Te l'avevo chiesto in silenzio di aspettarmi.

di Sept
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Me lo sentivo. Lo sapevo che dovevo entrare in quel parco ad osservare l'aria muoversi intorno a me. Quella panchina era perfetta. Uno spazio temporale innocuo e senza tempo. Il tempo non mi serviva, mi avrebbe limitato. Il colore del cielo. Non riuscivo a scorgerlo. In realtà non sapevo cosa stessi guardando. Sentivo solo i miei occhi prendere il volo e posarsi su quell' unica nuvola. La mia essenza stava prendendo il sopravvento sul prensente. Non so se la scia lasciata dai miei pensieri fosse visibile agli altri. Io la percepivo come un'immenso vortice delirante. Mi sentivo sempre in rianimazione. Arrivare ogni volta con i minuti contati. Seduto su quella panchina speravo di dilazionare il tempo e di poterlo direzionare. Un pilota troppo stanco per proseguire. Un navigatore pieno di informazioni, che cerca di trovare sempre la strada più veloce e si perde inevitabilmente. Qualcosa mi spingeva a sedermi su quella panchina. Non so se fosse solo inspiegabile attrazione o naturale associazione di bisogni. L'unica cosa che so adesso, è che il caso era pronto a mettere in atto il suo inafferabile piano. 




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