Attenzione ! Leggere
attentamente prima di proseguire !
Quella che vi prestate a leggere è un fic veramente molto
particolare…
Un esperimento della quale io ne vado fiera solo per metà.
Il pairing protagonista infatti, va
oltre l’umana possibilità. Non vi dico di chi si tratta perché altrimenti vi
rovino la sorpresa !
Vi dico solo che si tratta di una Sakura personaggio dell’Akatsuki…
Se volete sapere di quale personaggio si tratta… leggete !
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“Don’t go, He Says, But
She's Still Sleeping”
“Anf ! Cosa…”
Due occhi terrificanti si aprirono spaventati alle tenebre
circostanti.
Il respiro affannoso e il corpo madido di sudore lo
rendevano consapevole del brutto sogno appena fatto.
Il primo dopo molto
tempo a dire la verità.
Era da tanto che non faceva degli incubi. Da quando, per
l’esattezza, aveva incontrato lei.
Si alzò a sedere sul letto e si massaggiò le tempie
doloranti. Il suo respiro era ancora irregolare e con la mente ordinò al proprio
cuore di rallentare l’andatura.
Merda…
Gli ci volle parecchio per rendersi conto della situazione
in cui si trovava. Non era semplicemente sudato. Era anche completamente nudo.
L’istinto gli fece scattare la testa di lato per cercare una
risposta totale al suo atroce dubbio.
E la ebbe purtroppo.
A dargli le spalle c’era una schiena femminile. La pelle
color perla era resa ancor più brillante dai raggi lunari, che passavano
attraverso il vetro appannato della sua stanza.
I lunghi capelli rosati, belli come gioielli, erano lasciati
liberi e sparpagliati sul bianco cuscino.
Merda…
Alla fine aveva ceduto quindi. Alla fine aveva completamente
perso. Lei aveva vinto su di lui.
Era la prima volta che perdeva una scommessa. Anzi, per
essere sinceri, era la seconda.
Si lasciò scappare un debole sorriso sulle labbra a quel
pensiero, e gli occhi terrificanti si addolcirono sotto i capelli neri.
Era una cosa ridicola. Totalmente, su tutta la linea.
Perché lui, doveva essere invincibile. E invece… Il sorriso
di lei lo aveva fatto completamente sciogliere.
“Sakura…”
E con la mente tornò indietro nel
tempo. A parecchi mesi prima.
Aveva perso. Aveva fallito. Una scommessa perduta.
Credeva di essere morto quando in realtà, era ancora sulla
sponda dei vivi.
Era in balia degli elementi.
Dei loro elementi per l’esattezza. Perché lui fu un tempo un membro prestigioso
dell’Akatsuki.
Ora invece. Una schifosissima cavia da laboratorio.
Non ricordava molto dello scontro che lo aveva visto partecipe
con i nemici appartenenti alla foglia. Ma ora non aveva importanza. Era in mano
loro adesso.
Si erano stupiti molto di come fosse ancora vivo. Doveva
essere morto ma invece il suo corpo funzionava ancora. Ma lui era già morto dentro. Il suo orgoglio era perduto. La
sua forza… Era fasulla.
“Notevole… Davvero
notevole…”
Bisbigliavano i dottori ai suoi fianchi. Compiaciuti e
intimoriti. Affascinati, da quello che per loro era l’ignoto.
Era legato come un salame. Spesse cinghie di cuoio lo
avvolgevano rudemente in tutte le membra.
Mai come allora desiderò tanto perdere il controllo di sé
stesso e compiere un massacro.
Ma non poteva. Era debole, e il suo potere, per giunta, era
stato rubato dal suo corpo. Come un macabro trofeo per la vittoria sul nemico.
Che rabbia…
Poi un giorno arrivò lei. E mai si sarebbe aspettato di
cambiare così tanto.
Il loro primo incontro era stato veramente terrificante.
Aveva cercato di aggredirla fin da subito. Senza aspettare
che si presentasse. Lui, voleva solo che se ne andasse. Che lo lasciasse da
solo.
Era la sua tecnica preferita ora. Spaventare a morte i
dottori e gli inservienti. Urlando come un pazzo… Come una fiera impazzita al suo domatore. E godeva nel vedere le
loro espressioni mutare di colpo.
Da superiori a pivellini.
Ma lei non si spaventò al suo attacco. Tutt’altro. Si arrabbiò tantissimo, e gli mollò la
cartella medica sulla testa.
“Cretino ! Ti credi
figo a fare così ?! Bhè non lo sei ! E comunque… Io mi
chiamo Sakura Haruno… Sarò la tua… diciamo… fisioterapista per i prossimi mesi.”
Sarebbe stato seguito da una mocciosa ?!
“Non me ne fotte un
cazzo di chi tu sia mocciosa ! Voglio solo essere lasciato in pace !”
Ma la tipa non batté ciglio.
“ Se è per questo anche
a me secca seguire un assassino… Ma questi sono gli ordini ! E comunque…
Non sono una bambina ! Sono una donna !”
A quel ricordo sorrise maggiormente nelle tenebre. Una donna ! All’inizio non voleva
crederci. Ma poi si era effettivamente rivelata come tale.
Era giovane sì, ma era anche molto matura.
Allungò un braccio nell’oscurità per poter sfiorare quei
magnifici tesori che erano i suoi capelli.
Mai si sarebbe aspettato di raggiungere questo livello di
intimità con lei.
Perché all’inizio le cose erano veramente pessime.
Lui non voleva nessuno attorno. Meno che meno lei. Soprattutto lei.
La odiava con tutto il cuore e quello che diceva lo
irritava. Tuttavia in sua presenza si comportava in maniera diversa che con gli
altri dottori.
Lui se ne stava in silenzio.
La dottoressa bambina ( come lui amava sfotterla ) gli
parlava a lungo. Porgendogli domande che puntualmente venivano
ignorate.
“Si può sapere perché
mi stai rompendo i coglioni ?! Perché mi parli ?! Di
cose poi totalmente futili ! Cosa
vuoi che me ne importi di Tizio che deve cercare Caio… Che deve andare da
Sempronio…”
Era un test quello che gli stava proponendo. L’ennesimo ad
essere sinceri.
Perché lei andava lì da lui solo per
fargli dei test. E nient’altro.
“… A me non interessa
questa roba ! Voglio solo essere lasciato da solo.”
Ma lei sorrise quella volta. Un sorriso
furbetto e anche un po’ crudele di chi sa di avere il nemico in pugno.
“Perché se tu rispondi
alle mie domande… Io ti libererò dalle catene che ti immobilizzano.
Non ti piacciono le domande che ti propongo ?! Perfetto ! Non piacciono neppure
a me ! Ma mi è stato ordinato di fartele… Per cui ti propongo una mia domanda personale.
Secondo te… Esiste
l’amore ?!”
Era una domanda ancora più idiota di quelle che era costretta a sparare. Ma
dopotutto in ballo c’era la sua libertà. Se così si
poteva chiamare.
Sapeva cosa volevano fare. Fargli il lavaggio del cervello e
farlo diventare un altro orgoglioso membro di quella civiltà che tanto amava
definirsi misericordiosa.
Lui non voleva accettare. Ma
accettò lo stesso. Nonostante dentro di sé si insultava
in maniera indegna. Perché quella della dottoressa era una
sfida. Una scommessa.
E lui era intenzionato a vincere.
Di fargliela pagare cara.
Già fargliela pagare…
Ora il suo sorriso si era un po’ smorzato in quella oscurità sconosciuta.
Si alzò in piedi e si sgranchì le gambe. Era davvero da
tanto che non si alzava in piedi.
Ma poi, quasi inconsciamente lo sguardo
ricadde sulla donna che dormiva beata. Ignara, delle preoccupazioni del
suo amante.
Perché poi stranamente, tra i due
era nata una sorta di complicità.
Se in principio era una sfida, una gara di
dimostrazione vera e propria. Ora era una questione di principio.
Perché lui era un convintissimo
sostenitore che l’amore non esistesse realmente.
“Puoi amare una cosa…
è vero, ma quella la si può definire possessione.
Non amore. L’amore non esiste ! è solo una illusione
creata dalla natura per permettere la continuazione della specie.”
E c’era qualcosa di vero in quelle
parole. Non si poteva amare una persona. L’uomo saggio lo capirebbe fin troppo
bene.
Ma una donna…
“Dici che non esiste
l’amore… E allora che cos’è quella cosa… quella emozione,
che ti fa andare in fiamme il cuore ? che ti fa sorridere ogni volta che vedi i
tuoi figli giocare ?! Che ti fa piangere… ogni volta che ti senti tradito.”
L’ultima non era propriamente una domanda. Ma piuttosto, un pensiero ad alta voce.
E i suoi occhi si fecero tristi a
quel pensiero.
Se ne accorse lui… ma non volle
dire niente. Avrebbe potuto replicare con frasi del tipo:
“Questo non è amore… la sofferenza non si può chiamare amore. Soffrire
per una persona ?! Sei ridicola ragazzina ! Meglio
concentrarsi su cose più materiali. Che sai di poter tenere
con te per tutta la vita. Che non fanno soffrire…”
Ma non disse nulla, quella volta
rimase zitto. E comunque, era un discorso che aveva
già fatto in precedenza. E lui non amava ripetersi.
“ Si
lo so cosa stai pensando… che è stupido soffrire per una persona che non ti
vuole…”
Fu sorpreso delle sue parole. Ne fu veramente sorpreso.
Perché finalmente, dopo tante chiacchiere
inutili, sembrava che ora la bilancia pendesse dalla sua parte. E non poté che esserne felice.
Ma poi…
La situazione era diventata veramente ridicola. Perché più si incontravano, più le parti si invertivano.
Dapprima era una sfida, poi divenne principio, ed infine
divenne una questione vitale.
Si vedevano tutti i giorni praticamente.
Per quella stupida discussione. Erano davvero affiatati ora,
sembravano due rabbini intenti a discutere animatamente sulle sacre
scritture.
E la gente che passava per i
corridoi e sbirciava nelle sue stanze quasi non li riconosceva quei due.
Perché forse i due sfidanti non se ne
stavano accorgendo. Ma nei loro occhi l’odio che nutrivano
l’uno per l’altra era pressocchè scomparso.
Ridevano, scherzavano, litigavano,
discutevano animatamente.
Più come amici che come nemici. Poiché
anche la malizia, che spesso trasudava crudele nelle loro parole. Era
completamente scomparsa.
E presto la confusione si fece strada nella mente di lui.
Era chiaro che lui non poteva più
fare a meno della sua presenza. Era come una droga. E
quando Sakura non c’era, tornava ad essere il solito bastardo di sempre.
Ad urlare contro i dottori e gli infermieri. Ad infierire
come un folle su chiunque gli si avvicinasse.
Aveva ottenuto ottimi risultati a stare con lei. Davvero !
Non era più legato come un salame. Era libero di gironzolare
per la sua stanza come gli pareva e piaceva. Merito delle risposte che le dava. Così diverse dalle sue ma così dannatamente ragionate
che non si poteva non negarle.
Ma ora… ogni volta che lei mancava…
Ecco che l’incubo ricominciava.
Nuovamente veniva immobilizzato a
letto, e ancora una volta gli incubi
tornavano ad impossessarsi della sua mente.
Era tranquillo solo con lei. Perché i ragionamenti
di lei, per quanto folli fossero gli davano da pensare.
E i pensieri che faceva ora lo
spaventavano a morte.
Era una ossessione.
Era una autentica ossessione.
Quella ragazzina con le sue idee lo stava
sempre più contagiando. Come un morbo incurabile.
E la odiava per questo. Perché lei, a differenza degli altri dottori, non si
preoccupava unicamente delle sue condizioni fisiche.
Per quanto cercasse di smentire ogni volta la cosa.
“perché
ti preoccupi di me ?! Io sono un tuo nemico…” Domanda che le ripeteva
spesso. Dapprima con rabbia… ora, con una nota di sensualità
nella sua cupa voce. Quasi con sentimento.
“Io sono un medico… e
tu sei un mio paziente. Non un nemico.”
E se prima lo diceva con indifferenza
ora le sue parole trasudavano reticenza. E si
rifiutava di guardarlo negli occhi. Perché più il tempo passava più i ruoli si scambiavano.
I pensieri si invertivano e quasi
entrambi non si riconoscevano più.
Perché finalmente, anche se non volevano
ammetterlo. Stavano provando più di un semplice rapporto
medico-paziente. E per questo si odiavano da morire.
Fino a quella notte.
Lei faceva il turno di notte in ospedale, e visto che era lì, perché non passare un po’ di tempo con lui
?!
Diciamo piuttosto che anche la ragazzina non poteva più fare
a meno delle discussioni di lui.
“Sei ancora sveglio tu
?! Ma lo sai che ore sono ?! Sono le due di notte…”
Aveva la voce roca e le occhiaie per la stanchezza. Doveva
aver lavorato a lungo quella notte… Perché non se ne tornava a casa ?!
“Perché
sei qui Sakura…?!” Era la prima volta che la chiamava per nome. Lui,
l’aveva sempre nominata con quel ridicolo nomignolo di dottoressa bambina.
Lei non si scompose più di tanto di quella strana novità.
Ansiosa com’era di parlare con lui.
“Io… Volevo solo dirti
che… Per quanto riguarda la nostra discussione… Tu… Hai perfettamente
ragione ! Su tutto ! L’amore è solo
una illusione ! Una stupidissima illusione dettata
dalla natura !
E io
come una stupida a credere l’incontrario… A correre dietro a quel bastardo che
mi ha lasciato nuovamente e per…” La voce spezzata dall’emozione. Le
lacrime più rombanti di qualunque altra parola.
E a sentire quelle parole si
arrabbiò moltissimo. Il suo unico
cuore era in fiamme mentre la rabbia esplodeva nella sua anima.
Si alzò in piedi e si avviò a grandi passi verso di lei. La
differenza tra di loro era tanta. Tantissima. Quasi,
se non nella totalità più assoluta, completamente assurda.
Lui era più alto di lei… Lei era più giovane di lui… Ma non
era una bambina. Né nel corpo né nell’anima. E ora, questo suo comportamento infantile lo faceva imbestialire.
“Sei una stupida
Sakura… Veramente stupida ! Dici che l’amore non
esiste solo perché un bastardo ti ha fatto del male ?! E
tu non pensi a quanta gente fai male ?! Partendo dal sottoscritto ?! Ragiona Sakura… tu hai vinto con la tua teoria…”
Non le dette diritto di replica. Non le
dette modo di ribellarsi.
Le prese il volto tra le mani e avvicinò le sue orribili
labbra a quelle di lei. Morbide e delicate. E la
baciò.
Senza indugi, senza rimorsi. Solo con grande e disperata
passione.
E quasi non credette a se stesso.
Di come lei lo ricambiasse. Buttandogli le braccia al
collo quasi con rabbia.
Le mani di lui sempre più morbose
nella ricerca della sua pelle.
“Stupida… Stupida
Sakura ! Guarda che cosa mi hai fatto diventare… Sono
un mostro io… E ti amo ! Non posso
amare… è contro natura…”
Le mani di lei erano quasi più
disperate delle sue. Mentre cercava le sue carni. Così
oscure e così piene di dolore.
“Sta zitto… Ti prego
stà zitto… Guarda cosa mi hai fatto… mi fai dannare tu !
Maledetto…”
E le lacrime si mescolavano con la
rabbia e l’impossibile.
Perché la loro unione era veramente
impossibile. Due opposti che si attraggono in
quella maniera era una cosa contro natura. Un materialista contro una
sentimentalista. Un mostro contro un essere umano.
Ora uniti nella carne e nello
spirito.
Sul suo letto l’aveva adagiata. Ed
entrambi ormai nudi. Ancora si parlavano affannosamente.
“Lo sai che io sono
una bestia dannata ?! Che brucerò all’inferno ?! E che tu per quello che stiamo facendo mi seguirai ?!”
Lei quasi non lo ascoltava.
Aggrappata alla sua schiena colma di cicatrici, seguiva il ritmo
di lui con disperata ricerca.
“Non mi importa… non mi importa ! Se ti seguirò è perché me la
sono cercata ! Tu con le tue teorie… l’amore è una illusione… maledetto…”
E il loro ballo continuava. Tra
negazione e affermazione.
Finché, entrambi ormai arrivati
all’apice, lui non si lasciò scappare un’altra parola grossa.
“Di quello che ti pare
Sakura… Ma tu mi ami… E per questo mi odi ! E sai una
cosa… ?... Ti odio pure io… Perché ti amo… Perché per
me l’inferno ha il sapore dei tuoi baci… Ma non me ne importa niente di finire
all’inferno… Perché quella è la via !”
Poi un’esplosione di sensi e di piacere li coinvolse
completamente.
L’impossibile si era unito nell’impossibile.
E finalmente si accasciò lui su di
lei, stando attento a non schiacciarla con il suo peso consistente.
E si addormentò nel sentirla
nominare il suo nome in un soffio stanco e appagato.
Il suo nome… tanto orribile quanto lo era
lui. Ma dettate da quelle labbra risuonava
inspiegabilmente bellissimo.
Poi si era svegliato.
Dopo un incubo spaventoso. Che non
ricordava, ma che in qualche modo lo inquietava.
Perché poi lui si era messo a
pensare seriamente al futuro.
Che cosa poteva offrirle ?! Se non dolore, dolore e ancora dolore ?!
Cazzo…
Forse era questo che volevano
dirgli i suoi incubi. Che lui era una persona totalmente
inadatta a quel mondo. Un egoista alieno all’amore. Se
non per tutto quello che riguardava il mondo materiale. Perché lui un tempo amava solo quello.
Ma lei, strega infame, lo aveva
ammaliato.
Lui quella notte aveva amato. E non
un oggetto… non i soldi…
Ma una persona. Una donna. Con la
carne e con l’anima. E si sentiva strano… veramente molto strano !
Felice e al contempo triste.
Gli sembrava di aver toccato il settimo cielo in quelle
tenebre. Il cuore era come colmo di una gioia mai provata.
Ma poi, si rese conto anche di avere una
forte fitta. Aveva finalmente assaporato cosa voleva dire veramente la
parola amore, ma sapeva perfettamente che non poteva continuare a stare con
lei.
Dei suoi cinque cuori
spappolati… gliene era rimasto solo uno…
Ma con quell’unico cuore, che forse
era quello che non aveva mai usato, era riuscito a fare una cosa davvero
eccezionale.
E questo infondo, gli bastava.
Sorrise ancora nella notte alla sua compagna addormentata. Questa
volta con più amarezza.
Se ne sarebbe andato via. Lontano da lei. Per non farla
soffrire ulteriormente.
Si avvicinò all’armadietto che risedeva poco lontano dal suo
letto ed indossò i suoi vecchi abiti galeotti.
Si rimise tutto. La giacca rossa e nera… il coprifronte da
rinnegato… la maschera… E senza pensarci trafugò le chiavi della clinica dalle
tasche degli abiti di lei.
Non aveva armi con sé, ne poteri di
alcun tipo. Se l’avessero incontrato per strada non
avrebbero faticato ad ammazzarlo.
Ma nonostante le vesti che portava
lui ora non era più nessuno.
Kakuzu, il tesoriere dell’ Akatsuki era definitivamente morto. E quello che
si stava apprestando ad uscire di nascosto dall’ospedale-prigione
era solo una persona che gli assomigliava molto.
Tutto qui.
L’indomani quando Sakura si risvegliò dal suo sonno
profondo, la prima cosa che fece fu di cercare a tastoni
il compagno sul lato sinistro del letto.
Ma inutilmente.
Lui se ne era andato da un pezzo.
Al suo posto, un bigliettino di carta dettava brevemente le
sue motivazioni.
“Hai sofferto con me… Nonostante tu mi abbia amato alla follia… Hai sofferto. E io non
voglio che ciò accada. Né ora né in futuro. Non te lo
meriti.
Hai vinto… Sakura… Hai vinto la scommessa
! L’amore esiste ed è tanto bello quanto doloroso.
Per questo me ne vado. Ma ti prego di non odiarmi… perché
mentiresti a te stessa.”
Rilesse e rilesse più volte quelle poche righe. Aveva voglia
di piangere ma non le riusciva più neppure quello.
“Kakuzu… io ti odio…”
Riusciva solo a mentire a se stessa…
Allora…. Ve la siete fatta sotto non è
vero ?! XD
Non vi aspettavate di certo un pairing
come questo non è vero ?! Di KakuSaku ce ne sono veramente pochissime !!
( ne ho lette un paio in inglese…)
Ma si sa, con me le sorprese sono veramente sorprese !
Quindi, quello che vi chiedo ora è di ovviamente commentare
e di farmi sapere che cosa ne pensate.
Vi chiedo però di essere clementi e
di non criticare il pairing, per quanto assurdo sia, i gusti non si criticano.
È una fic che mi è nata in testa proprio oggi… Quindi non
sorprendetevi se non è proprio il massimo !
Ero particolarmente ispirata grazie anche a questo disegno :
http://ivyadrena.deviantart.com/art/But-She-s-Still-Sleeping-56581141
Ma crearla è stata comunque molto
difficile ! I personaggi di Sakura e Kakuzu infatti,
sono molto difficili da trattare assieme. consideratelo
dunque un esperimento !
A presto !
Ps: W i
pairing assurdi !