Damaged Soul
[Black
Stones Cigarettes]
«Non capisco: come possono
delle sigarette che si chiamano “Black Stones” sapere
di ciliegia? Non ti sembra strano anche a te, Nana!?»
«No, in fondo sono proprio
quelli che fanno finta di essere dei duri ad avere l’anima più dolce di tutti.»
Ma
la mia,
si
può più semplicemente considerare
un’anima
danneggiata dal tempo.
Nana Komatsu ne
ricordava, ormai, vagamente l’odore.
Era da molto che
non vedeva Yasu, e solamente in sua presenza si poteva odorare quello strano sapore
dolciastro che proveniva dalle sue sigarette che accendeva una dopo l’altra.
Invece, Nana
Osaki non le aveva mai sopportate! «Troppo dolci!!» sbraitava. Eppure, sembrava che a volte dimenticasse che
il gruppo di cui lei ne era a pieni effetti la vocalist,
portava proprio il nome, seppur abbreviato, di quelle sigarette.
«Nana, ne vuoi
una?»
«Yasu, lo sai che
quella roba mi fa vomitare! Perché me le offri ogni dannatissima volta??»
«Sei sempre la
solita! E’ per addolcirti un po’ lo spirito, sai!?»
«FINISCILA!»
La discussione si
concludeva sempre con Nana che lanciava fuori dalla
finestra le sigarette, e Yasu che ne tirava fuori dalla tasca un pacchetto
nuovo di zecca.
Ed intorno a loro due, il resto del gruppo
rideva di gusto, assaggiando qualche prelibato manicaretto preparato da Nana, o
Hachi se preferite, e bevendo la solita birra con la lattina dipinta a strisce
bianche, rosse e blu.
Quella era la
loro serata.
Riuniti
intorno ad un tavolo, a ridere e scherzare, fumare ed ubriacarsi quel tanto che
bastava per dimenticare tutto il resto, lasciandolo al di fuori
dell’appartamento numero 707.
«Che
coincidenza, non è vero Nana?»
«Eh? A cosa ti riferisci?»
«Ma
a noi due, è così ovvio! Ci chiamiamo entrambe Nana, che non è un nome comune,
ed abitiamo insieme nell’appartamento numero 707 al 7°
piano! Non è meraviglioso!? Se
lo raccontassi in giro, in pochi ci crederebbero!»
Hachi sapeva
rendere ogni cosa fantastica! Anche quella più ovvia, detta da lei diventava unica al
mondo.
Nana spesso si
chiedeva come riuscisse in tale impresa! Per lei, invece, la vita era stata
tutt’altro che ovvia.
Ovviamente sua madre l’aveva abbandonata.
Ovviamente l’unica persona che le avesse
voluto bene, era morta.
Ovviamente Ren l’aveva lasciata per unirsi ai
Trapnest.
Per lei non c’era
mai stato nulla di bello da scoprire, perché tutto era venuto così, come
capitava.
Anche l’incontro con Hachi era capitato.
Per una serie di
circostanze, erano venute a trovarsi sullo stesso treno, e l’unico posto libero
in tutto il vagone era proprio quello accanto a lei. Ed
entrambe si chiamavano Nana.
Probabilmente
quella fu l’unica volta che ringrazio veramente sua
madre! In fondo, era stata proprio lei a darle quel
nome tanto strano.
Tutte le volte
che sentiva quell’odore dolciastro nella sua casa, i ricordi passati le
ritornavano alla mente, forse anche per questo motivo odiava tanto quelle
sigarette! Ma non odiava nello stesso modo il nome...
Blast.
Chi diamine
l’aveva proposto per primo?
Nobu? O magari Ren? Il che sarebbe davvero il
colmo...
Comunque, in quel preciso momento, non se lo
ricordava! Forse aveva bevuto davvero troppo, probabilmente per non sentire più
quell’odore maledetto!
Il posacenere era
pieno.
«NOBU SEI UN
BASTARDO!!» sbraitò Nana buttando all’aria tutte le
pedine del mah-jong.
«HAI BARATO!»
«Non ich è v-vero!»
«Sei ubriaco fradicio, vattene a casa!»
«Ti piacerebbe,
eh!? Mi disp-dispiace ma sono
stato ich invitato da Hachi a dormire
qui, stanotte!»
Nana Osaki avrebbe voluto tenere Hachi tutta per sé, proprio come un padrone
fa con il suo cagnolino. Lei sola sapeva darle quella tranquillità e
sicurezza che nemmeno Ren era mai riuscito a donarle.
Fin tanto che si trattava di Nobu, poteva anche andare, in fondo lei riusciva a
controllare Nobu come un giocattolo nelle mani di un bambino, ma se un giorno
la sua Hachi fosse appartenuta a qualcun altro? In
quel caso[sapeva]si sarebbe dovuta fare da parte!
Ma era impossibile che una cosa del genere
accadesse.
«Nana, io-io credo di
essermi follemente innamorata di Nobu.»
Glielo aveva
detto piangendo a dirotto sulla sua spalla.
Ed era stata sincera, come ogni lacrima che
aveva versato.
E così sarebbe stato per sempre.
«Allora io e Shin
togliamo il disturbo.»
«Domani abbiamo le prove, sarà meglio andare a dormire!»
Nana guardò Shin.
Sarebbe andato
anche quella sera da Reira?
Avrebbe adempiuto al suo compito,
sarebbe stato pagato e poi sarebbe tornato in mezzo a loro come nulla fosse?
Nana non lo
sapeva, anzi...Non sapeva nemmeno che Shin facesse
quelle cose con Reira! Era stato Ren a metterle una mezza pulce nell’orecchio qualche giorno prima. Ma
Nana non voleva credergli...Shin era solamente un bambino! Un bambino che, a
volte, dimostrava molta più saggezza dei suoi effettivi 15 anni.
Un bambino che
fumava, beveva...E reggeva tutto alla grande!
Se
fosse davvero così,
in
poco tempo la sua anima diventerebbe ancor più logora della mia.
Ma non si
trattava solamente di anime corrotte o danneggiate.
Quello che ognuno
di loro aveva scelto di fare, lo aveva fatto in piena
consapevolezza.
Yasu aveva scelto
di fumare le Black Stones.
Nana aveva deciso
che sarebbe diventata una famosa cantante.
Hachi voleva
sposarsi, e ci sarebbe riuscita.
Nobu aveva
abbandonato la sua famiglia.
Shin aveva
trovato un modo per arrotondare.
Decisioni. Pure e
semplice decisioni.
E nessuno sarebbe mai tornato indietro.
Poi, però, era
successo qualcosa. Ed era per quel “qualcosa” che ora,
Hachi, non ricordava quasi più l’odore delle Black Stones fumate da Yasu.
I Blast avrebbero
mai sfondato veramente? Avrebbe atteso paziente la notizia alla tv.
Altrimenti...Nana
non sarebbe mai diventata famosa.
Nobu sarebbe
tornato dalla sua famiglia.
E Shin avrebbe continuato a fare quello che
faceva per potersi permettere un tetto sopra la testa.
Però Yasu avrebbe continuato a fumarle quelle
sigarette. In fondo lui un lavoro già ce lo aveva!
E lei...Lei si era sposata! Il suo sogno, a
dispetto degli altri, si era realizzato prima di quanto avesse mai osato
immaginare, e di certo, non avrebbe mai pensato che si
sarebbe realizzato proprio con quella persona!
Carezzò
amorevolmente il basso addome, oramai mancava davvero poco.
Eppure ciò che le
mancava più di ogni altra cosa, erano quelle serate
passate a giocare a mah-jong, a fare avanti e indietro dal super-market per
fare scorta di birra, e quell’odore.
L’odore delle sue
sigarette preferite.
Le Black Stones.
Ed il rumore del suo gruppo preferito.
I Blast.
Due
cose che le erano state tanto vicine ma che ora erano diventate irraggiungibili.
“Sai Nana, se tu fossi stata un ragazzo avremmo vissuto la storia d’amore più
intensa e travolgente di tutti i tempi.”
[The End]
Mi sono lasciata
prendere la mano, come al solito! Era da molto che
volevo scrivere qualcosa su Nana, e volevo che fosse davvero particolare e spero di esserci riuscita. Non so se sia comprensibile visto
che si parla sia di presente che ti passato: ho voluto
rievocare i bei momenti passati nell’appartamento 707, quando Hachi e Nobu
formavano ancora una coppia, e poi Hachi incinta e sposata con Takumi! brrr...Il solo pensiero mi fa inorridire...In ogni caso!
Spero sia stata di vostro gradimento, e se volete potete
farmelo sapere attraverso un commento, altrimenti grazie per aver letto! Kiss
by kagome ^^