DOMANDA…E RISPOSTA?
“Posso chiederti una cosa,
Sasuke-kun?”
“Se proprio devi farlo quando mi alleno…”
“Non è difficile, è una domanda
abbastanza semplice…”
“Non mi aspetto certo che tu sia in grado di pormi domande
trascendentali, Sakura…Che vuoi?”
“Beh, tu hai sempre detto che vuoi uccidere Itachi e
riformare il tuo clan. Giusto?”
“Non farmi ripetere inutilmente come tuo solito.”
“Non era questa la domanda.”
“E allora?”
“Come pensi di riformare il tuo clan?”
Sasuke smise per un attimo di gettare gli shuriken contro il bersaglio
appeso a parecchi metri di distanza. Aveva sempre fatto centro, come
suo solito. Aggrottò la fronte, gli occhi ebano socchiusi e
sospettosi rivolti versa la figura in piedi accanto a lui. Sakura
sorrideva, non il suo consueto sorriso dolce e accattivante.
Più un risolino leggermente beffardo, cosa che lo
irritò non poco.
Sakura non lo guardava mai ironicamente.
Sakura lo ammirava, venerava, idolatrava, gli occhi sempre intrisi di
amore e profonda ammirazione.
E lui per questo aveva sempre la scusa pronta per denigrarla e
ignorarla.
Ma Sakura non usa mai questo tono mordace con me.
E poi…Che significa quella domanda?
Lei non smetteva di sorridergli. Al che lui, assumendo come sempre
un’aria altera, ricominciò a tirare gli shuriken.
“Quesito sciocco. Non che mi stupisca.”
“Beh, allora puoi rispondermi, Sasuke-kun. Evidentemente non
ci arrivo…”
Ancora quel tono canzonatorio! Ma che le è preso?
Si sforzò di restare indifferente, ma i suoi occhi tradivano
un lampo d’ira.
“Riformerò il mio clan per riportarlo ai fasti di
un tempo. Il nome degli Uchiha tornerà ad essere il
più venerato dell’intero villaggio.”
“Questo lo so…Ma come lo riformerai?”
“…Che intendi?”
“Avrai dei discendenti, vero?”
“Chiaramente.”
“Non ci sono donne Uchiha in
circolazione…”
Adesso Sasuke era visibilmente imbarazzato, e furioso. Furioso
perché si sentiva stranamente a disagio e incapace di
replicare. Ma che diavolo stava cercando di dirgli Sakura.
Fu costretto a guardarla.
“Ovvio che non ci sono.”
“Quindi non dovrai sposarti con una persona del tuo clan,
Sasuke-kun…”
Ora era visibilmente inviperito. Anzi. Imbarazzato. Cercò di
guardarla con alterigia, ma non ci riuscì.
I suoi occhi verdi erano sempre più grandi e lucenti, e il
sorriso sempre più evidente.
È un sorriso felice adesso. È il sorriso
di una
persona radiosa. Devo ammettere che quando sorride così
è...come dire…E’…
“Sasuke-kun…Ho ragione,o no?”
Lui scosse la testa, ricominciando a mirare il bersaglio. Non riusciva
a guardarla perché sentiva uno strano formicolio nel corpo.
Non riusciva a sostenere lo sguardo.
Ma che stupidaggini. Dovrei sapere risponderle per le rime.
Soprattutto
a domande così prive di senso.
Continuò a lanciare shuriken, sempre più veloce,
sempre più preciso.
“Perché dovrei pensare adesso a queste cose?
Perché dovrei avere una risposta?”
“Sasuke-kun, tu vivi nel passato ma non dimentichi mai di
pensare al futuro. E certo avrai una risposta anche a
questo…”
“Beh…E’ naturale che non sarà
un’ Uchiha…Insomma ma che significa…Ma
mi spieghi perché tutto questo interrogatorio?! Di una cosa
che poi avverrà tra chissà quanto!”
Fu allora che Sakura scoppiò e ridere, e passandogli molto
vicina gli voltò le spalle, dirigendosi verso
l’entrata di Konoha.
“Nulla, Sasuke-kun, nulla. Però ormai dovresti
sapere che sono una persona molto paziente…”
E gli ultimi shuriken caddero tutti a vuoto.
Non chiedetemi come e perché mi sia venuta in mente
una cosa
del genere…Nulla di che, davvero! Questa è
l’università che gioca brutti scherzi ahimè! Brevissima
one-shot senza alcuna pretesa sulla mia coppia adorata, nella speranza
che Masashi Kashimoto ascolti le mie preghiere per la formazione di un
futuro clan Uchiha:-)
Un grazie a tutti coloro che lasceranno un (anche feroce!) commento!
Baci, arwen
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