-
Soriano,
smettila, basta, lasciami subito!
Non sa
neanche lei perché continua ad urlare, a strattonarlo e a
pregarlo di non
continuare a perseguitarla, a cercarla continuamente per sfruttarla,
per
toccarla, per avere solo il suo corpo, per minacciarla, per usarla come
più gli
piace.
Lo considera e l’ha sempre considerato una
bestia, una bestia incapace di amare, ma solo di provare passione,
quell’istinto
animale che lo porta ad avvicinarsi a lei come un predatore feroce ed
affamato.
Lei, la sua lepre, la sua preda, era sempre
caduta nelle sue trappole.
Ricatti, minacce, atteggiamenti violenti
difficili da dimenticare l’hanno legata a lui da anni e anni.
Anni in cui la
povera bionda visse in estrema difficoltà.
Barbara visse in una famiglia piena di amore ed
affetto, fin quando sua madre non morì quando era
un’adolescente e suo padre
dovette prendersi cura di lei e suo fratello.
Anche suo padre cadde in disgrazia, perdendo il
lavoro; e Barbara, consapevole che oramai era compito suo occuparsi di
tutto,
cercò in tutti i modi di mandare avanti la famiglia. In
tutti i modi.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa, e infatti la
fece: diventò una prostituta. A quei tempi conobbe
Andrés Soriano, il primo
uomo con cui andò a letto. Così
diventò la sua preda.
Soriano la condusse a conoscere “el Almirante”,
un uomo molto importante in Argentina, che aveva segretamente un
bordello in
cui andavano persone molto famose come deputati, senatori e impresari,
che poi
venivano incastrati con dei video in compagnia di prostitute. Una di
quelle
prostitute divenne Barbara. E, assaporate per bene le sue
capacità erotiche e
di “intrattenimento” da Soriano, diventò
colei che supervisionava tutto, con
Soriano sempre accanto, sempre dietro di lei, qualunque cosa facesse,
in
qualunque luogo andasse, Soriano era sempre e comunque vicino a lei.
Ogni volta che Barbara provava ad intuire il
perché Andrés le stesse sempre dietro, lui le
lasciava intendere chiaramente
che erano ordini dell’Almirante. E se magari Barbara
insinuava che ci fosse
qualcosa di più da parte sua, ecco che Soriano si chiudeva a
riccio e la
offendeva in modo molto pesante.
-
Sei
solo una puttanella, non te lo scordare mai. Non potrei mai provare un
interesse per una che va in giro con tutti, mai.
Barbara ci rimaneva veramente male. Tutte le
volte che la trattava da poco di buono, lo guardava intensamente negli
occhi
neri con quel suo sguardo da sbandata. Era una sbandata molto
speranzosa quando
lo fissava negli occhi: si aspettava che le chiedesse perdono, che le
rivelasse
davvero quello che provava per lei, perché qualcosa
c’era. Una notte d’inverno
nevicava davvero moltissimo, così erano rimasti rinchiusi
entrambi in quel bordello,
che nessuno riuscì a raggiungere. Erano entrambi nervosi,
adirati l’uno con l’altra,
frustrati, stressati da quella situazione: solo il rumore dei loro
passi e il
continuo versare del caffè caldo erano percettibili. Ma
Soriano, annoiato, si
diresse da Barbara con intenzioni che a Barbara non piacevano. Per una
sera che
poteva sentirsi una donna, una vera donna, preferiva evitare di dover
andare a
letto con qualcuno; ma Soriano la raggiunse e, senza neanche dare
importanza a
ciò che Barbara voleva, iniziò a sollevarle il
vestito, a baciarle il collo, a
non lasciarle via d’uscita per scappare da
quell’inferno fatto solo di
lussuria, di passione. Barbara si sentiva in trappola, in una gabbia
senza via
d’uscita; Soriano continuava senza sosta, senza considerarla
minimamente, come
se fosse un oggetto senz’anima, senza un cuore, dei
sentimenti, senza nulla, e
non era così; l’unico uomo che l’avrebbe
sfiorata al di fuori da quel bordello
sarebbe stato l’uomo che l’avrebbe amata. Al di
fuori da quel bordello nessuno
l’avrebbe più importunata. Ma le cose andarono
molto diversamente da quel che
promise a se stessa.
-
Devi
smetterla, fermati! Io non voglio sentirmi ancora un oggetto, io non lo
sono!
Sono una donna, e l’unico uomo che mi toccherà al
di fuori di qui sarà colui
che mi amerà davvero! E tu non lo sarai mai!
Lo strattonava, si divincolava continuamente,
fin quando Soriano non fu costretto a fare il peggio che avesse mai
fatto per
ottenere ciò che voleva: le diede uno schiaffo in pieno
viso. Barbara cadde a
terra. Il tempo di realizzare ciò che successe che le sue
lacrime già rigavano
il suo viso; tremava, era scossa, piena di paura e se ne stava
là, rannicchiata
in una parte della studio con la testa rivolta verso il pavimento; il
pianto ed
i suoi lamenti erano l’unica cosa che si avvertiva in un
silenzio tombale.
Soriano si sentiva un mostro, lo stesso mostro che picchiava sua madre
ogni
volta che ne aveva l’occasione; non fece mai nulla per
difendere sua madre,
mai, perché gli ribadiva che andava tutto bene, era tutto
orribilmente
perfetto; ma Soriano sapeva che era tutto un inganno quella perfezione.
Da quel
momento, giurò a se stesso che non avrebbe mai avuto il
coraggio di fare a
nessuna donna, nessuna, quello che suo padre faceva a sua madre.
Strumentalizzare
il corpo delle donne è perfido, qualcosa di altamente
perverso e indescrivibile
per quanto cinismo trasparisse; ma picchiarle è
tutt’altra cosa; picchiarle
vuol dire annullarle, considerarle come la cosa peggiore che esiste,
voleva
dire che non valgono nulla, non sono niente; sono solo da maltrattare,
da
comandare, da insultare perché esseri inutili, non meritano
nulla. Ma Barbara
non è nessun oggetto, non è nessuna
nullità, non è una delle tante con cui
è
andato a letto e da cui ha voluto solo il corpo; Barbara era una delle
ragioni
per cui continuava a lavorare costantemente con l’Almirante,
era la ragione per
cui la seguiva sempre, dovunque, senza mai lasciarla sola un secondo
per paura
che qualcuno, chiunque, là dentro potesse approfittarsi di
lei; ogni volta che
la vedeva entrare in una di quelle stanze accompagnata da un uomo che
le faceva
le avance, la gelosia s’impossessava di lui, una rabbia, una
collera e un
nervosismo sempre in crescita che faticava a non mostrare; e mandava
giù
parecchi bicchieri di superalcolici per calmarsi, per mantenere i nervi
saldi e
seguitare a mentire a se stesso, ribadendo che per lui non era niente.
Ma per
lui era tutto, tutto quello per cui combatteva giorno dopo giorno,
anche se non
lo voleva mai ammettere: da quando la incontrò ubriaca in un
piccolo bar di
Buenos Aires, non poté più fare a meno di lei.
L’amava per la sua infinita
bontà, per la sua voglia di vivere, di combattere per le
proprie cause e per la
propria famiglia, per l’affetto, la gioia, la
felicità e la serenità che
trasparivano da quei suoi occhi infinitamente e meravigliosamente blu;
lo
sorprendeva per quanto lo schifo che si ritrovava intorno non la
scalfiva
minimamente, non scalfiva neanche un po’
l’innocenza che emanavano i suoi
occhi, niente avrebbe mai potuto distruggere quella felicità
che ha sempre
avuto; ma l’odiava per questa sua grande capacità
di saper ascoltare gli altri,
di saper aiutarli e perdonarli per qualsiasi cosa, perché
faceva in modo che
anche un minimo spiraglio di buoni sentimenti entrasse in lui,
risanandolo per
pochi secondi di tutto il male che ha provato nella sua vita, quel male
che l’ha
cambiato; odia sapere che c’è qualcuno che
s’interessa a lui, che cerca di
avere un rapporto, un dialogo con lui, perché gli fa
avvertire come la vita non
sia solo sofferenze e amarezza, abbattendo in parte quella sua corazza
di odio
per qualunque cosa, provocando un dolore indescrivibile e comprendendo
dolorosamente quanto abbia sbagliato nella sua vita.
I lamenti di Barbara rimbombavano come un eco
nella sua mente, dei lamenti struggenti e rattristanti, a cui Soriano
cedette,
perché non tollerava vederla in quello stato.
Almeno a lei non voleva far del male.
-
Perdonami,
Barbara, perdonami, io non voglio farti del male…
Le accarezzò dolcemente il viso angelico,
sorridendole e provando a fare uno slancio, un piccolo slancio nei suoi
confronti.
Barbara non disse niente, lasciò che Soriano
continuasse ad accarezzarla e ad asciugarle le lacrime che aveva
versato fino a
quel momento.
-
Dovevamo
arrivare a questo punto, dovevi picchiarmi per aprirti con
me…
Soriano la baciò.
Da quel momento, la loro storia cominciò
davvero, con alti e bassi, fin quando non si lasciarono,
perché Soriano alla
fine si rivelò incapace di amare.
Ma un giorno l’Almirante tornò nella vita di
Lorenzo Uribe, capo di Uribe Propiedades, e da allora anche Soriano
tornò nella
sua vita, molto cambiato.
-
Non
sei cambiata per niente, rubia. Ti lamenti sempre perché non
vuoi che andiamo a
letto insieme, ma alla fine sei la prima che mi cerca. O mi vuoi dire
che mi
hai già dimenticato?
-
Mi
hai fatto passare l’inferno, mi ci è voluto molto
tempo per dimenticarti.
Barbara mente spudoratamente. Stare con lui non
era un inferno, perché era molto più gentile e
premuroso durante la loro storia;
stava bene, la faceva sentire protetta e amata, e in quegli anni
terribili per
lei era come una salvezza, anche se poi finì tutto.
-
Ti
ho salvato da una fine pessima, e questo lo sai bene. E vedo anche che
hai
avuto un ottimo posto in questa azienda, ma non è per altre
qualità…
-
Sei
sempre lo stesso bastardo. Adesso, leva quelle tue mani dai miei
fianchi, e
lasciami passare, ché devo lavorare.
-
Adoro
quando ti arrabbi, mi ricorda i vecchi tempi…
-
Va
via, lasciami!
Per questa volta, Soriano la lascia andare senza
che lei debba pregarlo in ginocchio perché lo faccia.
Tornata nel suo studio e cercando inutilmente
di concentrarsi sul lavoro, Barbara ripensa a come Soriano sia
stranamente
ripiombato nella sua vita. Pensava, anzi, sperava che uno dei periodi
peggiori
della sua vita fossero solo lontani, brutti ricordi da cui oramai non
poteva
più attingere alcun male; in realtà non era stato
tutto uno schifo: Soriano
stava accanto a lei in quel periodo, stavano insieme fin quando non
capirono
entrambi che dal peggio non può nascere qualcosa di buono.
Quella relazione era
nata nel marcio, e morì nel marcio.
Adesso che era ritornato, cosa sarebbe
successo?
Magari Soriano si sarebbe accontentato di
andare a letto con lei per qualche volta e poi le cose sarebbero
tornate
perfettamente normali, come sempre.
Ma quando Soriano arriva da qualche parte, c’è
sempre l’Almirante dietro, e non si prevede nulla di buono.
-
Ehi,
Barbara, tutto bene? Sembra che tu sia entrata in una trance totale!
Mabél entra nello studio di Barbara, per
consegnarle delle cartelle a cui deve provvedere.
-
Si,
va tutto bene. Stavo solo pensando…
-
Davvero
stavi solo pensando? – poggia le cartelle sulla sua scrivania
– O stavi facendo
in modo che i tuoi pensieri non ti mangiassero i nervi dalla
preoccupazione?
-
Sono
un libro aperto per te, vero? Be’, comunque si, hai ragione,
sono un po’
preoccupata. Ma sta’ tranquilla, sono cose che si possono
serenamente
risolvere.
Barbara preferisce infilare la testa fra le
cartelle, prima che Mabél si renda conto che
c’è qualcosa di molto più da
scoprire sotto quella facciata pensierosa; e si sa che Mabél
sarebbe pronta a
farle una cascata di domande, a cui lei risponderebbe solo a
monosillabi, per
poi essere messa alle strette e confessare. Ma non poteva confessare,
visto che
poteva giocarsi tutto se avesse rivelato a qualcuno il suo passato e
chi
proveniva dal suo passato.
-
Spero
per te che si possano risolvere.
Mabél lascia lo studio di Barbara, colpendo nel
segno.
Passa circa un’ora chiusa nel suo studio a visionare
quelle cartelle, fino a quando Hernàn non le propone di
andare a prendere un
caffè per parlarle di una questione molto importante per
l’azienda.
Hernàn è uno dei suoi più cari amici,
collega
di lavoro ed esecutivo esattamente come lei. Entrambi si occupano
sempre
insieme dei nuovi progetti a cui lavorare, studiano le strategie da
adottare e
quasi sempre escono vittoriosi da ogni riunione in azienda.
-
Dimmi,
che succede?
-
Hai
visto quel tipo che è venuto in ufficio per parlare con
Lorenzo? Fa parte di
Megabrokers, è il braccio destro del proprietario ed ha
incontrato Lorenzo
proprio per alcuni progetti su cui ci hanno battuto sul tempo
perché hanno
trovato il modo di appropriarsi di quelle costruzioni prima che lo
facessimo
noi.
-
Immagino
che ce li vogliono vendere al triplo del prezzo. Ma di certo Lorenzo
non si
lascerà convincere.
Le previsioni di Barbara erano più che esatte:
Soriano era venuto per portare solo guai a Uribe propiedades, oltre che
alla
sua vita.
-
Esattamente,
Lorenzo non ne ha voluto sapere. Però ha chiesto un consulto
con il capo di
Megabrokers, e vorrebbe che noi partecipassimo alla riunione, insieme a
Lautaro
e a tutti gli altri per trovare insieme una soluzione: lo sai che
Megabrokers
ci ha anche tolto l’ultimo investimento su cui stavamo noi
per mettere le mani.
Ora più che mai bisogna trovare un accordo con questi tizi.
-
Sarà
difficile, trattandosi di un’azienda al pari della nostra.
Credo che sarà una
guerra alquanto efferata tra Megabrokers e Uribe Propiedades, quindi
toccherà
metterci al lavoro da subito e parlare con Lorenzo e Lautaro di quale
metodo
adottare per la riunione con Megabrokers.
-
Si,
hai ragione.
Dopo la non troppo felice chiacchierata con
Hernàn, Barbara torna in ufficio per continuare a lavorare
senza sosta.
Senza neanche che se ne accorgesse, si fanno le
otto di sera, solo lei era rimasta in ufficio.
-
Rubia,
lo sai che sono le otto di sera? Dovresti essere a casa a
riposarti…
Soriano si era intrufolato furtivamente nel suo
ufficio, spaventandola.
-
Che
cosa ci fai qui, Andrés?! Come hai fatto ad entrare?!
Barbara si alza dalla sedia e si allontana il
più possibile da Soriano, che le si avvicina, pur sapendo
che lei non vuole che
le stia accanto.
-
Ehi,
tranquilla, sono qui solo per passare del tempo insieme a te:
nonostante tutto
quel che è successo, siamo ancora buoni amici, no?
Nello studio rimbomba una risata molto
sarcastica per le parole appena proferite da Soriano. Loro non sono mai
stati
amici, non lo sono ora e non lo saranno mai.
Barbara capisce perfettamente le intenzioni di
Soriano, anche se comunque spera con tutto il cuore di sbagliarsi. Ma,
sfortunatamente, non si sbaglia proprio per niente.
Soriano continua ad avvicinarsi a lei, la
chiude in un piccolo angolo, avvicinando sempre più il suo
viso a quello di
Barbara, mettendole le mani sui fianchi, mentre Barbara evita in tutti
i modi
di abbandonarsi a lui.
-
Soriano,
ti prego…
Sospira, affaticata da quella situazione,
affaticata dal fatto che deve resistere ai suoi desideri, a
ciò che desidera e
vuole davvero: Soriano è il nemico, il suo peggior nemico
sia nella vita sia
anche nel lavoro; sono stati ostacolati nel passato, sono ostacolati
anche nel
presente, e lo saranno sempre e comunque per la guerra
che si sta per scatenare senza esclusione di
colpi.
-
Rubia,
siamo solo io e te. Finalmente siamo di nuovo io e te.
Soriano la bacia, e
Barbara sembra incapace di
opporsi, perché lo vuole anche lei.
Le parole appena dette
“Siamo solo io e te” la
colpiscono nel profondo: Soriano non era mai stato capace di dirgliele,
mai,
eppure in quel momento lo aveva fatto.
Ma perché?
Perché avrebbe mai dovuto
avvicinarsi così a Barbara?
In quel momento la
rubia, o bionda, non sa che
cosa pensare, non sa cosa aspettarsi.
Sa solo che si sentiva
vicina a Soriano come
non mai.
E chissà se
non sia tutto un inganno da parte
sua…
Angolo dell'autrice:
Ciao! Be', eccomi giunta alla
fine di questo primo capitolo. Scusate, lo so che all'inizio le cose
non sembrano molto delineate, ma col tempo poi tutto si
spiegherà per bene; pur essendo una telenovela mai trasmessa
qua in Italia, farò in modo che tutto si spieghi al meglio,
in modo che anche chi non l'ha vista possa tranquillamente leggerla.
Non mi resta che augurarvi buona lettura. Un bacio, ciao!
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