Capitoli 120-121.
Se non vi dicono nulla,
non vi meritate neanche il mio augurio di buona serata (?). No, lol,
scherzo.
Buonasera a tutti!
So che chi segue la mia
long probabilmente sta pugnalando una bambolina voodoo dalle mie
sembianze in attesa dell'aggiornamento, ma tra il trasloco e il
cellulare in assistenza sto avendo poco tempo per aprire Word! D:
Perdonatemi.
Però oggi
stavo facendo il tema d'Italiano e questa si è scritta da
sola, perché la traccia mi ricordava troppo Seirin VS Touou
della Winter Cup e aprire un secondo documento di Word per scriverla
è stato inevitabile. Insomma, quella partita è di
una bellezza ESTREMA.
La parte qui trattata
l'abbiamo già vista dal punto di vista di un Kagami
mostruosamente irato, ora abbiamo un Kuroko furioso e distrutto
psicologicamente, tanto da arrivare alle lacrime.
Se proprio lo si vuole vedere, c'è giusto un accenno
KagaKuro.
E poi non
credo di dover dire altro sui contenuti.
Per quanto riguarda il
titolo, è dal doppio significato: senza prendere in
considerazione le parentesi, si legge "Kami no te no naka ni", che
significa "nelle mani di Dio". Prendendole in considerazione, la frase
diventa "Kagami no te no naka ni", "nelle mani di Kagami. Tutto
ciò nasce da un viaggio mentale derivante dal fatto che il
secondo kanji usato per scrivere Kagami è proprio il kanji
"kami" (神) che significa "dio/divinità". E credo che il
resto del mio ragionamento si possa capire. Le parentesi nella
traduzione in romaji dovrebbero comprendere il "ka" e non la parte
"ag", però per questioni fonetiche (sarebbe diventato "gami
no te no naka ni", in romaji) mi sono presa questa libertà.
E ora mi sa che ho
detto tutto il dicibile (?).
Buona lettura!
►Kuroko No
Basket © Tadatoshi Fujimaki.
(火)神の手の中に。
K(ag)ami
no te no naka ni.
Tetsuya
era ormai sull’orlo della disperazione.
Nonostante i suoi sforzi, Daiki Aomine rimaneva un obiettivo troppo
ambizioso,
per lui e per il Seirin. Stavano perdendo ancora, contro lo stesso
avversario,
ormai era certo che sarebbero usciti dal torneo dopo quella partita.
Che fosse estate o inverno, il destino dei giocatori del Seirin era
esser messi
fuori gioco dalla Touou Gakuen.
Il destino di Kuroko, era esser sconfitto da quella luce tanto
brillante da
annullare persino quella che era stata la sua ombra.
E quell’ombra ora stava piangendo lacrime amare, intrise di
rabbia e senso
d’impotenza, perché non poteva fare nulla per
cambiare quella situazione.
Solo un miracolo avrebbe potuto
ribaltare le sorti di quella partita.
«Non è inutile, scemo.»
Sollevò
la testa e lo vide.
Ardente di rabbia e desiderio di rivalsa, determinato a non arrendersi
neanche
di fronte a quel destino avverso e a quell’imminente
sconfitta.
Brillava come la fiamma di un incendio, ed era determinato a bruciare
il suo
avversario, chiunque fosse.
Non accettava la resa, neanche di fronte ad Aomine.
E
fu in quel momento che realizzò chiaramente che lui il suo miracolo l’aveva
già accanto a
sé, tanto vicino da poterlo sfiorare.
Fu in quel momento che realizzò che quella partita non era
nelle mani di
nessuna divinità, ma in quelle di Taiga Kagami.
Non era ancora finita.
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