She Is My Sin-
Nightwish
-Edward &
Sloth-
Presta
attenzione, caro cuore
Una volta lontana, lei non potrà toccare nè me
nè te
Vestito come uno di loro
Un lupo tradirà un agnello
Caro Alphonse,
da quanto tempo non ti scrivo una
lettera? Forse troppo, penso. Mi sei mancato, devo essere sincero, e mi
manchi
tuttora. Tu, Winry, zia Pinako.. mi mancate tutti e tre tantissimo. Io
sono
ancora a Central a svolgere delle maledettissime, fottutissime,
noiosissime
missioni. Sai quanto mi diverto? Lo odio a morte, quel maledetto
Junsho!! Mi
sta riempiendo di missioni che dovrebbe svolgere LUI! Quel
fottutissimo.. lasciamo
perdere, che è meglio.
Comunque, dicevo: come ve la
passate? Io malissimo. Di questi tempi c’è un
pensiero che mi assilla.. penso
ancora a nostra madre, Alphonse. A ciò che abbiamo fatto,
per riportarla in
vita. A ciò che abbiamo perso. E a ciò che non
abbiamo ottenuto. Oramai è
lontana, ma c’è sempre qualcosa che mi tormenta:
la segretaria del comandante
supremo, Alphonse. Lo so, lo si vede lontano un miglio: è
identica a nostra
madre, è il mio.. è il nostro peccato.
Ma anche se, forse, si ricorda di noi, non
potrà più essere lo stesso,
lo sai, vero?
Non è più nostra madre, non può
più
toccarci come se fosse lei, non può più essere
quella di sempre. Porta gli
indumenti degli Homunculus, si comporta come loro, è come
loro in tutto e per
tutto. Ma è come se non ci avesse traditi, in
realtà. Perché lei non si ricorda
di noi.
L’abbiamo persa.
E questa volta, per sempre.
Edward Elric.
Traviano chi
ti osserva
Le lame sulla tua pelle seducente
Nella radura dei pensieri peccaminosi
Ogni fiore è perfetto
Verso il
paradiso col piacere
tormentato dalla paura
Era
sceso in strada, con in mano la lettera da consegnare al fratello.
Anzi, da
spedire. Era davanti alla cassetta delle lettere immobile, con la
lettera fra
le dita, chiusa in una busta con la firma apposita dietro, e la
destinazione di
essa. Pensava ancora, rifletteva, mentre il tempo attorno a lui
continuava a
scorrere, quasi fosse normale. Ma tutto questo, è davvero
normale? Cioè, si
poteva considerare tale? No, molto probabilmente. Sospirò,
facendo entrare la
lettera nella buca. Stette ben attento, dato che essa era piuttosto
piccola.
Assottigliò gli occhi, perfettino, mentre cercava di non
spiegazzare la lettera
nell’imbucarla: ma se non succedeva adesso, sarebbe successo
al momento della
consegna, di sicuro. Riuscì allora nella sua impresa, e si
tirò su, sospirando.
Alzò il volto: era notte, e non si riusciva a vedere la luna
a causa delle
nuvole che oscuravano il cielo.
«Edward?» una voce alle sue spalle lo fece
sussultare. Si voltò di scatto, scontrandosi con due iridi
color dell’ametista,
dei capelli neri dai riflessi castani, un abito nero lungo e.. un
uroboro sul
seno sinistro. Trisha.. no, oramai era Sloth. Gli occhi di Edward si
illuminarono un attimo, per poi tornare ad essere spenti, come oramai
erano da
parecchio tempo. «..da quanto tempo, vero, bambino
mio?» gli sorrise. Lo fece
cadere in inganno: Edward cominciò veramente a pensare che
quella che aveva
davanti era sua madre, che fosse tornata, che dentro quel cuore tanto
duro da
Homunculus.. ci vivesse ancora qualcuno, chiamato Trisha Elric. Ma poi
ricordò,
quando le lame taglienti della malattia che l’aveva colpita
le trafissero il
cuore, privandole della vita, e quando lui stesso assieme al fratello
era
rimasto su quella radura vedere, tanto lunga, a fissare la tomba della
madre..
e quando aveva detto, sicuro, a suo fratello “Voglio
riportarla in vita”. Che
pensieri peccaminosi.. che li portarono dritti a compiere il
più grande passo
verso l’inferno. Sembrava tutto così perfetto..
perfetto come i fiori che
sbocciavano ogni primavera dietro la casa, oppure sul ciliegio davanti
ad essa.
Pensando che fosse il paradiso, sicuri che ce l’avrebbero
fatta, senza pensare
che avrebbero vissuto con la paura di incontrare di nuovo il loro
peccato,
avendo pur sempre il piacere d’averla davanti. Trisha Elric.
La loro mamma.
Un peccato
per lui
Nel desiderio
Nel desiderio
Un velo che brucia
Per la sposa troppo cara per lui
Un peccato per lui
Nel desiderio
Nel desiderio
Innamorarsi del tuo oscuro e profondo peccato
«..mamma..?»
ti bisbiglia appena. Sei il suo
peccato, è giusto che soffra per quello che ha fatto. Quindi
annuisci,
tranquilla. A ciascuno il suo peccato, no? Che soffra allora. E lo vedi
avvicinarsi a te, probabilmente incosciente del fatto che sta andando
incontro
ad un Homunculus, il quale unico obbiettivo è ucciderlo. Ma
tu continui a
sorridergli, dolcemente, con fare stranamente materno. Era un suo
desiderio portarti
in vita. Ti amava. Ti voleva bene. Voleva ancora il calore di una
madre.. in
fondo era ancora piccolo. Nel desiderio l’ha fatto. Era il
suo desiderio. Nel
desiderio ti ha riportata in vita.. credi che l’abbia fatto
solo per capriccio?
Ma era troppo caro: per riportare in vita te, aveva bisogno in primo
luogo
della tua anima. In secondo luogo, aveva bisogno di creare un corpo. Ma
era
troppo caro. Troppo per lui. Ma era il suo desiderio. E nel desiderio
ha
comunque tentato. E ora lo vedi che ti abbraccia, stringendoti fra le
sue
braccia, mentre una lacrima solitaria gli scende lungo la guancia, e
poi va ad
asciugarsi nel tuo vestito.
E’ crollato.
Ci è cascato.
Ma perché è innamorato di te. Non come una
ragazza, non ti vede come tale. Ti vede.. ancora come essere umano, ti
vede
ancora come sua madre. E per questo che ti ama. Per questo è
innamorato di te. Perché,
anche se tu non lo vuoi ammettere, resta pur sempre tuo figlio. Ma la
tua testardaggine
non te lo farà mai capire. Mai.
Io sono colui
che è caduto
Tu sei ciò che i miei peccati racchiudono
La bramosia non è così creativa
Come la sua scoperta
Verso il
paradiso col piacere
tormentato dalla paura
E’
lui. E’ lui quello che è caduto, è
Edward Elric. Sta abbracciando quello che
per lui non è altro che un’irraggiungibile
peccato: il suo. E’ solo un’irraggiungibile
desiderio di calore, di una madre che lo consoli, di qualcuno che lo
ami a sua
volta, ma non come ragazzo, come figlio. Peccato che non sia
così facile far
tornare Sloth un’umana.
«Mamma..» bisbigli, totalmente preso dalla figura
che ti sta stringendo a sua volta e che, anche se solo per mera
illusione, ti
sta amando. Perché è solo un’illusione,
un ricordo, qualcosa di astratto. Come
puoi davvero pensare che l’essere che hai davanti
è tua madre? Per caso la tua
fronte tocca il suo petto, la parte scoperta. E’ fredda, la
sua pelle. Non trasmette
il calore che trasmetteva la pelle di tua madre. Non lo fa. E ricordi,
d’un
tratto. Ti stacchi da lei a forza, indietreggiando, rimanendo immobile
davanti
alla sua figura, che continua a sorriderti.
«Che hai, Edward?» ti chiede, dolcemente
«Non ti
va più di abbracciarmi? Eppure, prima mi era sembrato che tu
volessi davvero
farlo..» il suo sguardo dolce si tramuta in uno sguardo
irato, sadico. Ti odia.
«..dimmi, Edward Elric.. è solo per questo che mi
hai riportata in vita?» stringe
i pugni, quando si trasformano in acqua, e ti cingono le braccia, a
forza,
bloccandoti ogni singolo movimento. E ti impedisce di ribattere, di
controllarti, di liberarti. «Rispondimi, Edward
Elric!» ti ordina. E tu la
guardi, stringendo i denti: non è questa la donna che
avresti voluto riportare
in vita. Non è questa, no.
«Non è per questo.» rispondi, serio.
«Tu non puoi
capire. Ho perso mia madre quando era ancora un bambino.»
dici, con disprezzo.
Ma non nei suoi confronti, ma nei tuoi. Ti odi, la odi. «Ho
fatto una pazzia,
me ne rendo conto adesso che ti vedo per come sei realmente. Io volevo
una
persona dolce, che sapesse capirmi, e consolarmi quando fossi stato
triste.»
confessò «Non volevo qualcuno alla quale non
importa niente di me, se non la
mia morte. Non è questo che volevo, no.» e abbassi
lo sguardo «Avrei voluto
solo che.. la persona che fosse venuta fuori da quella stramaledetta
Trasmutazione Umana.. fosse veramente mia madre.» una
lacrima, di nuovo. E’
sola, non lasci scappare più niente. Poi alzi lo sguardo,
rabbioso «Ma non è
te, che volevo creare!» e lo scioccato nel suo volto. Rimane
a dir poco
allibita, mentre ti osserva, e l’acqua libera i tuoi polsi,
tornando a formare
le sue mani.
«Quindi, io..»
«Tu sei solo il mio sbaglio, Sloth. Lo sbaglio
mio, e di mio fratello.» affermasti. La odi. Ti odi. Odi te
più di lei,
ammettilo «Non dovresti essere mai nata.»
«Sei crudele, Edward.» ti dice, con disprezzo
«Perché
mi tratti così? Eppure sono tua madre!»
«No, Sloth.» neghi. «Non sei mia madre.
Sei solo
la sua sfaccettatura, che possiede ricordi suoi. Se tu fossi veramente
mia
madre, mi ameresti.» dici, abbassando lo sguardo
«Invece sei solo un essere
artificiale, un essere che sa soltanto uccidere e desiderare di
uccidere.» sei
davvero crudele, Edward. E più parli, più te ne
rendi conto, più ti odi. Sempre
di più. Ma lo sai, la bramosia non è
così creativa come la si disegna. Non è
così creativa come la sua scoperta.
Un peccato
per lui
Nel desiderio
Nel desiderio
Un velo che brucia
Per la sposa troppo cara per lui
Un peccato per lui
Nel desiderio
Nel desiderio
Innamorarsi del tuo oscuro e profondo peccato
Sono tua
madre, Edward.. possibile
che tu non riesca a capirlo?
No, Sloth,
non lo sei. Sei
soltanto la sua sfaccettatura. Quante volte mi devo ripetere per
fartelo
capire?
Una, dieci,
mille volte, Edward. Ripetimelo fino alla
morte.
Ne sei
davvero sicura? Sappi che
potrei ucciderti. Mi basta solo una goccia del mio sangue: per i dati
dell’anima
ho usato quello.
Ne saresti
davvero capace, Edward?
Senz’altro.
Puoi essere simile a
mia madre quanto vuoi, ma ricordati che non lo sei, comunque.
E’ come se Envy
si trasformasse in mia madre. La stessa cosa.
No, Edward. E
lo sai. E’ diverso.
E invece
è la stessa cosa. Se lui
si trasformasse in mia madre, saprei che non è lui.
Così come so che tu non sei
lei. E’ la stessa cosa.
No, Edward. E
lo sai. Lo fai apposta ad essere così
ottuso? Così testardo?
No. Dico solo
come penso le cose.
E’
sbagliato, il tuo modo di pensare.
E tu che ne
sai?! Non sai niente
di me, Homunculus!!
Lo dici come
dispregiativo? Pensi che dicendomi “Homunculus”,
tu mi possa ferire? Bhè, ti sbagli Edward. Sono
più forte di quello che pensi.
Dovresti averlo già capito da un pezzo.
Lo so.
Allora non
dire cazzate.
Neanche tu.
Finiamola,
una buona volta.
Entrambi.
Benedicimi,
spogliami
Cattura la tua preda in maniera perversa
Dio devo confessarlo…
…Invidio davvero i peccatori
Un peccato
per lui
Nel desiderio
Un velo che brucia
Per la sposa troppo cara per lui
Non
trattarmi come un
oggetto diverso.
Non trattarmi come se
fossi qualcosa di orribile.
Mi fa male, dovresti
averlo ormai capito.
Non
guardarmi, come se capissi.
Non guardarmi, pensando che sia il modo migliore per farmi
soffrire.
Mi fa male, anche se so che non sei tu.
Non trattarmi
a quel modo, e non guardarmi.
Non farlo, non sono diverso
Da come mi hai conosciuto
Da come mi hai vista/o l’ultima volta.
Sono sempre io.
E sono qua per te, cerca di capirlo.
Anche se sono
diversa.
Anche se sono un
Homunculus.
Amami per quello che
sono, se davvero pensi che sia tua madre.
Anche se non lo sono.
Sono sempre
tuo figlio.
Sono sempre un essere umano.
Amami per quello che sono, se davvero pensi ch’io sia tuo
figlio.
Anche se, per quello che sei adesso, non lo sono.
Sono sempre
io.
Anche se sono diverso.
Amami per quello che sono.
Anche se non lo sono.
Un peccato
per lui
Nel desiderio
Nel desiderio
Un velo che brucia
Per la sposa troppo cara per lui
Un peccato per lui
Nel desiderio
Nel desiderio
Innamorarsi del tuo oscuro e profondo peccato
Faycchan- è una cavolata, lo so.. forse non si capisce bene, ma comunque mi è venuta in mente leggendo più volte "She Is My Sin", il titolo.. quindi "Lei è il mio peccato" ^^ mi è venuta subito in mente la loro "storia" ^_^ chissà se apprezzerete.. ç_ç |