Questa storia è
dedicata a due persone che per me sono importantissime.
Grazie Shari e Stefy per esserci e ricordarmi sempre che per quanto io
possa sentirmi giù e vedere solo tempesta i miei raggi di
sole brilleranno sempre.
Questa storia è tutta per voi (a Shari dedico anche tutti
gli appunti di Tedesco che mi hai obbligato a prendere tra una frase e
l'altra)
Come back into the rain
Piove.
Sono due giorni che piove.
Ma, lo sai, a me la pioggia piace.
Piace perchè ridà i suoi colori alla
Realtà: la
realtà è grigia, ne bianca ne nera, ma fatta di
compromessi e frasi non finite, frasi a metà; come quelle
che
uscivano dalla tua bocca quando facevamo l'amore, che mi sussuravi in
un
orecchio.
Ogni spinta, ogni bacio, ogni carezza era un sussurro, era un gemito,
era un grido di piacere.
E poi, la pioggia copre le lacrime: quelle che adesso mi annebbiano gli
occhi, che non vede nessuno (non che ci sia molta gente per strada,
ora) perchè si nascondono, timide e insicure e terrorizzate
e
stanche, si confondono tra le gocci di pioggia.
Sono zuppo, ma non mi importa, continuo a camminare, ho bisogno di
camminare!
Sai perchè sono uscito?
Perchè non volevo pensare: a niente, a te......ma tu ci sei
sempre.
Mia bellissima ossessione.
Non riesco più a dipingere.
Sono tre mesi che non prendo in mano un pennello o una matita: da
quando tu non ci sei più, da quando non bacio
più
la tua bocca, da quando non vedo più i tuoi occhi, da quando
non
stringo più il tuo corpo al mio.
Da quando ti hanno portato via da me.
Come stai Dany?
Riesco a vederti: bellissimo nel tuo completo elegante, dietro una
scrivania lucida, con gli occhiali da vista che abbiamo comprato
assieme, quelli da letture: con la montatura sottilissima di metallo e
le lentti rettangolari.
Stai benissimo con quegli occhiali.
Continuo a camminare, continuo a bagnarmi. Forse dovrei tornare
a
casa, a casa nost.....mia, a casa mia. Adesso è solo casa
mia,
tu non ci sei più.
Adesso tu sei a St. Francisco, a mandare avanti la socetà di
tuo padre.
Non ti vedrò più, se non in quelle orribili foto
di giornale.
Lo abbiamo deciso di comune accordo: niente telefonate, niente e-mail.
Niente di niente.
Farebbe troppo male ad entrambi.
Anche la prima volta che ci siamo incontrati pioveva.
Io ero al parco, stavo facendo alcuni bozzetti (quel quadro con il
laghetto e i ciliegi), quando è scoppiato un temporale.
Stavo
raccogliendo le mie cose, bagnandomi fino alle ossa, quando non ho
più sentito le gocce bagnare la maglia e allora ho alzato
gli
occhi e ti ho visto: angelo stupendo avvolto in un lungo
cappotto
nero.
Mi hai sorriso, mi hai portato a casa, e li hai insistito tantissimo
per vedere i miei quadri, e poi ne hai comprato uno, quello che hai
regalato a Peggy, e dopo......dopo il tuo bacio. Il primo,
leggero e castissimo, seguito dal secondo, dal terzo, dal quarto; tutti
uno più profondo dell'altro.
Dopo mi hai sedotto e conquistato, lentamente, come il milgliore dei
corteggiatori, ma ninete sesso, finchè non sono stao io a
chiedere: perchè volevo di più, perchè
volevo te.
Da quella notte in poi............è stato il Paradiso.
Salgo le scale e raggiungo l'appartamento, quello nuovo che abbiamo
comprato 3 anni fa.
L'hai voluto tu, dicevi che il mio era piccolo e che non si
riusciva a creare uno studio per me.
Sei sempre stato dolcissimo, Dany.
Butto il cappotto all'entrata e mi dirigo in bagno: ho bisogno di una
doccia.
Hai dimenticato il tuo profumo quì; lo uso ogni tanto,
quando mi
manchi troppo: le Illusioni sono inutili e sempre indispensabili.
L'acqua è calda, leggera, scivola via veloce sulla pelle
come lo facevano i tuoi baci.
Mi lavo in fretta: troppi ricordi.
Troppi ricordi ovunque.
Mi stendo sul letto e provo a dormire, ma so già che non ci
riuscirò.
Perchè?
Perchè ogni volta che mi addormento ti sogno e mi
sveglio
in lacrime, e passo tutto il resto della notte a piangere.
Probabilmente anche questa notte la passerò così:
con le
lacrime negli occhi e i singhiozzi che soffoco sul cuscino.
Come quella prima.........
.........e quella prima ancora.........
.........e quella prima ancora.
Sono le otto di mattina e io sono ancora a letto, cercando di non
pensare a niente per almeno 5 minuti: ne va della mi a salute.
Stò impazzendo e non riesc.........
Dlin-dlon!
Chi diavolo rompe a quest'ora?!
Mi alzo, mettendomi addosso una maglia, e vado ad aprire; ma quando
apro la porta mi blocco......
- Ciao, Tomi.-
Quella voce dolce e profonda, quel sorriso, quel profumo e.......il mio
nomignolo.
Chiudo la porta di scatto e ci appoggio la fronte chiudendo gli occhi;
la mia visine, perchè non può essere altro, fa lo
stesso.
Fronte contro fronte. Ancora.........di nuovo.........NON É
VERO!
- Tom, apri, ti prego-
Lo dici piano e la sento quella piccola nota di ansia nella voce.
Respiro una volta,due, tre.......poi apro, e tu sei lì:
più bello di prima, addosso un cappotto nero di taglio
elegante,
i capelli scuri leggermente spettinati.
- Ciao. Posso entrare?-
Non rispondo, non ne ho la forza, ma mi sposto di lato per
farti
passare. Entri e percorri il piccolo corridoio d'ingresso fino al
salotto, io ti seguo senza parlare o guardarti.
Ti fermi, mi guardi e riesco a ritrovare un minimo di coraggio per
quell'angelo ed arrabbiarmi........o meglio: disperarmi.
- Perchè sei tornato?! Sapevi che non dovevi farlo! Avevamo
deciso di........-
É un attimo: le tue braccia attorno alla mia vita e la tua
bocca
sulla mia, e io non posso che lasciarmi andare e ricambiare quel bacio
che sognavo ogni notte, aggrappandomi al tuo cappotto.
So che farà male..............so che dopo farà
male come
non mai, ma non ce la faccio a respingerti: ho bisogno della mia
illusione, ne ho bisogno per ricordare che è tale.
Ci separiamo, entrambi ansimanti; io con la paura negli occhi e tu con
una luce che non capisco.
- Perchè l'hai fatto Daniel? Sai che farà ancora
più male quando te ne andrai...-
Abbasso lo sguardo, restando aggrappato al tuo cappotto. La sofferenza
che scorre nelle vene più del sangue e fa male in tutto il
corpo.
Mi fai alzare lo sguardo e mi sorridi.
- Non me ne vado, piccolo. Non me ne andrò mai
più -
Non me ne vado.........
Non me ne
vado.........
Deve essere un sogno!
-Di....Dici sul serio? -
Mi sento un bambino, con gli occhi sgranati e un po'lucidi,
però.....
-Si, Tomi. Resto quì con te -
Sorido come non ho mai fatto e ti abbraccio di slancio, cominciano a
piangere di gioia.
- Ti amo -
- Anch'io ti amo -
Restiamo così ancora per un po', ma poi mi allontano appena,
per poterti guardare negli occhi.
- Ma la socetà?-
Mi sorridi, mentre ti togli il cappotto e vai a stenderti sul divano
facendomi segno di raggiungerti, così io mi accoccolo contro
di
te.
- Mio fratello è tornato: penserà lui a dirigere
la socetà, e non vede l'ora di conoscerti-
Mi abbracci un po'più stretto mentre lo dici.
- Davvero?! -
Fai segno di assenso con la testa.
- Però ne parliamo dopo...-
É l'ultima frase che mi dici, frase coerente almeno, e io
non ho
nessuna intenzione di farti parlare: sono troppo impegnato a
risposndere a baci e carezze e qualcosa di più che
continuerà nella nostra camera.
Piove, fuori.
Ma, nonostante questo, il sole continua a brillare.
«
Tra un po'ci sarà un arcobaleno stupendo. Lo andiamo
avedere, amore? »
« Certo,
piccolo ».
Good coming back, love.
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