+ReDeN+

di LittleDreamer
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Sono lieta di informare il mondo della mia incolumità, nonostante tutto xD
Scusatemi tantissimo per il ritardo abissale con cui posto, ma purtroppo gli avvenimenti di questo ultimo mese
hanno “turbato” il mio stato d’animo e, onde evitare una strage al terzo capitolo, ho preferito evitare di postare! xD

Kuss!

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Trascorsero la notte così, parlando di tutto e di niente, l’una fantasticando sul domani e l’altra sorridendo per l’amica,
perché una cosa che rendeva magnifica la loro amicizia era anche questo, la mancanza assoluta di invidia…
E come succede
sempre quando ci si diverte e si sta bene, il tempo sembrò passare in un istante e si ritrovarono a doversi salutare, dato
che Ginevra sarebbe dovuta andare a salutare i suoi parenti che si trovavano in città, prima di presentarsi al concerto.

Vanessa trascorse l’intero pomeriggio chiusa in camera sua, senza toccare cibo e senza parlare con nessuno…
Più volte i suoi “genitori” avevano provato ad entrare nella sua camera ma lei, naturalmente, aveva risposto con un
secco “lasciatemi stare”. Che cosa pretendevano da lei??? Non solo doveva vedersi vietare il suo sogno più grande,
ma pretendevano anche che li ascoltasse dire il solito cumulo di cazzate? Era da tanto tempo che questa storia andava avanti così…
ma quando è troppo, è troppo. Molte volte si era ritrovata a pensare a come sarebbe stata la sua vita in Germania…
sarebbe stata felice? Li avrebbe conosciuti? Non riusciva a darsi una risposta…specialmente alla domanda…”Perché è successo proprio a me?”
Perché così ha voluto il destino. Quel destino che sembrava essere contro di lei, in tutto e per tutto. Ma era arrivata
 l’ora di non badare più al destino, ma cercare di costruirselo SOLA.
Così, in meno di cinque minuti, aprì l’armadio, indossò un paio di jeans, una maglietta, le Adidas ed un giubbotto;
prese le chiavi, il cellulare e, naturalmente, il suo fedele i-pod. Uscì di casa a testa alta e senza dare spiegazioni a nessuno,
per una volta in vita sua…ma scesa in strada, sola con se stessa, non seppe cosa fare.
Allora iniziò a correre, correre, correre senza meta, senza nessuno che gliene chiedesse il motivo.
E continuò così, urlando sulle note di Schrei…un urlo liberatorio…ma dopo un’ora, si ritrovò punto e a capo. Sola, stanca, triste…
allora decide di chiamare Ginevra.

Tu…Tu…Tu…Tu…Tu…Tu…                                                                                             Niente.
Maledicendola in cuor suo, si guardò intorno. E in un secondo, quello che per lei era stata una tortura per più di un mese,
divento l’unico motivo per sorridere. Si ritrovò davanti un enorme manifesto, con Bill, Tom, Georg e Gustav con una scritta
enorme sotto: “TOKiO HOTEL”  con la data, l’ora e il luogo dove si sarebbero esibiti.
Allora una domanda nacque spontanea tra i suoi pensieri…Che cazzo stava aspettando? Certo non aveva il biglietto, era a piedi e
per di più si moriva di freddo. Ma a quel punto, poco importava.

Allora iniziò a camminare…e presto sentì la sensazione di essere seguita. Si girò più volte, ma la strada era deserta.
O almeno, sembrava. Infatti arrivata all’angolo della strada vide dietro di sè una macchina nera, che si accostò a lei e dalla quale
scesero 4 ragazzi…



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Scusate ragazze, capitolo a dir poco pietoso, era meglio se mi stavo fermaaaaaa!!! T.T
Comunque ringrazio chi ha commentato e anche chi ha letto senza commentare! Kuss!





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