Nothing
to fix
Per una volta, sono tutti e cinque riuniti al tavolo rotondo
di una delle suite, che sembrano dei veri e propri appartamenti, dell'hotel
dove alloggiano. E stanno cenando con un sacco di cibo ordinato da Niall al
ristorante italiano dietro l'angolo, spartendosi lasagne e polpette come se non
ci fosse un domani. Passano un po' di tempo stranamente in silenzio, solo
masticando e rubandosi il cibo dai piatti, ridacchiando sotto i baffi. È Louis
a interrompere quella quiete inusuale, esclamando con la sua solita voce acuta:
«Ci vuoi mandare giù anche qualcosa di solido insieme a quei barili di birra?»
in direzione di Zayn, che ha il piatto pieno davanti a sé e non sembra avere
alcuna intenzione di toccarlo. E Zayn lo sa che Louis è un coglione ma che in
fondo quello è il suo modo di dimostrargli che ha notato qualcosa e che è
preoccupato, spiattellandogli la realtà in faccia senza mezze misure. Il fatto però
è che stavolta è proprio la realtà che lo ha ridotto così. È proprio la realtà
che non riesce ad affrontare che lo rende ogni giorno più debole, più triste,
più avvilito. Che lo uccide lentamente.
Quindi, Zayn semplicemente mormora un «Fanculo, Lou»
a occhi bassi e continua a rigirare pigramente il cibo che ha nel piatto con la
forchetta senza intenzione di mangiarlo e a dare di tanto in tanto un sorso a
una bottiglia di birra che poi appoggia sul tavolo di fianco ad altre due già
vuote.
Mentre gli altri riprendono a mangiare e ridono di
qualcosa di stupido che ha fatto Niall, Liam lo osserva per qualche minuto di
sottecchi. Si sofferma sui suoi zigomi appuntiti, sui segni neri sotto i suoi
occhi, sul modo in cui la maglietta che indossa gli cade in modo inusuale dalle
spalle magre, su come il petto che una volta la riempiva non si veda neanche
più sotto la stoffa molle, sulle sue mani che sembrano ancora più fini e
fragili e insicure del solito.
«Sul serio, dovresti mangiare qualcosa» dice alla
fine in tono paterno, a voce bassa come se avesse paura di spaventarlo o di
aver detto qualcosa di male.
A sentire quella voce, Zayn sembra quasi risvegliarsi
da un sogno a occhi aperti. Ma quando alza su di lui uno sguardo duro, Liam
pensa che quello sia più un incubo, perché Zayn non lo guarderebbe mai così
nella vita reale. Zayn lo fissa ancora per qualche secondo e sembra incredulo
per qualche motivo che a Liam sfugge del tutto; apre la bocca e sembra che
voglia dire qualcosa, ma poi la richiude e scuote la testa, sputando fuori: «Non
tutto puó essere risolto con i tuoi occhioni da cucciolo e un sorriso, Liam».
Detto questo, sposta la sedia indietro con un rumore fastidioso, noncurante
degli sguardi degli altri che ha attirato su di sé, si alza ed esce fuori sul
terrazzo, anche se indossa solo una maglia leggera e fuori ci saranno dieci
gradi. Liam intanto rimane immobile a bocca aperta per qualche secondo, un po'
basito per quella risposta così poco da Zayn e molto preoccupato per il suo
migliore amico.
Quest'ultimo, fuori sul grande balcone che dà sui
grattacieli della città, lascia che la brezza fredda tenti di schiarigli le
idee. Estrae un pacchetto di sigarette e se ne accende una, inspirando
lentamente e a fondo per calmarsi. Le mani peró non smettono di tremare, e non
a causa del freddo. A Zayn ultimamente sembra di non essere più in grado di
controllare il suo corpo, nè tantomeno il suo cuore. È come se, dopo tutti gli
sforzi che ha fatto per reprimere e nascondere i propri sentimenti, questi
stiano spingendo così forte sulla sua pelle da minacciare di farlo esplodere in
mille pezzi da un momento all’altro.
Non gli era mai successo di rispondere male a Liam.
Con Louis gli viene naturale, è quasi una gara tra loro due a chi riesce ad
essere più insolente e fastidioso. Ma Liam no. Lui era genuinamente
preoccupato, lui non si meritava di essere trattato così.
E Zayn glielo vorrebbe dire, perchè lui è quello a
cui dice sempre tutto, a cui ha confidato tanti segreti che faceva fatica ad
ammettere anche a se stesso, ma sa che stavolta non puó. Zayn glielo vorrebbe
dire, che la causa di tutto questo, del fatto che sia dimagrito, che non
sorrida tanto come prima, che fumi sempre di più, è proprio lui.
Lui che sta con Danielle, lui che non sa niente dei
sentimenti del suo migliore amico, o che forse sa, ma preferisce fare
finta di niente. Zayn non sa quali di queste cose gli faccia più male e
vorrebbe semplicemente essere in grado di smettere di pensarci e invece
continua a torturarsi, a stare male.
Per un istante sposta lo sguardo su Liam e attraverso
i vetri lo vede sorridere con quella sua espressione così rassicurante, così
tranquilla, così da Liam. Gli occhi luminosi e lo sguardo innocente. Lo vede
mangiare di gusto una polpetta che gli ha lanciato Harry e ridere tenendosi la
pancia e allora pensa che non puó fargli questo.
Zayn glielo vorrebbe dire che è innamorato di lui da
secoli e che l'amore a volte non è bello per niente, non è come nelle loro
canzoni; che stringe il cuore e lo stomaco in una morsa e non ti fa respirare,
dormire, mangiare; che ti rende un'altra persona, peggiore, e ti offusca la
vista, ti fa tremare le mani e la voce. Ti fa desiderare di non esistere.
Zayn vorrebbe dirgli tutto, ma non lo farà, né oggi né
mai, perché non ci sarebbe cosa peggiore per lui che causare quello stesso
dolore a Liam. Non lo farà, perché lo ama troppo.
Note di Summer
Non so da
dove mi sia uscito tutto ciò, anzi in realtà sì. Ho visto un paio di foto
recenti di Zayn e… be’, avete capito. Poi mi sto un po’ dando all’angst, anche
se qui ce n’è pochino. Poi, se vi va di perdere due minuti in più, ultimamente
ho scritto anche una drabble un po’
strana e ho tradotto una storia
che a mio parere è bellissima, quasi una poesia. Entrambe ZIAM, obviously :) Presto
tradurrò un’altra storia angstissima della stessa autrice, perché ormai sono
fissata :P
Lo so, dovrei
concentrarmi sulla mia long ma per oggi va così, angst a livelli massimi. :S
Non c’è molto
da dire su questa “storia”, ma se vi va di farmi sapere che siete passati, :)