Lo scirocco soffiava lento sul paesino tranquillo di Lostenway,
preannunciando un estate calda e arida.
Tutte le case avevano le ante delle finestre serrate, così che l’afa non
potesse entrare.
Tutte tranne una.
Una villetta bianca, contornata da archi di rose antiche e siepi ben
curate, lontano dal centro del paese, in cima ad una collina.
Dall’esterno si potevano scorgere due figure trafficare con degli
scatoloni, portarli sulle scale, disporli uno sopra l’altro, rovesciarli,
riempirli di nuovo.
Il vialetto era ben curato, con la fine e bianca ghiaia distribuita
uniformemente sulla stradina che portava alla casa.
Faceva già caldo, una folata di vento secco pervase le membra di
un’anziana donna, obbligandola a sedersi e riposare per un poco.
“Peronella, non preoccuparti, tra poco arriva a prenderci. Adesso bevi,
cara, bevi” la incitò un uomo dall’aria stanca, che le stava porgendo un
bicchiere pieno fino all’orlo di limonata ghiacciata.
“Grazie Nicholas, ma… siamo sicuri che arriverà? È pur sempre lei,
no?”chiese la donna, volgendo il suo sguardo pieno d’apprensione al paesaggio
fuori dalle finestre.
Erano le sei di pomeriggio, il sole stava calando, nascondendosi dietro
la collina verdeggiante, lasciando il posto alla luna cristallina.
Sebbene il vento soffiasse invasore anche durante la notte, l’ombra
garantiva meno caldo all’aperto.
L’uomo aveva lunghi baffi candidi, che si arrotolava mentre pensava.
“Arriverà, stai tranquilla, arriverà” la rassicurò, sorridendo
tristemente alla donna.
Quella era la casa dove avevano vissuto tutta la loro lunga vita, avevano
riso e pianto, tra le mura di quelle magiche stanze.
I ritratti li avevano visti allegri, straziati dal dolore, impauriti e
stanchi.
Si, perché Nicholas e Peronella Flamel erano vecchi, troppo vecchi per
quel mondo nuovo che tanto si stava rivelando infido e crudele.
Avevano vissuto troppi inverni e troppe primavere, per non conoscere i
melodiosi canti degli usignoli e il profumo di un bocciolo di rosa.
“Nicholas, ti ricordi quel lontano luglio, durante il quale Albus venne a
farci visita portando con sé i giovani Potter?” chiese la donna, ridestatasi,
guardando negli occhi il marito.
Sul volto dell’uomo spuntò un debole sorriso.
“Come dimenticarlo… Silente aveva un sorriso che non gli ho mai più
rivisto, soprattutto dopo la morte di quei cari ragazzi” sospirò Nicholas,
ripensando a quelle vite, troncate sul nascere.
“Avrebbero avuto ancora così tanto tempo da passare con il piccolo Harry,
così tante lacrime da asciugare e tante risate da guardare… potevano essere
felici…” sussurrò la donna, cercando di trattenere il pianto.
“Peronella!! Nicholas!! Siamo
arrivati!!”
Una donna dai capelli candidi tagliati a caschetto comparve da dietro una
porta scorrevole, accogliendo gli ospiti.
“Entrate, entrate, prego! Buonasera Albus, stai bene?” li fece accomodare
Peronella, conducendoli in salotto.
“Bene, tutto bene. Vorrei presentarti i delle persone” rispose
educatamente Silente, facendo segno ad un giovane dai capelli neri e sbarazzini
di farsi avanti.
“James Potter, molto piacere Signora Flamel” disse il ragazzo, tendendo
una mano alla donna.
“Piacere mio” sorrise la signora, stringendo la mano grande del giovane
uomo.
“Cara Peronella, desidero farti conoscere anche una strega molto abile…”
continuò il Preside, sistemandosi gli occhiali a mezzaluna sul
naso.
“No, Albus, no, questa sera avevi detto che non tentavi di convincermi a
riprendere la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure! Potrebbero venire
miliardi di vecchie stregacce adulatrici, ma io sarò irremovibile!” dichiarò
decisa Peronella, incrociando le braccia al
petto.
Silente sorrise, guardando il volto corrucciato della donna, che aveva
frainteso le sue intenzioni.
“No, no, non ti preoccupare, volevo solo presentarti l’allieva migliore
di tutta Hogwarts” disse l’uomo, scostandosi leggermente e rivelando la figura
di una giovane donna dai capelli rossi
fiammanti.
Davanti a lei una ragazza di incantevole bellezza le sorrideva,
tendendole la mano.
“Sono Lily Potter, signora, sono molto lieta di conoscerla” disse
Lily.
“Il piacere è tutto mio cara” rispose la Signora Flamel, dopo
essersi ripresa dallo choc.
Da
dietro la ragazza una manina comparì, seguita poco dopo dal corpo di un bambino
paffutello di circa un anno.
Si
teneva aggrappato ai pantaloni del padre e della madre e, vacillando
leggermente, arrivò fino alla donna, sorridendole
allegramente.
Peronella si chinò verso il piccolo e si commosse talmente tanto che non riuscì a
trattenere una piccola lacrima rifulgente, che splendette sulla sua
guancia.
Il
bambino corrugò la fronte e piano piano, avvicinò una manina al volo della
signora, asciugandole la lacrima.
“Lily era la migliore studentessa di Hogwarts, non solo del suo anno, ma
di gran lunga la più brava anche di quelli che decenni prima avevano popolato la
scuola…e il giovane James…brillante, brillante, un ragazzo eccezionalmente
intelligente, carismatico ed educato” mormorò Nicholas, stringendo i denti e
corrucciando le sopracciglia per trattenere il pianto.
Si era affezionato a quei ragazzi, ai due giovani che, in un primo
momento aveva scambiato per fratelli, tanto erano giovani e non gli era passato
per la testa che potessero essersi sposati presto.
E avevano anche un figlio, un piccolo dolce e tenero, dai capelli corvini
e gli occhi color smeraldo, un ragazzo che l’anno prima aveva combattuto contro
un Professore, per salvare tutta la comunità magica, evitando che
la Pietra
Filosofale permettesse al Signore Oscuro di riprendere la sua
forma.
“Nicholas, prima che arrivi, vorrei dirti una cosa”disse l’anziana donna,
guardando seria gli occhi glauchi dell’uomo che le era stato accanto per tutta
la sua lunga vita.
“Dimmi, Peronella, ti ascolterò” rispose l’alchimista, fissando le iridi
nere di sua moglie.
“Quando…quando lei arriverà, noi non ci vedremo più? Se non potrò più
starti vicino voglio solo che tu sappia che in tutti questi anni mi hai reso la
donna più felice di questo mondo ed io ti voglio
bene, anche se siamo vecchi e queste cose le dicono i giovani…ti amo,
Nicholas” sorrise tristemente la donna.
“Anche io, Peronella, il mio cuore è colmo di felicità e amore che tu, in
tutti questi anni, mi hai donato” disse l’uomo, chiudendo gli occhi.
“Mi dispiace solo per una cosa… non potremo mantenere la Promessa fatta a Lily a
James, non veglieremo sul loro figlioletto per
sempre, non potremo più vederlo crescere e non ci potrà più chiamare
nonni…” sussurrò la donna, singhiozzando.
“Su, su, cara, Harry è in gamba, è tutto i suoi genitori…e poi non ci
chiamava nonni dalla loro morte…anche io vorrei poterlo vedere crescere, lo
vorrei tanto… ma non si può, dobbiamo andare avanti, oramai non abbiamo più
scelta” disse Nicholas, avvicinandosi a sua moglie e abbracciandola.
Un’anta batté con forza, facendoli sobbalzare.
Un’ ululato pervase la quiete del paesino, da un albero, in cima alla
collinetta, degli uccelli neri volarono verso il cielo, spaventati.
Il caldo soffocante riempiva l’aria e non permetteva di
respirare.
Un’alta figura comparve per il vialetto che portava ad una graziosa
villetta bianca.
Al suo passaggio i fiori appassivano e l’erba diveniva gialla, gli
animali scappavano, impauriti dal nero mantello frusciante.
L’individuo percorse lentamente il sentiero di ghiaia candida ed entrò in
casa. La porta era spalancata.
La figura si diresse verso i due anziani, cupa, misteriosa.
L’uomo le sorrise, serafico e tranquillo.
Li avvolse dolcemente nel suo mantello nero, e poi scomparve.
Silenziosamente, così come era arrivata.
I Signori Flamel si accasciarono a terra, sorridendo calmi.
“È arrivata, Peronella, te l’avevo detto, la Morte non è mai in ritardo” mormorò
Nicholas, prima di chiudere gli occhi e iniziare una nuova avventura.
Il giorno dopo, i corpi dell’alchimista e di sua moglie vennero ritrovati
da un uomo dai lunghi capelli canuti e uno strano vestito viola.
Un giardiniere lo udì sussurrare al vento.
“D’altronde la morte, per le menti ben organizzate, non è che una nuova
avventura”
Ancora oggi nel giardino di Peronella e Nicholas Flamel, a Lostenway, si
possono ammirare le meravigliose rose rosse che sbocciano tutto
l’anno.
C’è chi giura di averle udite mormorare.
Perché le rose rosse di Nicholas e Peronella, sono le uniche a cui
la Morte, in
quella lontana notte d’estate, ha permesso di vivere.
*°*
Dedicata a Fairydreams, Sandy85, clod88 e Evyn Prongs, che probabilmente
non leggeranno mai questa storia, ma alle quali voglio dire che sono
fantastiche. Grazie, grazie di cuore.