OS_standard
Come avevamo preannunciato sulla nostra fanfiction "Fool's
Revenge", ecco a voi la raccolta di One shot/ Scene
eliminate/Frammenti/Cose a caso scritte per soddisfare il bisogno di
zuccheri e fangirlismo/Tutto quello che ci é passato per la testa :D
Di comune accordo, abbiamo deciso di dedicare l'intera raccolta alla nostra Ultima Luce, Elelovett :D
Grazie
cara per averci sostenute con così tanto entusiasmo fin
dall'inizio della ff, non hai idea di quanto questo ci abbia spronate
ad andare avanti! ^^
Titolo: E perché non mi hai detto niente?
Personaggi: Karol, North, Jack, Bunny
Pairing: Karol x North (Candycane) accennato
Rating: Verde
Genere: Missing Moment
Avvertimenti: Post-Movie, Pre-FF
Note: Questa è la scena a cui ci riferiamo nel primo capitolo
della fanfiction principale, è quindi ambientata immediatamente
dopo la scena conclusiva del film.
-Ora zabaione per tutti!- esclamò North, gioviale, mentre la slitta sfrecciava nel cielo verso il Polo Nord.
-Oh, no. Non per me, ti ringrazio- disse Tooth, alzandosi in volo -Io e
le ragazze dobbiamo sistemare di nuovo tutti i contenitori dei dentini
e riprendere con la raccolta dei nuovi. Doppio lavoro per un bel pezzo,
temo-
-Non sai cosa tu perdi- commentò North senza perdere il buonumore, prima di salutarla.
Anche Sandy fece qualche segno di scusa, ma i bambini erano rimasti
senza sogni per fin troppo tempo e di certo c’erano ancora incubi
da ritrasformare.
-Peccato. Pensavo di fare festa invece sembra che siamo solo noi. Poco male- disse North, imboccando il tunnel della slitta.
-Non tutti lavorano solo un giorno l’anno- fece spallucce
Bunnymund –E io per quest’anno ho finito. La peggior Pasqua
di sempre- si lamentò.
-Peggio del ’68?- chiese Jack ridacchiando.
-Giusto. Diciamo tra le prime tre, allora- si corresse –Anche se
in fin dei conti in Europa quell’anno andò benissimo-
aggiunse facendo un breve resoconto degli eventi di quella giornata
mentre salivano ai piani superiori.
-Accidenti! Hai distrutto una delle mie convinzioni preferite!-
affermò Jack con teatralità –Come farò a
sopravvivere senza la certezza di aver rovinato la Pasqua del
’68?- domandò camminando all’indietro, ragion per
cui non capì subito la ragione per cui sia North che Bunny si
erano fermati di botto con un’espressione molto preoccupata, se
non spaventata, in volto.
D’istinto si girò, pronto a dover affrontare chissà
che cosa, ma non vide nulla di pericoloso, almeno a suo dire.
Tra yeti indaffarati e caotici elfi, infatti, c’era solo una
donna alta, dai capelli biondo scuro che arrivavano poco oltre le
spalle e l’espressione estremamente arrabbiata negli occhi
azzurri, al punto che le delicate sopracciglia sembravano costituire
un’unica arcata, tant’erano vicine.
-Ehm, ciao Karol…- azzardò Bunny, in procinto di battere
in ritirata, ma la donna non lo degnò di uno sguardo,
continuando a restare ferma con le braccia incrociate a fissare Babbo
Natale.
North deglutì.
-Nicholas StNorth. Cosa.È.Successo?- scandì la donna con calma glaciale.
Con immensa sorpresa di Jack, North abbassò il capo -Ecco, altro giorno Manny detto noi…-
-L’altro giorno, Nicholas?- lo interruppe Karol -Esattamente quanti giorni fa?-
-Ehm, due? Forse tre…- balbettò North, sempre senza guardare la donna.
-Vai avanti- gli consigliò Bunny sottovoce.
-Ecco Manny… nominato nuovo Guardiano!- esclamò North, lanciando un’occhiata quasi incoraggiata alla donna.
Qualcosa nel modo in cui Bunnymund si voltò di scatto a guardare
Karol fece capire a Jack che non era la cosa migliore da dire in quel
momento.
-Lo so- rispose Karol -Quil e Gomny me l’hanno detto. E mi hanno
detto anche che li hai mandati a prenderlo in un sacco!- affermò
in tono di rimprovero.
-È stata buona idea. Jack divertito!- cercò di rabbonirla North.
Jack era indeciso se cercare di aiutare Babbo Natale o meno. Sull’esempio di Bunny, optò per il silenzio.
Karol, intanto, sembrava che stesse cercando di contenere la rabbia crescente.
-Divertito- ripeté, calcando bene sulla parola in modo
pericoloso -Chi mai si divertirebbe ad essere sbattuto in un sacco ed
essere scagliato al Polo Nord?- domandò, con la voce che saliva
pericolosamente di tono.
North, avvertendo che la situazione volgeva al peggio, si voltò
verso Jack in cerca di sostegno. Karol seguì lo sguardo
supplicante del marito, posando gli occhi sui due Spiriti che tentavano
di diventare invisibili, inutilmente.
- E.Aster Bunnymund - chiamò, con gli occhi ridotti a fessura.
Bunnymund appiattì le orecchie contro il capo, guardandosi intorno alla ricerca di una via di fuga.
Non ce n’erano.
- D-da quanto tempo non ci si vede, eh Karol - cercò di temporeggiare, preparandosi alla fuga.
Karol non si diede nemmeno la pena di fingere di non sentirlo.
-Dal Capodanno di sei anni fa, quando tu e Sandy avete preso quella
sbronza orrenda. Eri forse ubriaco anche quando hai deciso di
appoggiare l’idea folle di questo scriteriato?- gli
domandò avvicinandosi al gruppo.
Bunnymund deglutì –Vedi, Karol, pensavamo che fosse l’unico modo per convincerlo…-
-Convincerlo?- ripeté, indignata –Che razza di adulti
pensate di essere? Forzare un bambino a prendersi delle
responsabilità che voi stessi avete faticato ad accogliere!-
Sia North che Bunny abbassarono la testa - cosa comunque inutile per
North, data la sua stazza - ma Karol non si lasciò impietosire.
-E non azzardatevi a dare la colpa a Manny! Sapete benissimo che
è come un bambino a sua volta e voi, che dovreste essere persone
di buon senso, avete il dovere di fargli presente quando una cosa
potrebbe non essere la più appropriata- li rimproverò
ancora.
-Ma Pitch tornato!- cercò di giustificarsi North.
-Si e io sono venuta a saperlo solo mezz’ora fa!- gridò la
donna, ormai definitivamente infuriata –Non posso allontanarmi da
casa per qualche giorno che vengo a sapere che c’è stata
una crisi mondiale e TU- esclamò, puntando il dito contro l'ampio
torace dell’uomo -Non ti sei nemmeno degnato di avvisarmi!-
-Non ne abbiamo avuto il tempo…- cercò di aiutarlo Bunnymund.
-Perché ci voleva molto tempo a mandarmi un messaggio-
esclamò con pesante ironia –Davvero, costruisce giocattoli
complessi in pochi minuti e non poteva mandarmi due righe per dirmi che
stava andando a rischiare la vita?!-
-Via, donna! Noi avuto problemi…- cercò di rabbonirla North.
-Lo so!- affermò Karol, con un tono di voce più basso -Ed
è per questo che avresti dovuto avvertirmi! Qualcuno di voi
poteva farsi male!- gli fece notare –Qualcuno di voi poteva
essere ucciso!- rincarò.
-Infatti Sandy morto- le rispose North, per nulla alterato.
La donna si fermò a guardarlo con un’espressione in viso
che si sarebbe potuta interpretare come incredulità,
perplessità o altrimenti come una sensazione di presa in giro.
-Sandy è…?- fece per chiedere con voce sottile, con una mano al petto.
-Oh, ma ora lui sta bene!- si affrettò a rassicurarla North,
prendendole le mani tra le sue –Tutti noi sta bene. Tu deve
smettere di innervosire te quando succede qualcosa non buono- la
rimproverò bonario.
La bionda chiuse gli occhi e respirò a fondo per calmarsi, prima
di riaprirli e spiegare: –Ero mortalmente preoccupata, Nicholas.
Ti rendi conto di come mi sono sentita all’idea che potesse
esservi successo qualcosa? Che potesse essere successo qualcosa a te?-
-Ma niente di irreparabile successo noi, tu vede? Anzi, cosa molto
buona è che noi ha nuovo Guardiano- esclamò col suo
vocione allegro Babbo Natale, indicando con una delle sue manone Jack,
che aveva guardato l’intera scena tra il perplesso e
l’incredulo, accanto a un Bunny decisamente più rilassato,
ora che la donna si era calmata.
Karol sembrò accorgersi solo in quel momento del ragazzo e lo
guardò con garbata curiosità mentre North lo presentava
come Jack Frost, Spirito del Gelo e ora Guardiano del Divertimento.
-Jack, lei mia moglie, Karol Vesta StNorth. Luce di mia vita e cuore di
mia casa- la presentò North, guardandola con gli occhi luminosi.
-Molto liet…- cominciò un esitante Jack, tendendo la mano, ma, a sorpresa, Karol lo abbracciò con dolcezza.
–Benvenuto, Jack- gli disse con la sua voce melodiosa e, in qualche modo, il cuore gelido del ragazzo si scaldò.
Per la prima volta dopo tre secoli, si sentì a casa.
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