Alya, la serva del Signore Oscuro di Dark_soul (/viewuser.php?uid=35028)
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Lei aspetta.
Era notte.
Era una delle tante fredde notti, così fredda da
far gelare il cuore. In una cella una donna attendeva.
Nulla decorava
le pareti spoglie di quella prigione se non una piccola immagine in
bianco e nero su cui tante volte la maga posava lo sguardo.
Quell’immagine era il suo obiettivo ed era ciò che
non permetteva alla sua mente di venire risucchiata nel baratro della
disperazione.
Certo, era dura.
In quello spazio angusto, dove ogni
ricordo felice, dove ogni emozione veniva strappata via con forza e
gettata lontano, spesso, nei momenti più difficili era
caduta nel delirio sperando di trovarne conforto.
Ma era sempre tornata, sempre salvata da quella foto appesa alla
parete.
In realtà quell’immagine non rappresentava altro
che una bambina paffuta di circa 5 anni, con i capelli raccolti, avente
gli occhi così profondi e vivi da cui si può
scorgere un’estrema determinazione che li fa brillare di luce
propria.
Sua figlia.
Lei era la cosa più importante rimastale in questo mondo.
Non perché avessero un particolare legame affettivo, sia
chiaro, ma perché lei era il simbolo della sua vendetta.
L’aveva appositamente affidata a mani esperte quando
l’avevano rinchiusa ad Azkaban, per educarla nelle Arti
Oscure. Perché quella bambina era speciale,
perché lei stessa l’aveva offerta al Oscuro
Signore al momento della nascita e lui l’aveva marchiata con
il Marchio Nero, così da consacrarla al Lato Oscuro.
Seduta sul letto la maga fissava quella fotografia. Oramai era solo la
patetica ombra della donna bellissima che era stata; solo gli occhi,
scuri, sempre accesi dal fervore e dall'ossessione, rimanevano, come
una sorta di traccia della vita perduta.
Strinse i pugni. Era cambiata ogni cosa da quando Voldemort era caduto,
la cattura, la prigionia. Tutto, per colpa di uno stupido neonato:
“Colui- che- è- sopravvissuto”, Harry
Potter.
Lui, lui aveva rovinato tutto, tutto quello che avevano costruito in
tanti anni di fatica, tutto quello in cui credevano, tutto quello in
cui lei credeva, ciecamente.
Ma avrebbe pagato. Non ora, non subito, ma
presto.
Sorrise. C'era tempo.
Bellatrix Lestrange sapeva
aspettare.
Ciao! E' da un po' che stavo pensando a questa storia, ma mai avrei pensato di
metterla per iscritto, figuriamoci poi per pubblicarla. E di questo vorrei
ringraziare le mie compagne che mi hanno aiutato a porre le basi per cominciare
una nuona fanfiction. Alya qui non viene ancora presentata, ma credo che abbiate
ormai capito chi sia. Il prossimo capitolo vi schiarirà le idee, per adesso vi
lascio il beneficio del dubbio! Ho appena cominciato! Alla prossima!
Dark Soul
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