Head...bang!
Note introduttive: I
ragazzi non mi appartengono e purtroppo non posso nemmeno adottarli
né farmi adottare da loro. Quanto narrato qua è
solo
frutto della mia fantasia e non è stato scritto a scopo di
lucro.
Ora che ci penso, nessuno qua in EFP conosce (almeno credo) questi sei
baldi pop-rockers finnici, che sotto il nostro naso a breve faranno
uscire il quarto album. Mi sembra doveroso dunque darvi un'idea dei
loro bei faccini:
Lovex
Da sx a dx: Vivian - chitarra, Julian - batteria, Theon - voce, Jason -
basso, Christian - tastiera, Sammy - chitarra.
È la prima storia che pubblico, spero che sia di vostro
gradimento.
Punto di vista: Vivian
Come
ogni pomeriggio
di tour, ecco che ci troviamo nel locale per il soundcheck. Abbiamo
già provato gli strumenti in singolo, e ora sentiamo come
viene
l’insieme. Vai con Bullet
for the Pain, che è perfetta come banco prova
per la pulizia del suono.
1,2,3,
partiamo.
Subito ci
accorgiamo di
come il basso sia troppo forte: interrompiamo e il nostro roadie
tuttofare, Marko, dal mixer smanetta un po’ con i pulsanti
per
modularlo ad un volume ideale; Jason, nel frattempo, regola leggermente
il distorsore dell’ampli, che al momento rendeva il sound un
po’ troppo sporco.
Ricominciamo:
adesso
Christian deve abbassare di un poco il volume della tastiera, cosa che
effettua prontamente, ed alla fine il tessuto sonoro è a
posto.
Quando Theon comincia a cantare, ci accorgiamo subito che quel
microfono non funziona come dovrebbe, infatti la voce va e viene a
seconda di come lui si muove sul palco: male, molto male. Dannati
soundcheck, mai una volta che tutto vada a regola d’arte fin
da
subito, deve sempre saltar fuori qualche grana. Dunque stacca il
microfono, cercane un altro, prova ancora; anche questo presenta lo
stesso problema, e capiamo che molto probabilmente il guaio sta nel
jack… andiamo di male in peggio, bisogna districare quel
benedetto cavo rotto dalla matassa informe dei fili di amplificatori e
strumenti e trovarne uno funzionante!
Dopo
svariati minuti, in
due riusciamo a sbrogliare il tutto, e finalmente il jack rotto fa una
brutta fine nel sacco dei rifiuti elettronici nel backstage.
Marko ne trova
uno di
scorta e lo proviamo: Theon canta, si muove, salta,
piroetta…
perfetto, questo funziona; unico neo, il volume un po’ basso,
ma
il nostro roadie prontamente gioca con le leve del mixer e sistema
immediatamente la faccenda.
Ripartiamo
dall’inizio per l’ennesima volta, e finalmente
tutto suona
come dovrebbe: durante il ritornello, ci scambiamo occhiate e gesti
d’assenso soddisfatti ed io ci metto pure un sospiro di
sollievo
mentre premo il pedalino del footswitch per cambiare effetto, dato che
tocca a me concludere la gara di assoli dopo il secondo chorus.
Che genialata,
non avremmo
potuto pensare nulla di meglio. Mi dispiace solo che Jas non ne prenda
parte, una manciata di secondi di linee creative e corpose di basso
sarebbero davvero perfette… ma lui non è mai
stato il
tipo che ama mettersi in mostra, ergo ci dobbiamo accontentare della
sequenza Julian-Sammy-Christian-me, che comunque è assai
divertente.
Proprio
ora il tastierista sta per terminare la sua parte: ora via di wah e
vibrati hendrixiani!
Sto per
concludere il mio
assolo, ma tra un salto e l'altro capita l’imprevedibile:
inciampo nel jack della mia chitarra e tutto quello che sento, pochi
attimi dopo, è un dolore lancinate alla testa. Riapro gli
occhi
e mi accorgo, pur con la vista annebbiata, di essere finito lungo
disteso, proprio davanti al mio amplificatore; appena faccio per
rialzarmi, mi mancano le forze e sento nelle orecchie un ronzio
insopportabile, per non parlare del senso di nausea che mi prende
all'improvviso.
Non
passano neanche due
secondi che tutti smettono di suonare ed avverto che Theon mi si
avvicina di corsa, chinandosi vicino a me mentre mi chiede cosa sia
successo.
“Credo
di aver
picchiato una zuccata... contro l'amplificatore...”
è
tutto quello che riesco a dire in tono sofferente. Il cantante cerca di
esaminare la situazione: spostandomi i capelli, nota un grosso
bernoccolo, che duole in maniera insopportabile al minimo tocco.
"Come ti senti?" mi chiede.
"Malissimo..." rispondo sentendomi gli occhi fuori dalle orbite.
“Ce la fai a rimetterti in piedi?”
Faccio
per alzarmi, ma mi
prende un capogiro e mi appoggio al mio compagno, il quale mi sorregge
preoccupatissimo e mi scuote per farmi riprendere un attimo.
"Fermo, Theon, mi sta venendo da vomitare..." gemo con un filo di voce
mentre, impallidendo, barcollo nuovamente dallo shock, e il mio amico
si
preoccupa ancora che io non svenga sul palco seduta stante.
"Meglio se ti
fai un giro al pronto soccorso, Viv, prima che sia qualcosa di
grave..." consiglia Sammy saggiamente.
“Lo
accompagno io:
voi restate qui… appena posso, vi faccio sapere come
va”
si offre il vocalist, e mi porta fino alla macchina, tenendomi per le
spalle al fine di non lasciarsi cogliere impreparato da eventuali
mancamenti da parte mia, sebbene io sia un po' meno frastornato di
prima; in pochi minuti, ci troviamo a destinazione ed entriamo in sala
d’attesa: per fortuna non è molto affollata, anche
se ci
vorrà un po' di tempo.
La
mia preoccupazione,
comunque, è tanta: aver letto, qualche volta, di gente che
è morta per emorragia cerebrale anche a distanza di molte
ore
dall'urto fatale mi fa salire il terrore; Theon si accorge che sono
molto teso, e mi abbraccia per cercare di calmarmi.
“Smettila
di
agitarti, Viv... è stata una bella botta, ma non credo sia
così grave. In ogni caso siamo qua, una volta visitato
capiranno
se va tutto bene…" mi sussurra; prende poi la mia mano nella
sua
e me la stringe con delicatezza, e senza che io riesca a capire il
motivo, sento come una sensazione di calore gradevole in me.
Mi
volto verso di lui, e
noto che mi fissa con uno sguardo preoccupato e dolce allo stesso
tempo, che mi causa una sorta di vuoto allo stomaco; questo feeling si
accentua ancora di più quando comincia ad accarezzarmi i
capelli, affondando piacevolmente le dita fra i miei riccioli corvini,
stando attento a non toccare il punto dolorante. I suoi occhi del color
della giada, puntati nel mio sguardo umido, poi, sono più
belli
e luminosi che mai.
“Theon…
grazie” balbetto non sapendo bene cosa dire.
“Di
nulla… va un po’ meglio, ora?”
“Più
o meno… diciamo che se non ci fossi tu, non ce la farei
dall’ansia…”
“Rilassati,
Viv… non è nulla di grave…”
mi sussurra,
posandomi un bacio che per me brucia come il fuoco, sulla fronte; per
tutta risposta, appoggio la testa alla sua spalla, e lui mi abbraccia.
“Spero
solo che non sia come certi brutti incidenti di cui ho
letto…”
“Non
farla
così tragica… riesci a parlare, il dolore mi
sembra che
ti stia passando, e anche lo stordimento... su, rilassati...”
mi
consola, stringendomi più forte.
“Sei
dolcissimo…” mormoro commosso per la sensazione di
calore
umano che mi sta scatenando il contatto con lui.
“Anche
tu”
risponde mentre riprende ad accarezzarmi i capelli.
È strano che
io permetta a qualcuno di toccarmeli, di solito scatto come una vipera
se solo me li sento sfiorare… ma i suoi grattini sulla testa
sono così piacevoli… comincio a fare le fusa, per
fargli
capire quanto mi sto rilassando, e lui avvicina il volto al mio e mi
dà un piccolo bacio sulla guancia; come guidato da una
strana
forza, sposto senza quasi rendermene conto le mie labbra sulle sue, e
lui sussulta ritraendosi.
“Oddio,
scusami… non… non so cosa mi è
preso…” tento di giustificarmi, abbassando lo
sguardo:
seriamente, cosa mi sta succedendo? Perché l’ho
baciato?
Sto forse diventando matto? La zuccata sta facendo il suo effetto?
“Tranquillo,
non importa…” fa eco lui, cercando di dissimulare
l’imbarazzo.
“Deve
essere la
tensione” mugugno mentre cerco di dare la colpa ai nervi e
alla
situazione; nel frattempo, il mio subconscio si ridesta e cerca di
spazzare via questo castello di scuse che sto tentando di costruire; mi
assale l'ansia, qualche fremito improvviso mi attraversa le spalle con
una scossa... che cosa ho combinato? Il suo era di certo un bacio
amichevole, A-MI-CHE-VO-LE: di certo non si aspettava questo mio
exploit. Beh, a dire il vero, nemmeno io me lo sarei aspettato da me
stesso. E adesso, cosa diamine...?
Ho appoggiato la testa sulla sua spalla, non è possibile: mi
sono appena dato del cretino per quanto successo, sto morendo di
imbarazzo e... ricerco ancora di più il contatto fisico?
Eppure... è l'unica cosa che riesce a rinfrancarmi un
pochino,
sentire il tepore della sua pelle sulla mia guancia. Sussulto
lievemente al pensiero, arrossendo.
“Ehi, non agitarti, è tutto ok” dice lui
con tono
calmo e, subito dopo, cogliendomi di sorpresa, mi bacia di nuovo: mi
sembra di esplodere, le sue labbra sulle mie bruciano come la lava e il
cuore mi batte all'impazzata; le mani reagiscono al subbuglio del mio
animo e si stringono con forza alle sue braccia.
"Viv, piano..." mormora senza sciogliere il bacio, con un filo di voce
tremante.
"Oddio, ti ho fatto male? Mi dispiace..." mi ritraggo con un sobbalzo:
diamine, gli ho lasciato qualche segno rosso... non volevo... non ne
combino una giusta, oggi!
"Sssh... rilassati..." mi sussurra all'orecchio. No, Theon, ti prego...
è il mio punto debole...
E da bravo punto debole, mi scatena una reazione improvvisa: stavolta
sono io a sorprendere lui baciandolo in preda al batticuore; quando si
accinge a ricambiare, un infermiere si sporge dalla porta del cubicolo
del pronto soccorso per dire che è arrivato il mio turno, e
noi
ci stacchiamo improvvisamente, sperando che non ci abbia visti. Forse
siamo stati abbastanza rapidi, o forse lui è particolarmente
discreto, fatto sta che, con espressione del tutto serena, mi fa
accomodare nel piccolo studio, davanti al medico, al quale spiego
l’accaduto.
Immediatamente
esamina con
accuratezza la situazione, e mi pone delle domande per capire se sono
lucido; cercando di ignorare il dolore infernale quando mi tocca il
bozzo sul capo, riesco a dimostrare che è tutto ok: per
sicurezza, tuttavia, mi fa fare una lastra, della quale mi
dà il responso poco più tardi.
“La
situazione sembra
a posto: in ogni caso, adesso Le faccio una piccola medicazione: Le
prescrivo un antidolorifico e anche di stare a riposo due o tre giorni
ed evitare pertanto sforzi fisici di qualsiasi tipo”
"Come sforzi intende anche... suonare ad un concerto, per esempio?"
"Ovviamente! Tutte le cose che potrebbero provocarLe dei mancamenti in
conseguenza al trauma subìto"
“COSA?”
Ecco, questo
non volevo proprio sentirlo. Mi rifiuto di concepirlo, è
inaccettabile!
“Ma
ho un concerto stasera! Dovrei rinunciarvi per… una testata?
È
l’ultima data del tour, non possiamo annullarla adesso, a
cinque-sei ore dall’inizio del concerto, per così
poco!” protesto. Neanche fossi così indisposto da
non
poter uscire dall’hotel, come quella volta a Lahti per quella
maledetta torta con la panna non esattamente ben conservata…
lì sì, sono saliti sul palco senza di me, mentre
io
sembravo posseduto da un esorcismo, totalmente incapace di reggermi
sulle gambe o persino di tener giù un goccio
d’acqua… ma stavolta, dovrei non suonare solo per
uno
stupidissimo bernoccolo sulla capoccia?
“Guardi,
è mio
dovere avvisarLa dei rischi che si corrono… se poi non vuole
seguire i consigli del medico, beh, alla fine sono affari Suoi! Non
venga però a lamentarsi se succede qualcosa!”
sbotta,
visibilmente alterato. Beh, da una parte ha ragione… ma
dall’altra, ribadisco, è assurdo dover rinunciare
per una
cosa così da poco!
Risoluto,
insisto e lui
sembra cedere; mi fa però firmare un foglio di scarico di
responsabilità, per non avere guai nel caso mi capitasse
qualcosa in relazione alla mia decisione: ok, mi sta bene
così.
Sospirando, mi medica, e subito dopo mi spedisce fuori con un saluto
smozzicato, brusco.
Appena esco, Theon mi abbraccia e mi chiede
com’è andata; di nuovo mi investe la piacevole
sensazione
di calore, e mi assale la voglia di perdermi nei suoi occhi e nelle sue
labbra... ma non posso certo rispondere alla sua domanda appiccicandomi
al suo viso! Gesticolando nervosamente, con lo sguardo basso per non
far trapelare le mie sensazioni, gli racconto di come ho fatto
inviperire il dottore per colpa della mia testa, che si è
riconfermata più dura del marmo.
“Tu
sei completamente pazzo, Viv” è la sua risposta,
accompagnata dal coprirsi il volto con una mano.
“Che
ti posso dire,
mi sento stupido se non salgo sul palco per una sciocchezza
simile!” ribatto stringendomi nelle spalle.
“Sei
pazzo,
spericolato e incosciente: ma è anche per questo che ti
voglio
un bene dell’anima” dichiara, baciandomi con fare
tenero;
la sua dolcezza è... semplicemente... indescrivibile, mi
solletica l'animo in maniera gradevole facendomi arrossire. Mi perdo
per qualche attimo nel contatto delle nostre labbra, poi getto
l’occhio verso la finestra e noto che il sole sta cominciando
ad
abbassarsi sull’orizzonte.
“Avvisiamo
gli altri
che stiamo tornando, saranno in pensiero” gli ricordo,
sciogliendo il bacio e l’abbraccio; non appena usciamo dal
pronto
soccorso, mette mano al cellulare e chiama Sammy, raccontandogli tutto
in breve, e dopo pochi minuti siamo sulla via del ritorno.
Durante il
breve tragitto,
non riesco a far meno di guardare Theon, e di pensare a cosa possa
essere successo tra noi, per scatenare questo scambio di baci
improvviso; scavo nella memoria, e mi trovo a convincermi che forse il
vocalist non mi è mai stato indifferente, nemmeno dalla
prima
audizione, solo che ho represso i miei sentimenti ogni volta, talmente
ero convinto che fosse una cosa sbagliata. Una volta soppressi, si
limitavano a venir fuori durante gli sketch un po’ gay sul
palco,
ma in quei frangenti era una cosa fatta per gioco, che svaniva subito e
che non avevo mai preso sul serio…
Come
sarà stato, per
lui? Una cosa istantanea oppure una cottura a fuoco lento? Eppure non
riesco a parlarne… è stata così
improvvisa che
forse non l’abbiamo ancora realizzata.
Scendiamo
dalla macchina, e
subito i miei compagni di band mi abbracciano, sollevati che non sia
successo nulla di grave: neanche fossi reduce dalla seconda guerra
mondiale… ah, ma adoro l’affetto fraterno di
questi
ragazzi… intanto Christian si prodiga a portarci due birre,
per
festeggiare: il solito party animal!
Dopo
alcune ore, saliamo
sul palco per il concerto: è l’ultimo show del
tour e la
tensione è alle stelle… ho deciso, oggi faccio
una cosa
speciale: non porto sullo stage la Fender, ma la sostituisco con la
Jarno Salo, la mia bellezza rossa che tanto piace alle fans.
“Signorino
testa-dura, sei pronto?” mi prende in giro Theon,
distogliendomi dai pensieri.
“Prontissimo,
bionda!”
“Allora
muovi quel
culetto d’oro fin sul palco!” esclama mentre mi
tira una
pacca sul sedere: ehi, questi sono colpi proibiti, non vale!
Istintivamente, mi giro e lo bacio con intensità; forse non
ha
idea nemmeno lui di cosa mi sta scatenando...
“E
se saltassimo il
concerto per continuare col nostro gioco?” lo provoco,
interrompendo all’improvviso il contatto con le sue labbra.
“Ma
insomma!”
mi rimbrotta ridendo “Hai rotto le scatole a mezzo mondo
perché volevi suonare per forza e ora
all’improvviso non
te ne frega più niente?”
“Sto
troppo bene così” insisto.
“Stupido!
Adesso sbrigati, o ci daranno per dispersi!”
Quanto odio dover interrompere sul più bello una cosa che mi
piace... purtroppo
capisco che non c’è più tempo da
perdere, anche
perché gli altri sono già stati accolti dalla
folla
urlante e Julian sta già cominciando con l’intro
di
batteria di Queen of
the Night;
praticamente manchiamo solo noi. Sbuffo un attimo, poi trotterello a
passo rapido sul palco, imbraccio la chitarra e partiamo tutti con
l’accompagnamento: ma non è finita qui, cara la
mia
biondona...
Il concerto
procede tutto
sommato bene: l’orda di fans è esaltata,
l’umore
è alle stelle e anche io riesco a suonare senza giramenti di
testa o simili, solo qualche doloretto quando mi spingo un po' troppo
in là con l'headbanging; Theon, però, sembra
più
teso del solito. Viene ripetutamente da me, inscenando quelle
provocazioni ambigue che le fans tanto adorano: di norma le mette in
atto ogni 2-3 canzoni, ma questa volta è un continuo, non mi
lascia in pace un secondo. Mi bacia la testa, mi accarezza i capelli,
mi abbraccia, aizzato anche dalla folla urlante; ogni volta, il cuore
mi salta un paio di battiti. Lo guardo a lungo, sorridendo un
po’
perplesso, non riesco a capire se lo faccia per il pubblico o
perché desidera davvero il contatto con me.
Per comprendere
meglio le sue intenzioni, durante l’assolo di Sammy in Worlds Collide,
mentre il frontman mi mette il braccio dietro al collo, avvicinandomi a
lui, mi giro e lo bacio improvvisamente, come in nove anni di
attività insieme sul palco non abbiamo mai fatto, dato che
ci
fermavamo ogni volta prima che le nostre labbra si sfiorassero;
percepiamo distintamente il boato della folla in visibilio, e, almeno
da parte mia, un fuoco che mi arde nell'animo e che vorrebbe di
più per bruciare più forte. Dopo qualche attimo,
ci
accorgiamo che il solista sta proseguendo con i suoi virtuosismi, ma ci
sta guardando in cagnesco: ops, non avevo calcolato che il nostro
atteggiamento potesse rubargli la scena… in quel momento
eravamo
solo io, il mio vocalist e nessun altro... spero che più
tardi
accetti le nostre scuse, anche se non gli posso dire perché
l'ho
fatto... che ci prenda per due dive, piuttosto: chiaramente non
potevamo farlo mentre Theon cantava o io dovevo suonare.
Il
resto del concerto
continua senza intoppi, e i fans sembrano più entusiasti che
mai: spero solo che non si facciano domande sul continuo provarci del
cantante con me, che lo prendano solo per quello che abbiamo sempre
finto che fosse, ovvero puro stage-play.
Verso
mezzanotte e mezza
salutiamo e ringraziamo i presenti per la fantastica serata; come in
ogni data di fine tour, ci assale la più bella e strana
delle
sensazioni che un musicista potrebbe provare: un misto di gioia,
esaltazione, soddisfazione per il lavoro che è stato fatto
ed il
feedback positivo dei nostri supporters, pregustazione del meritato
riposo, e anche una certa carica di nostalgia, perché
sappiamo
che quando non siamo in attività, ci manca sempre
l’atmosfera della tournee.
I miei occhi si fanno lucidi…
suonare per un’ora e mezza quasi ogni sera su un palco
è
la mia linfa vitale: sebbene sia stressante e a volte le cose non
vadano per il meglio, non riesco a resistere a lungo senza questa
attività, la fusione perfetta di passione e lavoro, quello
che
voglio fare per tutta la vita finché le gambe mi reggeranno
-anche se è un po’ patetico fare questo genere di
pensieri
quando hai 31 anni e una buona fetta di vita davanti… beh,
se
non altro ho le idee chiare.
Theon
nota la mia
commozione e per consolarmi mi abbraccia da dietro; il cuore mi salta
un altro battito, e mi fa sospirare ad occhi serrati mentre arrossisco
per la vampata di calore che ne consegue: senza pensarci due
volte, reagendo alla sua azione mi volto, lo spingo contro il muro e lo
bacio con intensità, non calcolando di essere in un
corridoio di
passaggio sotto gli occhi di tutti. Un rumore di passi, tuttavia, mi
riscuote da quello che sto facendo, e ci risistemiamo proprio appena
prima che Christian ci becchi in pieno; diamine, ci è
mancato
veramente poco...
"Che fate, ragazzi?" ci chiede, stiracchiandosi per la fatica.
"Niente di che... discutevamo su cosa fare adesso" spara il cantante,
stringendosi nelle spalle, nella speranza che il nostro tastierista non
legga sui nostri volti l'imbarazzo per quello che stava per succedere.
"Ho parlato poco fa con Sammy, Jason e Julian... loro vorrebbero andare
al pub qua vicino, che chiude alle 5 di mattina, che ne pensate?"
"Che la zuccata di oggi contro l'amplificatore mi ha già
dato
abbastanza mal di testa e non me la sento di replicare con un
dopo-sbronza domani... scusami..." mi giustifico, tastando il punto
dolente.
"Hai ragione... non ti farebbe certo bene... tu invece, Theon? Sei dei
nostri?"
"Forse è meglio se sto con Vivian, non me la sento di
lasciarlo da solo, almeno finché non tornate voi..."
Christian
annuisce in
silenzio; lo seguiamo per fare un saluto agli altri e augurare loro una
piacevole notte brava, dopodiché ci dirigiamo verso il
nostro
albergo e ci sistemiamo nella nostra comoda camera. Ci aspetta una
lunga notte... una notte per parlare, per capirsi, per amarsi.
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