Dìs rivendica il trono

di saku89
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Titolo:
Dìs rivendica il trono

Avvertimenti: Spoiler
Genere: malinconico, sentimentale
Personaggi: Dìs, Balin, Dain, Ori, (Fili, Kili, Thorin)
Pairing: Slash (Bofur/Ori accennato)
Note: Sono sempre stata sicura che la prima ff che avrei pubblicato su Lo Hobbit sarebbe stata un bello slash Fili/Kili, e invece ecco qua! Perché a essere sincera non mi è mai andato molto giù che Dain si sia inguattato il trono. Tiè Dain! Alla facciaccia tua! AhAhAh!
 



Sono tutti riuniti nella sala principale, silenziosi davanti alla solennità dell'evento. Ogni nano tace, non riuscendo a proferire parola. Quelli in fondo, più lontani, non vedono la cerimonia, ma avvertono l'atmosfera tesa.
Balin, in piedi vicino al trono, regge in mano la corona che un tempo fu di Thráin e che in quel momento dovrebbe essere sulla testa di Thorin e non su quella di Dain. Dain è in ginocchio davanti a lui, pronto a diventare re anche di Erebor - sembra quasi che i Colli Ferrosi non gli bastino più.
Dietro di lui, non molto distante, la compagnia osserva con un macigno sul cuore la scena. Avrebbero preferito di gran lunga vedere Thorin venire incoronato, o se il fato proprio non lo avesse voluto, perlomeno uno dei due eredi, Fili o Kili.  
Solo Nori e Dori non sembrano più di tanto infastiditi, in fondo Dain è già re, pensano, un re giusto a quanto sentono, saprà governare Erebor nel migliore dei modi. Ori non la pensa come loro, neanche un po'.
La corona è sottile, in oro massiccio, ornata giusto da qualche piccolo rubino che brilla alla luce delle numerose fiaccole che illuminano la sala a giorno. È stata sistemata, lucidata e riportata all'antico splendore pochi giorni prima da abili nani, e per tutti è come vederla la prima volta.
Il cerchio è ormai vicino alla testa di Dain, ai numerosi capelli scuri che scendono lungo le spalle, e Balin trattiene il respiro. Per la prima volta nella sua lunga vita non è sicuro di quello che sta per fare. Una voce lo risquote dai suoi pensieri confusi, è forte e coraggiosa, e molto familiare.
- Rivendico il trono! In nome dei miei poveri figli, Fili e Kili, morti troppo giovani, e di mio fratello, il legittimo re sotto la montagna, Thorin Scudodiquercia, io lo rivendico! La stirpe di Durin non si è interrotta, ci sono ancora io, Dìs, figlia di Thráin!
Dain la guarda farsi largo in mezzo alla folla, stupito e innervosito da quell'interruzione, e la corona nel frattempo viene lentamente allontanata dalla sua testa.
- Una donna re... - mormora incuriosito.
Balin sorride dietro la lunga barba bianca. Il dolore per la perdita di Thorin, Fili e Kili è stato grande, adesso è rimasta Dìs a rivendicare il trono e il nano la appoggia senza alcun dubbio.
- Anche tu Dain, cugino mio, fai parte della stirpe di Durin, ma sei già re dei Colli Ferrosi. Lascia che sia un discendente di Thráin a regnare su Erebor. I miei due fratelli sono morti, i miei figli anche, io... rivendico il trono in nome di tutti loro!
C'è silenzio nell'enorme sala del trono, nessuno osa fiatare, la decisione spetta a Dain, ma dovrà essere approvata da Balin.
Dìs li sente alle sue spalle, prima dei nani della compagnia, prima degli sguardi dei presenti sulla sua schiena, Dìs avverte i suoi figli e suo fratello che la sostengono e le fanno coraggio. La sua è una scelta importante, mai una donna ha regnato sui nani, sarebbe la prima volta.
- In effetti Dìs ha ragione - la voce tremante che rompe il silenzio è quella di Ori, è impaurito dalle reazioni che la sua affermazione potrebbe suscitare. Sta deliberatamente appoggiando Dìs, e i suoi fratelli sembrano non pensarla come lui - Per discendenza spetterebbe a lei. È figlia di Thráin, precedente re sotto la montagna, madre di due eredi al trono e sorella di altri due, non sarebbe troppo strano se fosse lei a regnare.
Lo sguardo che Dain lancia a Ori è tagliente, affilato come il pugnale che il mancato re vorrebbe conficcargli adesso nella gola.
- No, sei una donna Dìs - è la sua risposta, che però non viene accettata né da Balin né da Dìs stessa.
- E con questo? Sono una nana, si, ma non ho meno coraggio di te e so combattere meglio di altri. Mio padre, tuo zio, mi ha allenato insieme ai miei fratelli a suo tempo, te ne dovresti ricordare. Io posso governare Erebor.
- No, è inaccettabile.
- Questo lasciamolo decidere a chi deve essere governato - si intromette Balin - Si voti per eleggere il proprio re, o la propria regina.
I due avversari annuiscono, poi si voltano verso i presenti. Entrambi mostrano uno sguardo serio, sincero e sicuro quello di Dìs, forte ma duro quello di Dain.
- Io sono Dìs, figlia di Thráin, sorella del nobile Thorin Scudodiquercia. Rivendico il trono per lui e per i miei figli, suoi eredi.
- Con la sua avidità Thorin ha portato tre razze a una guerra, di nobile in lui c'è ben poco - replica il nano.
- Non insultare la memoria di mio fratello. È vero ha sbagliato, infine si è lasciato accecare dall'avidità e dall'oro e ha perso di vista ciò che era davvero importante, la pace con gli umani e gli elfi, ma chiunque dentro questa sala non può negare il suo coraggio e la sua lealtà, disposto a sacrificarsi per salvare il resto della compagnia, disposto a proteggere ognuno di loro fino all'ultimo. Quando gli orchi e i mannari hanno attaccato Erebor, lui è sceso in guerra al tuo fianco, Dain, e a quello degli uomini e degli elfi, ha combattutto con onore, i miei figli sono morti per proteggerlo, perché credevano in lui e lo ammiravano. Io sono sua sorella, sono una donna si, ma sono un nano come voi e non sarò accecata dall'oro e dal potere, perché non voglio veder soffrire nessun altro come sto soffrendo io, non voglio che altri perdano i propri cari come è successo a me. La pace e il rispetto per gli altri sono le cose più importanti, ricordalo Dain.
Balin la osserva, è orgoglioso di lei, così tanto che la vorrebbe abbracciare.
- È vero. Thorin, mio cugino, era coraggioso e leale, ma quello che ha causato alla fine la dice lunga su di lui e la sua famiglia, siano essi figli, nipoti, fratelli o sorelle. Chi ci assicura che tu non sia come lui?
- Io sono come lui! Lo stesso sangue ci scorre nelle vene, abbiamo gli stessi capelli, la stessa barba, gli stessi occhi, lo stesso cuore che ama Erebor. Sono come lui ma, come hai detto tu stesso, sono una donna, e sono anche diversa da lui, e non solo fisicamente. Io ho sempre visto molte cose in modo diverso, combatto, sono anche fabbro se lo voglio, o giocattolaio, ma sono una donna nano, e questo basta a differirci.
Balin annuisce, poi si rivolge a Dain, aspettando che continui il suo discorso.
- Va bene, si vada a votazione - ringhia il nano, innervosito. 
- Non abbiamo tempo per preparare un'elezione come si deve, dovremo arrangiarci. Chi decide di votare per Dìs si sposti verso la propria sinistra, chi vota Dain si sposti sulla propria destra.
La folla riunita nella sala lentamente si divide. C'è ancora qualche indeciso, che preso alla sprovvista dall'arrivo della nana non sa cosa fare, ma alla fine si affida a ciò che crede sia meglio.
Balin da vicino al trono rialzato comincia a contare, aiutato da Dwalin, che si è schierato anche lui con Dìs. I due nani la conoscono bene sin da quando era piccola e l'hanno vista crescere, sposarsi, crescere a sua volta i suoi due figli e soffrire. Sanno che dentro è logorata dal dolore. Ma è sempre stata forte, per questo scelgono lei. Lei può governare Erebor.
I due nani impiegano più tempo del previsto a contare, ma alla fine la vittoria è schiacciante.
- È deciso - annuncia Balin con voce solenne - è stato scelto il successore. Dìs, figlia di Thráin, della stirpe di Durin, è la nuova, e prima, regina sotto la Montagna.
Si alza un boato, in molti sono sorpresi.
Ori sorride sollevato, Bofur dietro di lui gli palpa il sedere facendolo sussultare e sghignazza nel vedere il suo rossore.
- Sei stato bravo prima - gli mormora all'orecchio, cercando di non farsi vedere dai suoi fratelli maggiori, che non aspettano che un pretesto per ucciderlo.



L'abito che Dìs indossa è stato cucito dalle migliori sarte di Erebor. È rosso scuro, regale, con la gonna non troppo larga e lunga quanto basta per intravedere gli stivali scuri in cuoio. Le maniche sono lunghe e strette. Sopra la veste indossa un'armatura leggera in argento che le arriva alla vita, con alcuni intarsi rossi fini e molto delicati. I capelli le sono stati intrecciati appena, senza esagerare. Sono neri e lunghi, ricordano molto quelli di Thorin, e qualche piccola treccia spunta fuori da sotto la folta chioma.
È in ginocchio davanti a Balin che, con un sorriso finalmente gioioso, le poggia la corona sopra la testa.
«Le dona», pensa il nano mentre si allontana di qualche passo per permettere a Dìs di alzarsi e girarsi verso il loro popolo. La corona che le cinge la testa è stata indossata da Thrór, poi da 
Thráin, da tutti i loro predecessori, sarebbe stata indossata anche da Thorin se solo il fato non fosse stato così crudele, ma ora tocca a lei portarla, e lo farà con onore.
Lo sguardo che rivolge al popolo di Erebor è dolce, come quello che solo una donna e una madre sa dare, ma anche austero e serio: nessuno la potrà ingannare, nessuno la sottometterà.
- Grazie per aver riposto in me la vostra fiducia, non vi deluderò. E regnerò anche in nome dei miei figli e di mio fratello, con rispetto per voi, per il popolo dei nani e per gli altri popoli, e con saggezza.
Balin le porge la mano e la aiuta a raggiungere il trono e a sedersi, poi fa qualche passo indietro e la scruta con un sorriso benevolo, di quelli che gli rivolgeva quando era ancora piccola, pieno di affetto e fiducia. Si inginocchia, portando una mano al cuore e chinando appena la testa.
- Mia regina... - mormora.
Dietro di lui Dwalin fa lo stesso, poi Ori lo imita, e insieme a lui Bofur, seguito da Bifur, Oin, Gloin, anche Nori e Dori si inginocchiano, nonostante inizialmente non fossero a favore di Dìs. L'intera compagnia si inginocchia di fronte alla nuova regina e dietro di loro tutti i presenti nell'enorme sala si inchinano a lei. Come se un vento li avesse spinti in avanti, i nani e le nane che non sono riusciti a entrare fanno lo stesso.
Dìs trattiene appena un singhiozzo, mentre poggia le mani sul grembo e osserva con attenzione il suo popolo renderle omaggio.

Balin alza gli occhi e li vede, in piedi al fianco della regina. Thorin le accarezza amorevolmente i capelli, Fili e Kili, uno seduto sul bracciolo del trono l'altro ai suoi piedi, sorridono soddisfatti, aggrappati alle vesti della madre.
Sospira, poi sorride e si dice che quella è stata la scelta più giusta e saggia di tutta la sua vita.

- Madre! Io sarò il re più forte che sia mai esistito! Più forte anche di Thorin!
urla Fili. Thorin sbuffa, divertito.
- E io lo aiuterò sempre!
aggiunge Kili.
Dìs sorride.








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