Cuore a metà

di I promise
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Con un energico gesto della mano, la donna mi fa gesto di avvicinarmi. Debolmente, mi avvicino velocemente a lei che cerca la mia mano. Gliela porgo con timore e insicurezza e la guardo, anche se non mi è permesso, nei suoi profondi e penetranti occhi.
Lei ricambia uno sguardo sofferentee, come un cerbiatto ferito sbatte le sue folte ciglia.
"Ti prego" mi sussurra, con quella voce che non le appartiene, "Aiutami".
Mi accorgo però che questa volta le sue parole sono intrise di significato, di disperazione e di morte.Getta le sue agiel che teneva nelle mani conserte in fondo al letto, in segno di pace temporanea.
prendo la dose di coraggio più grande che la mia condizione fisica e mentale mi permette e le porgo una domanda; "cosa vi ha fatto?"
Lei con il viso tramutato in una smorfia di dolore, segnato per la paura per la prima volta, mi dice "Male", continua "Me lo meritavo; non sono una buona mord-sith; devo morire".
In quell'istante nella mia testa il dolore e la sensibilità di quelle parole giuste, ma dette da una donna sbagliata predono il sopravvento. "Che cosa posso fare?"
Mi invia un sorriso forzato, e in una smorfia di dolore mi ripete"Ti dimentichi sempre".
Finchè non si addormenta con il cuore più leggero, lasciandomi stanca, sla e intorpidita più che mai, lasciandomi in un torrente in piena, lasciandoi come unica consolazione un tappeto e non il marmo rosa su cui riposare.





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