Riflessioni di un sognatore

di ToraRyuBox
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È successo di nuovo.
È sempre la stessa storia. Non sei capace a stare lontano dalle delusioni.
Cerchi in tutti i modi di scappare da loro ma lo sai che è solo questione di tempo prima che ritornino.

Prometti a te stesso : ”Non mi Illuderò più”, “Sarà l’ultima volta”, ma sei più che consapevole che non riuscirai mai a mantenere quelle promesse. Sei assuefatto dalle illusioni. Non puoi farne a meno. Puoi provare a smettere, magari per un po’ potrai anche farcela, ma alla prima occasione sarai di nuovo lì, nel tuo mondo, a costruire nuovi castelli di vetro sui ruderi dei vecchi, ripetendoti che questa volta sarà quella buona.
Ti ripeti che non potrà più andare male. “Ho fatto i miei sbagli. In fondo è così che si impara a non farne altri”. ILLUSO. Tu sbaglierai sempre. Sei destinato a fallire. Puoi consolarti dicendoti che non è colpa tua, ma in fondo sai che il tuo ruolo è il peggiore di tutti. Tu sei un illuso. Un sognatore. Non puoi vivere senza sognare, ma non puoi nemmeno continuare a sognare vedendo i tuoi castelli crollare uno ad uno sotto le incessanti cannonate che la vita, sistematicamente, gli spara contro.


Il tuo ruolo è quello di passare la vita a raccogliere i cocci, tagliandoti le mani, e costruire nuovi castelli con le mani sanguinanti, aspettando che vengano abbattuti da altre verità. E non dimenticare di sorridere.
Già. Perché tu sei anche troppo sottomesso per poter esprimere ciò che pensi veramente o ciò che vorresti. L’obiettivo che ti sei dato (nel mondo reale) è quello di essere il meno possibile d’intralcio per gli altri, a costo della tua dignità e della tua felicità. Quindi ti chiudi nel tuo mondo, dove puoi pensare solo a te stesso e alla tua “felicità”, vivendo la vita che vorresti, e cerchi di evitare il più possibile quel cannone sempre armato e pronto a far fuoco della vita.
Sei un illuso. Un sognatore. E, per quanto la vita possa farti sanguinare, tu ridi. Ridi come un pazzo. Perché è ciò che sei. L’unico modo in cui puoi sopravvivere è ridere, ridere fino a stare male, continuando a costruire i tuoi castelli di vetro e ammirandoli nella loro fugace perfezione.





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