Let
them a journey
new begin
Il sole di Mezza
Estate splendeva alto nel cielo e le ciliegie maturavano in grappoli
succosi il giorno in cui il Signore della Terra di Buck e suo cugino il
Conte passarono Sarnoguado. Il Calendario della Contea segnava
l’Anno 1484, e grazie alla lungimiranza acquisita con l’età e con l’esperienza, i due hobbit avevano intuito che quella sarebbe stata
l’ultima volta che avrebbero attraversato il Brandivino; per
questo, in un gesto spontaneo, avevano girato i cavalli e lasciato
vagare lo sguardo sulla verde Contea.
Peregrino sapeva che
da qualche parte, tra le floride colline a Ovest, sorgeva Tucboro, e
sorrise al pensiero di suo figlio Faramir alle prese con la gestione
del raccolto su ai Bianchi Poggi. Lanciò
un’occhiata al cugino accanto a lui e vide i suoi occhi
rivolti verso il panorama ma diretti oltre l’orizzonte
visibile. Subito seppe a chi erano rivolti i suoi pensieri, e ne ebbe
la conferma quando lo vide infilare una mano nella tasca del panciotto
ed estrarne un involto di pelle insieme ad una delle sue pipe. Era quella che Bilbo aveva regalato ad entrambi, in quel giorno
lontano a Gran Burrone; era una bella pipa di fattura elfica, con il
bocchino di perla e con filetti d’argento lavorato, e quando
Merry la fumava la sua mente errava nel ricordo di amici lontani e di
battaglie combattute.
« Ricordi quel tempo in cui
andavamo a caccia di nidi
d’uccelli? » gli chiese Peregrino, dirigendo lo
sguardo sul lungo nastro d’acqua che percorreva prati e
boschi.
Meriadoc
annuì, sbuffando volute di fumo.
« L’avresti mai
detto, allora, che un giorno
saremmo entrati a far parte di un esercito? »
proseguì il Conte, passando l’indice sopra al
ricamo d’argento con il simbolo dell’Albero che
portava sul petto.
« No » ammise
Meriadoc, un malinconico sorriso sul
volto. « Ma già avevo previsto che la tua
intraprendenza prima o poi ci avrebbe cacciato in qualche guaio serio.
»
« Suppongo di dovermi ritenere
soddisfatto per questo » rise Peregrino, guardando il cugino
con affetto.
« Da imprudente giovane hobbit qual ero, cacciare nei guai me
e te era forse l’unica delle mie priorità.
»
« Non che io facessi nulla per
impedirtelo »
osservò Meriadoc divertito, il ricordo delle scorribande
passate ancora vivo nella sua mente. Si intristì un poco,
nel pensare a quanti anni fossero trascorsi. « È
passato così tanto tempo che non mi capacito di come possa
ancora succedermi di dimenticarmi l’età che ho.
»
« Il traguardo raggiunto da
Bilbo è ancora lontano » osservò
Peregrino. « Possiamo ancora
spassarcela per più di dieci anni. »
« Hai ragione »
ammise Meriadoc, e quella strana
malinconia passò rapidamente così
com’era venuta. Se c’era una cosa che Pipino era
sempre stato in grado di fare, quella era decisamente migliorargli
l’umore. « Vorrei proprio sapere che cosa combina
Frodo, là, oltre il mare. »
« Anch’io »
concordò
Peregrino. « A dispetto del mio cognome, sono sempre stato
curioso come un Soffiatromba. Tuttavia sospetto che la nostra
curiosità non verrà mai saziata; non siamo mai
stati grandi beniamini degli elfi, io e te. Ma coraggio, Merry, la Via prosegue senza fine,
come diceva il vecchio Bilbo. »
E così si
avviarono; i cavalli con andatura cheta ma decisa, e i due cugini ritti
sulle selle, in una postura regale che nonostante
l’età avanzata ricordava ancora quella con cui
avevano fatto il loro ingresso nella Contea diversi anni addietro,
quando la loro singolare altezza e le loro brillanti cotte di maglia
erano state additate con stupore e ammirazione.
Frida's
corner ~
Ho scritto questa storia
basandomi su ciò che nell’Appendice B al Ritorno
del Re è scritto riguardo all’anno 1484:
“In primavera giunse nella Terra di Buck un messaggio da
Rohan: Re Eomer desiderava vedere Messere Holdwine per
l’ultima volta. Meriadoc era già anziano (102
anni) ma ancora sano e vigoroso. Si consultò con il suo
amico il Conte, e poco dopo ambedue affidarono beni e incarichi ai
figli e passarono Sarnoguado. Non furono mai più visti nella
Contea.” Essendo stata molto affezionata a Merry e Pipino per
tutta la durata della saga, immaginarli abbandonare la Contea da
anziani mi ha procurato un’immensa commozione, e ho deciso di
scriverci su nonostante il timore di esordire in questo sacro fandom
fosse davvero tanto.
Il titolo è un
verso della terza versione (quella cantata da Bilbo a Gran Burrone nel
Ritorno del Re) di La Via prosegue senza fine. “Curioso come
un Soffiatromba” è invece un’espressione
da me inventata; ho immaginato che nello stesso modo in cui gli hobbit
sentono in modo molto forte l’appartenenza alla propria
famiglia, potessero anche esistere caratteristiche che nel corso delle
generazioni sono diventate tipiche di una certa famiglia (in questo
caso, una curiosità particolarmente accentuata per i
Soffiatromba).
Spero che il missing moment vi
sia piaciuto e vi ringrazio per aver letto. ♥
Frida
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