Una
missione per Tenten: a Sunagakure!
“Tenten!
Tenten!! TENTEN!!!!”
Lee
scrollò pesantemente la compagna di
squadra.
“Ehi!
Che violenza! Stai calmo!”
protestò la ragazza tentando di ricomporsi. I codini erano
tutti sfatti e i
capelli, lunghi fino alla vita, le cadevano morbidi lungo la schiena;
le sue
armi giacevano a terra, assieme ai rotoli di evocazione. Parecchi kunai
erano
conficcati in un albero a pochi metri di distanza. Ciononostante...
“Oh,
Kami! Tenten perché devi inscenare
questa farsa ogni volta?!” Lee
gettò uno sguardo scocciato ai resti
dell’allenamento dell’amica.
In
realtà i kunai e gli shuriken erano
stati posizionati strategicamente in modo che sembrassero stati
lanciati e le
armi gettate a terra in ordine scrupolosamente confuso... persino i
capelli che
fuoriuscivano dai codini erano appositamente studiati! Tutto questo
teatrino,
infatti, doveva dare l’idea che Tenten si fosse allenata per
ore e ore; era
tutto calcolato con estrema precisione!
“Senti,
ora chiedo a Neji di spedirti
una sua foto, così magari dopo ti allenerai
veramente!” La ragazza arrossì
violentemente. In realtà tutta quella scena era stata creata
perché lei potesse
spiare tranquillamente Neji Hyuuga dietro un cespuglio, senza destare
sospetti.
Infatti se Gai- sensei lo fosse venuto a sapere l’avrebbe
messa in punizione
per almeno un mese (e le punizioni di Gai erano paragonabili ai Lager
nazisti)
e avrebbe detto tutto al suo bellone...e questo non doveva accadere,
assolutamente!
Tenten era sicura che un giorno si sarebbe confessata...forse. Certo
non
sarebbe rimasta tutta la vita a guardare Neji che sfasciava alberi a
colpi di
Juken, però per il momento non si sentiva sicura e
-soprattutto- aveva una
paura matta che le rispondesse “Veramente ti considero solo
un’amica” il che
non era vero. Tenten sapeva che in
realtà lo Hyuuga l’amava profondamente ma era
molto timido e non riusciva a
dichiararsi. Sakura, che in quanto a due di picche ne sapeva qualcosa,
le
ripeteva costantemente che Neji non fingeva
di mostrarsi indifferente: lo era e
basta. Ma la kunoichi dai codini continuava a non crederci e ad
aspettare il
momento giusto per fare la grande rivelazione. Nel frattempo fingeva di
allenarsi e sbirciava. E non c’era nulla di male, ecco! U.U
Sfortunatamente
a Lee non sfuggiva
nulla... Beccata! Pensò.
Ma non si
preoccupò più di tanto: Rock Lee sapeva della sua
cotta per Neji da una vita,
forse ancora prima che lo scoprisse lei stessa...
“Va
bene, giuro che non lo faccio più!”
“Sisì...come
non crederti! -.- comunque
mi manda l’Hokage in persona! Ti vuole vedere.”
“Me?
E perché?”
“Boh?
Perché lo chiedi a me?! Che vuoi
che sappia io! Comunque penso che sia qualcosa circa le
missioni...”
“Ah,
beh...allora vado subito.” La
ragazza tirò fuori dalla tasca due elastici e
sistemò con precisione i capelli
in due ordinati codini.
Lee
sospirò, seccato. Le aveva detto
migliaia di volte che stava meglio con i capelli sciolti, ma Tenten
continuava
a non ascoltarlo. “Ten...” provò a dire.
La
ragazza non lo fece neanche finire
(anzi cominciare ^.^) e lo zittì posandogli un dito sulla
bocca. “I capelli
sono miei e decido io come portarli ^.^ Ci vediamo dopo,
ciao!”
Tenten
si incamminò verso l’ufficio della
donna più feroce e temibile di tutta Konoha: Tsunade, la
Quinta Hokage, la kunoichi
più forte della storia, una dei tre ninja leggendari, i
Sennin.
Detta
così, sembra quasi inquietante...
ma erano pochi coloro che si rivolgevano a Tsunade con timore
reverenziale...anzi erano molto più frequenti le pacche
cameratesche sulle
spalle e i buffetti sulle guance (di quelli stile zia di infinitesimo
grado,
che dopo ti ritrovi le guance cascanti come un cane e rosse come
pomodori).
Ciononostante era pur sempre l’Hokage, la carica
più alta, quindi era bene
affrettarsi per non arrivare in ritardo; Tenten era una ragazza
rispettosa con
tutti...beh, quasi. Con Neji non utilizzava nessun rispetto, almeno
secondo
Lee. In realtà non capiva che l’amore che Tenten
provava per questi era
talmente grande da non fermarsi davanti ad alcun ostacolo! Beh, tranne
i
muri...le dispiaceva non avere il Byakugan come lui: almeno avrebbe
potuto
spiarlo anche mentre era in casa, magari sotto la doccia... ^//^
Immersa
nelle sue fantasie (?), la
ragazza non si era accorta era pressoché arrivata.
Bussò alla porta
dell’ufficio e aspettò la risposta.
“Vieni
subito dentro, razza di idiota!
O forse non hai nemmeno il coraggio di aprire quella dannata porta e
affrontare
il tuo destino come un vero ninja!”
Oh,
Kami, che cosa ho combinato?Non sarà forse che Neji si
è accorto che lo spio ed
è andato a protestare?
Timidamente Tenten mise il nasino dentro la stanza...
“Tsunade-
sama, mi cercava?”
“Oh,
Tenten! Allora sei tu, caruccia!
Pensavo che fosse quello scioperato di Jiraiya; gli ho chiesto da
più di
mezz’ora di portarmi quel rapporto su Orochimaru, ma credo
che se la sia
svignata...che uomo inutile! E poi Shizune non mi ha ancora consegnato
i dati
sull’ultimo esame di chuunin...Kami, sono circondata da
scansafatiche!”
La
vera scansafatiche sarebbe lei...fa sempre fare tutto agli altri!
Pensò Tenten mente si avvicinava alla
scrivania ingombra di scartoffie e buste di plastica dei colori
più svariati...
“Di
cosa aveva bisogno, Tsunade?”
“Ah,
sì! Dunque...ho una missione da affidarti.”
“A
me sola? Non a tutto il team?”
“No,
solo te. Questa è una missione di
tipo diplomatico, anche se richiede capacità di autodifesa.
Comunque ci andrei
io, se non avessi tutto questo lavoro da sbrigare...” Tsunade
indicò la
scrivania. Una mamma procione con il suo seguito di procionini
scavalcò
un’enorme libro contabile e si accucciò tra un
libro di anatomia e un rapporto
sulla negligenza dei genin.
“Oh,
sì...vedo. -.-”
“Non
far caso a Gina e ai suoi
figlioli! ^//^ Mi servono per...dei test! Sì, test
su...su...il comportamento
degli animali nei confronti delle mie lumache!”
“Immagino.
Ma perché proprio io? Non ci
può andare Sakura?”
“La
mia assistente è troppo impegnata
in questo momento. Le sto insegnando alcune arti mediche molto
difficili e non
posso distoglierla dallo studio. E poi mi deve aiutare qui!”
Tenten
rabbrividì. Essere allieva di
Tsunade voleva dire non solo essere sottoposte ad un durissimo
allenamento, ma
anche dover svolgere tutti i lavori che Tsunade
“fingeva” di dimenticarsi: in
poche parole era come essere un chuunin-hokage... doppia carica, doppio
lavoro,
ma non doppio stipendio -.- La ragazza non riusciva a capacitarsi come
Sakura
avesse potuto accettare quell’incarico. Eppure era una
kunoichi intelligente! Beh...forse
dopo che si era ritrovata da sola... Che buffo! Tutti i membri
dell’ormai
ex-team 7 stavano venendo allenati da Sennin: Sakura si ammazzava di
lavoro da
Tsunade, Naruto era partito da due anni per seguire un addestramento
speciale
con Jiraiya e Sasuke era scappato al Villaggio del Suono, da
Orochimaru. Che
razza di traditore! U.U e inoltre...
“Tenten,
non per interrompere le tue
riflessioni, ma dovrei darti i dettagli della missione, sai?”
La voce potente
di Tsunade riscosse la ragazza.
“Sì,
Tsunade- sama!”
“Molto
bene, ragazzina! Adesso mettiamo
da parte le cretinate, questa missione non è delle
più semplici, anzi...”
Tenten
si fece di colpo più attenta.
Anche Tsunade abbandonò la sua solita
Faccia-Da-Ragazzina-Troppo-Cresciuta e
indossò lo Sguardo-Serioso-E-Apparentemente-Responsabile
come si addice ad un
Hokage.
“Dunque
come ben saprai
l’Organizzazione altamente criminale Akatsuki sta dando la
caccia a molti ninja
sia di Konoha che di Suna per prendere i demoni che si trovano nel loro
corpo e
usarli per i loro loschi piani. Il tuo compito è andare dal
Quinto Kazekage,
Gaara, per accordarci sul piano d’azione da seguire.
Già una volta Kisame e
Itachi hanno attaccato alcuni nostri ninja per fregare Naruto...quella
volta
c’era anche Jiraiya e i ragazzi se la sono cavati abbastanza
bene...perlomeno
sono rimasti vivi. Ma non conosciamo bene la loro forza: quindi
è meglio
stringere un’alleanza tra i due Villaggi...così
disporremo di un maggior numero
di combattenti. Il
tuo compito in tutto
questo è molto semplice: tieni. In questo rotolo ci sono
tutti i dettagli;
fallo firmare dal Kazekage e ritorna qui. Cerca di non farti ammazzare
lungo il
tragitto.”
“A-
ammazzare? È così importante questo
rotolo?”
“Sì,
perché se non giungesse a Suna,
non ci sarebbe alcuna alleanza e quindi poche speranze di battere quei
megalomani fissati con i demoni...Non fare quella faccia, piccola, ti
darò una
scorta! Però non ti aspettare granché... non
posso darti jounin e sarebbe
meglio fare a meno degli Anbu: servono a guardia del villaggio. Non
posso
lasciare sguarnita la difesa, inoltre una mobilitazione eccessiva
potrebbe
creare sospetti. Ti posso concedere due chuunin, ok? Dovrebbero
bastare, non
credi? Via, partirete domattina, all’alba. E, mi raccomando,
non fallire e non
morire.”
“Signorsì!”
Le
mani di Tenten stringevano sudate il
rotolo.
**********************************
Konoha,
ore 6,00
La
squadra è pronta a partire. Sono tre
ninja: Akira, diciassette anni, ninja medico; Ichigo, quattordici anni,
appena
diplomato chuunin e Tenten, quindici anni, chuunin da due, capo della
missione.
La
loro è una missione delicata e della massima importanza; non
possono fallire,
non è gli concesso morire, almeno non prima di aver
consegnato il rotolo al
Kazekage di Sunagakure.
L’aria
del mattino è tersa. Il sole non
è ancora spuntato.
Le
condizioni climatiche sono più che
ottimali. Non è troppo caldo né troppo freddo.
Una
goccia di sudore riga il viso di
Ichigo. Non avrebbe voluto accettare questa missione, non è
abbastanza
preparato per queste situazioni. Ha paura, tanta paura. Non gli costa
nulla
ammetterlo, cosa vale l’orgoglio di fronte ad un rischio
così grande?
Akira
si mostra tranquillo. Certo, lui
è il più grande, deve dare il buon
esempio...però è inquieto. Sente che
c’è
qualcosa che non quadra, un rotolo non può valere
così tanto. Ci deve essere
qualcosa sotto.
Una
farfalla nera svolazza leggermente
sopra le loro teste.
Il
dolce cinguettio dei passeri ha il
sapore di una menzogna.
Pure
il modo rassicurante con cui i
sensi li guardano sembra falso.
Tenten
china leggermente il capo
davanti all’Hokage in segno di saluto. Non una parola. Non
c’è niente da dire. Solo
Rock Lee, suo compagno di squadra, le dà una leggera pacca
sulla spalla e la
saluta con un “Torna presto!”; Neji non dice
niente: fa un semplice cenno con
la testa.
La
squadra è pronta a partire. Ma
nessuno è veramente pronto.
I
tre ninja partono, lasciandosi il
villaggio alle spalle. Torneranno sicuramente. Sicuramente.
“Aspettami,
Neji. Tornerò presto. Lo
giuro.”
~Continua
nel
prossimo capitolo ~
Ohayo
a tutti!!! Io sono Cecia chan (Oops! C’era scritto anche
sopra... ^.^”) e
questa fic è nata da una scommessa fatta con Wiwo...
Un
giorno, dopo che Cecia chan ha
finito di leggere lo storyboard dell’ennesimo Hyuugacest di
Wiwo, esordisce con
un:
“Neesan!
Scommetto che non ti
riuscirebbe mettere Neji con nessuno che non sia Hinata!”
“Non
è vero!”
“Allora
scrivimi un paring assurdo
come...vediamo...NejiTemari!”
“O_____O
E va bene! Però tu scrivi
una...mmh...GaaraTen!”
“O_________O
Ok, ci
sto!”
Però
ha vinto lei T.T... ha pubblicato “Il gioco”
mooolto prima di me...vabbè, io la
mia l’ho pubblicata lo stesso, spero che vi piaccia! ^.^
Ciau!!!
p.s.
il titolo fa veramente pena, lo so... -.-
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