I'm
never saying Goodbye to you
“Rachel, dimmi che ai
ragazzi del Glee è partito il cervello e che questa storia è
solo un gigantesco, enorme, sproporzionato scherzo. Che non fa
neanche ridere, dovrei farlo presente al signor Schue.”
borbotta Santana dal bagno, dove si è chiusa qualche minuto
fa.
Non ottiene risposta, perché
Rachel è impegnata a reprimere un singhiozzo, mentre legge
l'ultimo tweet di Blaine, che è pieno di errori di battitura.
Chissà, forse l'ha
digitato in fretta.
Santana prova di nuovo a fare
una domanda simile, questa volta perché Kitty (chi diamine le
ha dato il suo numero? Che la stronzetta abbia frugato nel cellulare
di Quinn a tempo debito?) le manda un messaggio (ché poi,
perché diavolo proprio a lei doveva mandarlo?) che riporta
pressoché le stesse parole dei tweet dei ragazzi del Glee
Club. Non ottiene risposta nemmeno questa volta.
Il telefono di Rachel trilla per
un messaggio appena ricevuto. È di Puck.
Posso sapere perché
diavolo mio fratello mi ha appena scritto dandomi l'ultimo addio e
divagando su una sparatoria al McKinley? Tu sai qualcosa?
Il
fatto che non l'abbia chiamata per nome e che non ci siano pronomi o
aggettivi al femminile fa intuire a Rachel che il suo vecchio
compagno di scuola abbia inoltrato il messaggio a più di una
persona.
Poco
dopo, Santana soffoca quello che sembrerebbe essere un singhiozzo.
Evidentemente
ha ricevuto anche lei il messaggio di Puck.
Rachel
riapre Twitter, lasciandosi inondare dai tweet disperati dei suoi
vecchi amici.
Sam
ritwitta Blaine, e la mora si ritrova a rileggere quel tweet dal
quale è iniziata la sua preoccupazione.
@BlaineAnderson
Qluacuno ci dia una mnao-
sentiamo spari.dal McKinley!
È terribile trovarsi così
lontani da dove si vorrebbe essere.
Kurt,
pensa la castana.
Kurt deve saperlo.
Perché,
sotto sotto, Rachel ha sempre pensato che l'anima gemella di Kurt sia
Blaine, checché possa dirne il coinquilino.
“Credo tu debba dare
un'occhiata a questo.” gli dice, sorprendendosi del proprio
tono piatto.
Kurt afferra il cellulare che
lei le sta porgendo, supponendo si tratti di un qualche musical le
cui audizioni si terranno fra qualche settimana.
Sul telefonino, però, è
aperta la home di Twitter, anche se nessuno dei piccoli pensieri
dalla massima lunghezza di centoquaranta caratteri sembra essere
interessante.
“Posso sapere perché
dovrei dare un'occhiata ai numerosissimi tweet di Barbrasbestfan
o, in alternativa, ad un tweet di Finn che-” si interrompe un
attimo, fissando lo schermo, “Rachel, seriamente? Lo segui?”
la apostrofa, con il suo solito tono sarcastico.
La
ragazza gli strappa il cellulare dalle mani, arrossendo lievemente.
“Dev'essersi
aggiornata la time line senza che io me ne accorgessi...”
mormora, iniziando a far scorrere il dito sullo schermo, alla ricerca
di quello che vuole mostrare all'amico.
Dopo
qualche manciata di secondi – e qualche improperio da parte
della ragazza, che evidentemente non trova ciò che cerca –,
Santana entra nella stanza con il viso sconvolto.
Kurt
non fa nemmeno in tempo a chiederle cosa ci sia che non va, perché
la mora ha già detto qualcosa.
Una
parola, una sola.
Un
nome.
“Britt.”
L'istante
dopo, Rachel ha smesso di rimuginare sulla time line e sta porgendo
il cellulare a Kurt, che lo prende subito, decisamente incuriosito.
@BlaineAnderson
Qluacuno
ci dia una mnao- sentiamo spari.dal McKinley!
Il
momento dopo, la vista di Kurt inizia ad oscurarsi.
Amico
o fidanzato che fosse, Blaine è in pericolo di vita.
Di
vita.
Fa
così strano pensarci, mentre si è a New York, al caldo,
accoccolati su un divano morbido.
Quello
che prima era il suo ragazzo (e
che attende di tornar tale,
gli suggerisce un anfratto della mente) è bloccato nella sua
vecchia scuola, mentre dei proiettili fischiano nei corridoi.
Kurt
è sempre stato astemio, ma in quel momento sente di aver
bisogno di qualcosa, qualsiasi
cosa,
di alcolico. Tenta di mormorare qualcosa, ma dalla bocca non gli
escono altro che singulti.
Santana
capisce al volo e, seppur tremando, gli versa un dito di qualcosa di
cui Kurt non sa né il nome né la provenienza.
Dopo
qualche minuto passato a prendere respiri profondi, Kurt si calma,
solo per lasciare che i suoi occhi si velino di uno strato nemmeno
troppo sottile di lacrime.
Una
sfugge alla presa delle sue ciglia e scivola lungo la guancia
pallida.
“Cosa
farai?” gli chiede Rachel, cercando di essere più
delicata possibile.
Kurt
mugola un non ne
ho la minima idea,
poi sfonda il muro che si era costruito attorno e comincia a
piangere.
Non
sa perché, non ha nemmeno voglia
di piangere per una persona che non dovrebbe più far parte
della sua vita, ma la verità è che Blaine gli manca.
Gli
manca come a un passerotto manca la primavera, gli manca tanto da
convincersi sempre di più che l'errore di Blaine è
stato solo una stupidaggine. Ci è quasi passato sopra del
tutto.
Intanto,
preso dalla consapevolezza di non aver mai smesso di amarlo
completamente, ha lasciato Adam.
Come
What May è stata solo l'ultima prova di cui aveva bisogno per
capire di amarlo ancora.
Il
telefono di Santana trilla, le è arrivato un messaggio da Sam.
C'è
una sparatoria. Sentiamo i colpi dal corridoio. Scusami per come ti
ho trattata quando ci siamo incontrati in auditorium. Cioè, io
non mi scuso facilmente, ma se questo è l'ultimo giorno della
mia vita, allora sì, Santana, mi dispiace.
I
tre ragazzi si guardano.
Kurt
ha ricominciato a piangere, Rachel sta stringendo gli occhi per
evitare di farlo, Santana tiene gli occhi bassi e non emette un
singolo suono.
Il
telefono che suona, stavolta, è quello di Rachel.
È
un messaggio di Artie.
Qualcuno
sta sparando nel corridoio. Ho paura. Rachel, mi dispiace di aver
pensato che tu sia insopportabile. Eri la più forte tra noi.
Probabilmente, ora, avresti la situazione in mano.
Un
altro singhiozzo, poi è il telefono di Kurt a vibrare.
Il
castano si tuffa sul cellulare, sperando in un messaggio di Blaine,
ma non è Blaine. È Tina.
Kurt,
la polizia ha accerchiato l'edificio. Io sono fuori, ero arrivata in
ritardo e non mi hanno fatta entrare. Ti prego, Blaine è lì
dentro. Dimmi che ti ha mandato un messaggio o che ti ha chiamato, o
tutti i discorsi che abbiamo fatto sono stati inutili.
Ma
Blaine non gli ha mandato nessun messaggio, né l'ha menzionato
in un tweet disperato.
Altri
messaggi, altri tweet, altri stati su facebook seguono questi, ma
Blaine non si fa sentire.
L'hanno
preso.
È
accasciato a terra e sta piangendo.
Io
non sono lì.
I
pensieri di Kurt sono tanti e sono anche asfissianti, tanto che, pur
essendo solo le quattro del pomeriggio, il ragazzo si addormenta.
Lo
scattare della lancetta dei secondi dell'orologio scandisce il tempo
che passa, durante il quale Rachel e Santana non riescono a farsi una
ragione di quel che è successo.
Kurt
passa un sonno agitato: si gira e si rigira, arrancando a respirare.
Si
risveglia alle sette, con il volto rigato dalla piega del cuscino sul
quale ha appoggiato la faccia. Una mano gli sta accarezzando
dolcemente i capelli. È quella di Rachel, che, non appena lui
alza lo sguardo e lo tuffa nei suoi occhi scuri, tenta di regalargli
un sorriso sghembo, che a Kurt ricorda tanto i mezzi sorrisini di
Finn.
“Devo
prendere un aereo.” sussurra.
“Lo
so.” risponde la sua migliore amica.
Kurt
sorride piangendo, perché sa che lei lo appoggerà
sempre, qualsiasi scelta lui faccia.
Rachel
c'è stata quando lui è stato ammesso alla Nyada; c'è
stata quando lui le ha detto di credere di essersi innamorato di
Adam; c'è stata quando lui le ha confessato di aver capito che
Adam era solo un rimpiazzo; Rachel c'è anche adesso.
Rachel
ci sarà sempre, questo è senza dubbio uno dei più
rinfrancanti dati di fatto di cui Kurt potrebbe aver bisogno.
“La
tua valigia è là” mormora dolcemente lei,
indicandogli una borsa abbastanza grande da contenere le cose
necessarie per un viaggio di due o tre giorni.
“E
questo è il biglietto” li interrompe, porgendo a Kurt un
foglio fresco di stampa, Santana, che evidentemente ha sfruttato le
tre ore di sonno di Kurt per prenotargli un volo per Lima.
“Devi
solamente andare a ritirare il biglietto al check-in. Parte alle
quattro di mattina.” gli spiega, e Kurt storce il viso.
“Quelli
che partono fra le due e le cinque sono low cost.” si
giustifica Santana.
Kurt
sorride anche a lei.
“Tu
non vieni?” le chiede il ragazzo.
Era
sicuro che Santana volesse rivedere Brittany.
“Io
non lascio la Berry sola. Appena torni tu, parto io.” risponde.
Lui
la fissa per qualche secondo. Per qualche motivo, Santana sta
diventando buona.
Lei
e Rachel – sta iniziando a pensare – sono una delle
migliori cose che gli siano mai successe.
Kurt
passa le poche ore di volo respirando affannosamente.
Sto
arrivando, Blaine.
Scende
dall'aereo, con la borsa ben incollata al corpo, e corre verso il
parcheggio dei taxi, sbracciandosi perché qualcuno lo noti e
gli faccia segno di salire.
Il
tassista conosce bene il posto, lo porta senza problemi davanti a
casa di Blaine. Gli dà persino il resto giusto, quando Kurt
paga con una banconota da cinquanta dollari.
Sono
le sette e quarantacinque di mattina e tutto è così
terribilmente familiare.
Il
vialetto d'ingresso, la colonnina di legno davanti alla porta dietro
la quale si erano dati chissà quanti baci, la porta stessa,
scura, alta, che dà ancora un certo senso di protezione.
Chissà
se il campanello ha sempre lo stesso suono,
pensa Kurt, e sta per premere il bottoncino, quando la porta si apre.
La
porta si apre, ne esce Blaine e il tempo si ferma.
Kurt
e Blaine si guardano per quelli che sembrano giorni interi.
I
secondi passano e le gole si seccano. Poi Kurt lascia cadere la borsa
ed apre le braccia, e Blaine si fionda su di lui, stringendolo troppo
forte ed inspirando beatamente il suo odore.
Le
lacrime arrivano poco dopo, dapprima sono due, poi dodici, poi
duecento, poi duecento mila.
Blaine
piange tutte le lacrime che non ha ancora pianto, stringendo il corpo
di Kurt e lasciando che lui gli accarezzi i capelli quasi
morbosamente.
Sono
passati mesi
dal loro ultimo contatto.
Kurt
lascia che una lacrima si appoggi sui capelli di Blaine, poi gli
prende il viso tra le mani. Sente il calore delle guance, appoggia il
naso al suo ed inspira velocemente, mentre il petto è ancora
scosso dai singhiozzi.
“Perché?”
mormora, tuffando gli occhi blu in quelli straziati dalle lacrime del
ragazzo.
Blaine
non risponde, così Kurt continua a parlare.
“Perché
non me l'hai detto? Perché non mi hai scritto, chiamato o
mandato un maledettissimo segnale di fumo? Perché, Blaine?”
comincia a chiedere, e sente le lacrime riaffiorare.
Blaine
continua a stare zitto.
“Poteva
essere il tuo ultimo giorno su questa Terra, Blaine.” sussurra
Kurt, e lo abbraccia di nuovo, bagnandogli il collo con le sue
lacrime.
Blaine
lo stringe ancora, poi porta una mano ad accarezzargli la guancia
sinistra.
“Ci
eravamo promessi che non ci saremmo mai detti addio.” sospira,
e un attimo dopo sta baciando Kurt.
È
un bacio disperato, un bacio ermetico che vuol dire tutto e non vuol
dire niente.
Nessuno
dei due sa come andrà a finire tutto questo.
Sanno
entrambi, però, che questo è il miglior inizio che
potessero avere.
Ho
poco da commentare. La puntata mi ha uccisa, l'ispirazione ha fatto
il resto.
Spero
veramente che vi sia piaciuta c:
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