il sapore della pioggia..
Persi i miei genitori in un giorno di pioggia. Mi
lasciarono a casa con la baby-sitter e partirono assieme in macchina, non
ricordo neanche per dove. Quando c’era il temporale, avevo sempre paura, a quel
tempo avevo appena cinque anni. Correvo a nascondermi sotto le coperte,
tappandomi le orecchie e la mamma, poco dopo, si sedeva sul bordo del letto. Mi
prendeva tra le braccia carezzandomi i capelli.
“Il cielo ha la tosse” mi sussurrava sorridendo,
riferendosi ai tuoni.
Quel giorno però, non ci fu nessuno a rassicurarmi. Li
aspettai, non so per quanto, fiducioso che avrebbero fatto presto ritorno per la
cena. Non tornarono.
Mi insospettii quando vidi la baby-sitter preoccupata che
cercava di contattarli al telefono. Scoprii tutto dal telegiornale, era in
diretta. Un grande incidente di un camion e una macchina, contro una pompa di
benzina. Mi ero già ritrovato a pensare che, a distanza di anni ed anni, avrei
perso i miei genitori invecchiando, ma c’è una cosa comune a tutti, riguardo
questo pensiero.
Automaticamente, si pensa che manca molto, moltissimo
tempo, e ci si auto-tranquillizza. Solo quando si pensa a quanto sia
inevitabile la morte, si capisce. Appena ci si rende conto di quel che di
certo, ci succederà, si percepisce una stretta al cuore, così si cerca di
placarla con dei pensieri felici. Di fatto, un bambino non dovrebbe essere
messo tanto brutalmente davanti alla morte delle persone a lui care.
Non potevo placare l’ansia… Non potevo dire “ Manca
tanto tempo”, o fare pensieri felici. Era successo e
basta…l’inevitabile.
In seguito a vari spostamenti e problemi burocratici,
finii in un orfanotrofio. Non avevo nessuno. Cercai sempre di non riportare
alla mente il pensiero di quella sera, ma non fu semplice. Appena sceso dalla
macchina dell’anziano signore che mi aveva portato lì, Roger, fissai con occhi
inespressivi quell’enorme edificio. Si vedeva che era stato costruito molto
tempo prima e poi restaurato. Nel cortile c’erano tanti bambini ed io mi sentii
immediatamente addosso la fredda sensazione di essere uno dei tanti. Se
volevo riuscire a cavarmela, avrei dovuto andare avanti per conto mio. Per
quanto avessero potuto consolarmi, i responsabili che si occupavano di noi,
dovevano badare a tutti, non solo a me.
Dopo che ebbi sistemato le cose nella mia stanza, mi
rintanai sotto le coperte, da solo. Qualcuno bussò alla mia porta e un debole
“Avanti” uscì dalle mie labbra svogliatamente. Vidi entrare un ragazzino, doveva
avere all’incirca tre anni più di me. Mi salutò e io risposi fissandolo. Era
pallido, occhi scuri, una maglietta bianca e dei jeans. Era a piedi nudi e coi
capelli spettinati…Rimanere lì perplesso mi parve il minimo. Chi era? Cosa
voleva? Perché era in camera mia?
-Io mi chiamo L! E mi hanno chiesto di farti vedere la
Wammy’s House!- spiegò sorridente.
- Tu chi sei?- domandò venendomi vicino.
Sembrava amichevole, pensavo che nessuno volesse far
conoscenza col nuovo arrivato. Continuava a venirmi vicino, cercando di
spronarmi. Forse era l’unico che provava a tirarmi su di morale e, quasi da
subito, sentii un disperato bisogno della sua vicinanza…un disperato bisogno di
un amico. Riflettei su di lui, L di certo non era il suo nome, così decisi di
giocare anche io a quel gioco… Near… vicino. Era ciò che succedeva, in
quel momento avevo qualcuno vicino…ed era ciò di cui avevo bisogno.
-Mi puoi chiamare Near- dissi porgendogli la
mano.
Non chiese nulla, sorrise e mi intimò di seguirlo per farmi
vedere il posto.
Durante il giro, mi chiese cosa mi era successo, sempre con
molto riguardo, e probabilmente mi resi conto solo ora, che era passato già un
mese. Gli chiesi anche io di lui, e mi spiegò che suo padre morì quando lui era
molto piccolo, per ragioni che neanche lui conosceva, mentre la madre morì di
malattia.
-All’inizio tutti abbiamo avuto l’impressione che questo
posto fosse una prigione, ma poi si fa amicizia e si scopre d’avere qualcuno
pronto ad aiutarti – spiegò.
Alla fine uscimmo in giardino ed L mi presentò i suoi
amici. Mello, un ragazzino un po’ arrogante ma affettuoso, con la passione per
il cioccolato… Matt, della stessa età di Mello, un po’ taciturno e perso nel
mondo dei videogame. Mi sorpresi di come mi vennero incontro, facendo
amicizia e raccontandomi le loro esperienze prima dell’arrivo a Wammy’s House.
Mello perse entrambi i genitori in una sparatoria dopo un furto in una banca,
rimasero feriti molti innocenti. Matt invece, non ne sapeva nulla, forse per
lui era stato più semplice…non aveva neanche potuto affezionarcisi.
Era ormai passato molto tempo da quel giorno, dieci
anni. Dieci anni alla Wammy’s House, con i miei amici, mi ero rifatto una vita,
ma il persistente fastidio, quasi un timore per i temporali, continuava ad
esserci. Ogni volta mi rintanavo sempre sotto le coperte in attesa che
cessasse tutto, proprio non ce la facevo ad affrontarlo. Non potevo. Non potevo
togliermi questa paura, e tutti quelli che mi conoscono lo sanno. A dire il
vero, me ne vergognavo parecchio, a sedici anni avevo ancora paura di un
temporale, credo fosse l’unica parte do me rimasta un po’ bambina.
Un giorno il temporale fu particolarmente forte,
violenti scrosci d’acqua si abbattevano sulle finestre. Si udivano tuoni che
potevano spezzare l’aria. Non ricordo quanto durò, ma rimasi nascosto
addirittura fino a stancarmi, ma non avevo intenzione di uscire. Mi coprivo le
orecchie, così non sentii che qualcuno aprì la porta. Mi accorsi di non essere
solo, soltanto quando sentii una lieve pressione sulla mia spalla. Mi scoprii
timidamente il volto, era L.
- Hey là… - mi salutò – Ancora il temporale, eh? – domandò
con un po’ di riguardo, sapendone il motivo.
- S...si… - balbettai annuendo.
- Sai, è ironico… - cominciò lui – Mia madre, è morta
quando il sole splendeva. Quando ha chiuso gli occhi, sembrava stesse
dormendo…Aveva il sorriso sulle labbra, benché fosse divorata dalla malattia. –
spiegò mentre io ero tornato con la testa sotto il piumone.
L capì che lo ascoltavo, ma avevo troppo timore per uscire.
Sentii dei rumori lievi e poi avvertii una sensazione fredda. Guardai verso la
finestra e sgranai gli occhi.
- Ma che diavolo stai facendo? – gridai fissando
L.
- Beh, a parte il freddo e il bagnato…non mi sembra che sia
poi così pericoloso il temporale – asserì guardandomi con quegli occhi così
profondi.
Si era piazzato davanti alla finestra, da cui era entrò
moltissima acqua, e la maggior parte, finì addosso a lui. Corsi a chiudere la
finestra, senza pensarci un attimo.
- Così ti ammali! – lo sgridai.
L era famoso per fare sempre cose imprevedibili. Appena
la chiusi, lo guardai come per rimproverarlo, ma lui mi sorrise. Subito non
capii il perché.
- Visto? Non era così difficile uscire, no? – chiese
dolcemente.
- I…io… - balbettai guardando prima lui poi la
finestra.
Non mi ero neanche accorto di essere uscito così,
d’istinto, volevo solo che lui non si prendesse un malanno stando sotto la
pioggia.
- Sbaglio, o dicevi che non saresti ma uscito da sotto le
coperte, mentre c’era il temporale…cosa cambiava adesso? – domandò
innocentemente.
Lo guardai interrogativo, era fradicio.
- Te l’ho già detto! Figurati se lasciavo la finestra
aperta con tutta l’acqua che ti veniva addosso! – spiegai lievemente
alterato…come faceva a non capirlo?!
- Avanti, ti devi asciugare! – gli ordinai prendendolo per
un braccio per portarlo in camera sua.
Ad un certo punto mi sentii tirare all’indietro, e per
paura di cadere chiusi istintivamente gli occhi. Avvertii una strana sensazione
e quando aprii gli occhi, constatai che L mi stava baciando. Mugolai un
secondo sgranando gli occhi, che stava succedendo?? Sentii il sapore delle
sue labbra, mescolato a quello della pioggia che gli era caduta addosso. Era
dolce, deciso, fresco…tanto perfetto che mi ci abbandonai senza
pensare.
Non ricordo quanto tempo stetti tra le sue braccia
rispondendogli timidamente, ma furono i momenti più belli della mia vita. Quando
smise di baciarmi, sussurrò il mio nome a fior di labbra e ci sorridemmo a
vicenda. Non capii cosa trovasse in me, o perché decise di baciarmi, sapevo
solo che adoravo lui e il suo profumo. Il sapore delle sue labbra mescolato a
quello della pioggia era paradisiaco, ed ancora oggi, a distanza di tempo, lo
ricordo bene.
Non ho più paura del temporale, ora però mi ricorda L…che
se n’è andato. Lontano da me… Dalla Wammy’s House… Dalla sua
vita.
E’ pronto a sacrificare la vita per i suoi ideali, io lo
so, ed è per questo motivo che andrò da lui. So per certo che non si farà
riportare a casa, senza prima aver catturato Kira, così lo aiuterò. Non
importa cosa dovrò fare, o dove andrà a parare la mia vita con
quest’indagine…
Perché la vita con L…sarà sempre perfetta.
Ecco, finita!^^ Spero sia piaciuta! Ho messo wath if perchè
hanno meno anni di differenza rispetta all'anime. Cmq saluto tutti, anche chi
non recensisce e ringrazio la mia sempay Ovetto che si è offerta di ricopiarla
dalla carta al pc (lavoro che io detesto più di tutto)...bye!!!
Recensite!!!^^
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