sta per tornare, a colui che un
suo fedele dovrebbe essere, salva la vita aiutando il giovane, Kanon è il suo
nome, a resistere alla crudele marea. Questa placidamente si ritira, il peggio è
passato, ma ancora per poco.
Ben presto una forza si
sveglierà, Poseidone il potente per fronteggiare Athena tornerà. Questo
Lachesi ha deciso, di Kanon è questo il destino: Lo scuotitore di terre*
sveglierà dal lungo sonno, ma come un abile marionettista potrà manovrarlo, del
suo Generale prenderà le sembianze e il mondo con la sua furia il mondo
scuoterà.
Ma ora riposa il giovane reietto,
ancora ignaro del suo destino, da Poseidone protetto.
Kanon è un personaggio che mi ha sempre colpito, anche perché
viene spesso interpretato o come il buffone/scemo del villaggio, o come il
povero stronzo da compatire. Con questo non sto dicendo che sia il più simpatico
dei personaggi sia chiaro! Ho voluto riproporre un momento dell'anime e del
manga, che se ci si ferma un secondo a riflettere, si capisce sia uno dei più
fondamentali: se Kanon non si fosse salvato la storia non avrebbe avuto
luogo.
Ora specifico che non ho alcuna pretesta con questa flash fic.,
oltretutto non ho seguito un vero e proprio stile, non è in alcun modo una
poesia, a volte, è vero, ho usato le rime, ma solo per dare una certa musicalità
al testo. Ripeto non ho preteso alcun grande stile, perciò chi volesse
correggermi, o avesse consigli, se vuole, si faccia avanti, io ne sono ben
lieta.
[Note]
*Comunemente le si indica come Parche però per
precisione:
Le Parche (in latino Parcae), nella mitologia romana,
sono il corrispettivo delle Moire greche.
In origine si trattava di una divinità singola, Parca, dea
tutelare della nascita. Successivamente le furono aggiunte Nona e Decima, che
presiedevano agli ultimi mesi di gravidanza.
Figlie di Zeus e Temi, la Giustizia. Esse stabilivano il
destino degli uomini. In arte e in poesia erano raffigurate come vecchie
tessitrici scorbutiche o come oscure fanciulle.
In un secondo momento furono assimilate alle Moire (Cloto,
Lachesi ed Atropo) e divennero le divinità che presiedono al destino dell'uomo.
La prima filava il tessuto della vita, la seconda dispensava i destini,
assegnandone una ad ogni individuo stabilendone anche la durata, e la terza,
l'inesorabile, tagliava il filo della vita al momento stabilito. Le loro
decisioni erano immutabili, neppure gli dei potevano
cambiarle.
Venivano chiamate anche Fatae, ovvero coloro che presiedono
al Fato (dal latino Fatum ovvero "destino"). Wikipedia.
*Atropo (in greco:?t??p??) era una delle tre Moire (o
Parche), figlia, secondo una versione, della Notte o, secondo un'altra, di Zeus
e di Temi (o Mnemosine). Atropo è colei che non si può evitare, l'inflessibile;
rappresenta il destino finale della morte d'ogni individuo poiché a lei era
assegnato il compito di recidere, con lucide cesoie, il filo che rappresentava
la vita del singolo, decretandone il momento della morte.
Wikipedia
*Lachesi
era la moira che svolgeva sul fuso lo stame della vita e distribuiva la quantità
di vita ad ogni umano e ne decideva il destino
*Cloto era la tessitrice, che filava lo stame della
vita.
* Scuotitore di terre: Appellativo di
Poseidon
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