Non ho alcun talento.
E’ da quando sono nata che
me lo ripeto.
Cosa so fare, io?
Niente.
Cosa posso fare per gli altri?
La risposta è quella.
Niente.
Assolutamente niente, non mi conviene
neanche provare.
Perché avrò
solo l’ennesima conferma.
Sono inutile.
E probabilmente anche antipatica.
Non trovo altra spiegazione per
quello che mi sta succedendo
a scuola.
Le medie le ricordo come un sogno, un
sogno in cui i miei
sforzi venivano ricompensati.
Dove sapevo di avere degli amici,
dove mi fidavo dei
professori.
Ora che io esista o no non importa
niente a nessuno.
Basta vedere come mi trattano in
classe.
Parlo e nessuno mi ascolta.
Sto zitta e gli altri se ne vanno per
i fatti loro.
Una volta ho provato a parlare con
una ragazza che conoscevo
dalle medie e che ho ritrovato qui al liceo.
Le ho chiesto quando c’era
l’elezione dei rappresentanti
d’istituto.
La risposta me l’ha data un
ragazzo vicino a lei.
< Cazzo vuoi?>
Lei si è messa a ridere.
“Cazzo vuoi?”
Bella domanda.
Forse avere un minimo di rapporto
umano.
Forse semplicemente parlare con
qualcuno.
O solo riuscire a parlare.
“Senza il confronto non si
cresce”
Me lo ripetono i professori, me lo
ripete mia madre.
Ma chi è che si vorrebbe
confrontare con me, se non vogliono
nemmeno che io parli?
Ad eccezione delle persone con cui ho
un legame di sangue
(ma a volte neanche quelle) che provano affetto per me, a chi importo?
Solita risposta.
Nessuno.
Oltre ai miei familiari, nessuna
delle persone incontrate
nella nuova scuola piangerebbe una sola lacrima in caso di mia morte.
Non so parlare.
Quante volte mia madre si
è arrabbiata perché non le
rispondevo.
“Preferisci me o
papà?”
Mi sembrava di sentire continuamente
quella domanda.
“Ti credo se poi non riesci
a fare i compiti, se chatti
mentre li fai!”
Se non so parlare, allora
l’unica salvezza è scrivere.
Ma se poi anche lo scrivere mi viene
tolto.
Se anche quest’ultima forma
espressiva mi viene tolta, cosa
mi rimane?
Una famiglia che spesso e volentieri
non riconosco come mia.
Sempre presa dai suoi problemi
materiali, schizzata fino
all’inverosimile.
E quel cretino che dovrebbe
interessarsi minimamente di me
se ne frega alla grande.
Anche se non mi vedrà per
sei mesi.
Che gliene può importare?
Finchè i suoi argomenti al
telefono sono “quando esce il
prossimo numero di GMC?” potrò mai illudermi di
essere qualcosa per lui?
No.
Nessuna illusione.
Niente.
Come al solito.
Niente.
Niente.
Piangi e rimani nella tua
disperazione finché la morte
non ti raggiungerà.
Allora sarai ricordata da
qualcuno.
La vita ti disprezza, la
morte ti onorifica.
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