Il nulla

di Hayley Black
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Il nulla

La sveglia quella mattina suona a vuoto, per persone che non si sono mai addormentate.
La stanza, immersa nella penombra, respira con polmoni arrochiti dal freddo di un letto troppo vuoto; le lenzuola sono lì come lo sono sempre state, un po’ disfatte un po’ smosse dal vento, spoglie. Non c’era nessuno a vestirle.
I passi che risuonano nel corridoio sono stanchi, lenti, come quelli di un uomo che si trascina sulla strada verso il patibolo, con il cappio che oscilla contro il sole del tramonto. Passi che resteranno muti: non c’è nessuno ad ascoltarli.
Sul tavolo della cucina c’è una tazza di caffè accanto a un biglietto azzurro. Le parole vergate sulla carta sono quasi incomprensibili, arcane, di una lingua ultraterrena, forse, il dizionario di qualche mondo sconosciuto. Non c’è significato a quelle parole.
Io vado.
Andare è un bel verbo se coniugato al plurale. Anche andare via può risultare piacevole. “Andiamo via” ha un suono migliore di “vado via”, specialmente se scritto su un biglietto azzurro accanto a una tazza di caffè.
Ma nessuno avrebbe letto quel biglietto. Sarebbe volato via come una foglia secca d’autunno; le parole sarebbero scomparse.
In quella casa c’erano mani, occhi, capelli, sorrisi, risate, lacrime, promesse, sogni. Ora c’è il nulla.
Il nulla ha mangiato ogni cosa. Non è rimasta che una stanza in penombra che respira con polmoni arrochiti dal freddo di un letto troppo vuoto in cui nessuno avrebbe più dormito.
La sveglia si spegne.  



Hayley's corner
Niente da dire, scritta di getto ieri sera mentre immaginavo una vita senza il mio ragazzo. (Che sentimentale che sono, ah.)
Non ci sono significati nascosti o allegorici, messaggi subliminali, è un semplice flusso di coscienza che, come tutti i miei flussi di coscienza, non ha senso. Semplicemente, come da titolo, è il nulla.
Dedicata alla persona senza la quale sarei vuota come un letto dalle lenzuola stropicciate.
Hayley




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