Chapter 1
Mi allacciai le scarpe pronta per affrontare un'altra giornata di duro allenamento. Tre ore di straziante allenamento di atletica.
Uscii di casa con addosso felpa e leggins. Chiusi dietro di me la porta di casa e mi avviai verso il centro sportivo in macchina.
Arrivai e, come al solito, dovetti aspettare qualche misuto prima di entrare nel grande centro. Ero stufa dell'attesa così
cercai di farmi spazio tra ragazzi pieni di sudore e accaldati a causa dell'intenso allenamento.
Dopo alcuni minuti riuscii a sorpassare la massa di corpi sudati. Mi diressi verso lo spogliatoio riponendo la borsa e
le chiavi sopra una panchina per poi andarmi ad allenare.
George, il mio allenatore, un uomo alto e muscoloso, capelli neri con qualche sfumatura di grigio e occhi nero scuro,
mi stava squadrando da capo a piendi con fare inquisitorio. Alzai gli occhi al cielo. Non ero mai andata a genio a
George, mi aveva sempre parlato con riuttanza e ogni volta che gli porgevo una domanda cercava sempre di dare una risposta vaga.
'Ana' gridò con tono infuriato.
Corsi verso di lui quando quel suono acuto mi riportò alla realtà,mi piantai davanti a lui assumendo una posizione
eretta e decisa. Una figura alta e muscolosa fece ombra su di me.
'Ana ti presento Harry, è nuovo e vorrei che tu gli mostri cosa facciamo noi per allenarci.'
Allungò la mano, io feci lo stesso rispondendo al suo gesto di cortesia stringendo la sua mano alla mia.
Mi sorsprese grande diffeenza di grandezza tra la mia mano e la sua, la mia era nettamente più piccola
e fredda mentre la sua era grande calda e morbida. Harry sfoggiò un sorriso mostrando due tenerissimi
solchi che incorniciavano le sue guance. Io feci un sorriso timido, tingendo leggermente di rosa le mie guance.
'Piacere' dissi quasi sotto voce.
'Il piacere è tutto mio.' disse spostando un ciuffo riccio falla sua fronte. Dischiusi leggermente la bocca notando
le iridi verde smeraldo che mi stavano fissando, sentii il battito cardiaco rallentare poco a poco e il respiro bloccarsi.
'Respira' disse avvicinandosi pericolosamente al mio viso.
Seguii il suo consiglio ricominciando a respirare provocando un sorriso soddisfatto e sfacciato nel suo viso. Dalla sua reazione
dedussi che la reazione che avevo avuto per lui era completamente normale, segno certo di un notevole numero di ragazze ai suoi piedi.
Cominciai a correre senza avvertirlo dell'inizio del giro, cercando così di evitare il suo sguardo agghiacciante.
Pochi minuti dopo, sentii dei pesanti passi venire verso di me, sapevo che, data la sua altezza avrebbe avuto un vantaggio su di me,
le mie esili gambe non avrebbero retto il confronto con le sue nettamente più toniche e lunghe.
Cercai di seminarlo accelerando il passo, con scarso risultato però, sentii dietro di me il suo respiro corto e affannato sempre più
vicino a me. La sua stanchezza era evidente, dato il suo fiato. In questi casi ringraziavo George di avermi dato delle lezioni in più
sulla resistenza della corsa, così cominciai a correre più intensamente finché non sentii finalmente il suo passo rallentare dietro di
me 'così si fa' disse la mia vocina interiore compiacendosi con me della missione riuscita.
'Aspetta' supplicó.
Mi girai e vidi che si manteneva in equilibrio poggiando le mani sulle cosce, facendo scorrere le goccie di sudore su tutto il suo viso.
'Ma quanto cazzo corri?' disse con tono scherzoso ma ancora affannato.
'La delicatezza non è il tuo forte, eh?' domandai incrociando le braccia al petto.
'Non quando una ragazza mi fa correre per 10 Km senza nemmeno fermarsi un minuto.'
Cavolo avevamo davvero fatto 10 km senza che me ne accorgessi? 'Sempre la solita imbranata' in quel momento avrei voluto sotterrare
quella vocina stridula che rimbombava nella mia testa, non facendo altro che insultarmi e conplimentarsi di se stessa,era irritante.
Mi guardai intorno notando che ci eravamo allontanati un bel po' dal campo sportivo. Mi girai verso Harry , il quale stava
cominciando a riacquistare un respiro regolare e meno affannato, alzò lo sguardo verso di me facendo cadere qualche ciuffo
bagnato di sudore sulla sua fronte,delle piccole goccie cristalline rigavano il suo viso facendo risplendere quei bellissimi
occhi verdi incorniciati da lunghe e folte ciglia nere.
'S-scusa non pensavo di arrivare così lontano in così p-poco tempo' dissi minacciata dal silenzio assordante della natura che ci circondava.
'A me sinceramente non dispiace affatto' disse alzando il sopracciglio destro.
Distolsi lo sguardo dal suo viso, dirigendolo verso le mie mani intrecciate. Mi sentivo così piccola, nonostante il mio
metro e sessantasette, rispetto a lui e alla sua muscolatura possente mi sentivo come un piccolo ramo sotto un salice.
Vidi che la mia mano fu afferrata dalla sua posandoci le sue carnose e rosee labbra, ritrassi immediatamente la mano dalle
sue labbra impaurita dalle sue intenzioni.
'Cosa c'è? Non ti voglio fare del male, voglio impedirti di farti del male.'
Quella sua affermazione mi spinse a guardare la mia mano, la quale era completamente rossa e segnata da graffi contornati
da una riga scarlatta. Nascosi la mano ferita dietro la schiena mostrando diffidenza al suo gesto.
'Quanti anni hai?' chiese con garbatezza.
'Ne ho diciassette' risposi quasi in un sussurro.
Spalancó le sue grandi iridi verdi squadrandomi da capo a piedi.
'Wow, sei una ragazza giovane e sportiva e soprattutto competitiva a quanto pare.' disse stupito.
'Anche tu sei uno sportivo, si vede, ma per quanto riguarda la resistenza, sei leggermente scarso.' dissi soddisfatta
delle parole che erano uscite senza preavviso dalla mia bocca.
'Non è che sono scarso, è che mi sono fermato a guardare il tuo splendido fondoschiena. Hai dei glutei molto tonici.'
Gli rifilai uno schiaffo sulla guancia provocandogli un notevole arrossamento, si strofino la parte arrossata mostrando il viso imbronciato.
'Era solo un complimento, non avevo intenzione di farti arrabbiare.' disse facendo la vittima.
'Non fare la vittima, so come siete fatti voi uomini.'
'E dimmi come sono.' disse ironico.
'Lo sai come sono, tu sei uno di loro e ti comporti tale e quale. Non fare il finto tonto.' dissi con tono alterato.
'Aspetta un attimo, tu staresti dicendo che io sono uguale a tutti gli altri? Tutti quanti ti fanno bloccare il respiro
e ti fanno arrossire? Cavolo allora mi ero illuso, pensavo di poterti provocare tutto questo' disse con tono leggermente offeso.'
'Ma come ti permetti, potrei anche avere problemi respiratori e la pelle arrossata' dissi infuriata.
'Beh per quanto riguarda il problema respiratorio, sarebbe davvero il colmo dato che fai atletica e il secondo punto,
in fondo potrebbe essere anche vero,dato che le tue guance sono ancora arrossate.'
Feci un passo indietro vedendo la sua possente figura avvicinarsi sempre più percolosamente verso di me.
'Hai paura?'disse con voce roca.
'S-si sta facendo t-tardi. Forse è meglio che torniamo al campo.'
dissi girandomi dando le spalle ad Harry. Fui bloccata da una mano che stringeva saldamente la mia felpa.
'Guardami negli occhi.' disse con voce dura e leggermente preoccupata di qualcosa che non riuscivo a capire.
Mi girai con lo sguardo fisso verso il basso, ma una mano calda e morbida sollevó all'insù il mento così da indurmi a
guardarlo negli occhi. Notai che il colore dei suoi occhi non erano più splendenti come la prima volta che li avevo visto,
bensì erano opachi e scuri, la bocca formó una linea dura come anche i suoi lineamenti. Spalancai gli occhi, impaurita da
ciò che mi avrebbe potuto fare.
'Allora è vero, hai paura di me.'
Mandai giù il groppo che mi si era formato in gola e annuii alla sua affermazione.
In seguito al mio gesto allentò la presa dalla mia felpa, abbassando lo sguardo e girandosi verso il grande campo.
Questo è la mia seconda Fan Fiction, la prima non è stata molto apprezzata, spero che questa dato che è di un'altro genere vi piaccia.
Vi prego non mi deludete a 2 recensioni aggiorno.
Baci Eli. x
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