.When
Nightmares Come.
Era
solo la seconda notte che riusciva a dormire nello stesso letto in
cui riposava Pepper. Brutto da dire, eh? Ma era la verità,
perchè
da quella disastrosa notte di Natale la sua fidanzata aveva il
terrore di dormire insieme a lui. Altra cosa
alquanto
brutta... ma pur sempre verità: gli ci erano voluti giorni
per
convincerla a tornare in camera.
Era
in momenti come questi che l'odio per Killian tornava a galla,
così
come il desiderio che gli venisse data ancora una
possibilità, per
riuscire a distruggerlo con le proprie mani, stavolta. Magari
prima che si azzardasse a usare Extremis su lei.
Perché era
colpa di quello stupido coso se Pepper aveva
così paura anche
solo di sfiorarlo più del dovuto:
credeva di poter diventare
incandescente da un momento all'altro, e di ucciderlo – il
tutto
nonostante avesse ampiamente dimostrato di sapersi gestire molto
bene, visto la fine che aveva fatto Killian. Ah, mai si sarebbe
dimenticato una scena simile! Davvero troppo bella per
buttarla
via, pensò con un ghigno divertito.
Si
girò sull'altro fianco, e prese a osservare la schiena della
compagna. La luce debole che filtrava dalle finestre lanciava lunghe
ombre nella camera e sui loro corpi. Il reattore Arc era coperto da
una scura maglietta, che intrappolava quasi totalmente il suo
bagliore. Ma nonostante la scarsa visibilità, Tony
notò
immediatamente i sussulti che scuotevano la donna.
Preoccupato,
le si avvicinò con cautela, sussurrando il suo nome mentre
la
scuoteva dolcemente. Le mani di Pepper stringevano convulsamente il
cuscino, contro il quale soffocava i gemiti; sembrava sorda ai suoi
richiami.
Un
brivido le attraversò il corpo, illuminandolo debolmente
come braci
sottopelle. Tony capì immediatamente cosa stava per
succedere, e non
poteva permettere che accadesse. Come lui non era riuscito a
controllare la paura nel sonno, e aveva richiamato la MK 42, Pepper
stava combattendo i propri incubi con l'unica arma di cui disponeva:
Extremis. Con sconcerto Tony si accorse di come la scena che gli si
presentava davanti – lui che cercava di destare Pepper da
quei
sogni angosciosi – fosse tanto simile a quello che era
successo la
sera in cui Aldrich era rientrato nella sua vita; stava vivendo un
déjà vu a ruoli invertiti.
«Ehi,
Pepper... tesoro, svegliati.» continuò a parlarle,
mettendo in
quelle poche parole tutta la dolcezza di cui era capace. «E'
solo un
incub...» ma non riuscì a terminare la frase.
Nell'istante
successivo si ritrovò a fissare gli occhi incandescenti di
Pepper,
che lo sovrastava, inchiodandolo al letto con il proprio corpo. Era
stata sorprendentemente veloce.
Mentre
un sottile velo di sudore cominciava bagnarli la schiena, Tony si
perse nei suoi occhi, illuminati di rabbia, dolore e terrore;
sgomento, cercò traccia della sua Pepper,
ma non riuscì a
scorgere nemmeno una scintilla del ceruleo sguardo che amava. Nel
mentre, la manifestazione dell'Extremis illuminava brevemente i loro
corpi e le lenzuola che li avvolgevano in disordine, diventando
più
forte di secondo in secondo.
Rimasero
fermi così per quelle che parvero ore, prima che la donna si
rendesse conto di aver aggredito quello che era solo il suo compagno;
lasciò la presa sulle sue spalle, e rotolò sulla
schiena,
respirando affannata. Solo quando le delicate mani della donna si
staccarono da lui, Tony si rese conto di quanto calde fossero; gli
sembrava di sentirle ancora addosso, come dei fantasmi che sfioravano
il tessuto della fine maglietta che lo copriva, arrivando a scaldare
anche la pelle sottostante.
«Tony...
» sussurrò Pepper, mentre la stanza tornava
lentamente
nell'oscurità. Senza farsi spaventare da ciò che
era appena
successo, le si fece nuovamente vicino, sfiorandole piano il viso.
Non si aspettava di vederla allontanarsi di scatto, come se lei
rimanesse scottata dal contatto. «No, Tony... non
toccarmi, ti
prego.» lo supplicò, alzandosi dal letto.
«No,
non aver paura. Vedi?» la fermò, stringendole
piano il braccio e
facendola riaccomodare fra le ormai bollenti coltri. «Non
scotti
più.» affermò con un sorriso deciso;
non gli sembrò il caso di
dirle che gli aveva quasi ustionato le spalle poco prima. Pepper si
lasciò andare, stringendolo – con cautela
– e facendosi
circondare dalle sue forti braccia. «Adesso calmati, tesoro,
era
solo... solo uno stupido sogno.»
I
capelli morbidi gli solleticarono il collo quando la donna scosse la
testa. «No, non dirlo...» sibilò. E
nonostante la voce incrinata,
l'uomo riuscì a cogliervi una nota di rabbia.
Le
prese il viso fra le mani, facendo incontrare i loro occhi, in una
muta richiesta di spiegazioni.
«Non
dire che era "solo un sogno". Sappiamo entrambi che non era
affatto solo un sogno.»
continuò Pepper. «Era tutto vero.»
asserì, spingendolo delicatamente via. Tony
osservò la cautela dei
gesti della donna – cautela che aveva avuto modo di notare
anche
nei giorni precedenti e che mostrava in particolare con lui –
e non
potè fare a meno di sentirsi una piccola bambola di
porcellana,
pronta a frantumarsi al minimo tocco. Era una sensazione nuova, che
feriva il suo orgoglio; ma in fondo era una cosa molto dolce da parte
di Pepper. Certo, lui aveva totale fiducia in lei, e sapeva che mai
avrebbe permesso all'Extremis di ferirlo, perciò era anche
una
cautela eccessiva e inutile, dal suo punto di vista; ma allo stesso
tempo dimostrava quanto la donna tenesse a lui.
«Credo
che sia meglio che vada a dormire in...» cominciò
lei, passandosi
una mano fra i capelli rossi.
Ma
questa volta Tony non le permise di fuggire, come aveva fatto per le
notti passate. Sapeva perfettamente cosa sentiva in questo momento
– c'era passato anche lui – e sapeva anche che era
più facile
scappare dai problemi, invece di affrontarli. « Oh no,
piccola.
Adesso vieni qui – la attirò di nuovo a
sé – e ne parliamo. »
continuò a sorriderle dolcemente, cercando di rassicurarla,
finché
non la ebbe di nuovo fra le braccia. «Quindi... cosa hai
sognato?»
le chiese, dandole un piccolo bacio sul naso. La frangetta
calò
sull'azzurro dei suoi occhi quando abbassò la testa, per poi
scostarsi una volta che Pepper riprese a guardarlo negli occhi,
mostrando due diamanti, lucidi di lacrime, sovrastati da un triste
sorriso. «Non potremo solo... dimenticarci tutto? Tornare
come prima
di tutto questo?» gli chiese con voce incrinata dallo
sconforto.
A
malincuore scosse la testa, consapevole che dimenticare non era
così
facile come può sembrare. Eppure, in momenti come questi,
pareva
essere sempre la cosa migliore da fare. «Sai bene quanto me
che non
riusciremo mai a dimenticare. Non ora, non adesso che la cosa
è
ancora così fresca.» si costrinse a dire.
«L'unica cosa che ora
può aiutarti, è parlare.»
«Non
mi sembra che tu sia corso a confidarti con me, dopo New
York.» si
difese Pepper. «Come puoi aspettarti che io riesca a parlarne
ora?»
«Perché
tu sei più forte di me. Sei sempre stata più
forte di me, Pepper.»
affermò, mettendo da parte l'orgoglio, per una volta.
«Supererai
anche questa, tesoro.» sorrise dolcemente.
La
donna sembrò calmarsi un poco davanti alla sicurezza di lui,
e Tony
capì che stava cercando di credere alle sue parole.
«Allora?» le
diede un buffetto sulla guancia, riuscendo a farla sorridere.
«Cosa
non ti fa dormire?»
Il
sorriso abbandonò le labbra di Pepper veloce così
come era comparso
e tornò a rifugiarsi nei malumori che la assillavano.
«Non credo
riuscirò a dormire tranquillamente prima che tu riesca a...
sistemare il problema dell'Extremis. Ho bisogno di... chiudere, di
mettere la parola “fine” a questa
storia.» iniziò, facendo un
respiro profondo. Tony non osò muoversi, per paura di fare
una
qualsiasi cosa che la facesse demordere dal confidarsi.
«Quando
Extremis è entrato in circolo, l'ho sentito
prendere possesso di ogni fibra del mio corpo... lentamente,
dolorosamente. Non ho mai sofferto così tanto in tutta la
mia vita.
Mai. Neanche credevo fosse possibile provare così tanto
dolore.» le
sfuggì un singhiozzo, e Tony la strinse di più.
Sapeva
che prima o poi sarebbe crollata, certo. Ma la consapevolezza che
sarebbe successo, non rendeva più leggera la cosa. Vederla
così
affranta, gli causava una sofferenza enorme. «Ho lottato,
contro la
paura di morire e contro la paura di perderti, nello stesso momento
in cui non desideravo altro che porre fine a tutto quel dolore; anche
se questo significava mettere fine alla mia vita.»
Pepper
tacque, e Tony vide come i meravigliosi occhi della sua fidanzata
cercavano con disperata attenzione la traccia della sua reazione alle
parole appena pronunciate; forse si aspettava di vederlo arrabbiato
–
o deluso – perchè gli aveva appena confessato di
aver preferito la
morte a lui.
«Non
devi sentirti in colpa. Non oso nemmeno immaginare quanto dolore
possa averti causato l'Extremis.» cercò di
confortarla. «E
comunque, l'importante è che ne siamo usciti vivi entrambi,
no?»
«Sì,
ma per quanto? Non sai quante volte ho sognato di... di non riuscire
a controllare questo stupido...» esitò.
«Potere.»
«Potere.»
Completarono
la frase assieme, ma con l'unica differenza che Pepper
pronunciò la
parola “potere” con lo stesso tono con cui avrebbe
detto una
parolaccia. Era evidente quanto la cosa la disgustasse. O
forse,
pensò Tony, parla così solo
perchè la terrorizza.
«Sì,
potere. Ho sognato di non riuscire a controllarlo e di ucciderti.
Stanotte, beh, ci sono quasi riuscita.» sospirò.
Una lacrima sfuggi
alle lunghe ciglia ma Tony si affrettò a interrompere la sua
corsa,
accarezzando la guancia ancora accaldata della compagna. «E'
quello
che hai sognato anche stanotte? È per questo che sei
così agitata?»
chiese, cercando di arrivare alla radice del male che tormentava
Pepper.
«No,
oggi ho... rivissuto tutto quello che è successo con
Aldrich. Tony,
come sono finita a ucciderlo? Killian era
il Mandarino,
e io l'ho ucciso! Sono sopravvissuta a Extremis, sono caduta fra le
fiamme da un'altezza di sessanta metri... e come ho fatto a diventare
l'eroina di turno?» chiese, stringendolo più
forte. «Io... io sono
solo Virginia Potts, niente di più. Sono... ero un
normale
essere umano. E invece ora la mia vita è stravolta.
«Io
non sono pronta, e non sono la persona giusta per vivere in questo
modo. Devo essere sicura di poter stare con la persona che amo senza
rischiare di incenerirla per sbaglio.»
«Troverò
una soluzione, promesso. Te l'ho detto: io... riparo cose.»
sorrise,
pensando all'eufemismo appena detto. Sì, perchè
descrivere quello
che era capace di fare con le sue doti con un semplicissimo
“riparare
cose”, era un eufemismo bello e buono. Ma faceva parte della
sua
falsa modestia, cosa che – ne era certo – avrebbe
abbandonato
solo a favore delle sue frequenti dimostrazioni del proprio ingegno,
giusto per non dimenticarsi di essere principalmente un megalomane.
Ma
quello era il momento di aiutare Pepper a sconfiggere una volta per
tutte i propri demoni, perciò si ingegnò a
cercare di calmarla.
«Posso farti una domanda?» le chiese, ottenendo
subito un assenso
deciso. «Ti fidi di me?»
La
donna annuì per la seconda volta. «Allora, se ti
fidi di me,
stanotte dormi tranquilla, perchè per domani avrò
trovato la
soluzione a questo casino.» promise, serio come mai lo era
stato. E
poi si concesse di baciarla, come la stessa Pepper non gli aveva
permesso di fare nei giorni dopo quella disastrosa notte di Natale,
fino ad oggi.
La
troverò, Pepper. Troverò la soluzione e tornerai
a essere la
meravigliosa donna che amo.
Quella
che Tony Stark aveva appena fatto, era una promessa alla sua
fidanzata e anche a sé stesso. La promessa di riuscire a
farla
sorridere di nuovo, di permetterle di vivere in
tranquillità, di
farla tornare a essere la solita, meravigliosa
Pepper.
Ricordavate
le cose “brutte da dire”, inizialmente citate? Beh,
seppur brutto
da dire, quella notte Tony Stark non dormì con
Pepper, per
l'ennesima volta.
Dopo
essere riuscito a tranquillizzare l'animo agitato della donna, si
assicurò che si fosse assopita e sgusciò via dal
letto.
La
mattina seguente era pronto per ripararla.
Aveva
trovato la soluzione.
Era
pronto a mantenere fede alla promessa.
Angolo
dell'autrice.
Ok,
lo sto realmente facendo? Ma sì, mi butto! Pubblichiamo
questa cosa
strana.
Salve
a tutti! È la prima volta che scrivo in questo fandom,
perciò siate
clementi :D
L'ennesima
ff su Iron Man 3, neanche troppo originale. Ma è solo un
piccolo
sfogo – sfogo che tengo dentro dal 24 Aprile, giorno in cui
mi sono
catapultata al cinema come un razzo – che avevo bisogno di
scrivere. L'ennesima proprio perchè
tutti quanti siamo
rimasti toccati – chi positivamente e chi meno –
dal film, e
tutti ci stiamo facendo i nostri viaggi mentali da quando l'abbiamo
visto... o no? :D Personalmente lo considero un film stupendo, seppur
carente di quel pizzico di Pepperony che rende tutto più
bello :3 Mi
sono accontentata di sciogliermi ogni volta che Tony l'ha chiama
"tesoro" <3
Ah,
tenete conto che io seguo solo i film di Iron Man – mai letto
il
fumetto – quindi non sono così esperta come invece
alcuni di voi
saranno. Non è scritta di getto... l'ho iniziata un paio di
giorni
fa e sono riuscita a pubblicarla solo oggi. Se devo dirla tutta, non
sono proprio convinta di come è uscita, ma ripeto: questo
è solo
uno sfogo.
Allora,
io aspetto di sapere il vostro parere :)
Alla
prossima!
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