"Sono le
quattro e venticinque." dice, sorridendo.
"Siamo in anticipo di
cinque minuti. Staranno arrivando." dico, un po'
preoccupata. Alli mi sorride. Staranno arrivando.
mi ripeto. Siamo
in anticipo.
//16:30//
niente.
//16:35//
niente.
//16:40//
messaggio.
H: 'Scusaci, non
possiamo venire. x'
Che cosa? Bistardi, coglioni, stronzi.
D: 'Oh, okay.
Sarà per un'altra volta.'
H: 'Davvero?'
D: 'Vaffanculo.'
"Andiamocene. Non vengono."
dico, e il sorriso che AllI aveva scompare.
"Come non vengono?"
dice arrabbiata.
"Non.. vengono."
scoppio a piangere. "È
tutta colpa mia Alli." singhiozzo. Inizio a camminare per
allentare rabbia e tristezza.
"Cosa? No, Dakota che-"
la blocco.
"Nell'altra scuola,
an-anche lì era così. Nessuno mi parlava e io ero
sola. Troppo. Poi avevo fatto amicizia con un ragazzo. Andava tutto
bene.. all'inizio. Dopo qualche mese sono iniziate le prese in giro e
pian piano anche i colpi. Non so perché, ma iniziarono. E
lui mi proteggeva. Un giorno però.." mi fermo.
Non l'ho mai detto a nessuno in questi due anni. E fa male.
"Poi? Che successe?"
mi chiede, fermandosi e stringendomi la mano.
"Si s-suicidò."
dico velocemente, come se così non riuscissi a sentire
quella parola. Lei mi guarda e mi abbraccia.
"Perché non me
l'hai mai detto?" chiede, tenendomi sempre stretta a se.
"Faceva troppo male.
Volevo.. dimenticare." singhiozzo, di nuovo.
"Ti aiuterò io
a dimenticare." mi stringe di più.
"Se la migliore amica
migliore di questo mondo." dico, sciogliendo l'abbraccio.
La prendo per mano e ci dirigiamo a casa.
"Dakota."
dice fermandosi e facendo fermare pure me, in quanto le nostre mani
erano intrecciate. "Lo
ami?"
"Chi? Josh? L'amavo."
dico, anche se in realtà ho capito di chi parla, e non
è di certo Josh.
"Intendevo Harry."
lo sapevo. "A te piace?"
"Io, Alli che domande fai?"
cerco di cambiare discorso.
"Dakota." mi
riprende lei.
"Si."
sospiro. Poi torniamo a camminare.
---
"Quindi la colpa sarebbe di Liam
che ha preso la febbre? Ma non farmi ridere. Inventatene altre Harry."
"Perché non
vuoi credermi? É la verità."
"Smettila di dire cazzate
e sii serio per una volta."
"È la
verità." gli vibra il telefono.
È Victoria, ma lui l'ha salvata come 'Vickyy <3<3'.
Io sono solo 'Kota',
stupido soprannome buttato così, alla cazzo.
'È stato
bello ieri. Specialmente quando è spuntato il drago e col 3D
sembrava vero. ahahahahah dobbiamo andare al cinema più
spesso. xx'
STRONZO.
"Vaffanculo Harry."
me ne vado.
"Kota. Dakota aspetta."
Oh, bene. Mi segue.
"Non. Seguirmi."
urlo.
"Kota, mi hanno costretto."
ha il respiro affannato. Fanculo.
"Se sei innamorato di
Victoria, o meglio Vicky ti conviene correre da lei."
corro più veloce.
"Non sono innamorato di
lei. I ragazzi mi hanno costretto. Mi hanno minacciato. Giuro."
"Non giurare Harry, rischi."
"Hanno minacciato di
dirti tutto. Io" é vicino ormai. "Io non ero pronto a dirtelo, ma
ora sarei disposto a dirtelo. Se mi ascolti." sembra si
stia fermando.
"Non voglio ascoltarti."
qualcosa, anzi qualcuno mi ferma. Harry. Pe-perché mi guarda
c-così?
"Kota, io."
deglutisce. "Ti amo."
Mi.. mi sta ba-baciando?
Il mio primo bacio, wow. Non è come me lo aspettavo,
è-è meglio.
"Harry."
riesco solo a dire.
Il suo telefonino vibra, di nuovo.
'Vicky <3<3'
'Ti amo, amore. Pensami.
xx'
Lo sapevo.
"Sei un bugiardo."
lacrime.
"Kota, per favore. Non
è come pensi." mi prende il polso, mi scanso.
"Invece è
proprio come penso. Lasciami Harry." ormai sto piangendo.
"Kota."
"Harry."
questa voce. Victoria. "Hey.
Oh, ci sei anche tu Dakota." mi dice, con voce da oca.
Basta. Non ce la faccio più. Diciotto anni, troppe prese in
giro. Troppe delusioni, io. Io non ce la faccio più, davvero.
"Io me ne vado."
mi giro, e vedo Harry che fa istintivamente un passo avanti, ma
Victoria lo blocca.
Corro via. Gli occhi mi bruciano per il pianto. Prendo il cellulare.
Mesaggi.
Nuovo messaggio.
"Scusa mamma, ma non ho saputo
resistere. Non di nuovo. Il dolore è troppo, sarei morta
comunque.
Sai, sono stanca. Stanca
d'essere 'quella strana', stanca di essere 'classificata', stanca di
essere chiamata grassa, bassa, brutta e cazzate varie. Stanca delle
prese per il culo e tutte le stupide idiozie degli adolescenti. Scusa
se non ce l'ho fatta. Se non sono stata abbastanza forte. Scusa
papà, scusa Alli e scusa tu Nick, fratellino mio. Non sei
ancora nato, e non mi conoscerai mai. Mi dispiace tanto farlo, ma devo.
Addio."
Lo
leggeranno quando mi troveranno.
Supero la ringhiera del ponte e mi tengo alla stessa. Un respiro
profondo, due e.. perché non vado giù? Qualcuno
mi sta tenendo. Harry.
"Lasciami."
comincio a muovermi.
"No. Sta-sta ferma."
dice, tentando di tirarmi su, ma io non voglio. Io voglio.. cadere.
"LASCIAMI."
urlo. Di nuovo le lacrime. Ti prego no.
"Dakota, se non stai
ferma, cadremo." ma io continuo a muovermi.
"Dakota."
urla. Ma ormai è fatta.
---
"Come
sta?"
"Si sta
riprendendo.
"Posso
vederla?"
"Solo qualche
minuto."
Clock. La porta si apre.
"Dakota. Che
hai combinato?"
la sua
voce trema. Sta per piangere. "Che ti è saltato in
mente? Buttarti giù da un ponte? Volevi lasciarmi sola come
Josh ha fatto con te?" si ferma. Piange. "Non volevi lasciarmi sola vero?"
mi tocca la mano.
"No." dico, aprendo
gli occhi.
"Dakota. Se-sei sveglia."
mi abbraccia.
"Già."
rido un po'. Ho un forte mal di testa. Harry. "Dov'é Harry?"
chiedo.
Alli si rabbuia. "Harry... non ce l'ha fatta."
---
"Sai, oggi sono quattro anni da
quel giorno. Quattro lunghi anni." dico, guardando la
lastra in granito accanto a me. Alcuni fiori un po' appassiti sono
poggiati lì davanti colorando quel grigio quasi
inguardabile. "Quattro anni che continuo a
venire qui, una volta al mese. Harry,
forse avrei dovuto ascoltarti. Forse ora al tuo posto ci sarei io, e
sarebbe meglio, per tutti. Sai, Alli e Louis si sono fidanzati,
finalmente. Ci sono riusciti. O meglio Louis ha finalmente capito di
amare Alli. Certo che è un idiota, che più idiota
non si può." rido. "Forse questa è
l'ultima visita che ti farò, almeno per un po'. Vado in
America, ho trovato lavoro lì come stilista. Ho sempre
desiderato farlo. Perciò, in caso non dovessi più
tornare, addio. Harry."
---
"Volo 325, ripeto volo
325 per New York. L'imbarco è previsto per le 18:15."
Sono le 18:03. Ancora dieci minuti poi addio Holmes Chapel. Non mi
mancherà per niente.
Addio persone di Holmes Chapel. Addio nuvole, addio pioggia, addio
vento. Per me si apre un nuovo mondo. Un mondo a colori, un mondo
più allegro. Addio paura di vivere.
"Ultimo avviso per i
passeggeri del volo 325 diretto per New York." Devo andare.
Mi guardo per l'ultima volta intorno, l'ultima volta. Addio.
"Buon viaggio."
dice un hostess e io le sorrido. Sarà sicuramente un buon
viaggio.
Ascolto musica dal mio iPod quando sento la voce del comandante. Pausa.
"C'è un
piccolo problema. Stiamo andando verso un punto di grande turbolenza, i
motori non sono tanto potenti, perciò l'aereo
vacillerà, ma state tranquilli."
Okay. Tranquilli. Rimetto la cuffia. Play.
Un po' di turbolenze, aveva detto. Fra poco l'aereo si spezza in due.
Ho paura.
Mando un messaggio ad Alli.
---
"Ultim'ora. L'aereo
diretto a New York che è partito da Holmes Chapel
è caduto, in mare. Nessun sopravvissuto."
---
NUOVO
MESSAGGIO.
"Ti ho sempre voluto
bene, Alli.
-Dakota. xx"
Evviva
la felicità!
Buongiorno, o meglio buonanotte ragazzi e ragazze.
Okay, si ero un po' depressa quando l'ho scritta, ma mi piaceva, e l'ho
pubblicata.
L'idea è partita da un libro che ho letto, di questa ragazza
che si è suicidata e.. ma non vi importa. La prima parte
è successa davvero (quella dei messaggi) l'altra l'ho un po'
sognata un po' inventata lol
beh, vi chiedo di lasciare una recensione, anche piccolissima, anche se
negativa. Ho bisogno di essere giudicata. Voglio sapere se sono brava o
faccio vagare i bradipi. lol
Perciò ve lo chiedo per favore, recensite ouo
Ps.
voglio solo dirvi che non ho nessun istinto suicida lol. Kisses
Giulia:)
on
twitter: @xharoldaddicted