Dreams and Nightmares

di Lockheed
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Sorrise, prendendo in braccio un vecchio orsacchiotto di peluche.
Non era tanto morbido, e neanche tanto pulito. Però era il suo preferito.
Guardò i due bottoni diversi che aveva per occhi e gli sembrò che gli sorridesse.
Uno spiffero gelido si insinuò sotto la porta della camera. Si voltò, preoccupato.
La luce si era spenta, solo il chiarore della luna filtrava attraverso la finestra.
Un ticchettio leggero sul legno vecchio del pavimento.
Qualcosa di peloso gli toccò una guancia, facendolo sobbalzare.
Con un urlo di terrore, lasciò cadere l’enorme ragno nero che stava stringendo al petto.
Milioni di zampe lo avevano ricoperto, lo bloccavano, voleva correre fuori, ma non riusciva a uscire dalla stanza.
Gridò.




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