Duellare. Contro un nemico mascherato, che sai essere più
potente di te. Ma ora non ci penso. Non penso che non ho più scampo. Non penso
che sicuramente dovrò morire, non penso più a niente.
Non so nemmeno chi è il mio avversario… un uomo, una donna?
Vedo solo la sua maschera… e nemmeno parla. Riesce a pensarli, i suoi
incantesimi, mentre a me tocca urlarli.
È forte, troppo forte. Ed io sono sempre più debole. I miei
raggi rossi si fanno più tenui e più deboli, così come i suoi raggi verdi si
fanno più decisi, e più frequenti.
Le mie gambe non ce la fanno più a scansarli.
Improvvisamente cado. E non posso più rialzarmi. Forse è un
incantesimo che mi tiene prigioniera. Forse è la semplice debolezza. O forse è
la paura.
Vedo quell’ultimo raggio verde dirigersi verso di me. Chiudo
gli occhi.
Chissà come sarà l’impatto. Farà male? Sentirò qualcosa?
Ma sento un tonfo, proprio qui, davanti a me. Riapro gli
occhi.
E vedo lui, il suo corpo, il suo volto sereno ma senza vita. E
mi si gela il sangue nelle vene. È lui. Lui, al quale non ho mai avuto il
coraggio di confessare i miei sentimenti. Che invece ha avuto il coraggio di
sacrificarsi per me.
Lo prendo per un braccio, cerco di svegliarlo, come se ormai
fosse possibile. Perché ho atteso così tanto? Ho sempre pensato che forse, un
giorno, sarei andata da lui e gli avrei detto tutto, che avrebbe saputo tutto…
l’avrei abbracciato, sentendolo dire che anche lui provava lo stesso per
me….
Ma ora è troppo tardi, ormai… il tempo è scaduto, e lui non
tornerà più indietro….
Sento le lacrime scendere. Tante, tutte di seguito. Un
incalzare che non mi lascia respirare.
E questo è uno di quegli attimi in cui si è completamente
inermi, incapaci di reagire.
Vedo di nuovo quel raggio verde. Troppo veloce, non posso
schivarlo. E non faccio nemmeno nulla per evitarlo.
Chiudo di nuovo gli occhi, li copro con le mani.
Mi domando cosa ci possa essere dopo. Il nulla, forse?
L’Inferno, il Paradiso?
Attendo il brusco impatto con la morte.
Ed, improvvisamente, i rumori della stanza si fanno
silenzio.
Lentamente, i miei singhiozzi si attenuano, fino a scomparire.
Ma mi sento ancora vuota. È così che mi sentirò per l’eternità? Vuota?
Apro gli occhi, e vedo tutto bianco. Una luce che in vita
sarebbe costata cara ai miei occhi, ma che ora riesco a sopportare.
Mi guardo. Indosso ancora gli stessi abiti della battaglia, che
però ora sono puliti. Sembrano appena usciti dal negozio. Niente veste bianca
tipo angelo. Meglio così, altrimenti, con questi capelli biondi e questa
carnagione, sarei sembrata invisibile.
Mi alzo. Cerco di mettere a fuoco qualcosa che potrebbe
trovarsi oltre la luce, ma è inutile.
Poi sento una voce, e sobbalzo.
- Luna….
È lui. Neville. E il mio cuore si riempie di emozione. Pensavo
che le anime non provassero più nulla. Forse perché mi sentivo così vuota….
Mi volto verso di lui.
- Siamo… siamo….
- Si – mi risponde lui – siamo morti. E questo è il
Paradiso.
Si avvicina, e mi prende la mano.
- Ti ho dato la possibilità di salvarti, perché non l’hai
fatto?
Non sembrava un rimprovero. Era soltanto una domanda.
- Io non… non ce l’ho fatta. Non… non potevo….
Mi sorride. Forse sta pensando che è bello che io sia qui con
lui. È ciò che sto pensando io, in fondo.
Decido di dirglielo. Anche se abbiamo un’eternità davanti, non
voglio sprecare tempo.
- Neville… sai perché non mi sono voluta salvare? Perché…
perché ti amo. E vivere senza di te sarebbe stato… oh, non oso nemmeno
immaginarlo… terribile. Anzi, peggio.
Lui mi guarda. Scruta nei miei occhi. Respiro, aspettando la
sua risposta. Mi sento più leggera, ora che gliel’ho detto.
Mi si avvicina. Mi circonda con le sue braccia. Mi stringe
forte. E poi mi bacia. Un bacio tenero e leggero, come una nuvola. Per me, il
più bello di tutti.
Ora si che mi sento in Paradiso….