“Ma se ci alzassimo dal letto
non sarebbe meglio?”
Mi volto e guardo Bella coperta solo dal mio lenzuolo i capelli tirati su in
una coda scombinata, la trovo ancora più bella del solito, forse perché ora è
nuda, nel mio letto, mia.
Mi avvicino e la prendo tra le mie braccia, strofino in naso sul suo collo e mi
metto a mugolare come un bambino.
In risposta ricevo delle risate e il ricambio del mio
abbraccio e non riesco a crederci che la seconda possibilità che tutti mi
dicevano toccare anche a me sia arrivata e sia stata così incredibile; il fatto
è che Bella è incredibile, in ogni cosa che fa, nel modo in cui mi ha salvato.
E non parliamo del sesso, penso di dover dare per una volta ragione a Emmett, l’astinenza non fa bene, almeno per me.
“Vogliamo fare i ragazzi o facciamo le persone
mature?”
Quel piglio da maestrina invece che irritarmi mi eccita ancora di più e in un
secondo prendo Bella sotto di me , voglio fare ancora
per un po’ il ragazzino.
“Io sono un adolescente con gli ormoni impazziti” le dico sorridendo tra un
bacio e l’altro.
“E allora cerchiamo di calmarli poverini” Sorride anche lei.
“Edward il caffè si fredda”.
L’odore inebriante della caffeina si sparge per tutta la mia casa, ebbene si, alla fine ha vinto lei e mi ha fatto alzare, e ora è in
cucina intenta a preparami il caffè. Sono ancora un po’ scosso ed eccitato a
dire il vero, ma devo fare l’uomo, ho tante, troppe cose da dirle, ci sarà
ancora tempo per altro. La raggiungo in cucina; potrei abituarmi a vederla
armeggiare con i miei mobili.
“Come è che hai detto stamattina? Ah
si mi ci potrei abituare” dico scimmiottando la sua voce.
Mi avvicino mentre mi alza gli occhi al cielo, prendo le tazze e la invito a
seguirmi sul divano, ora tocca a me.
“Bella, per prima cosa devo chiederti scusa” le dico mentre si accomoda sul
divano a gambe incrociate, indossa una mia maglia del tour, mi sorride tenendo
la tazza con due mani e soffiando per raffreddare il caffè bollente.
“Sono stato uno stronzo, ma lo avrai capito, non ho voluto farti del male a New
York, sono venuto per cantare ma soprattutto per vederti e ho rovinato tutto. Per
farti capire cosa mi passa nella mente ti ho lasciato quella lettera, ma devo
parlarti dal vivo con il cuore in mano. Il mio passato è complicato; è di
dominio pubblico come siano andate le cose tra me e la mia ex, ma nessuno,
fortunatamente ,sa che ho passato dei bruttissimi
momenti. Sono stato depresso, lo sono ancora ma tu hai fatto diventare più
potente quella luce che il mio piccolo Peter teneva su da solo. Sono stato
chiuso in casa per parecchio, vivevo solo per Peter, scrivevo, cantavo e mi
occupavo di mio figlio, i miei genitori, i miei amici hanno cercato di aiutarmi
in ogni modo, ma mi sono chiuso in me stesso. Mi dispiace dirtelo così, nessuna
ragazza vuole sentire parlare della ex del compagno,devo
farlo: ma ho amato Jessica con tutto me
stesso, pensavo di aver trovato la donna per me, ero arrivato a non essere più
me stesso per lei, a ridurmi ad una altra persona per farla felice e tanto meno
a immaginare che la vita che volevo io fosse la stessa che voleva lei, ma non è
andata così. Con l’arrivo di Peter le cose
si sono incasinate ancora di più fino alla conclusione che sai anche tu. Ti
dico queste cose perché non voglio più segreti tra di noi, non voglio più cose
non dette, voglio essere sincero. Ho avuto una vita
impegnativa fino ad ora, ma con te voglio iniziare da zero, ovviamente con il
mio piccolo paperotto, siamo in due noi.”
La osservo e sembra pensierosa, appoggia la tazza sul poggiapiedi davanti al
divano e si accoccola vicino a me.
“Pensi ancora a lei?” Domandone, eccolo, lo aspettavo
“Ogni tanto si, ma penso a lei come la mia illusione
più grande, cerco di capire cosa ho sbagliato per non accorgermi che lei con me
non era felice”
“L’hai più sentita? E Peter?”
“No, non si è più fatta sentire, è sparita nel nulla. Peter
non la conosce quasi, i primi periodi gli parlavo di lei, ma ora non lo faccio
più, perché dovrei parlargli di una donna che non lo ha mai voluto?”
“Edward è sempre la madre di tuo figlio però”
“Ha deciso di andarsene, di non interessarsene, per me non ha alcun diritto su
Peter, e non lo dico per cattiveria, non uso mio figlio contro di lei, dico
solo che lei non è la famiglia di Peter”
“Tornerà?”
“Spero di no, ma se dovesse tornare ci sarai tu ad aiutarmi a mandarla via come
ha fatto da sola”
Le sorrido e la stringo ancora più a me.
“Quella donna è pazza, te lo dico io”mi sussurra all’orecchio.
“E io sono pazzo di te” ribatto guardandola negli
occhi.
Un altro bacio, le mani sotto le maglie pronte ad accarezzare ogni centimetro
di pelle libera, aveva ragione Emmett, l’astinenza
non fa per me.
“Ali, tutto bene?Quando tornate?”
“Allora?”
Alice urla al telefono, la solita impaziente.
“Ma cosa urli? Stai buona, va tutto benissimo,
volevamo sapere solo quando torna il piccolo cantante, avrei un premio per lui”
“VOLEVAMO???”
Ma cosa fa controlla ogni mia parola? Il plurale
l’ha sconvolta evidentemente.
“La smetti?”
sto cercando di mantenere la calma con Bella che ha ascoltato tutto e se la
ride di gusto.
“Dato che una ride e l’altra non si vuole fare i cazzi
proprio, cosa ne dite di parlarvi tra di voi? No
almeno io mi salvo da voi due”
Lancio il telefono a Bella, lo prende al volo e inizia a parlare con Alice; le
sento ridacchiare, fortuna che ero io il ragazzino a letto poco fa.
Alzo gli occhi al cielo e mi sposto in cucina, troppo movimento il mio stomaco
chiede pietà. Mi metto a preparare dei sandwich mentre sento Bella
chiacchierare amabilmente con Alice, e involontariamente mi viene in mente il
ricordo di Alice e le poche volte che chiamava Jessica, sempre scorbutica, e poco interessata ad avere un
rapporto con mia sorella, quante volte mi aveva detto di trovarla
fastidiosa e io annuivo per non darle contro, è incinta, sarà l’umore
altalenante pensavo. Si, come no.
“Ed, Alice ti vuole parlare, dice che è tranquilla
ora”
Bella interrompe i miei pensieri e mi rilancia il cellulare.
“T’ammazzo”
“Ti voglio bene anche io
fratellone, comunque, io e Peterino siamo dalla mamma,
mi è stato detto di arrivare tra due ore. A dopo.” E chiude la
conversazione, non poteva dirmi così anche prima senza quella solita scenetta?
“Ma che le hai detto?” chiedo a Bella che mi ha raggiunto
in cucina ed è appoggiata al bancone.
“Cosa da donne”mi risponde facendo la vaga.
Spero per me e per lei che le cose da donne non siano nulla di troppo
dettagliato, per me perché se lo sa Alice in telepatia
quasi, lo sa anche Emmett e non la smetterebbe di
commentare. Faccio finta di niente e continuo la mia opera culinariacon
Bella che fa partire il mio cd vecchio, non l’ultimo uscito.
Never Gonna Leave This Bed è la prima traccia.
“Direi azzeccato no?” mi lancia uno sguardo e in un secondo si
infila in camera mia.
“Perfetto” le urlo mentre salto gli ostacoli della mia cucina e la seguo, il
mio stomaco si può arrangiare ancora per due ore!
“Non farmi ripetere la scenetta di prima”
Mi sussurra Bella.
“Ti ricordo che sei stata tu a lanciarti nel mio letto, io stavo preparando il
pranzo che ormai potrebbe diventare cena” non riesco nemmeno più a trattenermi
con lei e la invito a fermarsi a cenare con me e Peter.
Bella si stacca dal mio abbraccio e volta il viso dell’altra parte.
“Ehm, mi dispiace ma ho una cena di lavoro, vorrei rimanere con voi ma non
posso rimandare”
“Ehi, non preoccuparti”
Cerco di trattenerla ma in un secondo è già in piedi intenta a rivestirsi.
“Bella, che succede?”
Mi sorride e mi lancia la maglietta.
“Succede che Peter sta arrivando, e con lei Alice, vestiti!”
Non ho il tempo di pensare allo strano
comportamento di Bella che suonano alla porta, mi vesto in due secondi e andiamo,
insieme, ad aprire la porta. Peter è in braccio alla zia che sorride, il mio
piccolo. Non appena mi vede si lancia tra le mie
braccia e lo riempio di baci mentre le due donne ci osservano ridendo.
“Eccolo qui il mio cantante! Ma
allora ti piace la musica di papino!”
Lo alzo verso il soffitto e lo faccio ridacchiare, ma qualcosa attira la mia
attenzione.
“Alice, ma cosa avete fatto oggi?”
Alice abbassa lo sguardo e inizia a divagare su giri, compere e altre attività.
“Ali, cosa avete fatto?”
“Fratello su non fare il noioso, l’ho portato ad aggiustare i capelli che
stavano crescendo disordinati e già che c’ero ed era così carino abbiamo fatto
un po’ di foto”
Ma si può? Alice non cambia mai.
“Si ma prima di pubblicarle ti avrei chiesto il
permesso!”
Pubblicarle??
“Nel blog no, te l’ho già detto, pubblica le mie ma non Peter”
Su questo sono sempre stato inamovibile, osservo Bella che sorride
ma ha lo sguardo nel vuoto, sta pensando a qualcosa altro, e non mi sembra un
pensiero felice.
“Alice ne parliamo dopo, comunque niente foto.”
La sento sbuffare mentre mi avvicino a Bella con Peter in braccio e lei ritorna
tra di noi e si mette a giocare con mio figlio che la riconosce, le do Peter e
li lascio giocare mentre mi avvicino a Alice.
“Fratellone allora, come procede? Dai vostri visi
rilassati direi che funzioni ancora”
Ma sto parlando con Emmett o
con Alice?
“Emmett esci da questo
corpo!”
“Se, divertente, guarda che ne so forse più io di voi due
insieme”
“Strappatemi le orecchie vi prego”
C’è un limite a tutto, e sentire mia sorella più piccola che mi parla di sesso,
proprio non riesco.
“Ed sei proprio antico. Comunque ragazzi e paperotto,
vi saluto. Bella ci vediamo domani in redazione!”
Alice lancia baci e fa la sua uscita da super star, strano, non ha fatto molte
domande, niente interrogatorio per me.
“Carotino, ti chiamo dopo”
Come non detto.
“Ed, anche io devo proprio andare”
Bella sistema Peter nel suo seggiolino e si avvicina, mi bacia con una passione
che quasi mi travolge, le sue mani strette sul mio viso, il desiderio che torna
forte tra di noi. La stringo forte a me e vorrei non lasciarla andare.
“Se devi proprio, fosse per me non ti lascerei andare”
Sorride e appoggio la testa alla mia spalla, mentre Peter ride.
“Lo divertiamo”
Mi sussurra con tenerezza, sorrido anche io e mi volto
verso mio figlio facendogli una faccia buffa.
“Carotino, ti chiamo dopo”
Bella, anche tu no.
“Signorina Swan, per piacere, evitiamo
nomignoli idioti”
Mi lascia un veloce bacio sulle labbra, prende le sue cose e
esce dalla porta, mi viene in mente che è venuta in taxi e non ha chiamato per
farsi venire a prendere, alzo Peter dal passeggino e corriamo alla porta ma
Bella è già sparita. Esco dal vialetto e guardo verso la strada ma di lei
nemmeno l’ombra, sarà venuta con un auto a noleggio,
non posso essere sicuro sia venuta in taxi, non ne abbiamo parlato; mi convinco
e rientro in casa con il mio piccolo.
“Canterino, facciamo la pappa”
Peter mi guarda e fa le bolle con la saliva.
“Lo prendo come un si”
???