Piccola ArthurxMerlin – Dedicata a Claire Morgan con
cui condivido la passione per questa coppia <3
UNDERGROUND
ARMY
Sarò un soldato per te
Proteggerò te ed anche la città circostante
Il tuo esercito clandestino sarà pronto
se solo dici di volere anche me
Sarò un soldato per te
-Per tutto questo tempo mi hai mentito-
Mentre Merlin conduceva i cavalli verso un punto nascosto del
bosco, che stavano attraversando, per potersi accampare non riusciva a
togliersi dalla testa quelle ultime parole di Artù, dopo le quali era calato un
fastidioso silenzio.
Una parte di lui, maligna, continuava a ripetergli che aveva fatto
male a non dire subito la verità ad Artù una volta che era divenuto re di
Camelot, un’altra invece tentava di lenire i suoi sensi di colpa, dicendogli
che era stata la scelta migliore non metterlo di fronte a scelte difficili come
quella della magia in una città dove era praticamente bandita da decenni.
La mente era invasa da milioni di pensieri e preoccupazioni che
gli legavano la lingua rendendogli impossibile parlare, non sapeva nemmeno cosa
dire per raddrizzare quella situazione che ormai gli sembrava in una caduta
libera inarrestabile.
Artù stava morendo e, probabilmente, ora si sentiva anche tradito
da lui e, al posto di essere vicino ad una persona amica, si trovava in una
terra ostile a cercare la salvezza con l’aiuto di un “nemico”.
Quando ormai il sole era quasi all’orizzonte, Merlin riuscì ad
individuare un rifugio sicuro, una piccola radura nascosta nel fitto degli
alberi, per prima cosa legò i cavalli ad un albero e, dopo aver preparato un
giaciglio con foglie ed erba coperti da alcuni vestiti, si preoccupò di tirare
giù dal cavallo il suo re: il procedimento fu molto complesso dato che doveva
stare attento a non farlo muovere eccessivamente per non accellerare il
processo del frammento della spada verso il cuore, inoltre sapeva bene che il
dolore doveva essere molto forte e, muovendosi delicatamente, avrebbe di sicuro
diminuito le probabilità di fargli ulteriormente male, portò le braccia intorno
alle spalle di Arthur passando da sotto le ascelle e, lentamente, lo fece
scivolare da sella contro di sé.
Persa nella tua quiete, rotolando in discesa
Ma non puoi vedere perché
Niente ha senso quando ogni attimo è trascorso
combattendo il lato oscuro
Ma pensa a questa fase, come al trascorrere dei giorni
E sopravviveremo ai peggiori momenti
La strada è lunga, le forze potenti
Ma sarà tutto ok
Il biondo rimase inerte, non impedì in alcun modo al servo di
portarlo giù da cavallo, non proferì alcuna parola per impedirglielo.
Lo lasciò fare, con sguardo stanco né osservò i gesti impacciati
mentre lo sistemava sul giaciglio improvvisato.
L’incredulità per ciò a cui aveva assistito in quegli ultimi
giorni era troppa, non riusciva ancora a credere che Merlin fosse un mago, ma
più di tutto non riusciva a pensare al fatto che gli avesse mentito per anni,
anche quando ormai avrebbe dovuto capire che poteva contare totalmente su di
lui.
Lui in fondo non era Uther, era diverso, se gli avesse svelato la
sua natura di sicuro non l’avrebbe giudicato solo per la sua natura.
Merlin era forse stato l’unica persona realmente interessata al
suo bene, ciò di più vicino ad un amico..o un fratello.
Arthur, nel vortice dei suoi pensieri, si ritrovò ad osservare lo
stregone mentre tentava di accendere, invano, un fuoco con due sassi:
-Perché non usi la magia?-
Chiese spezzando quel silenzio che ormai regnava da ore tra di
loro, forse stupito dall’averlo sentito parlare, Merlin alzò subito lo sguardo
sul suo re, l’espressione era molto simile a quella di un cerbiatto di fronte
al cacciatore, gli occhi azzurri erano lucidi e tremuli, fissi su di lui.
Il biondo capì che lo stregone era preoccupato per lui, leggeva
perfettamente le emozioni in quegli occhi che, ora lo sapeva, avevano sempre
vegliato su di lui.
-Credo…la forza dell’abitudine..-
Sarò un soldato per te
Proteggerò te e anche la città circostante
Il tuo esercito clandestino sarà pronto
se solo dici di volere anche me
Rispose Merlin accennando un sorriso, provando in quel modo a
stemperare la tensione che si era creata tra loro da quando aveva infine
confessato la verità.
Vide Arthur chiudere gli occhi per un istante, poi fargli un gesto
con la mano.
Lo stregone ne comprese il significato e, sfruttando i suoi
poteri, accese in un battito di ciglia quel piccolo fuocherello che aveva
allestito.
Il biondo sospirò nuovamente:
-Perché non mi mai detto la verità?-
Merlin chinò il capo e nella voce solitamente tronfia dell’ora re
di Camelot, lesse chiaramente un tono ferito, chinò il capo mordendosi il
labbro inferiore in un gesto nervoso:
-Non volevo mettervi di fronte ad una scelta difficile come quella
di…avere un amico stregone –
Il moro aggiunse un legnetto nel fuoco, un gesto come un altro per
non dover guardare negli occhi il re, mentre parlavano di quell’argomento tanto
difficile:
-Non hai pensato che probabilmente ti avrei capito? Non..hai
pensato che avrei cercato un modo per proteggerti? Merlin, ero…sono un tuo
amico, avrei mantenuto il segreto..se fosse stato necessario!-
La voce di Arthur era spezzata mentre pronunciava quelle parole,
Merlin si rese solo in quel momento conto di quanto doveva contare la sua
amicizia e di quanto dolore gli avesse inferto con quella sua bugia, alzò lo
sguardo per incontrare quegli occhi, quasi, del suo identico colore dipinti di
un’espressione avvilita.
Sentì che quello sguardo rivoltogli come vento soffiò sulle fiamme
che già bruciavano nel suo petto stringendo d’assedio il suo cuore, i sensi di
colpa.
-Mi dispiace..-
Riuscì infine a dire distogliendo nuovamente lo sguardo da quello
di Arthur, solo così trovo la forza di continuare a parlare:
-..ho solo cercato di fare ciò che era meglio per voi, ho sempre
cercato di proteggervi al meglio delle mie forze..-
Merlin sentì le lacrime pungergli gli occhi, avide di bagnare la
pelle, strinse le palpebre per trattenerle e chinò il capo stringendo un
legnetto nella mano destra:
-..mi dispiace davvero di avervi dovuto nascondere la verità..-
Il petto si alzò e si abbassò vistosamente in un respiro lungo,
poi alzò il capo, gli occhi ormai lucidi e vicini alle lacrime:
-…io sono nato per servirvi, Arthur, è questo il mio destino..-
In ginocchio, con il fuoco a separarli, Merlin riuscì a dire ciò
che per lungo tempo aveva taciuto al suo re:
-…siete voi il mio destino..-
sarò un soldato per te
vai per primo in tutte le cose che fai
Il tuo esercito clandestino sarà pronto
se solo dici di volere anche me
Artù lasciò parlare lo stregone, rimase colpito dalle sue parole e
si ritrovò a rivalutare il fatto che non gli avesse confessato la sua natura.
Merlin l’aveva sempre accudito, si era sempre comportato con lui
come un servo, anche se con i poteri che aveva, avrebbe potuto invertire
facilmente i ruoli.
Anche se non gli aveva detto la verità, con quelle parole, Merlin
aveva totalmente annullato la sua rabbia.
-Strano, ho sempre creduto di essere io a proteggere te..-
Non aggiunse altro, sorrise semplicemente anche se in maniera tirata
a causa del forte dolore che quel frammento di lama, sempre più vicino al
cuore, gli procurava:
Il moro accennò una risata:
-Già..-
Anche se in una maniera un po’ contorta erano riusciti a fare
pace, un bene visto che il viaggio stava per entrare nella fase più difficile.
non puoi credere alla vista, la lente ti sta ingannando
vedi metà invece che tutto
io rimarrò ad aiutarti a venirne fuori
queste situazioni vanno e vengono
siamo alla fine ma c’è ancora molto da difendere
pensa a tutto ciò che abbiamo imparato
Il mattino dopo quando Merlin si svegliò, rivolgendo lo sguardo su
Arthur ancora addormentato, capì che il tempo a sua disposizione era quasi
finito.
Il colore della pelle era molto pallido e le labbra iniziavano a prendere
un colore violaceo, non poteva credere che dopo tante fatiche, con il traguardo
a poche ore di cavallo, tutto sarebbe finito in quella radura, dopo che erano
perfino riusciti a fare pace.
Ormai gli restava da giocare un’ultima carta, doveva chiedere
aiuto a Kilgharran, almeno per quelle ultime miglia.
Se lui li avesse trasportati, di sicuro, sarebbero arrivati in
tempo all’isola di Avalon.
Si avvicinò ad Arthur e, chinandosi al suo fianco, lo scosse per
svegliarlo.
I suoi timori, sorti ad un primo sguardo però, trovarono ulteriore
terreno fertile quando Arthur non si svegliò alle sue ripetute chiamate, lo
scosse appena.
Nulla.
Posò le mani su quelle guancie gelide ed appoggiò la fronte su quella
di Arthur, le lacrime che il giorno prima era riuscito a frenare iniziarono a
cadere lungo gli zigomi, bagnando la pelle dello stregone per poi cadere su
quella gelida del sovrano:
-No..no..non..deve…succedere..dovete resistere, Arthur…-
Mormorò cercando di avvertirne il battito cardiaco, era
debolissimo, eppure c’era ancora!
Alzò il capo verso il cielo chiamando il drago legato a lui.
e mi sentirò meglio se tu stai meglio
Kilgharran non tardò ad arrivare, impotente davanti alla chiamata
di un Signore dei Draghi.
Merlin lo osservò planare attraverso il ristretto campo di planata
offerto dalla piccola radura per fermarsi davanti a lui:
-So già che cosa vuoi chiedermi, Merlin, ma ciò di cui hai bisogno
non lo troverai ad Avalon, lì ti attende solo Morgana, ciò che ti serve per
salvare Artù è dentro di te..-
Il moro osservò incredulo il drago:
-Non posso fare nulla, Gaius ha detto che è una magia…troppo
forte, anche per me, ci ho provato..ma non ci riesco, devi portarci al lago di
Avalon…solo lì possono curarlo..-
Ribattè con gli occhi rossi per le lacrime che ancora bagnavano
gli occhi e la voce rotta per la preoccupazione che presto il cuore del giovane
re avrebbe smesso completamente di battere, il drago accenno un’espressione
paterna scuotento il capo:
-Se mi ordini di portarvi al lago, dovrò obbedire, lo sai, ma sono
sicuro che Gaius si sbagliava quando ha detto che tu non puoi guarirlo..-
Un sorriso si disegnò sul muso del vecchio drago:
-…c’è una forza che se usata abbatte qualsiasi ostacolo e
sconfigge qualsiasi magia, la stessa forza che gli uomini sfruttano quando si
buttano in imprese impossibili per salvare persone care, proprio come stai
facendo tu ora..se accetterai quello che c’è nel tuo cuore e non avrai più
alcun dubbio, solo allora, riuscirai ad adoperare la forza in grado di salvare
Artù..-
Merlin spalancò la bocca per qualche istante, poi scosse il capo:
-..ma..non c’è tempo da perdere..Artù sta morendo..-
Kilgharran spalancò le ali:
-Allora è meglio che tu non perda tempo, conosci benissimo la
risposta alle tue domande, devi solo avere il coraggio di darti quella risposta
e fare il passo, dovresti ascoltare almeno una volta Artù e smetterla di..dire
bugie, anche a te stesso..-
Lo rimproverò severo l’animale mitologico prima di spiccare il
volo senza dare il tempo al Signore dei Draghi di dargli alcun ordine.
Lo stregone rimase a fissare il drago volare via, pensado a ciò
che gli aveva detto: sapeva bene cosa c’era nel suo cuore, ma se gli avesse
dato una forma ed una definizione nella sua mene, sarebbe divenuto reale e non
sarebbe più potuto tornare indiero.
Merlin si voltò verso Artù, il viso era ormai cinereo e le labbra viola,
ormai..stava per morire.
sarò un soldato per te
vai per primo in tutte le cose che fai
Il tuo esercito clandestino sarà pronto
se solo dici di volere anche me
Merlin si fece coraggio, ritornò ad inginocchiarsi vicino al suo
re.
L’aveva guardato dormire molte volte, vegliandolo anche a sua
insaputa, ma quella era la prima volta che lo guardava realmente.
Lo amava.
Ecco, l’aveva detto, quel sentimento era sempre stato chiaro al
suo cuore, ma la mente aveva deciso di non dargli un nome per evitargli
sofferenze inutili.
Le mani si avvicinarono tremanto alla cotta di maglia sporca di
sangue ed al gamberson, li scostò entrambi per liberare così la parte dell’addomme
in cui era entrata la scheggia della spada, posò quindi i palmi sulla pelle
gelida e si concentrò, cercando di far tornare indiero quella scheggia, ma
quell’infido frammento di metallo continuò la sua corsa, avvolto in una magia
potene.
Merlin ci riprovò pronunciando formule a bassa voce, ma ancora una
volta non ebbe successo, il corpo iniziò a tremare, cosciente del fatto che
presto Artù avrebbe esalato il suo ultimo respiro.
Aveva chiare le sue emozioni, eppure sembrava che, questa volta,
il drago si fosse sbagliato.
Non era abbastanza forte per prevalere su quella magia così antica,
tenendo le mani posate sull’addome di Arthur, si chinò sul suo viso:
-Mi dispiace, Arthur, mi dispiace..-
Ripetè con le lacrime ormai ad ingombrargli gli occhi senza sosta,
sentiva il cuore spezzarsi al pensiero che aveva fallito.
Non era riuscito a salvarlo.
Il cuore accellerò i battiti ed alcuni singiozzi uscirono della
labbra semichiuse in quel mantra di “mi dispiace”.
-V..vi..amo..Arthur..-
Sussurrò tra i singhiozzi:
-..anche se siete un asino…vi amo..-
Continuò accennando una triste risata, mormorando quelle parole a
poca distanza dalle labbra del giovane re, sicuramente, se fosse stato sveglio
non avrebbe mai trovato il coraggio di fare nulla.
-..vi amo..-
Ripetè prima di colmare quella esigua distanza dalle labbra di
Arthur per posarvi un bacio casto, chiuse gli occhi e, senza rendersene conto,
proprio in quel momeno la sua magia agì, eliminando quella scheggia mortale dal
corpo di Arthur e sanandone le ferite più gravi.
Fu un incantesimo molto potente e, ironia della sorte, Merlin non
si accorse nemmeno di averlo fatto essendo impegnato in quel gesto.
Fu proprio in quel momento, mentre Merlin si stava per staccare,
che Arthur aprì gli occhi riprendendosi da quel sonno iniziato il giorno prima.
Appena si rese conto della situazione, imbarazzato, spinse via lo
stregone:
-Cosa diavolo stai facendo??? Merlino!-
Il re ricordava vagamente di Merlin che gli diceva di amarlo, ma
pensava che fosse un sogno…o comunque qualcosa di non reale.
Lo stregone si ritrovò con il sedere a terra, lo sguardo era fisso
sul sovrano, incredulo di vederlo stare bene, tentò di trovare una risposta
plausibile, ma l’unica che gli venne in mente..era la verità:
-…siete guarito..-
Due semplici parole, nel tentativo di svicolare da un discorso
pericoloso come il suo gesto di pochi istanti prima ed i suoi sentimenti, di
sicuro, non ricambiati dato che Arthur stava con Ginevra.
Il biondo chinò subito lo sguardo sul punto in cui si trovava la
ferita inferta dalla spada e, a pare i grumi di sangue, non trovò alcun segno
di ferita.
Attonito spostò gli occhi dal suo addome allo stregone:
-Sei stato tu?-
Chiese diretto, Merlin chinò il capo annuendo:
-Credo di si..-
Rispose senza trovare nemmeno lui una risposta esaustiva alla
guarigione miracolosa di Arthur che, continuando a squadrarlo, gli si avvicinò
alzadosi in piedi:
-..sei sicuro che non mi stai nascondendo qualcosa?-
Domandò , lo stregone si alzò a sua volta senza però rivolgere gli
occhi su quelli del sovrano:
-..si, sono sicuro..-
Il biondo sospirò, sollevò una mano per alzare il mento di Merlin
ed obbligarlo a guardalo negli occhi:
-Ora lo capisco che mi stai nascondendo qualcosa, lo sai che dovranno
cambiare molte cose? Compreso questo tuo atteggiaento..-
Osservò, il moro tenento di svicolare a quella presa, ma l’altro
era chiaramente più fore di lui per quanto riguardava la forza fisica:
-…cosa..cosa dovrà cambiare?-
Chiese, timoroso della risposta a quella domanda.
Arthur sorrise, quei suoi sorrisi ferini che non preannunciavano
nulla di buono..per lui:
-Punto primo, visto che sei in grado di usare la magia,
raddoppierò i tuoi impegni giornalieri, tanto se sei in grado di usare la
magia, potrai di sicuro fare tutto insieme; punto secondo, non mentirmi mai più
e non nascondermi nulla, non è necessario…io mi fido di te, tu puoi fare
altrettanto con me, punto terzo..-
Il biondo si fermò per attendere che Merlin lo guardasse dritto
negli occhi e che chiedesse:
-Punto terzo?-
-Il punto terzo è questo..-
Rispose Arthur tenendogli saldamente il mento con la mano destra
menre l’altro braccio gli avvoleva la vita per stringerlo a sé, un istante dopo
lo baciò facendo incontrare le loro labbra per la prima volta entrambe scaldate
dal calore corporeo.
Incredulo, fin troppo, Merlin subì quel bacio rimanendo rigido tra
le braccia del sovrano, mentre il cuore batteva così forte da martellare nelle
sue orecchie e rischiare di uscire fuori dal petto.
-…punto terzo anche..tra di noi le cose cambieranno..-
Merlin rimase in silenzio aspettandosi quelle due paroline che lui
aveva detto, ma Arthur si staccò da lui andando verso i cavalli:
-Torniamo a Camelot?-
Chiese il biondo ad un incredulo stregone, ancora bloccato accato
al fuoco dopo quel bacio tanto desiderato ed inattesto:
-Non..non mi deve dire nulla?-
Domandò avvicinandosi al sovrano che sorrise divertito:
-No,ciò che dovevo dire l’ho detto…e tu?-
Merlin accennò appena un broncio, Arthur continuò:
-…chi sarebbe “quello che ami anche se è un asino”?-
Lo stregone rimase a bocca aperta, l’aveva sentito, il viso prese
una colorazione molto vicina al viola scuro a causa dell’imbarazzo:
-..voi…Arthur..-
Sussurrò senza togliersi il broncio dal viso, Arthur accennò una
risata chiudendo un braccio intorno alle spalle di Merlin e stringendolo a sé:
-Ti dimostrerò i miei sentimenti non mandandoti alla gogna per
quell’”asino” e mi limiterò a farti pulire tutte le armature presenti nel
castello e di ogni singolo cavaliere presente su terreno di Camelot..senza
usare la magia naturalmente..-
Il moro lo fisso con un’espressione dubbiosa dipinta negli occhi:
-..avete uno strano modo di dimostrare i vostri sentimenti…Sire..-
e mi sentirò meglio se tu stai meglio