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Era una mattinata apparentemente normale, come
le sette già passate, ma dal letto su cui era sdraiata, Jessica pensava che non
era vero. Era Ferragosto e al villaggio turistico dove stava passando le vacanze
era stata organizzata una giornata a gavettoni in spiaggia.
"Speriamo che sia vero che tutti bagnano
tutti..." pensò la ragazza che non osava alzarsi per non svegliare Marina,
la sua migliore amica, che dormiva con lei e le loro madri che erano nella
stanza accanto. "....e che non mi tocchi rincorrere solo bambini, come ai
campi estivi!" non che le dispiacesse inseguire i bambini, ma se ci fosse
stato anche qualcun altro di più grande -ed interessante- sarebbe stato meglio!
Continuò a pensare, a chiedersi perché gli animatori più
grandi non facessero neanche caso a lei e alle sue amiche, ma decise di
accantonare questi pensieri e di alzarsi quando sentì del movimento nella
camera a fianco.
Andò in veranda dove le altre due avevano
già preparato la colazione, c’era un bel sole, una giornata stupenda. Dopo
poco Marina si alzò e con gli occhi ampiamente assonnati si sedette vicino a
Jessica per mangiare.
«Oggi ci sono i gavettoni?» disse in uno
sbadiglio.
«Si! Non vedo l’ora!» rispose l’altra
con entusiasmo.
Finito di mangiare si misero il costume e
decisero cosa usare per fare i gavettoni.
«Io uso il secchio in bagno!» si prenotò
Jessica in fretta.
«Io provo con una borsa di plastica, mia
mamma ha detto che funziona...» disse Marina non molto convinta e le due
ragazze si scambiarono uno sguardo d’intesa.
«Potrei anche decidere di prestartelo per un
po’» disse Jessica mostrando il secchio già pronto che aveva in mano.
Quando arrivarono in spiaggia i gavettoni
erano appena iniziati e solo allora cominciava ad arrivare gente
"interessante". Le due ragazze cominciarono a bagnarsi un po’ fra di
loro, anche per provare il secchio che si rivelava esageratamente pesante se
pieno e la borsa che non sembrava funzionare poi così tanto. Dei ragazzi le
presero quasi subito di mira.
«Hai visto quello con la treccina?!» disse
in un momento di tregua Jessica all’amica.
«Si, l’ho visto...» rispose l’altra «...e
anche bene!».
Continuarono a prendersi a secchiate d’acqua
con i ragazzi, poi dei bambini cominciarono ad attaccar briga con le due amiche.
Jessica si allontanò da Marina, rincorrendo
un bambino. Quando vendetta fu fatta si fermò per riempire il secchio,
rialzandosi si trovò a faccia a faccia con un ragazzo che aveva due occhi
azzurrissimi e i capelli lunghi raccolti in una coda.
"Che
bello che è questo ragazzo! Lo bagno? No! Perché no? Tutti bagnano tutti! Che
belli i suoi occhi! Sono così intensamente azzurri...Wow che bei
capelli....quel codino poi...." pensò Jessica e dall’espressione, anche
lui stava pensando a qualcosa, probabilmente si chiedeva se era il caso di
svuotarle addosso il suo secchio d’acqua.
Mentre la ragazza si sentiva una scema perché
lo stava fissando da un minuto buono, una secchiata, o meglio una borsata d’acqua
la riportò alla realtà, era Marina. Jessica si dimenticò del ragazzo stupendo
e rincorse l’amica bagnandola alla grande per quel colpo alle spalle. Il resto
della mattinata trascorse tra gavettoni da parte di tutti e scaricati su tutti,
anche sull’animatore che piaceva a Marina, Andrea.
All’una le ragazze salirono dalla spiaggia
per andare a mangiare, le madri erano già salite per cucinare.
«Wow Andrea!» disse Marina sulla strada per
tornare alla casetta.
«è un gran figo!» concordò l’amica che
aveva dimenticato gli occhioni azzurri del ragazzo con il codino e, cosa ben
più grave, non aveva informato Marina!
Continuarono a parlare dei vari ragazzi che le
avevano prese di mira quel giorno, bloccandosi quando arrivarono in presenza
delle madri.
Dopo aver mangiato ognuno fece quello che
voleva, o quasi, Marina fu costretta a fare i suoi compiti, sua madre un
riposino, Jessica e sua madre andarono in spiaggia.
Verso le quattro si ritrovarono tutte sotto l’ombrellone.
Più tardi le ragazze andarono ad imparare i
balli di gruppo che avrebbero, se li avessero ricordati, insegnato al grest l’anno
successivo.
«Hai visto il barista?» disse Jessica ad un
certo punto.
«Si, già un miliardo di volte e ti ripeto
che è brutto!» ribatté Marina. Anche la sua amica pensava che non fosse
bellissimo, ma sosteneva che il suo stile gli dava quel certo "non so
che" che le piaceva un sacco. Jeans non eccessivamente larghi e con il
cavallo basso ma non troppo, completi di spillette e tasconi, con una maglia
larga non troppo lunga...il tipo ideale!
La sera decisero di chiedere alle loro vicine,
due ragazze che sembravano simpatiche, di fare un giretto con loro per il
villaggio. Loro accettarono e insieme andarono al punto animazione dove c’era
un'ospite speciale che in realtà nessuno conosceva e che non cantava neanche
troppo bene.
«Il batterista è bravo!» disse Agnese.
«Si, e non è neanche male!» ribatté
Jessica.
«Già, ma secondo me è meglio il
chitarrista» aggiunse Silvia, una delle vicine.
«Avete visto che quello ci sta fissando?»
constatò Chiara, l’altra vicina, indicando vistosamente un ragazzo dall’altra
parte del palco che ora stava parlando con un gruppo di amici.
Marina e Silvia si gettarono su di lei,
tentando di nascondere il suo dito puntato verso il ragazzo che proprio in quel
momento si stava voltando verso di loro.
Jessica invece lo stava guardando e quando si
accorse che anche lui stava facendo lo stesso distolse lo sguardo. Era lui, il
ragazzo con il codino che si era ritrovata davanti la mattina, ora lo ricordava
benissimo e non se lo sarebbe più dimenticato.
"Stasera
devo parlarne con Marina!!!!" pensò la ragazza.
Le altre non si accorsero di quello che era
successo e poco dopo si allontanarono insieme da quello scempio canoro.
La sera in spiaggia c’erano i fuochi d’artificio.
«Troppo belli!» fu il commento generale
mentre le ragazze si dirigevano verso casa.
Come al solito andarono a letto dopo
mezzanotte.
«Sarà dura riabituarsi ad andare a letto
presto!» constatò Jessica mentre era a letto con la sua amica.
«Marina...» cominciò Jessica.
«Si?»
«Hai presente il ragazzo che la Silvia stava
indicando stasera?»
«Quello....» seguì un lungo silenzio,
evidentemente non lo ricordava.
«Te lo farò vedere!» fu la conclusione dell’amica,
dopo inutili tentativi di riportare alla memoria dell’altra qualche
particolare.
«Si...da quanto dici sembra veramente una
bellezza!»
«Secondo me lo è..»
«Hai una voce troppo sognante!...Non è
che....»cominciò Marina.
«COME FA A PIACERMI CHE NON CI HO NEANCHE MAI
PARLATO?!» Jessica sapeva troppo bene che l'amica le avrebbe attribuito una
cotta stratosferica se solo le avesse lasciato fare.
«No...scusa è che sembrava...»
«E non ridacchiare! Non mi piace! È solo
molto carino...»concluse Jessica e si voltò dall’altra parte per dormire.
La giornata seguente trascorse in spiaggia a
prendere il sole e a parlare con Chiara, Silvia e Giada, un’altra ragazza
conosciuta pochi giorni prima. Provarono ad indovinare il nome dei bellissimi
vicini d’ombrellone, urlando un nome a caso, ma nessuno si girò mai! Andarono
a vedere i cugini di Giada giocare ai videogiochi, ballarono i balli di gruppi e
fecero anche un po’ di aerobica da cui ne uscirono distrutte.
Per la sera Marina passò come al solito tre
quarti d’ora a truccarsi, pettinarsi e vestirsi. Jessica aveva i suoi soliti
jeans larghi ma non troppo e una maglietta bianca, niente trucco, in tutto un
quarto d’ora per essere pronta! Chiara e Silvia erano andate a fare un giro
nel centro del paese e Giada era a casa in quanto non stava molto bene. Le due
ragazze si recarono al punto animazione come ogni sera e, anche se non c’era
niente di interessante rimasero lì. Si sedettero su un muretto e rimasero a
parlare e sparlare.
«Hai visto dov’è il barista?» chiese
Marina all’amica, indicando senza farsi notare troppo.
«Si, è seduto qui dietro» rispose Jessica.
«E adesso dov’è?» chiese dopo un po’
Marina.
«Sta camminando verso il bar» rispose l’altra
sicura.
«Ma come fai a saperlo?! È dietro do te! Hai
gli occhi dietro?!»chiese l’amica quasi scandalizzata. «bhè...vado a
prendermi un gelato» aggiunse e si avviò verso sua madre per scroccare un po’
di soldi.
Mentre Jessica aspettava lì da sola guardando
con poco interesse verso il palco, il ragazzo con il codino le si avvicinò.
"Oddio!
Cosa vuole?" pensò la ragazza quando vide chi si stava avvicinando e si
sforzò di continuare a guardare il palco con il cuore che le batteva forte.
«Ehi!»chiamò Marina, ma l’amica, che la
stava ignorando deliberatamente non rispose. Dopo la quarta volta Jessica si
costrinse a risponderle.
«Cosa c’è?» chiese e in quel momento il
ragazzo con il codino che era vicinissimo ritornò dai suoi amici.
«Vieni con me?» chiese Marina.
«Va bene» acconsentì l’altra "tanto
ormai è andato via!".
Entrarono nel bar e, quando si fu assicurata
che non ci fossero orecchie indiscrete nei paraggi, Jessica disse:
«Hai visto chi mi si stava avvicinando?»
«Quel tipo con la coda? L’ho visto troppo
tardi se no ti avrei lasciata flirtare in pace...ma è lui il famoso
"ragazzo con il codino e gli occhioni azzurri"??» rispose l’amica
con un gelato in mano.
«Finalmente hai capito chi è!!!Uffa però!
Uno che ci prova con me!» disse avvilita Jessica.
«La serata è ancora lunga!» ribatté Marina
uscendo dal bar, molto più ottimista del solito.
Per tutto il resto della serata il ragazzo
guardò verso di loro, quando si spostarono da una panchina all’altra, mentre
ballavano e le seguì con lo sguardo anche quando le due tornarono a casa loro,
coprifuoco imposto dalle madri.
Jessica e Marina parlarono per un'ora buona
degli avvenimenti della sera.
«Ma perché è andato via quando sei
arrivata?? E tu non potevi chiamarmi per numero di cellulare così almeno sapeva
quello?!» constatò Jessica.
«Scusa, la prossima volta lo farò!» le due
si guardarono e scoppiarono a ridere.
«A parte gli scherzi...potrebbe essere un’idea!»
disse Marina talmente seria che per un momento l'altra rischiò di crederci.
Risero ancora un po’ e poi si
addormentarono, erano già le tre del mattino!!!
Il giorno dopo le ragazze furono svegliate da
un rumore di pentole e cocci di piatti, un risveglio non molto piacevole!
Scattarono in piedi per lo spavento e andarono a vedere...c’erano resti di
piatti ovunque e qualche pentola sparsa in mezzo a questi. Le loro madri stavano
cercando di raccogliere un po’ di frammenti di ceramica, quando videro le due
ragazze dissero loro di vestirsi e di andare a fare colazione al bar del
villaggio turistico.
«Voi non venite?» chiesero le due assonnate.
«Noi abbiamo già mangiato!»
Le ragazze annuirono, erano le otto del
mattino ed erano ancora nel mondo dei sogni. Andarono a cambiarsi e presero un
po’ di soldi per andare a fare colazione.
«Poi andiamo in spiaggia va bene?» disse
Marina alle due che stavano pulendo che annuirono e le buttarono fuori dal
bungalow.
Al bar c’era sempre il solito ragazzo carino
vestito come voleva Jessica, le due rimasero là quasi un’ora, osservando il
barista e i vari animatori che andavano avanti e indietro.
«Andiamo a fare un giro fra le tende? Magari
vediamo il "ragazzo con il codino"» propose Jessica.
Dopo averla guardata storta per un po’
Marina acconsentì. Non trovarono traccia del "ragazzo con il codino"
e così decisero di andare in spiaggia.
«Ma dov’è finito? Non c’è neanche
qui!» disse Marina che ormai era stufa di inseguire qualcuno che non si faceva
trovare.
«Non ne ho idea...magari...» cominciò
Jessica «...ok, ok, non voglio inseguirlo ancora! Andiamo a fare il bagno?» e
si mise a correre verso l’acqua dove si tuffò facendosi anche un po’ del
male. Intanto Marina arrivava con assoluta tranquillità e cercava di sfuggire
agli spruzzi di alcuni bambini e di Jessica; alla fine si buttò in acqua anche
lei e le due amiche si avvicinarono per parlare.
«Però hai ragione, è molto carino il tipo
con il cod...blub blub» Marina venne interrotta dall’amica che le buttò la
testa sott’acqua. Quando riuscì a tornare su la sua faccia era tra le
peggiori che qualcuno avesse mai visto.
«Scusa, è che c’erano le sue amiche, che
adesso sono andate a riferirgli quello che hai detto! Me ne sono accorta troppo
tardi!» si scusò Jessica e indicò non troppo vistosamente le ragazze che poco
prima erano accanto a loro e che adesso stavano parlando con il "ragazzo
con il codino".
«Bhè...almeno lo abbiamo trovato...non sei
contenta?» chiese Marina all’amica che era già sprofondata sott’acqua per
nascondere il rossore del suo viso al bellissimo ragazzo che ora stava guardando
verso di loro. Marina si ritrovò per l’ennesima volta a parlare da sola ed
era alquanto imbarazzante!
«Magari voleva attaccare bottone con te
attraverso me quella sera!» disse Jessica il pomeriggio. Ad un’occhiataccia
dell’amica aggiunse:
«Non lo so...magari però è così...potrebbe
avere senso..no?»
«No! Faceva prima a venire direttamente da me
se voleva, avrebbe dovuto comunque fare lo sforzo di attaccare bottone con
qualcuno e se voleva farlo con me, sarebbe stato molto più semplice...mare sole
cucina...JESSICA MI STAI ASCOLTANDO???»
«La cruda verità? Ho smesso di ascoltarti
quando hai detto di no!»disse l’altra con un sorriso «Stasera vai a prendere
un altro gelato vero??»
«Va bene» rispose in un sospiro Marina
«come vuoi...»
Più tardi le due ragazze litigarono:
«Marina, facciamo aerobica oggi?»
«No!»
«Vabbè...sicura?...vado con le vicine
allora...ciao...»
«Marina cosa facciamo? Andiamo a cantare?»
«No...va con le vicine se vuoi...»
Alla fine non fecero altro che litigare. La
sera Jessica andò da sola al punto animazione e Marina rimase, altrettanto
sola, a leggere nella veranda del bungalow. Nessuna delle due doveva avere un
bell’aspetto, sicuramente non erano felici di aver litigato, ma erano troppo
arrabbiate per parlarne e quindi momentaneamente si divisero.
Come al solito al punto animazione non c’era
niente di interessante, a parte qualche animatore che Jessica si sedette a
fissare mentre stava pensando ad altro. Era seduta al solito posto, sul muretto
e non notò quello che succedeva attorno a lei, pensava a Marina.
"In
fondo le voglio bene e so che è lo stesso anche per lei...chi se ne frega se è
stata un po’ passiva oggi!! Vado a chiederle scusa" alzandosi pestò il
piede a qualcuno e gli fece ingoiare i suoi capelli:
«Scusa!» disse girandosi.
«Non fa niente...cioè...fa male ma è lo
stesso...piacere Luca!» disse il "ragazzo con il codino" tendendole
la mano.
«Pia....pia...pia...cere! Jessica!» rispose
la ragazza guardandolo con gli occhi sbarrati e stringendo la mano a Luca.
«Stavi andando da qualche parte? Il mio piede
ha notato che ti sei alzata» chiese lui dopo un po’.
«No...cioè...si, stavo andando dalla mia
amica»
«Infatti, vi ho viste sempre insieme, come
mai questa "rivoluzione" stasera?»
«Bhè...abbiamo litigato, per una
stupidaggine!» rispose la ragazza.
«Vuoi parlarne? Lo so che non mi conosci...ma
se vuoi...» si offrì il ragazzo.
«Si è già risolto tutto, stavo andando da
lei, come ti ho detto è stata una cavolata, vieni con me?» chiese la ragazza
sperando in una risposta affermativa.
«Ti aspetto qui, ok?» le sorrise Luca.
Notando che il viso della ragazza si era oscurato chiese: «Che c’è?»
«Niente...basta che non mi scappi!» disse
Jessica e dopo aver ricevuto una rassicurante risposta si incamminò verso il
bungalow dove sapeva che avrebbe trovato Marina. Appena voltato l’angolo
Jessica si mise a correre come una forsennata, un po’ per fare presto, un po’
per scaricare le forti emozioni che quel ragazzo le faceva provare.
«Marina, scusa se me la sono presa! Era una
sciocchezza! Scusa!» Jessica aveva il fiatone per la corsa e aveva una voce
allegra che lasciò l’amica spiazzata. Sputo queste parole in una frazione di
secondo con un sorrisetto un po' stupido sul viso.
«OK, effettivamente non siamo state molto
intelligenti a liti...» Jessica, che ora stava saltellando la interruppe
bruscamente:
«Il ragazzo col codino si chiama Luca!»
«Come l’hai scoperto?» "Non mi pare
il caso di agitarsi tanto per un nome!" pensò la ragazza.
«ME L’HA DETTO LUI!!!!!!!!!!!» urlò
Jessica.
"OK...forse
è il caso di agitarsi" «DAVVERO???? Com’è successo? Devi raccontarmi
tutto!»
«Non adesso! Mi sta aspettando al punto
animazione!!!! Devo andare! A dopo!» rispose l’agitata saltellando.
«Si! A dopo....E CON I PARTICOLARI!!!» urlò
Marina all’amica che stava già correndo dal ragazzo.
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