In quella stanza intrisa di follia.

di ChibiNekoChan
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La stanza era buia e dispersiva, assomigliava vagamente ad un buco nero, pareva inglobare chiunque avesse il coraggio - o la follia - di addentrarsi.
Dei passi rieccheggiavano scanditi, scalpitii di provenienza indefinita.
Si potevano udire le emozioni di chi sostava all'interno. Un ansimare rapido e conciso. Paura. Una risatina agghiacciante ed un respirare deciso e guizzante. Divertimento.
Queste due emozioni, probabilmente appartenenti a due individui diversi, parevano rincorrersi o giocare fra loro.
All'improvviso un urlo cristallino, evanescente, squarciò l'incombente silenzio. Un'altra risata quasi disumana si levò ed un gemito sommesso l'accompagnò.
In quella stanza nessuno sapeva cosa succedesse, nessuno osava entrare. In quella stanza l'oscurità e la follia, di quelle dolci che ti cullano, regnavano.
All'esterno, ad Equestria, dove il sole splende alto in un terso cielo estivo, delle voci confuse richiedevano di Pinkie Pie. La invocavano quasi. Non riuscivano a trovarla.
Un sottile rumore metallico si stagliò in quella stanza inumana. Qualcosa di affilato affettò per un paio di volte l'aria, il tipico vento che si crea risuonò dappertutto.
In quella stanza buia il nero si tingeva ora di rosso. Le risate di urla sommesse. Il divertimento di paura.
L'allegria diventava panico.
Il terrore diveniva follia, di quelle dolci, che ti cullano.
In quella stanza dove nessuno osava entrare giaceva la pazzia di ognuno.
- Pinkie Pie! Rainbow Dash! - Le voci da fuori esclamavano sparpagliatamente.
Una risatina nervosa le beffeggiò.
'Mai più il cielo vedrà l'arcobaleno' si disse una figura, in quell'oscurità 'mai più, perché soltanto io devo portare gioia' rise di gusto. Una risata senza traccia di divertimento, una di quelle intrise di terrore.
Un ghigno sul volto dell'individuo, poi due lacrime ne solcarono i lineamenti facciali.
'Mai più' si ripeté 'mai più' e questa frase perse di significato.
'... Mai più rivedrò lei. Dashie.' Ed ogni traccia di divertimento o paura scomparve dall'oscurità della stanza, lasciando il posto ai rimorsi.




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