È
una giornata normalissima, una comune
giornata come le altre, il pranzo sta avendo luogo sempre nello stesso
luogo,
allo stesso momento, con la solita gente, nella stessa scuola.
Solitamente
il luogo adibito alla
mensa è vuoto, gli studenti si sparpagliano tra il tetto, il
cortile, la
palestra, le scale, i corridoi, il campo di calcio, ma dato
l’avvento dell’autunno,
la rigida temperatura ha costretto la maggior parte degli studenti ad
utilizzarlo, visto che le finestre delle aule sono aperte per far
cambiare un
po’ l’aria e stare in mezzo alla corrente non
è proprio il massimo.
Ed
è proprio lì che i
digiprescelti si ritrovano, non propriamente tutti insieme, un
po’
sparpagliati.
Ken
e Daisuke ad esempio, sono al
tavolo con i ragazzi della squadra di calcio, a discutere sugli schemi
della
prossima partita.
Miyako
e Koushiro sono poco più
avanti, di fronte alla cassa, e probabilmente stanno parlando delle
solite
questioni da nerd che solo i segaioli di informatica in stato avanzato
possono
comprendere.
Ci
sono Sora e Matt, ad un tavolo
piccolo e stretto, a consumare la loro intimità.
E
poi, come Yamato sicuramente
nota, ci sono loro due.
-
Quei due mi fanno venire un
nervoso…-
Sora,
alla voce del fidanzato,
alza gli occhi inquadrando immediatamente Taichi e Takeru, qualche
tavolo più
in là. Aggrotta le sopracciglia, mentre chiacchierano
allegramente.
-
Non vedo il problema Yama. Vanno
d’amore e d’accordo. Sarebbe strano il contrario.
Dovresti essere felice per
loro. –
-
Ma lo sono! Sono contentissimo
per loro, almeno finchè Tai non fa qualcosa di stupido.
–
-
E allora che c’è? –
-
Ma non li vedi, tutti e due lì,
sempre vicini, sempre a chiacchierare, ma che avranno tanto da
chiacchierare?!
–
-
Yama. –
-
Sono totalmente diversi, uno è
alto, l’altro e basso, Tai è moro e ha gli occhi
scuri, Takeru è biondo con gli
occhi chiari, uno gioca a calcio, l’altro a basket, ascoltano
musica diversa,
hanno età differenti, di cosa diavolo possono
chiacchierare?! –
-
Quanto sei invidioso. –
-
Non sono invidioso. Sono
realista. Non durerà molto. –
-
Vorrei davvero non essere io a
ricordarti che ormai stanno insieme da sei mesi, ma purtroppo devo
farlo. -
Yamato
storce la bocca, per il
momento non trova nulla con cui ribattere.
-
Allora stanno fingendo. –
-
Io smetto di ascoltarti. – Sora
alza gli occhi al cielo e si alza con l’intento di
allontanarsi il più
velocemente possibile dal fidanzato in piena crisi per unirsi a Hikari
e Mimi
che spettegolano più in là, ma lui non
è dello stesso avviso:
-
E allora, secondo te, di che
stanno parlando? –
Sora
rimane un po’ spiazzata
dalla domanda, poi ci pensa su.
Effettivamente,
sul piano della
comunicazione almeno, è priva di informazioni. Scocca
un’occhiata all’orologio
e nota che la fine della pausa pranzo si sta avvicinando e lei deve
assolutamente avere i suoi dieci minuti di gossip quotidiano (che poi
abilmente
dovrà comunicare a Yamato la sera stessa al telefono
perché lui si vergogna ad
ammetterlo, ma è il più interessato di tutti) e
finalmente sbrocca,
infastidita.
- Cosa diavolo vuoi che ne
sappia, di che
parlano? Sono tuo fratello e il tuo migliore amico, dovresti saperlo tu
di che
cosa piace parlare a quei due, vai lì e chiedi, no?
–
E
se ne va.
Yamato
rimane lì con la faccia da
triglia e già che c’è le sbircia le
cosce sotto la gonna che si alza per il
passo affrettato.
-
Questo fatto che “sono mio
fratello e il mio migliore amico” comincia a farmi
incazzare.” – Borbotta.
Però
non si alza.
Primo tentativo, giorno uno: Taichi.
Yamato
decide così per una
tattica più ‘soft’, presentandosi a casa
di Tai quello stesso pomeriggio
(scoprendola stranamente vuota, senza nessun biondino che gli somiglia
a scorrazzarci
mezzo nudo allegramente) con la scusa di costringerlo a studiare, come
faceva
diverso tempo prima.
Taichi,
sorprendentemente,
acconsente senza fare storie, anzi, è persino più
informato di lui sugli
esercizi da svolgere per il giorno seguente, così cominciano
in silenzio a fare
matematica.
Circa
tre minuti dopo, Yamato
alza gli occhi dal suo irrisolvibile esercizio di trigonometria per
cercare
conforto e scopre che Taichi ha invece già scritto una
pagina e mezzo di
calcoli e sta buttando giù le conclusioni.
Taichi.
Taichi Yagami.
Non
esiste che Tai Yagami sappia
la matematica meglio di lui. Forse vi è sfuggito il nome
‘T-a-i-c-h-i-Y-a-g-a-m-i’.
Avete presente, ‘io’,
‘tu’, ‘clava’, ‘calcio’? Proprio lui.
Yamato
Ishida reprime la sua
inquietudine con uno sforzo di immane pazienza e si rivolge al migliore
amico
accanto a lui.
-
Come hai fatto a risolverlo? –
-
Mh, cosa? –
-
L’esercizio di trigonometria,
come hai fatto? Io sono a malapena all’inizio. –
-
Ah, è che tuo fratello mi sta
dando un po’ di ripetizioni. A scuola mi va decisamente
meglio. –
Tai
torna scarabocchiare l’angolo
del foglio, tranquillamente.
-
Taichi, posso farti una
domanda? –
-
Dimmi. –
-
Stai usando mio fratello per
alzare i tuoi voti? –
Il
moro alza gli occhi.
-
Come diavolo ti viene in mente?
–
Matt
non ribatte, aspettando la
risposta.
-
Non è che studiamo soltanto. – continua
l’amico visto il silenzio del biondo.
Tai
sorride come un ebete
chinando la testa in avanti e incrociando le gambe
all’altezza delle caviglie,
pressando con più forza la punta di grafite sulla carta.
-
No- Non voglio saperlo che cosa
fate! –
Tai
ghigna reputando chiusa la
questione, Yamato torna all’esercizio.
-
Non hai negato, però. –
Aggiunge poco dopo.
-
Oh, Cristo. –
Il
tentativo numero uno fallisce,
data l’evidente indisposizione di Yamato di affrontare
“quella” questione.
Secondo tentativo, giorno due: Takeru.
-
Takeru? –
-
Mh? –
Il
più piccolo si volta in mezzo
al corridoio della scuola, alla ricerca del fratello maggiore. Lo
trova, appoggiato
allo stipite della porta della sua classe, è ricreazione e
gli si avvicina con
un sorriso ebete stampato in faccia.
-
Che c’è? –
-
Ti volevo chiedere una cosa. –
-
Dimmi pure, fratellone. –
-
Ecco…-
-
… -
-
... no, io in realtà volevo
chiederti…-
-
… -
-
…cioè… -
-
Che devi chiedermi Yama? –
-
Nel senso, tu e Tai, quando… -
-
Quando…? –
-
Quando… cioè, quando voi due… -
-
Lo facciamo? –
-
No, maledizione, non è quello che
voglio sapere! –
-
Fratellone, guarda che non c’è
nulla di male a essere curiosi, anch’io
all’inizio… -
- Ti ho detto che non voglio saperlo, vattene via! -
Tentativo numero due: fallito.
Mi
dispiace che ora gli
sfortunati lettori che hanno avuto il coraggio di aprire
l’ennesima puttanat-ehm...
puntata di questa serie si aspettino il terzo tentativo, ma se avete
imparato a
conoscere bene questo Yamato Ishida, sapete che quest’ultimo
si è già stufato e
ha preferito agire nel modo in cui gli sta più comodo.
-
Yamato? Che diavolo ci fai lì
in mezzo ai cespugli? –
Koushiro
aggrotta le sopracciglia
e viene tirato brutalmente in mezzo ai rovi dal giovane Ishida.
-
Abbassa la voce, vuoi farmi
scoprire? –
-
Scoprire da chi? – Koushiro è
giustamente perplesso, ma Yamato, Yamato è stoico.
-
Da Tai e Tk, naturalmente. –
Certo,
naturalmente.
-
Ah già. – Koushiro s’illumina
–
Sora mi aveva detto della tua ossessione sui loro discorsi. –
-
Con Sora ci devo fare un bel
discorsetto a proposito del fatto di raccontare in giro i fatti miei.
–
-
Comunque, che vuoi che sia
andare lì e chiederglielo, sinceramente, dove sta il
problema? –
-
No, ho paura ad avvicinarmi
troppo. – il rosso non fa in tempo a chiedere il motivo di
una risposta del
genere che Yamato prende a strattonargli un braccio. – Zitto,
zitto, eccoli che
arrivano, ascoltiamo. –
La
conversazione che avviene
rispettivamente tra Taichi e Takeru, nel breve momento in cui passano
proprio
davanti le frattaglie in cui sono nascosti Yamato e Koushiro
è la seguente:
-
Ma che scherzi? La Cosmic Era
è dopo la fondazione delle
colonie! –
-
Ma è quello che ti ho detto
prima, solo che tu l’hai confusa con l’Anno
Domini! –
-
Tai, tu non mi ascolti. –
-
Amore mio, certo che ti
ascolto, ma se tu mi confondi la Mobile
Suit Gundam 00 con la Mobile Suit
Gundam SEED, la cosa è grave! –
-
Facciamo così, adesso andiamo a
casa e controlliamo per bene, d’accordo? –
-
D’accordo. –
Terzo giorno. Ora di pranzo.
-
Quei due mi fanno venire un nervoso…
-
-
Yama, adesso il problema qual
è? –
-
Insomma, stanno insieme da sei
mesi e ancora parlano insieme dei loro numeri preferiti di Gundam! Santo cielo, sei mesi, affrontare
argomenti più seri oltre
ai fumetti e al sesso non sarebbe di certo un male! –
-
Parlando di sesso, dove sei
stato questi due giorni, avevo casa libera ieri sera. –
-
Veramente? Anche stasera? –
-
Tecnicamente sì.
–
-
Quindi tecnicamente potrei passare
la notte da te? –
-
Tecnicamente, mi sono tornate
stamattina. –
-
Maledizione! –
Stupido Gundam.
- Ehi, com’è che Koushiro non
ti parla più
da ieri? -
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