PRIMO GIORNO
Mondo cicoria!
Questo pavimento
verdino sa di ospedale… ma che razza di piastrellista hanno in questo paese?
Sono stanca di
aspettare!
Quanto ci mette
il professore?
E’ alquanto
imbarazzante stare qui sul corridoio a rigirarsi i pollici mentre bidelli
mutanti mi squadrano incuriositi!
Uff…
Che fastidio!
Queste calze poi
fanno un prurito assurdo!
Ma perché ho
dato ascolto alla mamma!?
Di solito nono
lo faccio mai, proprio ieri dovevo trasformarmi in “figlia modello”?
Che nervi!
E certo non posso
mettermi qui, in mezzo al corridoio di una scuola sconosciuta a grattarmi!
Coraggio,
spirito di sopportazione!
Questa scuola
sembra meno snob dell’altra.
Guardandomi
intorno non vedo niente di anormale.
Un liceo come un
altro.
Meno male.
Non resistevo quasi
più a vedere lo stemma di istituto su ogni centimetro di parete libero!
Le pareti sono
bianchicce… sarà minimo vent’anni che non le ridipingono!
Però, tutto
sommato, credo che mi troverò bene…
Uff!
Forse non dovevo
mettermi questa gonna.
Ho visto che tutti
qui hanno una divisa.
Che razza di
figura!
Devo sempre
farmi riconoscere!
Siamo arrivati
ieri e oggi già a scuola, grazie mille papà!
Per fortuna il
preside ha detto che stamattina mi farà avere una divisa.
Perché devo
sempre farmi riconoscere in ogni posto?!
Sarò ridicola
vestita così?
Aspetta… lì c’è
un armadio con vetro!
Mi incammino
veloce verso l’improvvisato specchio.
Troppo veloce…
Ma proprio oggi
dovevo passare la cera!?
Ancora un po’ e
facevo un salto da mondiali!
Ma perché ho
chiesto a Flare di prestarmi queste dannatissime scarpe?!
Certo, da fuori
sono bellissime e il tacco da sei centimetri ispirava la mia “bassezza”… ma
sono scomodissime!
Beh… come
direbbe mia sorella… “chi bella vuole apparire un pochino deve soffrire!”
Passa l’ennesima
volta quella bidella…
Sorrido
imbarazzata, salutando con la mano…
-Ohayo gozaimazu!- [buongiorno]
Mi guarda storto
e se ne va, sparendo dietro un angolo.
Ma non l’ho
forse pronunciato giusto?!
Beh, ma cosa
pretende!?
Sono in Giappone
da meno di 48 ore!
Papà ha cercato
di insegnarmi qualcosa in aereo, ma non sono mica un computer!
Ci metto un po’
a imparare una lingua straniera!
Uff…
Forse mi
guardava male perché, per non cadere a terra prima, mi sono ritrovata
abbracciata alla parete e non m isono più scollata?
Mi stacco e
ridacchio sconsolata…
Ma perché devo
sempre fare queste orribili figure?
Oh, ma non è che
il prof. si è dimenticato di me?
Sospiro.
Certo che la mia
immagine riflessa non è per niente rassicurante…
Le scarpe mi
fanno un male assurdo, la gonna è lunga il doppio della divisa qui in uso, la
maglia è tutta stiracchiata perché l’ho tirata fuori stamattina dalla valigia,
ho due calamari profondi come fosse oceaniche perché, naturalmente, stanotte
non ho dormito, come sempre il primo giorno di scuola… a dire il vero qui la
scuola è iniziata già da un mesetto, ma per me è il primo giorno qui…
E come se non
bastasse questi dannatissimi capelli vanno dove vogliono!
Li ho lavati
stamattina e adesso sfidano la forza di gravità!
Giù!
State giù!
Spero che non mi
veda nessuno…
Devo essere
ridicola…
In fondo non si
vede tutti i giorni una che si agita nel bel mezzo del corridoio litigando con
i propri capelli!
Veloce, mi
faccio una coda alta…
Uhm…
Mamma dice che
sto meglio con i capelli sciolti…
Così ho troppo
l’aria da suora…
Gli chignon mi
piacciono, ma sono troppo seri per adesso…
Magari una
treccia è più informale…
Oppure
assomiglierei a Cappuccetto Rosso?
Che problemi!
Almeno la divisa
mi toglierà dall’impiccio della domanda “cosa mi metto domani!?”
Mi avvicino un
po’ al vetro, sistemandomi una ciocca…
Metto bene a
fuoco cosa mi sta davanti…
Ma…
QUELLA E’ UNA
RANA SOTTO ACETO!?
Faccio un salto
indietro che mi porta proprio in mezzo al corridoio, ansante…
Che schifo!
-Misty cara, vieni pure!-
Mi volto veloce…
Sogno o son
desta?
Quella lingua assomigliava
vagamente a inglese.
Solo vagamente
però è già qualcosa!
Il prof. ha
aperto la porta e mi sorride gentile.
Ricambio, un po’
imbarazzata.
Che figura!
Corro vicino a
lui, dandomi un’ultima lisciata ai capelli.
Sospiro.
Coraggio Misty!
Calma e sorriso.
Prova sorriso…
Ok... dovremmo
esserci…
-Tutto bene?-
Ma non sanno
cosa vuol dire farsi i cazzi proprio qui!?
-Hai! Hai!- [Sì! Sì!]
Ecco, ricomincia
a biascicare qualcosa in una lingua che assomiglia di più ai versi di un gatto
che soffoca che a inglese.
E’ da tutta la
mattina che mi rintontisce con queste frasi senza capo né coda, ma chi glielo
dice!?
E’ stato molto
gentile con me…
E per fortuna
che l’inglese è una lingua diffusa!
Sorriso di
circostanza…
Sì…
Mondo cicoria si è fermato e mi guarda!
Ruoto la testa
dietro di me…
No no!
Guarda proprio
me!
Allora l’ultima
cosa che ha detto era una domanda…
Sorridi Misty,
sorridi!
E pensa, pensa!
Allora…
certamente mi ha chiesto qualcosa…
Adesso il
problema è capire COSA…
Beh, andando per
esclusione…
Di certo non è
una proposta indecente.
Forse mi ha
chiesto se sono agitata.
-Hai…- [Sì…]
Sorride e mi dà
una pacca sulle spalle.
Giù un altro
sproloquio in un inglese che non conosco.
Ridacchio con
lui.
E’ normale sentirmi
scema…?
E adesso che fa?
Perché si
avvicina?
Che diavolo
vuole?
Ancora un
millimetro e caccio un urlo da spaccargli i timpani!
Non so come
urlano i giapponesi, ma credo che capiranno anche il mio urlo in inglese!
Oh…
Ha aperto la
porta…
Allora devo entrare!
Perché sono così
cretina!?
Era logico che
volesse farmi entrare in classe!
Di certo non
pretendeva che rimanessi tutto il giorno sul corridoio!
Mi sposto di
lato…
Sorride quasi
intenerito.
Credo che abbia
frainteso…
Non mi sono
certo spostata per far passare lui!
Semplicemente,
preferisco che lui vada avanti!
Non voglio
entrare per prima!
Tutti mi
squadreranno come un’aliena!
Per fortuna il
prof. ha la genialata che risolve tutto.
Mi domando solo
come mai non sia ancora preside dopo dei colpi di genio così.
Mettendomi una
mano sulla spalla, entriamo insieme.
Così la figura
di merda è proprio completa.
La classe è
luminosa… punto a suo favore!
La classe è
TROPPO luminosa… punto a suo svantaggio!
Ma perché
diavolo nessuno qui abbassa le tapparelle!?
Sono
praticamente accecata!
Il prof.,
decisamente poco gentile, mi spinge un po’ in avanti, facendo forza con la
mano.
All’improvviso,
mi ritrovo a fissare incredula dei volti sconosciuti.
E loro il mio.
I ragazzi
incominciano a parlare fitto fitto con il compagno di
banco.
Chissà qual è
l’argomento della discussione!?
Forse, ma dico,
FORSE, sono io!?
Beh, a giudicare
dagli sguardi fra il divertito e il curioso temo proprio di sì!
Beh?
Non avete mai
visto una ragazza straniera?!
Sciò!
Guardata da
un’altra parte!
Il prof. mi
lascia finalmente la spalla….
Che sollievo!
Insomma,
apprezzo l’intenzione, ma non esageriamo!
Me la stava
stritolando!
Batte le mani
per richiamare l’attenzione e i ragazzi si zittiscono quasi subito.
Dice qualcosa…
E io inizio a
girovagare con lo sguardo attorno alla classe.
Sobria e pulita,
mi piace!
-…Misty?-
Misty… che
strana parola giapponese!
Sembra quasi il
mio nome!
Chissà cosa vuol
dire…
Mi volto
incuriosita verso il prof., incontrando il suo sguardo interrogativo…
Ah, parlava con
me?
Ah, stava
CERCANDO di parlarmi in inglese?
Sorriso tirato.
Merda!
Non ho capito
niente!
Allora calma…
Cosa posso
inventarmi…!?
-…Ok…- [va bene]
Aspetto una sua
reazione…
Se scoppia a
ridere insieme a tutti i polli qui dentro vuol dire che cambierò scuola.
Sorride.
Sorride?
SORRIDE!
Merito il nobel!
Però non ho
ancora capito cos’ha detto.
Inizia a parlare
alla classe, almeno credo.
Guada loro.
Rimango un po’
inebetita a fissarlo.
Meglio
accertarsi che parli davvero con la classe.
Sì.
Sembra di sì…
Bene!
Ricomincio la
mia muta esplorazione.
In fondo ci sono
degli attaccapanni con appesa qualche maglia.
I banchi sono
bianchi e molto larghi, disposti in sei file e tre colonne.
Mondo cicoria!
Sono trentadue
in classe!
Decisamente
numerosa!
Anzi no…giù in fondo
c’è un banco vuoto.
Deve essere il
mio!
Signore e
signori ecco a voi il numero trentadue!
Una biondina in
seconda fila mi sorride da dietro gli occhialini.
Ricambio il
saluto e sussurra veloce qualcosa alla sua vicina di banco, una ragazzina
castana con gli occhi azzurri.
Mi sorride anche
lei.
Ancora un po’ e
mi verrà un crampo alla mandibola con tutti questi sorrisi.
-Joey!-
Più che un urlo
è un ringhio.
Un biondino in
terza fila alza la testa dal banco, trattenendo le risate.
Il suo vicino,
un castano con l’acconciatura strana, invece, resta a testa bassa a ridere.
Il professore
riprende lo sproloquio mentre il biondino mi guarda e cerca di dirmi qualcosa.
Alzo appena un
sopracciglio.
Non capisco
niente!
Devo aver fatto
una faccia strana, visto che torna a ridere.
Certo, non deve
essere molto intelligente.
Il prof. va
verso la cattedra prende il registro.
Ecco, in tutte
le scuole che ho frequentato quella è l’unica costante: il registro.
Insegnanti di
tutti il mondo potrebbero convincere la gente a suicidarsi per quello!
Inizia a
pronunciare parole strane…
I ragazzi si
alzano a turno dai loro posti e mi salutano in un inglese stentato.
Ma qui le lingue
straniere le imparano dai babbuini?
Muovo piano una
mano.
E la mia faccia
è contorta in un ghigno che vorrebbe assomigliare a un sorriso.
Con risultati un
po’ scarsi temo.
Però questa fase
delle presentazioni mi diverte…
A forza di
viaggiare tanto ho capito che ci sono degli stereotipi in ogni classe.
Alcuni elementi
che trovi sempre e li riconosci al primo sguardo!
La ragazza
bionda di prima, ad esempio…
Ecco, si alza
adesso…
- Hawkins Rebecca…-
Deve essere la
solita ragazzina saccente e saputella, ma senza cattiveria e sempre con una
visibilissima cotta per… uhm…
Vediamo…
Accidenti!
Ci sono tanti
ragazzi in questa classe!
Chi potrebbe mai
essere?
Trovato!
Quel ragazzino
in prima fila!
Vicino a uno più
alto…
Motou Yugi…
O qualcosa del
genere…
Ecco, lui è quello
che io definisco “parassita”.
E’ molto simile
al suo compagno di banco.
Il prof. non ha
ancora detto il nome.
Però è
impressionante come il nanerottolo cerchi di assomigliarci.
La moretta
vicino a Rebecca, invece, il prof ha detto che si chiama Tea Gardner.
Ecco, lei sembra
essere una che non si ammazza per lo studio, ma ci tiene a prendere bei voti.
Dallo
stucchevole astuccio rosa shocking direi che è anche romantica, potrebbe
aspirare al bel tenebroso in prima fila.
Quello con il
sorriso ebete stampato sulle labbra, il vicino di Yugi
Uff!
E’ proprio destino
che non sappia il suo nome.
Eccolo!
Atemu Yami.
Che fantasia
questi giapponesi!
Poi…
MAMMA MIA CHE
FRACASSO!
Mi volto, come
tutti gli altri, verso l’ultimo banco in fondo a sinistra.
Una maggiorata
bionda colorata si alza ridacchiando e tutti la seguono a ruota.
La deficiente è
caduta dalla sedia.
-Valentine Mai!-
E giù un altro
sproloquio al sapore di ramanzina per la bionda.
Che se ne frega
altamente e rimette la sedia al suo posto, ricominciando a ruminare la gomma da
masticare e nascondendo il cellulare sotto il banco.
Beh…
Non è un tipo
difficile da classificare.
Divisa in
disordine, capelli stile tigre, camicetta sbottonata all’inverosimile…
Ecco, lei è la
“casinista”, quella che sa sempre tutto di tutti.
Credo che
saprebbe dirmi anche il colore delle mutande del prof, ma di certo non la
materia che insegna.
Lei è quella che
fa casino casino e casino!
Senza tipi come
lei la scuola sarebbe decisamente noiosa.
Ridacchiando si
scambia qualche segnale con il biondo di prima, come per tranquillizzarlo.
-Wheeler Joey!-
Dal tono usato
direi che il prof. lo strozzerebbe volentieri.
Ah, ecco come si
chiama quel biondo!
Con un salto
esagerato scatta in piedi e inizia a sparare parole inglesi di uso comune alla
rinfusa, fra cui acquario e calzini.
Ma dove sono
finita?
Deve aver detto
qualcosa di simpatico perché tutti ridono e anche il prof sembra essersi
rasserenato.
Ridacchio
anch’io.
Anche se non
l’ho capita.
Il moro vicino a
lui si alza e lo costringe a risiedersi, spettacolo finito!
- Arigatòo
gozaimas, Taylor
Tristan…- [grazie Taylor Tristan…]
Il castano
sorride, mi fa l’occhiolino e si risiede.
Contento lui.
Beh, finalmente
ho conosciuto la spalla destra di Joey che, da qual che ho capito, anima le
lezioni con Mai.
Bene.
Tanto fra qualche
minuto so già che non ricorderò più i nomi.
E finalmente… rullo
di tamburi….
Arriva lui.
Luci soffuse,
tutti tacciono…
Finalmente
conoscerò il figo della classe, quello bello e impossibile.
-Duke
Devlin.-
Ecco, sarebbe
figo del tutto se solo cambiasse nome.
Sfodera una
pronuncia inglese decisamente accettabile e, stile “impara l’inglese in tre
facili lezioni”, mi dà il benvenuto della classe.
Coro di sospiri
e si risiede.
Cosa ci
troveranno le ragazze in un tipo così.
Bene.
Dovrebbero
essere finiti.
Credo che in un
gregge ci siano meno nomi da ricordare.
Beh e… adesso?
Loro mi
guardano…
Io li guardo…
Insomma, ci
guardiamo.
Per carità, la
reciproca contemplazione mi sembra mooolto interessante, però…
Guardo il prof.
Ecco, è proprio
in momenti come questo che si apprezza la figura di un insegnante.
-Misty…-
Mi fa qualche
cenno con le mani indicando sé e la classe.
Odio il gioco
dei mimi.
Un piccolo
campanellino mi fa capire che è venuto il mio turno di presentarmi.
-Hajimemashite! Watashi wa Misty Smith des….-[piacere io sono Misty
Smith…]
Ecco, sono riuscita a
terminare tutto il mio vocabolario di giapponese in meno di quattro secondi.
Un vero record.
Perché mi fissano
stralunati!?
Ah!
Mondo cicoria!
L’inchino!
Papà ha detto che ci
tengono tanto!
Ecco, fatto!
Ma la domanda è… e se uno
soffre di mal di schiena!?
Il prof. interviene
dicendo qualcosa alla classe.
All’improvviso, come
bufali, tre o quattro ragazzi alzano la mano .
Che diavolo succede?!
La parola spetta a Joey
che mi sommerge di punti interrogativi.
Che diavolo sta dicendo?!
Chiedo aiuto con gli occhi
al prof che mi fissa stile “citrullo”.
Benisssssssimo…
-Nihondo wa
hanasemasen…-[non parlo giapponese…]
Ecco, questa p
la prima frase che bisogna imparare quando ci si trasferisce in uno stato
estero!
Tutti ridono,
professore compreso.
Uao…
Che gioia…
-Eigo o hanasemasuka?- [parla inglese?]
Il prof. mi
squadra scuotendo la testa…
Che
giornataccia.
Joey si alza in piedi offrendosi volontario penso.
Inizia a
biascicare qualcosa fra le risa dei compagni.
L’unica cosa che
capisco è l’undestand? che dice alla fine.
Scuoto
energeticamente la testa.
Altre risa e
Joey si inabissa sul banco depresso.
A un certo punto
però, la voce acuta di Tea supera le altre.
Pronuncia
qualcosa che capisco a fatica ma tutti sembrano d’accordo con quello che dice.
Anche il prof.
fa cenno di sì con la testa e Mai batte le mani divertita.
Pronuncia un
nome.
Una…
Due…
Tre volte…
E finalmente dal
fondo alla classe si alza una figura.
…
…
…
MAMMA MIA CHE
FIGO!
AMO IL GIAPPONE!
AMO QUESTA
SCUOLA!
Ma chi diavolo
è?
E che diavolo
vuole!?
Passo svogliato,
mano nei pantaloni, colletto della divisa aperto, capelli un po’ disordinati e
occhi blu profondo.
Che pezzo di
figo.
Ecco, lui è il
“figo per eccellenza”.
Non quello come
Duke che se la tira e ci tiene al suo aspetto e fa di tutto per raggiungere lo
stato puro dell’essere figo.
No!
Questo ragazzo
come pochi altri eletti ce l’ha nel codice genetico!
E’ quello che è figo anche se non fa niente per esserlo.
Alza lo sguardo
svogliato su di me.
Sorrido…
Devo avere una
faccia da ebete da primato.
Sbuffa alzando
gli occhi al cielo e si appoggia alla cattedra.
Il prof. gli
dice qualcosa.
Ribatte.
Prof. minaccia.
Sbuffa di nuovo.
E mi guarda con
fare assassino.
-Ciao…-
Beh, almeno questo
lo capirà… almeno credo.
Gira la testa
dall’altra, trattenendo uno scatto di insofferenza…
Da come si
guardano credo proprio ce lui e il prof. proprio non
si sopportino.
-Ti faranno delle domande, io traduco e tu
rispondi, chiaro?-
Rimango lì,
così…
Inebetita.
Certo una
giraffa allo zoo ha uno sguardo più intelligente del mio in questo momento.
Mi viene da
piangere!
-Conosci l’inglese!?-
Ha quasi un moto
di stizza.
Sbuffo
sonoramente, incrocia le mani sul petto e chiude gli occhi.
Che ho detto di
male?
-Senti, sono qui solo perché Pegasus mi ha
minacciato, non certo per piacere personale… quindi, se ci riesci, smettila di
fare domande sceme e limitati a rispondere. In modo chiaro e conciso. Non ho
voglia di perdere un’intera lezione solo per te.-
Devo ricordarmi
di chiedere a papà come si dice VAFFANCULO in giapponese.
Ecco, altra
caratteristica ce mi sono dimenticata di dire fra le
altre del “figo per eccellenza” è “stronzo bastardo”.
Ecco perché il
mio amore appena nato per il giappone è caduto in un attimo.
Ecco perché
gente di questa categoria meglio ammirarla da lontano e non parlarci.
-Scusa… ma.. chi è Pegasus…?-
Beh, almeno
posso dire di aver attirato la sua attenzione.
Mi guarda con
disgusto e una smorfia che mi consiglia calorosamente di tacere.
-Il prof.-
Avrebbe anche
una bella voce se il tono non fosse così scazzato.
-Scusa…-
… non volevo
disturbare il tuo regale deretano e farlo muovere fino a questa cattedra, ma
vedi, il caso…
Pezzo di
imbecille.
Da come mi
guarda sento già che non andremo d’accordo.
E’ una
sensazione che sento proprio a livello di pelle.
-Wheeler prima ti ha chiesto da dove vieni e perchè
sei qui…-
Che domanda
intelligente…
…
Ma nessuno qui
sa farsi i cazzi propri?
-Vengo dalla Russia. Ho studiato lì per…-
Ma… mondo
cicoria!
Potevi almeno
aspettare che finissi la frase prima di rispondere!
Lo fisso
stralunata e con un enorme punto di domanda sulla testa…
-La sintesi in Russia non te l’hanno
insegnata?-
-Né a te l’educazione in Giappone…-
D’accordo essere
carini e sorridenti, ma se uno esagera esagera!
Mi fissa con
odio.
-Senti, qui a nessuno gliene sbatte un cazzo
da dove vieni o perché sei qui… tutto quello che vogliono è farci perdere l’ora
di storia… Quindi sbrigati a rispondere!-
Razza di….
Pezzo di…
Mi mordo la
lingua o gli mordo il braccio?!
Che nervi!
-E se volete perdere l’ora di storia perché
mi fai rispondere in fretta?-
Si costa dalla
sedia e si avvicina.
Per fortuna che
i giapponesi non sono alti!
Allora questo
qui è sui trampoli!
-Senti, quest’anno abbiamo la maturità… non
possiamo perdere tempo con stupide ragazzine straniere… già ci farai ritardare
con il programma perché non seguirai niente per via della lingua, se adesso poi
ci fai perdere altro tempo con queste cazzate…-
-Non ho mai fatto perdere tempo a nessuno…!
E per la lingua non sono affari che ti riguardano!-
Adesso gli salto
al collo!
Brutto stronzo!
Il prof si
avvicina minaccioso, squadrandolo da capo a piedi.
Forse non avrà
capito una iota del discorso, ma dal tono di voce temo
che tutta la classe abbia capito che è una litiga.
Chiede qualcosa
e il ragazzo gli risponde…
Poi, entrambi
guardano me.
Avrà chiesto se
va tutto bene o cose del genere.
Sorrido e
accenno di sì.
Non voglio avere
grane fin dal primo giorno…
Continuano le
domande e le mie risposte ben articolate, stroncate dalle sue traduzioni per
monosillabi.
Mi sono
trasferita in Giappone per via del lavoro di papà.
No, non sono di
origine russa, ma ho la cittadinanza inglese.
No, non ha i
capelli dipinti, sono rossi naturali.
Sì, suono il
violino e mi piace praticare sport di qualsiasi tipo, soprattutto pallavolo, ma
non a livello agonistico.
L’ora ormai
giunge al termine.
Il prof mi
sorride gentile e intima al ragazzo di sedersi.
Bene, più mi sta
lontano meglio è.
Insomma, questa
classe ha più di trenta persone, non dovrò mica familiarizzare proprio con lui!
Gli starò a
debita distanza!
E sono certa che
lui farà lo stesso…!
Ecco, ho deciso!
Il prof mi
spinge in avanti dicendo qualcosa…
Tutti
ammutoliscono e il mio interprete si gira allarmato… prima di raggiungere il
suo posto torna indietro.
Che sta
succedendo?
Torna indietro e
litiga quasi con il prof.
La biondina in
fondo…
Aspetta… come si
chiamava… Maggio…no… Aprile... neanche… Mai!
Ecco… salta in
piedi e si oppone.
Io mi guardo
intorno allarmata.
Cosa sta
succedendo!?
Rebecca mi
sorride e Tea fa un cenno facendomi capire che non é niente.
Perchè allora non sono tranquilla?
E perché diavolo
i due cretini al centro Tristano e Isotto o come diavolo si chiamano, stanno
ridendo a crepa pelle!?
Il ragazzo mi si
avvicina.
-Che sta succedendo?-
La risposta è un
grugnito d’odio soffocato.
Ma che cosa ho
fatto?!
-Vuole affibiarti come mia compagna di
banco.-
-COSA!? NO!-
Il prof. adesso
guarda male anche me.
Benissimo…
Sorrisino di
circostanza.
Ma perché
capitano tutte a me!?
NO!
Prof… pietà!
Tutti ma non
lui!
-Ma perché proprio con te!?-
Beh, le ostilità
avvicinano le persone!
Infatti entrambi
per la prima volta andiamo d’accordo su qualcosa… non essere compagni di banco!
-Sono metà inglese e quindi sono l’unico che
conosce bene la lingua in questa classe.-
Ah…
ALLORA C’ERA IL
TRUCCO!
Ecco perché è
così alto!
Non è un
giapponese doc!
Ma… cosa vado a
pensare!?
Adesso
l’obiettivo è non finire in banco con lui!
-Beh, allora digli che per la lingua non c’è
problema, me la so cavare da sola! Non ho bisogno di interpreti!-
-Ma se non capivi neanche una parola…-
-Beh, la capirò presto! Non ho bisogno del
tuo aiuto!-
-Né io ho intenzione di dartelo.-
-Very good!-
Entrambi ci
voltiamo verso quell’inglese stentato e quella risatina sarcastica.
In che senso molto bene?
Lo guardo
allarmata…
Ok, come al
solito toccherà fare tutto a me.
Dando
INVOLONTARIAMENTE una gomitata al gentilissimo traduttore, cerco dispiegare con
un inglese elementare e le poche parole giapponesi imparate fino a quel punto,
che non voglio nessun aiuto e non voglio disturbare.
Nessun
disturbo...?
Cosa vuol dire
nessun disturbo?!
Prof cattivo!
Ed ecco che mi
ritrovo a raggiungere quel posticino sperduto in fondo alla classe insieme a un
imbronciatissimo cavaliere che mi ha apostrofata come “una seccatura in più”.
Grr!
Quanto lo odio!
E’ semplicemente
insopportabile!
Ma… no!
Prende appunti
con il computer!?
Certo, lui è il
figo di turno…
Lo fisso
imbambolata e un po’ scettica, per poi tornare sul mio block a quadretti.
Naturalmente la
penna non scrive.
Naturalmente ho
dimenticato a casa quella di riserva.
Merda!
No… a lui no!
Però il prof. ha
iniziato a spiegare!
E anche se non
capisco cosa, cercherò di decifrare almeno l’argomento.
Tanto prima il
preside mi ha consegnato tutti i programmi di dove sono arrivati finora… per
fortuna la scuola non è iniziata da tanto!
Studiare mi
piace.
E andare bene a
scuola è una costante che mi porto dietro in tutti i viaggi!
Uffa!
Devo prendere
appunti, è un mio bisogno fisiologico!
A che se non
capisco niente!
Almeno cercherò
di imparare altre parole in giapponese!
Ma con cosa
scrivo!?
Con il sangue!?
No, mi tocca
proprio chiedere a lui…
-Scusa, non è che per caso hai una penna da
prestarmi?-
-Sei in classe da poco più di mezz’ora e già
mi hai seccato…-
-Ti ho solo chiesto una penna!-
-Portatela da casa e non rivolgermi la
parola durante le lezioni.-
-Siete tutti così gentili da queste parti o
è una tua peculiarità particolare?-
-Siete tutti così insopportabili voi
stranieri o…-
Ecco, beccati!
Lo vedo da come
mi guarda, mi odia.
E il sentimento
è reciproco.
Però in questo
momento, godo come non mai!
Sta
rimproverando lui, non me!
E…
Oh!
Rullo di
tamburi!
Si inabissa
nella tracolla (firmata, ovviamente…) e mi passa una penna (che costa più dei
vestiti che indosso, ovviamente…)!
Grazie mondo!
Sorrido
riconoscente al prof, strappandogli quasi di mano la penna.
-Thank you very much dear teacher!-
Mi sorride.
Dubito che abbia
capito cosa ho detto, ma ha capito che non era un’offesa.
Non mi guarda
più.
Beh adesso
capisco perché era in banco da solo!
E’ una tale
seccatura!
-Non invadere il mio banco!-
E avevo appena
capito una parola!
Dico, una
parola!
La mia prima
parola in una lingua fatta di versi sconosciuti!
E lui mi
demolisce questo momento magico per un banco!?
Osservo il mio
gomito… ma… brutto stronzo!
-Sono nella mia metà banco!-
-Prima che entrassi in questa classe il
banco era tutto mio…-
-Che dovrei fare!? Scrivere per aria!?-
-Trasferirti!-
-Per qual che mi riguarda possiamo andare
avanti a discutere quanto vogliamo, ma il prof. ci sta guardando e non sembra
molto entusiasta della nostra chiacchierata… e indovina chi mai rimprovererà?-
Grugnisce
qualcosa, ma poi si gira verso il suo computer e si rimette scrivere.
E io torno sui
miei fogli.
Devo aver perso
più di metà concetti ma quei due che ho capito mi hanno dato una grande
soddisfazione!
Suona il
campanello e, come da copione, il mio “caro compagno di banco” schizza su e
esce, prima che il prof. finisca la frase.
Devo migliorare
i rapporti sociali.
Ma non certo con
lui!
Quando esce il
prof. tutti si voltano e assediano il mio banco, cercando di farsi capire a
gesti.
E’… buffo!
Soprattutto
Joey!
Ridacchiamo ma
poco dopo Mister Simpatia ritorna e deve aver detto qualcosa di poco carino
vista la reazione di Mai…
Credo mi abbia
presa in simpatia…
Bastardo!
Dillo almeno in
una lingua che capisco!
Ti odio, Seto
Kaiba!
CAPITOLO CORRETTO
E MODIFICATO IL 4 GENNAIO 2010