Dìs rivendica il trono no imm
Titolo: Dìs
rivendica il trono
Avvertimenti: Spoiler
Genere:
malinconico, sentimentale
Personaggi:
Dìs, Balin, Dain, Ori, (Fili, Kili, Thorin)
Pairing:
Slash (Bofur/Ori accennato)
Note: Sono
sempre stata sicura
che la prima ff che avrei pubblicato su Lo Hobbit sarebbe stata un
bello slash Fili/Kili, e invece ecco qua! Perché a essere
sincera non mi è mai andato molto giù che Dain si
sia
inguattato il trono. Tiè Dain! Alla facciaccia tua! AhAhAh!
Sono tutti
riuniti nella sala principale, silenziosi davanti alla
solennità dell'evento. Ogni nano tace, non riuscendo a
proferire
parola. Quelli in fondo, più lontani, non vedono la
cerimonia,
ma avvertono l'atmosfera tesa.
Balin, in piedi
vicino al trono, regge in mano la corona che un tempo
fu di Thráin e che in quel momento dovrebbe essere sulla
testa di Thorin
e non su quella di Dain. Dain è in ginocchio davanti a lui,
pronto a diventare re anche di Erebor - sembra quasi che i Colli
Ferrosi non gli bastino più.
Dietro di lui,
non molto distante, la compagnia osserva con un macigno
sul cuore la scena. Avrebbero preferito di gran lunga vedere Thorin
venire incoronato, o se il fato proprio non lo avesse voluto,
perlomeno uno dei due eredi, Fili o Kili.
Solo Nori e Dori
non sembrano più di tanto infastiditi, in fondo
Dain è già re, pensano, un re giusto a quanto
sentono,
saprà governare Erebor nel migliore dei modi. Ori non la
pensa
come loro, neanche un po'.
La corona
è sottile, in oro massiccio, ornata giusto da qualche
piccolo
rubino che brilla alla luce delle numerose fiaccole che illuminano la
sala a giorno. È stata sistemata, lucidata e riportata
all'antico splendore pochi giorni prima da abili nani, e per tutti
è come vederla la prima volta.
Il cerchio
è ormai vicino alla testa di Dain, ai numerosi
capelli scuri che scendono lungo le spalle, e Balin trattiene il
respiro. Per la prima volta nella sua lunga vita non è
sicuro di
quello che sta per fare. Una voce lo risquote dai suoi pensieri
confusi, è forte e coraggiosa, e molto familiare.
- Rivendico
il trono! In nome dei miei poveri figli, Fili e Kili,
morti troppo giovani, e di mio fratello, il legittimo re sotto la
montagna, Thorin Scudodiquercia, io lo rivendico! La stirpe di Durin
non si è interrotta, ci sono ancora io, Dìs,
figlia di
Thráin!
Dain la guarda
farsi largo in mezzo alla folla, stupito e
innervosito da quell'interruzione, e la corona nel frattempo viene
lentamente allontanata dalla sua testa.
- Una donna re...
- mormora incuriosito.
Balin sorride
dietro la lunga barba bianca. Il dolore per la perdita di
Thorin, Fili e Kili è stato grande, adesso è
rimasta
Dìs a rivendicare il trono e il nano la appoggia senza alcun
dubbio.
- Anche tu Dain,
cugino mio, fai parte della stirpe di Durin, ma sei
già re dei Colli Ferrosi. Lascia che sia un discendente di
Thráin a regnare su Erebor. I miei due fratelli sono morti,
i miei
figli anche, io... rivendico il trono in nome di tutti loro!
C'è
silenzio nell'enorme sala del trono, nessuno osa fiatare, la
decisione spetta a Dain, ma dovrà essere approvata da Balin.
Dìs li
sente alle sue spalle, prima dei nani della compagnia,
prima degli sguardi dei presenti sulla sua schiena, Dìs
avverte i
suoi figli e suo fratello che la sostengono e le fanno
coraggio. La
sua è una scelta importante, mai una donna ha
regnato sui nani,
sarebbe la prima volta.
- In effetti
Dìs ha ragione - la voce tremante che rompe il
silenzio è quella di Ori, è impaurito dalle
reazioni che
la sua affermazione potrebbe suscitare. Sta deliberatamente appoggiando
Dìs, e i suoi fratelli sembrano non pensarla come lui - Per
discendenza spetterebbe a lei. È figlia di
Thráin, precedente re
sotto la montagna, madre di due eredi al trono e sorella di altri due,
non sarebbe troppo strano se fosse lei a regnare.
Lo sguardo che
Dain lancia a Ori è tagliente, affilato come il
pugnale che il mancato re vorrebbe conficcargli adesso nella gola.
- No, sei una
donna Dìs - è la sua risposta, che
però non viene accettata né da Balin
né da Dìs stessa.
- E con questo?
Sono una nana, si, ma non ho meno coraggio di te e so
combattere meglio di altri. Mio padre, tuo zio, mi ha allenato insieme
ai miei fratelli a suo tempo, te ne dovresti ricordare. Io posso
governare Erebor.
- No,
è inaccettabile.
- Questo
lasciamolo decidere a chi deve essere governato - si
intromette Balin - Si voti per eleggere il proprio re, o la propria
regina.
I due avversari
annuiscono, poi si voltano verso i presenti. Entrambi
mostrano uno sguardo serio, sincero e sicuro quello di Dìs,
forte ma duro quello di Dain.
- Io sono
Dìs, figlia di Thráin, sorella del nobile
Thorin Scudodiquercia. Rivendico il trono per lui e per i miei figli,
suoi eredi.
- Con la sua
avidità Thorin ha portato tre razze a una guerra, di nobile
in lui c'è ben poco - replica il nano.
- Non insultare la memoria di
mio fratello. È vero ha sbagliato, infine si è
lasciato
accecare dall'avidità e dall'oro e ha perso di vista
ciò che era davvero
importante, la pace con gli umani e gli elfi, ma chiunque dentro questa
sala non può negare il suo coraggio e la sua
lealtà,
disposto a sacrificarsi per salvare il resto della compagnia, disposto
a proteggere ognuno di loro fino all'ultimo. Quando gli orchi e i
mannari hanno attaccato Erebor, lui è sceso in
guerra al tuo fianco,
Dain, e a quello degli uomini e degli elfi, ha combattutto con onore, i
miei figli sono morti per proteggerlo,
perché credevano in lui e lo ammiravano. Io sono
sua sorella, sono una donna
si, ma sono un nano come voi e non sarò accecata dall'oro e
dal
potere, perché non voglio veder soffrire nessun altro come
sto
soffrendo io, non voglio che altri perdano i propri cari come
è
successo a me. La pace e il rispetto per gli altri sono le cose
più importanti, ricordalo Dain.
Balin la osserva,
è orgoglioso di lei, così tanto che la vorrebbe
abbracciare.
- È
vero. Thorin, mio cugino, era coraggioso e leale, ma quello
che ha causato alla fine la dice lunga su di lui e la sua famiglia,
siano essi figli, nipoti, fratelli o sorelle. Chi ci assicura che tu
non sia come lui?
- Io sono come lui! Lo stesso
sangue ci scorre nelle vene, abbiamo gli stessi capelli, la stessa
barba, gli stessi occhi, lo stesso cuore che ama Erebor. Sono come lui
ma, come hai detto tu stesso, sono una donna, e sono anche diversa da
lui, e non solo fisicamente. Io ho sempre visto molte cose in modo
diverso, combatto, sono anche fabbro se lo
voglio, o giocattolaio, ma sono una donna nano, e questo basta a
differirci.
Balin annuisce,
poi si rivolge a Dain, aspettando che continui il suo discorso.
- Va bene, si
vada a votazione - ringhia il nano, innervosito.
- Non abbiamo
tempo per preparare un'elezione come si deve, dovremo
arrangiarci. Chi decide di votare per Dìs si sposti verso la
propria sinistra, chi vota Dain si sposti sulla propria destra.
La folla riunita
nella sala lentamente si divide. C'è ancora
qualche indeciso, che preso alla sprovvista dall'arrivo
della nana non sa
cosa fare, ma alla fine si affida a ciò che crede sia meglio.
Balin da vicino
al trono rialzato comincia a contare, aiutato da
Dwalin, che si è schierato anche lui con Dìs. I
due nani
la conoscono bene sin da quando era piccola e l'hanno vista crescere,
sposarsi, crescere a sua volta i suoi due figli e soffrire. Sanno che
dentro è logorata dal dolore. Ma è sempre stata
forte,
per questo scelgono lei. Lei può governare Erebor.
I due nani
impiegano più tempo del previsto a contare, ma alla fine la
vittoria è schiacciante.
- È
deciso - annuncia
Balin con voce solenne - è stato scelto il
successore. Dìs, figlia di Thráin, della
stirpe di
Durin, è la nuova, e prima, regina sotto la Montagna.
Si alza un boato,
in molti sono sorpresi.
Ori sorride
sollevato, Bofur dietro di lui gli palpa il sedere facendolo sussultare
e sghignazza nel vedere il suo rossore.
- Sei stato bravo
prima - gli mormora all'orecchio, cercando di non
farsi vedere dai suoi fratelli maggiori, che non aspettano che un
pretesto per ucciderlo.
L'abito che
Dìs indossa
è stato cucito dalle migliori sarte di Erebor. È
rosso
scuro, regale, con la gonna non troppo larga e lunga quanto basta
per intravedere gli stivali scuri in cuoio. Le maniche sono
lunghe
e
strette. Sopra la veste indossa un'armatura leggera in argento che le
arriva alla vita, con alcuni intarsi rossi fini e molto
delicati.
I
capelli le sono stati intrecciati appena, senza esagerare. Sono neri e
lunghi, ricordano molto quelli di Thorin, e qualche piccola
treccia spunta
fuori da sotto la folta chioma.
È in
ginocchio davanti a Balin che, con un sorriso finalmente gioioso, le
poggia la corona sopra la testa.
«Le dona», pensa il nano mentre si allontana di
qualche passo per
permettere a Dìs di alzarsi e girarsi verso il loro popolo.
La
corona che le cinge la testa è stata indossata da
Thrór,
poi da Thráin,
da tutti i loro predecessori, sarebbe stata indossata anche da Thorin
se solo il fato non fosse stato così crudele, ma ora tocca a
lei portarla, e lo farà con onore.
Lo sguardo che rivolge al popolo di Erebor è dolce, come
quello
che solo una donna e una madre sa dare, ma anche austero e serio:
nessuno la potrà ingannare, nessuno la
sottometterà.
- Grazie per aver riposto in me la vostra fiducia, non vi
deluderò. E regnerò anche in nome dei miei figli
e di mio
fratello, con rispetto per voi, per il popolo dei nani e per gli altri
popoli, e con saggezza.
Balin le porge la mano e la aiuta a raggiungere il trono e a sedersi,
poi fa qualche passo indietro e la scruta con un sorriso benevolo, di
quelli che gli rivolgeva quando era ancora piccola, pieno di affetto e
fiducia. Si inginocchia, portando una mano al cuore e chinando appena
la testa.
- Mia regina... - mormora.
Dietro di lui Dwalin fa lo stesso, poi Ori lo imita, e insieme a lui
Bofur, seguito da Bifur, Oin, Gloin, anche Nori e Dori si
inginocchiano, nonostante inizialmente non fossero a favore di
Dìs. L'intera compagnia si inginocchia di fronte alla nuova
regina e dietro di loro tutti i presenti nell'enorme sala si inchinano
a lei. Come se un vento li avesse spinti in avanti, i
nani e
le nane che non sono riusciti a entrare fanno lo stesso.
Dìs trattiene appena un singhiozzo, mentre poggia le mani
sul
grembo e osserva con attenzione il suo popolo renderle omaggio.
Balin alza gli occhi e li
vede, in piedi al fianco della regina. Thorin
le accarezza amorevolmente i capelli, Fili e
Kili, uno seduto sul bracciolo del trono l'altro ai
suoi piedi, sorridono soddisfatti, aggrappati alle vesti della madre.
Sospira, poi sorride e si dice che quella è stata la scelta
più giusta e saggia di tutta la sua vita.
- Madre! Io sarò il
re più forte che sia mai esistito! Più
forte anche di Thorin!
urla Fili. Thorin
sbuffa, divertito.
- E io lo
aiuterò sempre!
aggiunge Kili.
Dìs sorride.
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