Fandom: Vocaloid
Raiting: Arancione
Personaggi: Miku
Hatsune, Kaito Shion, Luka Megurine.
Avvertimenti: Triangolo
Disclaimer: Nulla
di ciò che scrivo mi appartiene, tutto è di
proprietà dei rispettivi autori.
NdA: Sono
una persona orribile e triste!! >.< Perché?
Beh, oggi sarei dovuta essere al lavoro ad occupare il mio tempo in
modo migliore piuttosto che starmene rinchiusa a casa. Quindi, dato che
ho bisogno di sfogare la mia frustrazione ho deciso di mettermi a
scrivere qualcosa. Già, così per non annoiarmi!!
>_<
La
One - Shot è liberamente ispirata alla canzone Acute (ossia
questa: Acute ),
ho soltanto voluto cambiare qualcosa.
Buona
lettura.
ACT
1
MIKUXKAITOXLUKA
"Un
Caipiroska alla fragola per il tavolo cinque" urlò la
cameriera passando veloce come un fulmine davanti al barman dietro al
banco.
"Ricevuto"
rispose il giovane barman, dai capelli color zaffiro, impegnato a
pulire i bicchieri sporchi che la sua collega aveva riportato indietro
soltanto due minuti prima.
Le sue mani si
misero subito all'opera realizzando quella "piccola opera d'arte" con
la sua abilità di barman acrobatico; le clienti restavano
sempre tutte piacevolmente sorprese quando volteggiava in aria gli
strumenti del mestiere e lui aveva capito presto che utilizzare quella
sua abilità era un'ottima tattica per invogliarle a farsi
più di una consumazione.
"Kaito, quando
stacchi?" gli chiese un giovane dai capelli viola legati in un'alta
coda e dalle ciocche lasciate libere e fluenti.
"Tra mezz'ora,
in teoria... se riesco a smaltire questa folla" rispose lui finendo di
riempire il bicchiere "Ordinazione del tavolo cinque pronta!"
urlò poi a Neru, la cameriera che poco prima l'aveva
richiesta.
"Lascia stare
dai" rispose il giovane prendendo il cocktail e depositandolo sul
cabaret di Neru che sfrecciò via "Ti dò il cambio
io. Puoi staccare adesso, se vuoi".
"Ne sei sicuro
Gakupo?" domandò Kaito alzando un sopracciglio.
"Massì,
certo! Hai fatto più ore di quelle che dovevi fare questa
settimana" rispose pronto Gakupo prendendo il suo posto dietro al
bancone "Vai a divertirti un po' anche tu. Al tavolo diciotto sono
appena arrivate la tua fidanzata e la sua amica" concluse lanciandogli
un complice occhiolino.
"Ti ringrazio,
amico! Ti devo un favore" colpì Gakupo con un pugno leggero
sulla spalla per poi slegarsi il grembiule e lasciarlo abbandonato
dentro il suo armadietto personale.
"Ecco il
nostro barman preferito che fa il suo trionfale ritorno dal suo turno
di lavoro" scherzò divertita la ragazza seduta sulla destra,
una giovane dagli occhi azzurrini e dai capelli color verde
acquamarina.
Kaito le si
avvicinò stampandole un bacio sulle labbra.
"E' stata dura
questa serata?" chiese la ragazza seduta sulla sinistra, alta e dai
lunghissimi capelli rosa.
Kaito si
staccò accomodandosi sulla sedia libera, Neru si
avvicinò pronta a prendere le ordinazioni.
"Non
è mica giusto che tu stacchi mentre noi siamo ancora qui a
lavorare" lamentò con il sorriso sulle labbra "Allora
ragazzi, cosa vi porto?"
"Mi affido
alle mani di Gakupo, digli che faccia lui" smontò Kaito
sorridendo alla sua collega.
Le due ragazze
invece si guardarono prima negli occhi.
"Qualcosa di
analcoolico" annuirono entrambe.
Neru si
incamminò verso il bancone riportando le ordinazioni, dieci
minuti dopo furono preparate e servite.
Un sabato sera
in un tranquillo pub del centro cittadino, bevendo insieme qualcosa
accerchiati dai più cari amici e scherzando sugli
avvenimenti della settimana.
Il modo
migliore per festeggiare il week - end.
Miku, Kaito e
Luka erano amici dai tempi delle scuole elementari. Inseparabili,
avevano promesso che la loro amicizia sarebbe durata per anni. Niente e
nessuno avrebbe mai potuto scalfire un legame come il loro e adesso, a
vent'anni, mantenevano ancora saldo quel legame d'amicizia
così indistruttibile che tanti invidiavano.
Con qualcosa
in più.
Difatti, Miku
e Kaito erano ufficialmente una coppia. Perfetta agli occhi degli
altri, compresi quelli della carissima Luka.
Ma la
perfezione è soltanto una faccia della realtà.
E Luka e Kaito
lo sapevano bene: invischiati nella loro relazione clandestina alle
spalle di Miku, ingenua ragazza fedele al partner.
Come era
cominciata fra i due neanche i diretti interessati erano riusciti a
capirlo bene.
Soltanto, una
sera Kaito aveva riaccompagnato a casa Luka e qualcosa era scattato.
Guardandosi negli occhi Kaito aveva capito di provare qualcosa di molto
più forte per Luka, quella ragazza forte e decisa che non si
lasciava mettere mai i piedi in testa da nessuno, nemmeno da lui stesso.
E Luka
ricambiò quello sguardo provando una stretta allo stomaco.
Era stata lei
ad incoraggiare Miku a dichiararsi a Kaito dopo ore intere passate a
consolarla ed a spronarla.
Era stata lei
la prima a diffondere la notizia a tutti gli amici che Miku e Kaito
formavano ufficialmente una coppia.
Era sempre lei
quella che si limitava ad osservarli a distanza rimpiangendo di non
potere essere al posto di Miku.
Autoconvincendosi
che se loro erano felici allora anche lei doveva esserlo.
Perché
non poteva esistere niente di meglio dell'aver contribuito a realizzare
la felicità delle due persone che amava di più.
Ma quella sera
capì che Kaito, felice, non lo era affatto.
E lei, in
quanto donna, desiderava qualcosa che non poteva avere.
Il pensiero
razionale si annullò completamente quando le loro mani si
intrecciarono e le labbra si unirono.
La coscienza
si annebbiò facendosi confusa e quando si
risvegliò si ritrovò nuda con Kaito steso al suo
fianco.
Le accarezzava
i fianchi con movimenti delicati e precisi.
E Luka
scoppiò in lacrime.
"Come abbiamo
potuto fare questo?" singhiozzò coprendosi il volto.
"Non ci
pensare adesso..." la consolò Kaito abbracciandola.
Miku non aveva
mai sospettato di niente, continuando a credere in quell'amicizia
perfetta e in quell'amore, per lei, principesco.
Fin da
ragazzina aveva sperato che Kaito la guardasse ed ora il suo sogno di
fanciulla era diventato reale.
E Kaito era
così gentile, così bello, così
premuroso, tanto da regalarle un anello di fidanzamento che custodiva
indossato al suo anullare sinistro, tanto da vantarlo soltanto dinanzi
a Luka la prima delle sue sostenitrici nella sua prima relazione
amorosa.
Con i suoi
alti e bassi...
"Non
capisco perchè mai Kaito non si spinge mai più in
là con me..."
Aveva
sospirato Miku un pomeriggio d'estate, seduta sotto un'ombrellone
assieme a Luka, sorseggiando una granita.
Luka
rabbrividì.
"Ogni
volta che provo a fargli capire che sono pronta non si spinge mai
più in là dei preliminari".
Luka
tentò di consolarla sentendosi completamente infedele.
"Vedrai
che quando meno te lo aspetti si sentirà pronto e ti
farà sua".
Miku
sorrise triste e schiva.
"Uh? Dimmi Luka, tu l'hai già fatto? Mi daresti qualche
consiglio?"
"Eh? Oh, no! Non credo di poterti essere molto d'aiuto".
Quel
pomeriggio, Luka realizzò che la loro amicizia perfetta non
era basata altro che su menzogne e bugie.
Erano
mesi e mesi che quella relazione segreta andava avanti, nascosta
nell'ombra.
Incontri
fuggitivi ed occhiate complici, brevi momenti passati insieme a letto
dove tutto il resto si estingueva.
Ignara, Miku
una sera si gettò da sola nel baratro della
verità.
Sentendosi
abbandonata, bisognosa di attenzioni e comprensioni che solo un'amica
poteva darle si incamminò sino all'appartamento di Luka e
quando provò a bussare lo scoprì lasciato aperto.
Sorridendo per
la mancata attenzione da parte dell'amica, aprì piano la
porta senza fare rumore. Il buio delle stanze lasciava intendere che
Luka era già a letto addormentata e Miku pensò
bene a come farle uno scherzo innocente per la sua sconsideratezza.
Ma quando
diede un'occhiata in giro, notando un paio di scarpe famigliari ed un
giubbotto ancora più conosciuto, il panico si
impossessò di lei.
Realizzò
qualcosa con un misto di orrore e di ansia, tanto da farla correre
fuori dall'appartamento tenendosi la bocca premuta.
Soltanto una
volta riacquistata la lucidità pensò che era
impossibile, che era tutta una coincidenza e che non poteva essere vero.
Sfilò
il cellulare dalla borsa componendo il numero di Luka nell'impellente
bisogno di sentirsi dire che si era sbagliata e di essere rimproverata
per averla solo pensata una cosa simile.
Cinque squilli
a vuoto prima che la voce impastata di Luka rispose.
Aprì
la bocca per parlare ma una famigliare voce maschile parlò
prima di lei, arrivando soffusa dall'auricolare del telefonino ma
nitidamente chiara per le sue orecchie.
"Non
c'è bisogno che lei sappia, no? Questo è il
nostro piccolo segreto".
Riattaccò
senza più stare ad ascoltare, non aveva bisogno di ulteriore
prove dopo questa.
"Non
serve chiederti scusa per quanto ti ho fatto, so benissimo da solo che
è imperdonabile".
Dopo settimane
intere chiusa a casa, rifiutando qualsiasi contatto umano e sociale
Miku aveva trovato il coraggio di chiamare Kaito e chiedergli di
incontrarla per ricevere una spiegazione.
E Kaito aveva
annuito ed adesso, trovandoselo davanti, lo vedeva come un perfetto
estraneo; non più come quell'amico d'infanzia forte e
popolare che da sempre amava ed ammirava e che esserle amica non le
bastava.
"Da quanto
tempo andava avanti questa storia?"
"Da parecchio".
Miku era stata
tradita da molti; in molti aveva riposto la sua fiducia facendogliela
crollare ma mai, nemmeno una volta sola, avrebbe potuto sospettare che
le persone più false che l'accerchiavano erano il suo
fidanzato e la sua migliore amica.
"Chissà
quanto avrete riso alle mie spalle..."
"Non
è così Miku, nemmeno per una volta abbiamo riso
alle tue spalle..."
Miku si
lanciò fra le braccia di Kaito distrutta dal dolore,
piangendo amaramente.
"E allora,
perché? Perché le cose sono andate in questo
modo?"
Luka
corse con il fiato in gola e con un terribile presagio che le
accaponava la pelle.
Quando
raggiunse il posto, luogo d'incontro fra Kaito e Miku,
lanciò un grido spaventata.
Kaito era
steso a terra tenendosi lo stomaco con una visibile pozza di liquido
scuro che si allargava sotto di lui.
Si
precipitò su di lui con il cuore martellante, la speranza di
non essere arrivata troppo tardi.
Tentò
di chiamarlo ma il ragazzo non rispondeva, le labbra violacee ed il
viso bianco non davano segni di vita.
Afferrò
il cellulare dalla tasca della felpa per comporre il numero
dell'ambulanza ma un rumore la frenò.
Voltò
lo sguardo trovandosi Miku in piedi, diritta e sporca di sangue.
Sangue
sicuramente non suo.
Luka
sgranò gli occhi.
La ragazza
teneva nella mano destra un coltello dalla lama ricoperta di cremisi.
"Miku,
perché...?"
Lo sguardo
abbassato di Miku si sollevò lentamente verso l'alto
incrociando gli occhi di Luka, rivelandosi gonfi e pieni di lacrime.
"Io lo amavo,
da sempre. Forse, anche più di te..."
Luka
sollevò una mano verso di lei, non sapeva esattamente cosa
voleva fare.
"E non volevo
farlo... ma l'ho fatto, che persona orribile che sono"
rigirò la lama puntandola verso il suo collo.
Luka
scattò cercando di afferrarla all'ultimo ma fu investita da
uno zampillo rosso proveniente dalla carotide di Miku che la fece
scivolare all'indietro.
La mano di
Miku perse forza lasciando scivolare il coltello prima di ricadere
esanime a terra.
Luka
indietreggiò a carponi fino a che il corpo di Kaito non le
bloccò la sua miserevole fuga da quella realtà.
Le labbra di
Miku sussurravano la parola "addio".
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