SCHWARZ
Capitolo 1:
Lacrime d’amore.
...Lo sguardo indietro
è nero e per noi è ancora notte...
Piano piano
tutte le luci della città si spengono. Il sonno si
impadronisce degli abitanti e la notte avvolge le case buie. Solo una
ragazza è intenta a fissare il cielo stellato e a ricordare,
ispirata da una stella, che sembra essere illuminata per proteggerla e
accompagnarla in una vita che a lei sembra interminabile...
Becki
è una ragazza poco socievole che vive solo per la
musica. A causa del lavoro dei genitori è stata costretta a
cambiare casa molto spesso e quindi non si era mai fatta
un’amica. Ha gli occhi azzurri e i capelli neri
come l’eyeliner che mette ogni mattina.
A scuola tutti
la prendono in giro a causa del suo modo di vestire e di truccarsi.
Sua sorella
Astrid per i genitori era la figlia ”perfetta”,
aveva buoni voti a scuola,era sempre educata... Becki non aveva un buon
rapporto con i genitori perché loro da lei si aspettavano di
più, come sua sorella.
Poi una sera
tornando a casa ci fu quell’incidente mortale,non per Becki,
non per sua madre o suo padre, ma per Astrid...
Dalla sua morte
il rapporto tra Becki e i suoi genitori è peggiorato: lei si
è chiusa in se stessa e loro quasi non la contano
più nella famiglia. Il suo unico rifugio e anche
la cosa più importante che ha
al mondo
è la musica. Il suo gruppo preferito sono i Tokio Hotel.
La sua canzone
preferita è schwarz che riguarda un po’ la sua
vita... molto nera e cupa.
Una sera, mentre
la madre era fuori e il padre a lavoro, Becki si ritrova come ogni
volta a guardare fuori dalla finestra il cielo. Ha le cuffie
dell’mp3 in mano e rilegge tutte le dediche che ci aveva
scritto sopra. Dalla radio escono le note a palla di
“Schwarz” che per l’ennesima volta le
hanno fatto uscire le lacrime. Canticchia a bassa voce il ritornello
della canzone.
Der Blick
zurück ist schwarz
und vor uns
liegt die Nacht
es gibt kein
zurück - zum glück
zum
glück - kein zurück
kein
zurück...
Si siede sul
davanzale della finestra e guarda le macchine passare sotto i suoi
piedi. Intenta a buttarsi si gira l’ultima volta verso il
poster di Bill attaccato alla sua parete e si lascia scivolare di
sotto, ma viene fermata dalla visione della sorella davanti a lei che
le dice di non farlo e di continuare a vivere...
“Becki...”
“Astrid...
ma come...”
“
si sono io... ma tu piuttosto... che stavi facendo?...”
“
...niente... io stavo... niente...”
“
come niente... stavi per l’ennesima volta tentando di
ucciderti...”
“
no... io... si...”
“
ma perché...”
“
perché?... perché la mia vita è uno
schifo!”
“
suicidandoti non risolvi niente... rendi solo più difficile
la vita ad altre persone...”
“
ah... e a chi secondo te?... mamma... papà... loro dalla tua
morte non mi calcolano più nella famiglia!”
“
e ai tuoi amici... a loro non ci pensi?”
“
amici...quali amici... non ho niente in questo cazzo di mondo!... ho
solo la mia musica... i Tokio Hotel... Bill... loro mi hanno dato la
forza di vivere in questi ultimi 6 mesi...”
“
...è brutto vederti così Becki... ti devi
riprendere... ora vado...”
“
no... io rimarrò di nuovo sola... non andare...”
“
devo... ma non preoccuparti...”
I pensieri di
Becki vengono interrotti dal rumore di un chiave che entra in una
serratura, deve essere la madre. Becki va in cucina a prendere un
bicchiere di coca cola, mentre la versa la madre le dice qualcosa con
aria molto triste...
“
Becki... ho incontrato il tuo dottore tornando a casa... e mi ha
detto...
di
aver scoperto che hai una grave malattia alla gola... più
precisamente alle corde vocali... e se non interveniamo subito...
potresti morire...”
Becki si lascia
scivolare il bicchiere di mano che si frantuma in mille pezzi... le
lacrime iniziano a cadere dai suoi grandi occhi truccati di nero
creando delle righe di questo stesso colore sul suo viso senza
espressione.
Corre corre esce
di casa e inizia a correre per la strada urlando... finchè
non si accascia per terra sfinita, con le ginocchia sanguinanti. La
madre la raggiunge e tenta di calmarla, ma le non vuole, non vuole
l’aiuto di nessuno, specialmente di una persone
così diversa da lei come la madre. Ricomincia a correre, ma
questa volta verso la strada di casa, sale le scale, apre la porta, si
fionda in camera sua chiude la porta a chiave e si butta sul letto
piangendo, afferra la sue cuffie, che in quel momento sono la cosa che
la aiutano di più, e comincia ad ascoltare e riascoltare
più di mille volte quella stessa canzone che
l’aveva fatta innamorare, quella stessa canzone che pur
essendo triste l’aveva fatta vivere... Schwarz... la dolce
voce di Bill le rimbombava nella testa e lei non riusciva a credere che
da un momento all’altro non avrebbe più avuto
senso ascoltarla senza poter cantare, cantare fino allo sfinimento.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!!! Io non sono _PuCiA_, ma siccome non ho un account la pubblico
sul suo. Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto!! Ci vediamo nel
prossimo che spero posterò presto.... Baci!! Freiheit95.
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