TSB19
Se
per Bulkhead era stato difficile fare quella chiamata
alla base, dopo aver ascoltato tutti i discorsi dei presenti?
Eccome.
Non
era solo di Spectrus Specter che si trattava, ma
anche di Wheel Jack, il mech che era stato il suo migliore amico.
Bulkhead
era grosso e forte ma questo non significava
che fosse uno stupido. Forse non era un cervellone ma quando
c’era
qualcosa che non andava, specie in una persona che conosceva da tempo
immemorabile, lo sentiva.
Quante volte aveva ricacciato indietro quella sensazione,
dicendosi che si stava sbagliando? Innumerevoli. Quante volte aveva
visto
quella luce strana negli occhi del suo migliore amico ed aveva voluto
ignorarla? Altrettante.
Ignorarla, o attribuirla all’essere seccato di quella guerra
che non sembrava mai avere fine. Erano entrambi demolitori, uomini
d’azione,
quelli che facevano il lavoro sporco, ma era chiaro che anche per due
come loro
tutto ciò, alla fine, risultasse pesante.
Aveva continuato a ridere con lui, a scherzare con
lui, correre con lui, allenarsi con lui… quelle rare volte
in cui non era via
con Specter, chiaro. Anche quelle per i suoi gusti erano troppe,
soprattutto
perché la “luce strana” sembrava
aumentare ogni volta d’intensità.
Adesso Bulkhead sapeva cos’era: quelli erano gli occhi di un
traditore e quella era la luce della bugia. Bugia, ed un
po’di rimorso forse? Poteva essere.
Era per quel motivo che Bulk aveva seguito Specter ed il suo
amico, per parlargliene e tirar fuori a Wheel Jack la verità
una volta per
tutte.
Ora desiderava non aver aperto quel vaso di Pandora, ma era
tardi, e per certi versi forse era stato meglio
così.
Solo una cosa: avrebbe
tanto voluto potersela prendere unicamente con Spectrus.
Spectrus
Specter che, nonostante fosse improvviso, evitò il
suo pugno facendo sì che si schiantasse contro il terreno.
-
Lento, Bulkhead.
-
Bulk?...
Occhi
azzurri che si scontavano con altri occhi azzurri.
Rimorso da una parte, rabbia, durezza e dolore dall’altra.
-
Wheel Jack.
“Perché?
Perché l'hai fatto?!”
avrebbe voluto urlare Bulkhead.
Non
che fosse necessario, a
Wheel Jack bastava guardarlo in faccia per capire quel che Bulkhead
avrebbe voluto
dirgli mentre combattevano.
La
prima cosa che fece Optimus Prime fu saltare addosso a
Spectrus, ma anche in quel caso il colpo fu evitato.
-
Ti abbiamo incastrato, Specter! Le tue bugie stavolta non
ti salveranno. Bulkhead ha sentito tutto, anche quel che hai
detto a tua sorella!
Spectrus
si mise in posizione di combattimento. - E tu
naturalmente gli credi. Non hai pensato che potrebbe essere un
banalissimo caso
di gelosia tra migliori amici? Gli ho portato via l’amichetto
e lui si inventa
una bella storiella sul mio conto servendosi anche del fatto che ho
tenuto
nascosta, per proteggerla naturalmente, mia sorella e farmi apparire un
tipo
sospetto. Dato che senti minacciato il tuo posto di leader tu fingi di
credergli. Logico.
-
Ne ho abbastanza delle tue bugie! - Arcee
tirò fuori le lame e gli si lanciò
contro.
Fu
talmente veloce che stavolta
Spectrus venne colpito in pieno, cadde disteso a terra e se la
ritrovò addosso.
Approfittò del nanosecondo di pausa tra la caduta e che lei
iniziasse a
colpirlo per cercare di distrarla.
-
Hai cambiato gusti? Una volta ti piaceva stare sotto.
Bastò
quell’attimo di esitazione che Arcee ebbe nel sentire
quella presa in giro per far si che Spectrus le afferrasse entrambe le
braccia
con una mano, si rialzasse e la sbattesse a terra con tutta la forza
che aveva. In battaglia, anche con le femmes non era uno che ci andava
leggero: viva la parità dei sessi.
Per
di
più, quando si
accorse che Bumblebee gli aveva sparato ed il colpo stava per
arrivare, prese
Arcee e la usò come scudo.
Lei
urlò di dolore.
-
Ti ho trovato un impiego: scudo vivente.
Prime,
insieme a Smokescreen, nel vedere quella scena si lanciò di
nuovo addosso a lui
con l’intenzione di terminarlo una volta per tutte.
-
O magari potrebbero usarti nel lancio del peso -
aggiunse, lanciandola e colpendo in pieno i due Autobots che caddero a
terra.
-
Op… Optimus…
Optimus
Prime si perse per qualche istante
negli occhi della femme. - Sapevo che c’era un motivo. Sapevo
che non eri
impazzita.
Arcee
sorrise e chiuse gli occhi, sfinita, andando in
standby.
Spectrus
intanto si era dato rapidamente un’occhiata intorno, aveva
sparato a Bumblebee colpendolo in pieno, aveva visto Airachnid darsi
alla fuga,
Prime e Smokescreen a terra, Bulkhead impegnato con Wheel
Jack…
"Soundwave
nella
confusione si è dileguato con quell’ingrata di
un’invalida, ma la riacchiapperò, prima o
poi…"
Poteva
filarsela. Non era idiota, sapeva che per quanto
potesse essere forte non avrebbe potuto vincere e una ritirata
strategica era
meglio di un’ignominiosa sconfitta.
Iniziò a correre via, passando
dietro a Bulkhead e sparandogli all’improvviso vedendolo
ancora impegnato con
Wheel Jack.
Bulkhead
cadde a terra e Wheel Jack non capì cos'era accaduto
finché non vide Specter poco lontano da dove lui e Bulk
combattevano.
-
Wheel Jack! Muoviti!
Il
demolitore pensò che fosse curioso che Spectrus volesse
che se ne andasse con lui, mentre il mech blu e nero si trasformava in
modalità
veicolo e correva via a una velocità pazzesca.
-
Jacky…
I
due demolitori si guardarono ancora negli occhi.
“Non
lo seguire. Non andare. Optimus riaccoglie i pentiti
se lo sono davvero! Non andare!”
Come
a rallentatore, Bulkhead vide il mech che era stato il
suo migliore amico scuotere impercettibilmente la testa. La luce negli
occhi
era sempre la stessa.
“Non
me lo merito, lo sappiamo benissimo tutti e due”.
-
Non siamo più migliori amici, Bulk. Mi dispiace.
Anche
quelle parole
parvero essere pronunciate a rallentatore, mentre Wheel Jack si
trasformava e
correva via passandogli accanto.
La
battaglia era finita improvvisamente com’era iniziata, ed
aveva avuto un finale che aveva lasciato a tutti l’amaro in
bocca.
-
Ma che?!…
-
Sono andati, Smokescreen - disse cupamente Optimus -
Specter è riuscito a fuggire. Bulkhead!
-
Va tutto bene, Optimus - il demolitore evitò di incrociare
il suo sguardo, mentre si rialzava lentamente - Sto bene. Mi sono
lasciato
sorprendere da quel maledetto - si avvicinò a Bumblebee,
aiutando anche lui a
rialzarsi - Mi dispiace.
-
Tu eri impegnato a combattere Wheel Jack. Non ti incolpo per
quel che è accaduto.
Bulkhead
non replicò, limitandosi a voltarsi. Optimus sapeva
che lui e Wheel Jack erano molto legati, poteva solo immaginare come si
sentisse
in questo momento.
-
Soundwave e la piccoletta? - domandò Smokescreen - Sono
spariti!
-
Soundwave se n’è andato approfittandosi della
confusione… d’altra parte si sa che quel mech non
è stupido - commentò Optimus - è
ad Arcee che dobbiamo pensare adesso. Ratchet!
-
Avete acchiappato quel
dannato,
Optimus? - chiese subito il medico dalla base.
-
Lui e Wheel Jack sono fuggiti.
- Ma come?! erano in due contro
sei! E poi, che Wheel Jack sia davvero fuggito con
Specter…ma perché?!
-
Tu non eri qui! Che ne sai?! Sta’ zitto! - ringhiò
Bulkhead nel comm-link.
Era
così arrabbiato, nervoso, incredulo eccetera che
sentiva il bisogno assoluto di sfogarsi, anche prendendosela con chi
non
c’entrava nulla. A parole, naturalmente.
-
Bulkhead. Per favore - lo zittì Optimus Prime - Apri il
Ponte, Ratchet, e preparati per curare Arcee, ne ha urgente bisogno.
Quel
bastardo l’ha usata come scudo.
-
Airachnid! Ci siamo dimenticati di Airachnid, se
prendiamo almeno lei avremo…- avviò a dire
Smokescreen.
Voltandosi
verso il
punto dove prima c’era la vedova nera però non
vide nessuno. Anche lei si era
defilata, come Soundwave.
-
Un
bel niente.
Attraversarono
mestamente il Ponte tornando alla base.
Immediatamente Ratchet iniziò ad eseguire su Arcee le
riparazioni che
occorrevano, e Optimus Prime rimase lì a osservare per tutto
il tempo,
prendendo finalmente la decisione di dirle ciò che con quel
bacio le aveva
fatto già chiaramente capire.
-
Tra quanto si sveglierà?
-
Tra poco. Ci sono state volte in cui era messa peggio e si
è ripresa in fretta.
Optimus
annuì. Era una donna tosta, la sua Arcee, ma
lo sapeva già. La sentì tossire.
-
Vuoi che vi lasci soli? - disse lentamente Ratchet.
Era
uno attaccato alla tradizione e gli sembrava ancora un po’
“strano” che
Optimus volesse così tanto una compagna, ma ricordava ancora
bene quel che
aveva detto poco tempo prima: “Essere un Prime ed avere un
certo autocontrollo
non significa essere privi di emozioni, e ad alcune di queste, per
quanto ci si
provi, non si può andare contro”.
Specter l’aveva definita una banale giustificazione intrisa
di retorica, il dubbio che così fosse era venuto a
tutti ma, vedendo come
Optimus stava guardando Arcee, Ratchet capì che invece aveva
detto la pura
verità.
-
Possibilmente, Ratchet.
Il
medico annuì ed uscì
dall’infermeria
Arcee
aprì gli occhi. Vedendo Optimus, sorrise leggermente. - Ciao.
-
Arcee... - lui mosse nervosamente le mani - Non so da dove
iniziare…
-
Dall’inizio direi.
Anche
Prime sorrise leggermente. - Forse hai ragione.
Ci
fu un attimo di silenzio.
-
Mi dispiace di averti causato
problemi, Arcee.
-
N-non è colpa tua se Spectrus Specter è un mostro
che… che avrebbe ucciso anche sua sorella - disse la
guerriera. Parlare le era un
po’difficoltoso - Se anche non l’avessi f-fatto
probabilmente mi avrebbe fatto
del… - tossì - Male lo stesso, alla fine,
quindi… è tutto ok.
Non
lo colpevolizzava comprese Optimus, sollevato. Era ancora e sempre
dalla sua parte.
- Mi dispiace anche di non averti detto nulla in tutto questo tempo. Di
aver aspettato
tanto
causandoti guai. Se te l’avessi detto prima…
-
Cosa? - gli domandò la donna, sorridendo.
Lo
aveva
capito già e Optimus Prime, intuendo che sapeva
già tutto, trovò
il coraggio di continuare a parlare.
-
Che tu hai la mia Scintilla, Arcee. Davanti a Primus, se
non ti sembra eccessivo…
Era
quel che in fondo Arcee aveva sempre sognato, ma
così all’improvviso forse era veramente eccessivo,
come le aveva fatto notare
lui stesso. Si stavano praticamente sposando!
D’altra parte però di cose da tenere in
considerazione ce
n’erano
un mucchio: erano in guerra, non sapevano mai se avrebbero vissuto fino
al
giorno dopo o sarebbero stati terminati, c’era anche
il non
piccolo dettaglio
della fuga di Spectrus, vivo, libero e presumibilmente voglioso di
vendicarsi
su di loro, sua sorella e tutti quelli che erano in spiaggia quella
sera; insomma, Arcee non sapeva se avrebbero avuto davvero abbastanza
tempo per mettersi insieme e poi accompagnarsi per la vita.
E poi loro si conoscevano da parecchio tempo ormai, lei aveva la sua
Scintilla, lui aveva la sua. Perché aspettare?
Pensò
che anche Spectra e Soundwave avrebbero fatto la
stessa cosa tra poco, anche se non c’entrava niente, ma
sapeva per certo che
voleva essere felice come lei quando giocava con Soundwave
nell’acqua, se non
di più.
-
E tu hai la mia, Optimus Prime - disse quindi, cercando di
controllare l’emozione che le faceva tremare la voce - Da
sempre, davanti a
Primus, tu hai la mia Scintilla.
Appena
finì la frase con cui si legava per la vita al suo
comandante nonché unico amore Optimus Prime, il leader degli
Autobots le diede
un bacio appassionato del tutto privo della freddezza di cui invece
quelli di
Spectrus erano pieni.
Un
bacio, il primo che si davano come compagni di vita, che
Arcee non avrebbe mai dimenticato.
***
“Soundwave
ormai sembra essere nocivo per
quella povera ragazza. Ogni volta che sono insieme, piange,
è scioccata o
sviene” pensò Dreadwing.
Non
aveva ancora digerito quel che era successo appena il
giorno prima, con Soundwave che l’aveva abbandonata sul
pavimento
in stato di
shock, e probabilmente non l’avrebbe mai fatto. Il secondo in
comando dei Decepticon si era molto attaccato a Spectra e il fatto che
l’avesse perdonato
subito l’aveva quasi… schifato.
Non
per colpa di Spectra, ma per Soundwave, che (almeno
quando si trattava di lei o cose e persone che la riguardavano) prima
agiva
d’impulso anche facendo idiozie pazzesche, poi “Mi
dispiace mi dispiace” e
andava tutto a posto, perché Spectra era così
innamorata di lui!
Poteva essere che Soundwave pensasse di amarla davvero, poteva anche
essere che fosse davvero così,
che la Scintilla dello spymaster appartenesse davvero a Spectra,
ma c’erano errori che per essere perdonati
necessitavano di
ben più di un “mi dispiace” ed una
dichiarazione
d’amore, o almeno così la
pensava Dreadwing.
Per
di
più, ascoltando e vedendo insieme a Lord Megatron la
registrazione di tutto quel che era successo dall’arrivo di
Arcee
e Airachnid
in poi (entrambi si erano stupiti di vederle insieme), sentendo tutta
la
tremenda storia che Spectra aveva alle spalle e vedendo la reazione di
Soundwave che
se non fosse stato per Arcee l’avrebbe lasciata lì
e
subito senza nemmeno
darle l’opportunità di spiegare, non aveva potuto
evitare
di pensare a una cosa: Soundwave era un altro idiota, l'ultima cosa di
cui Spectra avesse bisogno.
Adesso
aveva capito anche perché era svenuta dopo che
Starscream aveva tentato di forzarla a connettersi. Ovvio che
l’avesse fatto,
quell’essere le aveva ucciso la famiglia! Già:
Starscream lo sapeva? Sapeva chi
aveva quasi stuprato? Sapeva che le aveva già rovinato la
vita oppure ne era ancora del tutto ignaro?
-
Una Specter - allibì Megatron, facendo gli stessi
collegamenti di Dreadwing - Oltre al danno la beffa.
Quella femme è stata decisamente sfortunata. Mi chiedo
come sia potuta venire
su così, se l’ha cresciuta il fratello.
-
Un miracolo, Lord Megatron - disse Dreadwing - un miracolo
di Primus.
-
Così la principessa delle fiabe si è rivelata
esserlo
davvero - disse il leader dei Decepticon, quasi tra sé e
sé - Gli Specter sono sempre una
famiglia nobile. La figlia di Spector! Non ci posso credere. Adesso che
ci
penso somiglia a Sparkleriver. Era sua madre - specificò,
vedendo
Dreadwing perplesso.
-
Lord Megatron? - la testa di Spectra fece capolino
sull’uscio - Posso entrare? O adesso che sa che sono una
Specter mi manda via?
-
Ma dove vorresti andare? - borbottò Megatron.
Soundwave
si
avvicinò alla porta e la prese delicatamente con i tentacoli.
-
Hai messo il visore? Ancora? - disse subito Spectra.
Soundwave
fece spallucce. - è
l’abitudine…
Prima
Dreadwing sperava che si mettessero insieme,
adesso Soundwave era un altro da cui, se avesse potuto,
l’avrebbe tenuta lontana. Non come
con Starscream, con il seeker la sensazione era di mille volte
maggiore, ma
gliel’avrebbe tenuta lontana lo stesso.
-
Ho visto la registrazione - riprese Megatron - Non
c’è
bisogno che tu ti metta a rispiegare tutto. Quel che ha fatto
quell’inetto di
Starscream a te e alla tua famiglia non era assolutamente previsto e fu
punito per questo, per quel che può valere per te. Non erano
quelli gli ordini che
gli avevo
dato, tuo padre ed io eravamo alleati, questo
forse lo sapevi.
-
Sì, Lord Megatron. Penso che Starscream non sappia chi
sono. Non voglio credere che sia spietato come mio fr…-
ammutolì, mentre
Soundwave la metteva giù a terra - A tal punto.
Nessuno
commentò.
Spectra
diede un’occhiata a Soundwave, ed
evidentemente il ragionamento che fece fu lo stesso che aveva fatto
Arcee con
Optimus Prime.
-
Soundwave?
-
Dimmi.
-
Sei ancora dell’idea di volermi come compagna di vita?
Il
tecnico trasalì. Diceva ora? Subito? In quel preciso
momento? Ovvio che fosse ancora dell’idea,
non vedeva l’ora! Solo
che tutta quella faccenda l’aveva un po'
destabilizzato.
Doveva ancora
abituarsi all’idea di avere un cognato a dir poco scomodo,
nonché di diventare
nobile per acquisizione. Era sempre il suo Scricciolo, e nulla e
nessuno
avrebbe potuto cambiare ciò, ma tutto il contorno…
"No.
Io
la amo, lei mi ama, siamo già fidanzati e
ora so tutta la verità. Chi se ne importa del resto? Che
c'è da
aspettare ancora?" pensò Soundwave "Lo abbiamo
già fatto
abbastanza. Spectra ora ha bisogno di me più che mai".
-
Certamente - si inginocchiò prendendole una mano - Il nostro
non è stato un inizio facile, soprattutto per colpa mia,
perché cieco com’ero, sentendomi
indegno di stare al fianco di una persona di tale purezza quale sei tu,
non ho
visto che invece provavi per me le stesse cose che sento io. Hai la mia
Scintilla dal primo istante in cui ti ho vista, Spectra Specter.
Davanti a
Primus e Lord Megatron, il mio comandante, hai e sempre avrai la mia
Scintilla
- le prese anche l’altra mano e se la portò alle
labbra - Qualunque cosa
accada. Non sarai mai sola, d’ora in avanti
sarò io la tua
famiglia - aggiunse.
Mech
giusto, parole giuste, proposta giusta.
Quelle erano le
sensazioni di Spectra a riguardo, che alle parole di Soundwave,
soprattutto le
ultime con tutto quel che sottintendevano, si era commossa. Lui ci
sarebbe stato sempre, anche se purtroppo aveva
“perso” suo fratello.
Le sembrava ancora impossibile, non poteva
essere… forse si poteva ancora rimediare. Dopo una vita
intera passata insieme lei non aveva dubbi: avrebbe tentato
appena avesse avuto l'occasione di farlo. Magari Spectrus era solo
molto arrabbiato nel sapere che lei non l'avrebbe più
aiutato, ma poi gli sarebbe passata. Dopotutto erano fratelli, erano
gli unici rimasti, non poteva voler farla finire così davvero.
-
Anche tu hai la mia Scintilla, Soundwave. Davanti a Primus
prendi me, la mia Scintilla e il cognome degli Specter - disse, tra le
lacrime
di gioia - Finché terminazione non ci divida.
-
Farò in modo che non ci divida mai - affermò
Soundwave con
sicurezza prima di baciarla.
Megatron
intimamente gongolava, mentre Dreadwing
pur mostrandosi impassibile non era molto contento.
-
Abbiamo un tecnico nobile, noi -
scherzò l'ex gladiatore - Chi l'avrebbe mai detto.
-
Di certo per Soundwave legarsi a lei comporta molte cose - disse
semplicemente Dreadwing, chiedendo il permesso di ritirarsi nelle
proprie
stanze e ottenendolo.
Lo
stesso fecero, finalmente, i
“neosposini”. Potevano concedersi di starsene
tranquilli e per i
fatti loro tutta la notte senza che nessuno si azzardasse a
disturbarli.
Mentre
Soundwave sollevava Spectra entrando nel loro alloggio,
pensò che da quel momento
in poi il suo Scricciolo avrebbe imparato diverse cosucce, e intendeva
far si che le piacessero tutte dalla prima
all’ultima.
La
appoggiò sulla cuccetta, e tra i due il desiderio era
tale da avvertirsi perfettamente nell’aria. Soundwave fu
lieto che, al diavolo
la timidezza e tutto il resto, anche lei mostrasse di volerlo
così tanto.
-
Niente paura - le disse, memore di quanto le era successo da poco con
Starscream - Sarò delicato.
Spectra
sorrise. Forse lei pensava a quella brutta esperienza meno di quanto
facesse Soundwave (sempre se poi in quel momento lo faceva). - Ti
assicuro che ho tutto tranne che
paura - disse, e infatti fu lei a prendere l’iniziativa,
attirandolo a
sé - è
una vita che ti
aspetto.
***
I due mech se ne stavano seduti ai lati opposti di un falò,
senza parlare, fuori dalla miniera di energon di cui soltanto loro
conoscevano
la posizione.
-
Non è esattamente andata come previsto. Siamo dei
fuggitivi, siamo senza alleati, siamo esposti all’attacco di
chiunque - ruppe
il silenzio Wheel Jack - Siamo pure senza femmes e tu non hai
più neanche
l’appoggio di quella che teoricamente doveva diventare la mia
compagna di vita!
Siamo rovinati.
-
Potevi restare con loro e farti riprendere da Santo
Optimus - fu la secca replica di Specter - Ti ho detto di venire con me
ma
potevi non farlo.
-
Non mi merito una seconda chance - scosse la testa il
demolitore.
Aveva
ancora lo sguardo di Bulkhead davanti agli occhi, la delusione
e la rabbia del suo ex migliore amico. Era stato anche peggio di come
si era
immaginato.
-
Allora direi di evitare lagne, visto che è stata una
scelta tua. Sono dell’idea che finché
c’è
vita c’è speranza, e finché
c’è da
vendicarsi c’è vita. Io ho molto di cui
vendicarmi, in
primis della mia cara
sorella, anche se stare con Soundwave è già una
pesantissima pena - socchiuse
gli occhi - "il mech della sua vita"... lo conosce da neppure
un mese, cazzo, è come dire che non lo conosce affatto, e mi
ha voltato le spalle per questo! Come fa una rincoglionita del genere a
essere mia sorella?! La
pagherà cara. Vedremo come
prenderà
vedermi uccidere “il mech
della sua vita” davanti ai suoi sensori ottici.
-
Quando e come?
-
Quando ne avrò l’opportunità. Potrebbe
essere domani
stesso o forse tra mille anni ma non conta - si mise ad affilare la
spada - Io non dimentico, Wheel Jack. Mai.
Forse
fisicamente parlando il blademaster non valeva meno di
Spectrus, erano pari, ma non era per la sua
fisicità che Specter poteva
spaventare. Era per il cinismo con cui creava i suoi piani, di vendetta
e non, e per la gelida determinazione nel portarli a compimento. Anche
adesso
che avevano perduto tutto, Wheel Jack aveva capito che quel mech non
intendeva
assolutamente fermarsi.
Voleva vendicarsi? L’avrebbe fatto, anche a costo di
rischiare di venire ucciso.
Voleva il posto di Optimus Prime? Se fosse stato davvero
così allora avrebbe fatto di tutto per
ottenerlo, anche se avesse voluto dire dover uccidere lui e tutti gli
altri Autobots sul posto.
Forse non ce l’avrebbe fatta ma aveva decisamente
abbastanza fegato per provarci e, se gli eventi gli avessero dato una
mano,
chissà che riuscisse nei propri intenti.
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