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(Scritta in
collaborazione con
nals)
1. Non sapeva fare il nodo alla cravatta.
(Non aveva mai imparato e ci aveva rinunciato
pressappoco dodici secondi dopo il primo, disastroso tentativo. Odiava
non riuscire ad intrecciare la stoffa a suo piacimento, odiava che le
sue dita si allacciassero, creando forme e nodi impossibili.
Sin dal primo anno, ogni volta, chiedeva a
Remus di allacciarla e la sera, quando veniva il momento di sfilarla,
prestava attenzione a non disfare quel nodo così stretto e impeccabile
che mai sarebbe riuscito a riprodurre.)
2. La prima cosa che guardava in una ragazza era
il collo.
(Aveva capito di apprezzare quella piccola
porzione di corpo quando, da bambino, si rannicchiava tra le braccia
della madre, infossando il viso nell’incavo della sua spalla. Con
l’orecchio premuto contro il collo della donna, ne sentiva il calore
penetrare la pelle e il battito cardiaco, placido e misurato, riempirgli
le orecchie.
Era un posto che sapeva di amore, protezione,
casa e cose buone.)
3. Non sapeva allacciarsi le scarpe alla Babbana.*
(Aveva realizzato che vi era un problema di
fondo, con le sue dita: quando dovevano impelagarsi in movimenti
complessi, quali quelli di produrre un nodo, non riuscivano a
destreggiarsi e riuscire nel semplice compito.
Per questo tutti i suoi mocassini – parte
della divisa scolastica – erano stati accuratamente allacciati da Remus
e lui, così come per la cravatta, badava ogni volta di non disfare
nulla, limitandosi semplicemente ad infilare il piede, aiutandosi con le
dita.
Era un limite di cui si vergognava parecchio.)
4. Aveva l’abitudine di dormire prono.*
(Nonostante gli avessero ripetute infinite
volte che quella posizione era pessima, oltre che non salutare, non
riusciva ad addormentarsi in nessuna altra maniera.
Gli piaceva sentire il proprio peso
distribuito sul materasso, la testa affondata nel cuscino e le braccia
intrecciate sotto esso. Aveva la sensazione che, in quel modo, i
pensieri scivolassero tutti in un unico emisfero, senza il rischio di
perderli.)
5. Al quinto anno barò al compito di
Incantesimi, accaparrandosi il voto più alto. Remus Lupin, per questo,
non l’ha mai perdonato.
(Il tempo a disposizione si era esaurito da
un pezzo, ma Vitious aveva concesso loro altri minuti extra. Nella
confusione generale, James, che non aveva scritto neppure una riga,
scambiò il suo foglio con quello di Remus, seduto dietro di lui, in un
momento di distrazione.
Alla consegna dei risultati, Vitious si disse
positivamente colpito dall’ottimo risultato raggiunto da James e, al
contrario, si mostrò amareggiato per lo scarso impegno mostrato da Remus.
Remus non gli parlò per due settimane.)
6. Il giorno del suo matrimonio arrivò in chiesa
a cavallo della sua scopa.
(Si era svegliato con venti minuti di
ritardo; la sera prima Lily lo aveva letteralmente cacciato di casa,
volendo restare fedele ad una delle molte tradizioni Babbane, secondo
cui gli sposi dovessero trascorrere lontani l’ultima notte da fidanzati.
Era così andato a chiedere asilo presso Sirius, che si era sentito in
dovere di adempiere ad un’altra tradizione Babbana, l’addio al celibato.
Un bicchiere aveva tirato l’altro e da lì il passo per l’inevitabile
ubriacatura era stato molto più che breve.
La mattina dopo dovette vestirsi in tutta
fretta – non si pettinò neppure i capelli – e per recuperare il ritardo
fu costretto ad avvalersi della scopa – era troppo intontito e confuso
per Smaterializzarsi. Quando lo videro macchiare la distesa noiosa e
piatta del cielo azzurro la risata si levò spontanea, anche e
soprattutto sulle labbra di Lily.)
7. Sua nonna – affetta da un’incurabile
patologia mentale – continuava a rivolgersi a lui come se fosse una
ragazza. In punto di morte, in un barlume di lucidità, aveva
riconosciuto la sua mascolinità, pregandolo infine di seppellire anche
Pod, il suo amato gatto. *
(La nonna materna era schizofrenica da che
avesse memoria. Quand’era bambino soleva nascondersi dietro le gambe di
Charlus, terrorizzato da quella vecchia donna che urlava, martoriata
dalle sue allucinazioni. Quando era cresciuto aveva imparato a
tollerarne le grida e perfino il fatto che lei continuasse a scambiarlo
per una ragazza – James, cara ragazza, sei venuta a trovare la tua
nonna? Oh, che bambina amorevole! – e non aveva mai avuto il
coraggio di contraddirla – le sue urla lo spaventavano ancora.
In punto di morte, poi, era accaduto
l’impensabile: seduto al suo capezzale, aveva visto la donna riaversi da
un lungo sonno e dirle: James, sei diventato un uomo. Un uomo buono
e bello. Prima di esalare l’ultimo respiro, gli domandò di seppellire
Pod, il suo amato gatto.
Non ebbe cuore di dirle che Pod, in realtà,
era morto molti anni addietro.)
8. Prima di Lily Evans, si era invaghito di una
Corvonero del quinto anno. Aveva due meravigliosi occhi blu e tante
lentiggini sul naso.*
(Credeva di essersene innamorato, credeva di
essere finalmente riuscito a togliersi dalla testa Lily Evans.
Si chiamava Beckah ed era bella, bella,
bellissima. Si sorprendeva a fissarne i lunghi capelli biondo oro, una
nuvola gonfia e morbida che le incorniciava il viso, le lentiggini che
spruzzavano le gote e il naso, i suoi occhi d’un intenso blu notte, blu
zaffiro.
Poi però, solo pochi giorni dopo, aveva visto
Severus Piton sorridere a Lily in maniera che reputò pericolosa e
di Beckah restò solo il ricordo di una bella ragazza dai meravigliosi
occhi blu e tante lentiggini sul naso.)
9. Preferiva la birra Babbana alla Burrobirra;
la bevanda tanto in voga nel mondo magico era fin troppo dolce, per il
suo palato.*
(Detestava il sapore dolciastro e vagamente
nauseante della Burrobirra, densa, caramellosa e schiumosa. E se Remus
ne ingeriva in quantità smisurate, lui se ne teneva ben lontano.
D’estate, però, quando Sirius alloggiava da
lui per quelle due o tre settimane, aveva l’abitudine di scendere sino
in paese e sedere al tavolo di un bar Babbano, ordinando una birra,
meravigliosa e gelida. L’asprezza che pizzicava alla gola e restava
appiccicata al palato era squisita, il debole sentore alcolico
eccitante.
E ne beveva più di quanto fosse lecito.)
10. Il 31 ottobre del 1981, sebbene fosse
disarmato, morì combattendo, morì con coraggio, morì da Grifondoro.
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NdA: Questa storia è stata scritta in
collaborazione con nals (i punti contrassegnati da asterisco sono suoi;
io mi sono solo limitata ad approfondirli) e posso dire di avercela
finalmente fatta!
Il primo punto è stato tratto da Aspettare,
della stessa nals, che mi ha concesso di usare l'idea di fondo.
Ultimo messaggio a coloro che seguivano Anonymous: nel pomeriggio arriveranno le risposte alle recensioni!
Passo e chiudo.
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