FURRY MAGIC
Di ne’ichan
Tradotto da bran
Cap.35
“Ora. Per favore, calmatevi tutti. E' ora per affrontare
questo in forma umana, non pensi?” Disse dolcemente Remus, con
ancora un braccio circa il suo amico, Sirius, tenendolo strettamente,
consapevole di quello che Sirius era capace su impulso. “Ti
imploro, mio re, non lasciare questo uscire da mano. Non guerreggiare
su un giovane.”
“Non lascerò iche il mio Eletto sia preso da me.”
Affermò Lucius con condanna completa, squadrando le spalle
molto larghe, come affrontò il ben più massiccio
Tambyn. Tambyn abbassò la testa e ringhiò.
“Lui sarebbe dovuto essere un lupo, il mio lupo e legato a
me. Mi chiedo se tu sistemassi per il suo trasformare mentre Sirius
andava via, sapendo che non potevi averlo in qualsiasi altro modo. Tu
desideravi il suo potere da usare.” Disputò Tambyn,
sguardo chiaramente speculativo e con un po' di rabbia. “E'
stato un licantropo meno che un tre mesi, ed è già
Scelto? Io affermo che tu hai cospirato con tua sorella per usare il
mostro e trasformarlo. Il ragazzo non è, giustamente, il tuo.”
“Non avevo alcuna parte nella sua trasformazione. Il tuo
uomo, Paulsen, ha portato il ragazzo da me alla richiesta del
Direttore di Hogwarts. Che aveva la sua custodia. Finché mi fu
consegnato, non avevo conoscenza della sua trasformazione.”
Asserì Lucius, adiratamente. Un rossore d'oltraggio colorò
le sue guance. Harry guardò fisso a Lucius. Era magnifico,
così regale, così bello.
“Questo, non lo posso credere. L'evidenza mi conduce a
pensare altrimenti.” Tambyn scosse la testa, enfaticamente. “E'
troppo conveniente per gli esseri-leopardo. Non può essere una
coincidenza. Io non ho pensato certamente Paulsen col ragazzo. Non
l'avrei permesso.”
I due re ritornarono a sfolgorare l'un con l'altro- Snape avanzò
più vicino a Harry, abbassandosi in ginocchio per parlare al
giovane gattino che lo guardava accortamente. Con urgenza, parlò
a bassa voce. La situazione stava lentamente aumentando in tensione,
e le accuse sfocerebbero in una battaglia, qui ed ora. La situazione
doveva venir disinnescata, e rapidamente.
“Non può parlare se rimane un gatto, sig. Potter.”
Disse Severus, che ricordò a Harry di Dumbledore, che lo Snape
delle sue lezioni. “Questa è una delle volte in cui ha
bisogno di parlare apertamente le sue viste. Ed al più presto
possibile. Come nobile come sembra ad un giovane licantropo assetato
di sangue, una lotta su lei e il suo fato, sarebbe pessima. Chi di
questi uomini vorrebbe veder morire?”
Harry sedette di nuovo sulle sue anche, e sbatté gli occhi.
Lui guardò su ad Amrys e miagolò.
“Ha delle difficoltà a ritornare in forma umana.”
Spiegò Amrys, portando Harry, al mago. “Ci vogliono ore
per lui per farlo, normalmente.”
“Harry. Lei non ha ore. Deve farlo ora.” Insisté
Snape. “Molte volte, nel passato, ha detto che non poteva fare
qualcosa fino a che dovevi. Ora deve fare questo.” I suoi occhi
scuri si spostarono sui due gruppi che si affrontavano uno contro
l'altro. “Questo *non* è tempo per fallire.”
Anche Harry guardò. Lui vide il ferocemente protettivo
Graeme, il calmo ma pronto al combattimento Amrys, vide la forma alta
e regia del re degli esseri-leopardo, Lucius, il *suo* Eletto, l'uomo
che aveva scelto di amare. Harry tentò d'immaginare uno di
loro seriamente ferito, o morto, e lottare era, improvvisamente,
l'ultima cosa che volle fare.
La sua attenzione vagò sull'altro gruppo. Gli esseri-lupo.
A Tambyn, che non gli stava realmente piacendo molto, a Remus che
aveva protetto e l'aveva protetto, insegnandogli molto su DADA ed era
stato un amico, quasi uno zio o il più vecchio fratello quelle
volte che i viaggi di Sirius lo tenevano lontano. Poi guardò a
Sirius. Suo padrino. Un uomo che lui ha amato, in un modo diverso da
come amò Lucius, ma che non poteva sopportare di veder fatto
male. Merlino! Non aveva nessuna alternativa.
Tambyn era l'unico a cui Harry non ha voluto bene, infatti voleva
far male all'uomo lui stesso. Per metà un secondo tentò
di capire da dove stava venendo il re dei lupi, il suo punto di
vista, e decise che era chiedere troppo al momento. Tutti gli altri,
pari Snape, in cui non aveva sempre avuto fiducia; Harry non desiderò
vedere nessuno di loro ferito.
Col capo, accennò. Doveva cambiare di nuovo per trattare
con questo. Ma, poi, si sentì perso. Tutti gli uomini nella
stanza stavano guardandolo. E lui non aveva idea di cosa fare.
Parliamo dell'ansia per lo spettacolo, fu il suo pensiero. Harry
guardò ad ognuno nel cercare aiuto nel risolvere il suo
dilemma.
“Prendi un profondo alito, Harry. E' solo come alcun altro
incantesimo. Visualizza quello che tu vuoi, e vai da là.”
Offrì Remus da attraverso la stanza. Snape sorrise, un piccolo
sorriso stretto di approvazione.
Harry accennò col capo di nuovo e si mosse così i
membri del clan erano tra lui e gli esseri-lupo, e poi si sedette,
concentrandosi. Sii umano, fu il suo pensiero. Sii umano, ora. Devi
essere un umano. E quello, era tutto ciò che ci volle. Di
nuovo sentì i cambi che avvenivano in lui.
E fu di nuovo umano. In una camicia da notte stracciata. Sedendo
sul pavimento di Remus Lupin. Con tutti gli occhi su di lui. La
maggior parte degli occhi felici ed entusiasti. Il dolore di Sirius,
chiaro come l'acqua, che mostrava il suo sentirsi tradito, come se
Harry l'avesse rifiutato. E lo sguardo fisso del re dei esseri-lupo.
Questo spaventò Harry. Era pieno di una fame che consuma. E
concupiscenza.
Mantheer era preoccupato. L'uomo posò una mano sulla fronte
di Draco. La febbre stava crescendo, nonostante le pozioni che il
professor Snape aveva lasciato perché Draco le bevesse. Lui li
aveva dati al ragazzo precisamente nel momento e quantità
corretti. Ma, Draco, aveva sviluppato una febbre, che cresceva
rapidamente. Mantheer stava diventando sempre più preoccupato.
Specialmente quando lui non poteva contattare il professore, o il re,
il secondo, o il terzo. Nessuno di loro sapeva del peggioramento di
Draco.
Kaithas era venuto a stimare la situazione. Lui gettò i
suoi incantesimi che guariscono, e per un poco, Draco era riuscito a
riposare. Non aveva migliorato. Era semplicemente che qui bisognavano
più che i semplici incantesimi di guarigione. Licantropi
guarivano bene, rapidamente, spesso in minuti se cambiavano forma. Le
abilità di Kaithas erano adeguate al loro clan. Non per una
creatura umana. Lui non era ciò del quale ebbe bisogno Draco.
Finalmente. Yaji era andato a cercare il professore, Kaithas in
rimorchio. Mantheer rifiutò di lasciare il lato di Draco. Lui
si spogliò e scalò nelle pellicce con lui, tenendolo
vicino mentre il giovane rabbrividiva. Lui aveva lavato le ferite,
nella piscina del bagno del re, e sembrò aiutare. Il giovane
aveva dormito per un tempo, ma ancora una volta iniziò ad
agitarsi. Questo non era buono. Mantheer non poteva rilassarsi finché
non fu trovato Snape, e la Madre guarita.
Draco fece un piccolo lamento di disagio, agitandosi. Mantheer
s'inclinò verso di lui, accarezzando la sua faccia.
“Cosa c'è?” Chiese con un tono profondo
proveniente dal suo largo petto. “Senti dolore? Ti sto facendo
male?”
“F-f-f-freddo.” Balbettò Draco, i denti che
sbattevano, e Mantheer tirò su le pellicce, sebbene faceva già
troppo caldo nella stanza. L'uomo giunse ad un bicchiere d'acqua. Lo
portò alla bocca di Draco.
“Bevi.” L'acqua era fresca, ma non troppo, Draco la
bevve con gratitudine. Aveva molta sete. Mantheer accantonò il
bicchiere vuoto. Lisciando i capelli umidi di sudore dalla faccia
arrossata del giovane. Leccò dolcemente la pelle molle.
Cercando di offrire conforto. Draco stava bruciando come fuoco al
tocco.
Mantheer lo raggruppò su, e si diresse alla piscina. Per
pulire le ferite e ridurre la sua temperatura. Dovrebbe bastare fino
all'arrivo degli aiuti.
La scansione di Kaithas aveva localizzato Snape di nuovo a
Hogwarts. Lui e Yaji erano andati all'ufficio del Direttore.
L'urgenza della loro missione voleva dire che non potevano evitare il
suo aiuto. L'uomo aveva ascoltato e concluso misericordiosamente e
rapidamente che Snape era la risposta.
Dumbledore, vestito nei suoi abiti voluminosi, violentemente
colorati, condusse rapidamente i due esseri-leopardo alle stanze di
Remus Lupin. La porta sbarrata contro ogni intrusione, non poteva
tenere il vecchio mago a bada. Lui sventolò la sua bacchetta
come si avvicinarono e le custodie si affievolirono tutte, la porta
che cigola aperta.
Tutti quelli nella stanza si girarono, zanne scoperte, se loro li
avessero. Dumbledore elevò la sua bacchetta in avvertimento,
ed ogni uomo nella stanza prese un passo indietro alla minaccia
implicita, con la sola eccezione di Severus Snape. Graeme che si
sposta fra la nuova minaccia e l'Eletto.
“Gentiluomini. Lei ha un'emergenza.” Disse l'uomo
anziano, guardandoli da sopra l'orlo degli occhiali. “Suggerisco
lei posticipi questa discussione fino un'altra durata. Kaithas.”
Lui accennò col capo al Veggente e si girò, ritornando
al suo ufficio. I presenti lo guardarono andarsene, poi si girarono
di nuovo, ritornando a quello che stavano facendo prima, fissando
l'un l'altro sospettosamente.
Yaji stimò immediatamente la situazione e si intromise fra
i suoi membri di clan e gli individui esseri-lupo. Fletté le
braccia, sfoggiando il suo fisico massiccio, bene levigato,
addirittura senza sapendo precisamente quello che era accaduto
nella stanza, sentiva quando di una mostra era in bisogno. Lui era
grande quasi quanto Tambyn, ed aveva molti più anni di
esperienza sotto la sua cintura. Non poteva esser congedato
facilmente come un oppositore. Neppure da un re.
Il cambio di forza nella stanza era palpabile. Tambyn, ora, non
rischierebbe un attacco. Non poteva vincere un confronto fisico.
Nonostante i numeri, prima c'era stata una magra opportunità
di successo. L'uomo ringhiò in frustrazione. Lui stava
cominciando a pensare ad Harry come uno dei suoi lupi. Il suo da
avere come giusto, possedere e proteggere dagli esseri-leopardo avide
che ingiustamente l'avevano preso dal suo destino. Harry Potter,
nella prospettiva di Tambyn, avrebbe dovuto essere un essere-lupo,
indubbiamente.
Uno degli esseri-leopardo era un Veggente. Tambyn guardò
pensierosamente l'uomo. I Veggenti erano fuori della solita
classificazione di dominio. Loro erano uomini e donne separati, e
nessun re saggio li sfidava leggermente.
Il Veggente andò urgentemente al lato del professor Snape e
parlò. Il professore sembrò in difficoltà. Lui
guardò al gattino, Harry, fece ulteriori domande al Veggente,
e poi sembrò prendere una decisione. Dopo una rapida parola a
Lucius, lui lasciò la stanza in corsa.
La presenza del Veggente, aveva dato a Tambyn un'ispirazione.
L'uomo ringhiò rumorosamente per attrarre attenzione a se. Una
volta che tutti stavano guardandolo, parlò.
“Porterò la questione di fronte al Consiglio dei
Veggenti.” Disse decisamente.
“Non è una questione per i Veggenti.” Lucius
elevò uno dei suoi sopraccigli. Nella sua opinione, il pacco
non aveva richiesta, e non era una questione di legge.
“*E'* una domanda di legge. E' la legge seguita dal suo
guardiano, un membro del mio pacco eminente, o è la legge del
clan del leopardo della quale lui non sarebbe mai dovuto essere un
membro.” Tambyn disse in disaccordo. “Io chiederò
la loro opinione.”
“Di cosa sta parlando?” Mormorò Harry ai due
uomini che l'affiancavano. “Perché non posso solo dire
che voglio restare con il clan e Lucius? Quello dovrebbe essere
abbastanza per tutti di voi. Sono vecchio abbastanza per prendere le
mie proprie decisioni.”
“Tu sei ancora un gattino.” Disse Amrys al giovane,
tirandolo contro il suo corpo in un forte abbraccio. Harry si
contorse, ma non si spostò. Graeme deviò la sua
attenzione dal rifiuto offeso che lui stava quasi per consegnare ad
Amrys.
“Il Consiglio dei Veggenti. Loro decidono su tutte le
questioni di legge e sono i finali arbitri su tali questioni.”
Disse Graeme. “Le loro decisioni non possono essere negate, né
accettano appelli. Devono essere rispettate.” Harry aggrottò
le sopracciglia più duramente, l'arruffare dei capelli da
parte di Amrys che fa poco per calmarlo.
Tambyn unì il Veggente con il suo sguardo austero. “Lei,
Veggente, porterà la mia richiesta al Consiglio, come legato
dal suo onore?”
Kaithas fu sorpreso per avere la richiesta non fatto entro uno del
suo clan. L'uomo sembrava serio.
“Qual'è il suo danno, lupo?”
“Il ragazzo”, Tambyn aguzzò a Harry. “Lui
doveva essere un lupo, non un leopardo. Il suo guardiano posa
richiesta a lui, come faccio io. E' il suo destino per essere un
essere-lupo. Io cercherò il parere del Consiglio sulla
questione. E che loro rimuovano la macchia da lui così che
possa essere trasformato in un lupo. Come fu voluto sempre essere.”
Kaithas considerò l'ordine del re-lupo. I suoi occhi si
restrinsero. Quello spiegò l'atmosfera di violenza che
riempiva la stanza. Lui scosse la testa. “Non posso, non serve
il mio clan. Lui è Scelto dal mio re. Abbia il suo
proprio Veggente farlo.”
“Molto bene.” Tambyn fu acquiescente, di malavoglia.
“Non mi ostacolerà?”
“E' il diritto di alcun licantropo per cercare un'opinione
su una questione di legge, quando la legge è la base della
domanda. Non sono sicuro di vedere la ragione per la sua richiesta,
ma non le nego il suo diritto per cercarli.” Disse gentilmente
Kaithas. “Io credo che l'Eletto fu destinato per essere dove è
ora.”
“No.” Disse dall'altro lato della stanza Sirius. “Lui
doveva essere uno di noi. Quindi io posso proteggerlo. Lui appartiene
ai lupi. Lo vedrai presto, Harry. Vieni con noi, te lo mostrerò.”
Sirius stava ancora lottando contro la presa che il suo re e Remus
avevano ancora su lui.
Harry stava crescendo agitato. Lui scosse la testa, evitando di
guardare al suo padrino, sentendo la voce calma di Remus che tenta di
portare Sirius sotto controllo.
“Perché sta facendo questo? Voglio dire, capisco
Sirius, è il mio padrino, vuole che io sia con lui. Ma Tambyn?
Non capisco...” Harry lasciò la sua voce affievolirsi
sull'indagine.
Graeme guardò a Harry. “Non capisci? Lui è un
re. Cerca il potere per se, per il suo regno, per la sua gente.
Lucius, il nostro re, cerca il potere, guarda per esso, come
un'opportunità da aggiungere alla sua base. Tutti i re cercano
lo stesso. E' solamente il metodo per raggiungere il potere che
differisce.”
Harry lo fissò. “Non posso credere che stai dicendo
questo. Lui vuole costringermi ad andare con lui! Vuole avere sesso
con me.”
“In durata, Tambyn sarà un grande re.” Disse
Amrys dal suo luogo prossimo a Harry, non negando quello che aveva
detto Harry. Il secondo posò una mano confortante sulla spalla
di Harry. “Tambyn non ha nulla contro di te. Lui cerca soltanto
quello che migliorerà il suo regno. Lui mette le sue viste in
alto, e va dopo quello che vuole senza esitazione. Tambyn ti
legherebbe al suo pacco con la sua propria carne come àncora.”
“Come può forzare qualcuno nel suo pacco aiutare il
suo regno? Come può stuprarmi aiutare la sua causa?”
Bollì Harry. Tutti questi uomini erano difficili da capire,
non solo i lupi mannari. Come potrebbero ammirare Tambyn?
Graeme scrollò le spalle. Amrys strofinò la schiena
di Harry. Lucius si portò seguente a loro, prendendo Harry in
braccio e provocando un grido di sorpresa in Harry.
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