Morte di un eroe

di hidhemdowack
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Era pericoloso. Loro lo sapevano. Ma iddi, i nichi, pensavano ca iddu, u' Puglisi era chiddu bonu. Nuddu sapeva ca' rintra la mafia c'erano boni cristiani, ca vulianu spazio e pulizia rintra 'sta terra.
La Sicilia. Sì. L'avutri s'avianu a scantari. Si dovevano spaventare. Tutti. Era ora di farla finita. Lui, doveva morire. Ora. Subito. Non un minuto di più. Certo. Tutti avevano paura dei mafiosi. E chi non aveva paura? Forse chiddu, u' Puglisi. No. Lui era un buono. Non faceva del male a nessuno. Uh, ma cu u canusci un preti ca fa mali cosi? Nuddu. E siddu c'è, s'ammuccia.
Grigoli, incappucciato, lo vide scendere dalla sua macchina. Lui, Padre Puglisi, si fermò e prese una boccata d'aria. Si girò verso la porta di casa e a piccoli passi salì il marciapiede. Spatuzza fece cenno con la mano a Grigoli. Padre Puglisi si avvicinò al portone.
E si sentì chiamare da una voce maschile, adulta, in tutto tono siciliano. -Don Puglisi-.
Si girò. Qualche secondo per attivare il cervello.
Un uomo che chiede aiuto? Qualcuno che era venuto a trovarlo? O qualche genitore che era venuto lì a salutarlo?
No.
Niente di tutto questo.
Capì subito che nessuno era venuto per lui.
O almeno per buone intenzioni.
Sorrise, Don Puglisi.
E disse: -Me lo aspettavo.-
Grigoli scivolò alle sue spalle. Uno, due, tre colpi.
E si accasciò a terra, con ancora il sorriso stampato sul viso. Che andava svanendo, dicendo "addio" a tutto ciò che aveva fatto, progettato. A tutto ciò che aveva compiuto.
Il nero lo avvolse, per sempre.




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