1- Tu credi alla magia?
Ehi …
Avete mai sentito parlare del mago?
Il mago?
Si … Avete presente quel piccolo parco in cima alla collina
… quello che è stato chiuso?
No?
Si dice,apparentemente, che vi sia un mago che si aggira per
quel parco desolato …
Forse comincia a venirvi alla mente?
Dicono che sappia fare vera magia. Non quella che si vede
nei circhi o dai magi che fanno scomparire il coniglio nel cilindro,no. Vera
magia. Ma si dice anche che sia un pazzo.
Quando ti mette nella sua scatola magica,ti taglia per
davvero,poi ti riattacca e quando esegue il trucco della sparizione,la persona
… scompare per sempre!
E prima di mostrarti qualsiasi trucco di magia ,ti guarda
dritto negli occhi e ti chiede …
Tu … credi nella magia?
Era un freddo lunedì di autunno. Fuori dalla classe vi era
un vento gelido e persistente,così forte tanto da far volare i lenzuoli appesi
fuori ad asciugare. I ragazzi. Molti ancora abbronzati dalle vacanze estive,non
riuscivano a prendere il ritmo veloce di quelle giornate,che a loro parevano
lente e soporifere. In questa classe,la classe del terzo anno,inizia il mio
racconto. Le ragazze e i ragazzi cinguettavano allegramente,parlando della
nuova sala giochi,della nuova canzone del gruppo più in voga del momento e di
altre mille cose che i ragazzi di questa età hanno l’obbligo di mormorare.
“Tu … credi nella magia?”
“Waaa … e poi cosa succedere?” un
gruppetto di ragazze si era riunito a parlare. Amavano raccontarsi le leggende,e questa di leggenda
era molto famoso.
“Affascinate,di sicuro,se non fosse che faccio l’appello tra
cinque minuti e gradirei che andaste a posto.” Mentre il professore non amava
per niente le leggende,soprattutto quelle riguardanti la magia. Il professore
era un uomo brutto,piccolo,sulla cinquantina,portava gli occhiali e un orribile
riporto che a dirla tutta,era composto solo da tre capelli oliati e schiacciati
sulla pelata. Le ragazze,infastidite,si incamminarono ai loro posti .
“Come inizio direi male non trovate?”
“perché?”
“Quello è il nostro insegnate responsabile.”
“Urgh … pessimo.”
Una ragazza ridendo e scherzando,urtò per sbaglio un banco
su cui vi era china una ragazza,intenta a leggere un libro. Fece cadere alcuni
quaderni.
“Oh … scusami.”
Detto questo,si chinò per raccoglierli. Il suo sguardo cadde
sul ginocchio della ragazza seduta. Le calze erano nere,spesse,ma avevano un
buco enorme proprio sul ginocchio. Mi rivolgo a voi,donne,avete presente quando
cadete,ma ovviamente cadete solo quando avete su un nuovo paio di collant e vi
si crea un enorme voragine impossibile da mascherare? Bene,quel tipo di buco.
Alzatasi,la ragazza coi capelli chiari e corti,porse i
quaderni alla ragazza seduta.
“Ah … ehm … ecco.”
Lentamente,quella seduta,alzò il capo,con una lentezza
tipica di un bradipo ,ma allo stesso tempo raffinata e dolce. Aveva lunghi
capelli neri,come la pece,e lunghi fino a sotto le scapole. Il suo viso era
liscio e privo di qualsiasi forma acneica,tipica degli adolescenti,e bianca
come la luna,mentre le sue guance avevano il colore dei fiori di ciliegio. Gli
occhi allungati all’orientale,scuri come la notte,e le labbra carnose. Ma era
trascurata. I suoi capelli erano stopposi e spettinati,il viso non curato,gli
occhi nascosti da una lunga frangia e le labbra screpolate,la facevano sembrare
una ragazza qualsiasi,quando la sua bellezza era unica.
Ma a lei non importava. Alzato il capo prese i libri.
“Oh … Grazie.”
Non si era accorta che erano caduti,ne della botta che aveva
dato la ragazza bionda al banco.
La ragazza bionda la guardò con fare sospetto,quando si
sedette al suo posto.
“Ehi … la conosci?”
“Chi?”
“Quella ragazza in ultima fila?”
“Ah,Ai Katamoto,intendi?”
“È straniera ?Allora la conosci?”
“Non proprio. Ma so che il suo nome è sempre tra i migliori
tre ai risultati degli esami. “
“Wow non ci posso credere.”
“Si dice che studi sempre,che non ascolti mai i professori
in classe e che sia sempre assente.”
“Mmm … a parte questo hai visto le
sue calze?”
Ma la compagna non fece in tempo a rispondere che il
professore urlò:
“State zitti .Non siete più dei marmocchi,siete degli
studenti del terzo anno ora. Siete tutti al vostro posto?”
Nessun rumore.
“Bene,adesso faccio l’appello.” Sentenziò l’omino
sistemandosi gli occhiali.
La porta si aprì.
“Chi osa arrivare a quest’ora?”
“Le mie scuse. Ho avuto un incontro con il preside.”
“… un incontro? Allora tu devi essere Luis,lo studente di
punta dell’istituto. Haha,nessun problema,non sei
così in ritardo,siediti pure.”
Mormorio nella classe. Chi si meravigliava,chi lo
ammirava,chi lo disprezzava e chi ne esaltava le doti fisiche. L’unico posto
disponibile era vicino ad Ai. L’ultimo arrivato si lamentò un po’,non era
abituato a stare seduto in fondo,ma il professore gli chiese di sedersi e che
poi più avanti lo avrebbe spostato. Si sedette senza discutere.
La lezione ebbe inizio.
Verso le 9.00 il ragazzo diede una sbirciata alla compagna.
“Pensare che ci saremmo incontrati così ,dopo aver
gareggiato nelle classifiche così tanto tempo. Ho letto il tuo nome tantissime
volte,sempre sopra il mio nelle ultime classifiche dei test di matematica. “
Il giovane pareva irritato.
“Ma ,quest’anno ,non perderò! Sto facendo due corsi
supplementari di matematica,molto costosi … eheheheh.”
La ragazza alzò di scatto la testa verso la lavagna,per poi
ruotarla lentamente verso il compagno di banco.
“Mhm … ecco … “
“Io sono Luis” disse il giovane sempre più inrritato.
“Ah … Ciao.”
Era come se la ragazza non avesse ascoltato una sola parola
di quello che aveva detto il giovane,e lui ne rimase intontito. Tanto da
chiedersi se lo stesse prendendo in giro. Ma non era così.
Campanella suonata. I ragazzi si sgranchiscono,c’è chi salta
in piedi e ,con borsellino in mano,scende a comprare da mangiare,mentre altri
mangiano i panini portati da casa.
“Ehi,Luis. La sessione di studio di matematica è alle
8,vero? Ci verrò anche io d’or a in poi.”
A parlare era la ragazza bionda che conosceva il giovane
Luis dalle elementari.
“Tu … ? Sarai in grado di seguire?”
“Ehi sto solo cercando di alzare i miei voti con lezioni
alternative.”
“Come ti pare,purché tu non mi ostacoli.”
“Venite a mangiare!!” Urlavano le amiche.
“Dai andiamo Luis.”
Il giovane si fece trascinare,ma prima guardò per un secondo
la sua vicina di banco,che come sempre se ne stava in un mondo tutto suo.
“Tu non vai a mangiare?”
“Ho portato il pranzo da casa”
Era falso. L’unico pasto di Ai era l’acqua.
Cara mamma,
da oggi sono una
studentessa del terzo anno. Sia i miei insegnati che i miei compagni mi
sembrano gentili. Il ragazzo seduto accanto a me è il migliore della scuola!
Devo impegnarmi duramente anche io.
Ma non ti preoccupare!
So di potercela fare!
Visto che ora sono
un’adulta …
La giornata trascorse senza che i due si parlassero. Lei
seguiva,prendeva appunti,ma senza mai alzare lo sguardo dal suo quaderno e
facendo tutto con estrema calma. Ogni tanto lui sbirciava la sua compagna e si
chiedeva il perché avesse la calza rotta. I mormorì
della ragazza coi capelli biondi.
Osservò la sua gamba e si accorse che di buco c’è ne era un
altro,più piccolo.
Non disse niente.
“Te l’avevo detto! Visto quei buchi!” La ragazza coi capelli
biondi preferiva parlare che seguire durante le lezioni.
“Possibile che non si accorga di avere un buco sulle calze?
Boh ..”
Proprio mentre stavano parlando di questo,nella classe
silenziosa e priva di ogni tipo di suono,tranne l’ululare del vento fori,si
sentì il lamento di uno stomaco affamato. Riecheggiò in tutta l’aula e anche la
professoressa si fermò,voltandosi verso i suoi alunni. La classe,da prima
ammutolita,scoppiò in una grossa risata.
“Hahaha,chi sarà stato?”
“Ragazzi che rumore.”
“Wow,cos’era quello?”
“C’è qualcuno a dieta che salta i pasti?Non potete restare a
pancia vuota,non fa bene alla vostra salute.”
Intervenne la professoressa. Tutti ridevano,tranne Ai
Mamma,
Oggi … ho avuto un
incidente in classe.
Però credo che nessuno
se ne sia accorto. Fiuu …
Il rumore è
probabilmente il mio problema maggiore.
“Al momento non sto cercando qualcuno per le
pulizie,potresti iniziare la prossima settimana?”
“Oh! Certo! La ringrazio tanto.”
Un lavoro. Un lavoro per mangiare. Per avere un po’ di
soldi. È questo che cercava Ai,un lavoro. Quel
giorno un signore ,il proprietario di un negozio di fast food le diede un lavoretto. Ai era soddisfatta e felice
della cosa,sembrava un brav’uomo. Un signore anziano e pieno di rughe ma che
sorrideva sempre.
Ai camminava lenta per le strade della città,il vento le
soffiava nei capelli e le provocava i brividi,non aveva nient’altro se non la
divisa scolastica addosso. Camicia,un maglione pesante,una gonna e le sue calze
bucate.
Mamma,
Oggi è stata una
giornata impegnativa,ma le cose stanno per migliorare.
Ero preoccupata per
essere stata licenziata da quella stazione di servizio,ma oggi sono riuscita a
trovare un nuovo part-time.
Il proprietario mi
sembra anche gentile.
Ingenua. Ai era una ragazza troppo ingenua.
Tirò fuori dalla tasca venti euro. Li fissò per un attimo.
“Tutto bene! Devo solo farmi bastare questi per una
settimana e starò bene. Dovrei comprarmi un nuovo paio di calze con questi … ?
O forse … dovrei prima comprare del riso e le calze la prossima volta … ? Mah …
chissà …”
Non fece in tempo a decidere che una folata di vento e
strappò violentemente dalle mani la banconota. La guardò volare in cielo,a
pochi metri da lei,rimase a fissarla per qualche secondo. Poi si svegliò.
“Ah … NO!
Si mise a rincorrerla di qua a di la. La banco notava volava
leggera sorretta dal vento,non troppo distante da lei,ma ogni volta che si
avvicinava,quella volava ancora un po’ più in là. Non aveva idea di dove stava
correndo.
“TORNA QUI.”
Volava un po’ più in là.
“FERMA!”
Volava.
“Ehi !!”
Volava.
“Waaaaaaaaa … “ E volò.
Corse così a lungo e
così tanto ,guardando solo la banconota
e il cielo,che non si accorse di aver risalito la collina e di essersi
ritrovata nell’unico posto al mondo in cui non sarebbe mai dovuta finire.
Nel vecchio Luna Park sopra la collina.
Si guardò in giro. Non se ne rendeva conto,non si immaginava
di esserci finita per davvero. Era sola ,tutto era triste e solo. Abbandonato.
I clow,le giostre il divertimento era solo un ricordo
lontano,messo in naftalina.
Avete presente il piccolo luna park
in cima alla collina …
Quello che è stato chiuso …
I suoi occhi si spostavano da una giostra all’altra,lenti e
increduli.
Quando si girò,l’unica cosa che vide era un ragazzo con un
cilindro in testa.
Avete presente quel
piccolo luna park sulla collina …
Quello che è stato chiuso …
Si dice che vi sia un mago che si aggira per quel parco
desolato ….
Oh,ma ne avete già sentito parlare!
Si dice che sia pazzo!
Ai era terrorizzata . La figura,il luogo,persino l’aria che
si respirava era sinistra,pesante.
Il giovane mago non si movette di
un centimetro. Alzò lento il capo,mentre i suoi occhi spuntarono da sotto la
visiera del cilindro. Uno azzurro e l’altro marrone. Uno colore del ghiaccio e
l’altro color della terra. Chiese solo questo.
“Tu …”
La voce era gelida come lo sguardo.
“credi nella magia?”
Ai lo guardò. Il suo sguardo era fermo sul suo,mentre la sua
anima rientrava nel corpo. Ai credeva alla magia?
“No! Non ci credo.”