Nota
legale: The
Avengers © 2012, Joss Whedon . Titolo ©
Tales of the Jazz Age, 1922, Francis Scott
Fitzgerald (Potete leggerlo qui in lingua originale)
Il qui presente
intreccio è da considerarsi proprietà esclusiva
dell'autrice; pertanto, non può essere riprodotto
- totalmente o parzialmente - senza il consenso di quest'ultima.
Avvertimenti:
slash di
una vaghezza imbarazzante, Cap che cucina, fluff.
Note:
Io nella
vita avevo una certezza: che Tony amasse Pepper. Poi di mezzo ci si
è messo un ragazzotto di Brooklyn.
Alla
mia Julienne (di verdure) e alla Scott(a)
che
mi accompagnano a vedere i film della Marvel.
Here was the gayety of the period — the soft wine of eyes,
the songs that flurried
hearts, the toasts and tie bouquets,
the dances and the
dinners.
Here was a Venus of the
hansom, cab, the Gibson girl in her glorious prime.
Here was...
(Francis Scott
Fitzgerald)
5.
Negli anni quaranta
non esistevano quelle diavolerie.
Negli anni quaranta
Steve Rogers si preparava la colazione senza le direttive di
un computer saccente come il suo ideatore.
Negli anni quaranta le
padelle non parlavano - nemmeno i tostapane, se è per questo
- e sui pancakes si versavano solo lo sciroppo d’acero,
quello alle fragole o ai mirtilli, mica quegli intrugli dai nomi
impronunciabili reperibili nella cucina di casa Stark.
« E questa
cosa blu sarebbe …?».
«Mirtillo,
ora però assaggia».
«Sai
Capsicle» la bocca di Tony si contorce in un sorriso sghembo
«ti vedo come dolce massaia».
Negli anni duemila le
pietanze di Capitan America avevano riscosso molto più
successo.
4.
Se Steve fosse stato
un elemento, avrebbe rappresentato la terra: paziente, quieto, approdo
sicuro a cui far ritorno. Lui ci sarebbe sempre stato, con i suoi
valori fermi e gli ideali irrinunciabili, il sorriso sempre disteso
sulle labbra, magari mentre leggeva qualche racconto
dell’età del jazz.
Tony no, Tony era
acqua limpida che d’un tratto si intorbidiva, inquinata
dall’ alcool e da ricordi che si ammassavano nella memoria
come rifiuti sulla spiaggia.
Era l’onda
spumeggiante, che si alzava e abbassava a tempo di
rock’n’roll, l’onda che si infrangeva
sugli scogli con un grande boato, ma che alla fine si riformava
più alta e grandiosa di prima.
Acqua e terra: vita.
3.
Gli occhi di Steve
erano grandi e spaventati come quelli di un bambino, attoniti quando,
nel passeggiare per New York, non sembravano identificare la metropoli.
Scrutavano gli angoli,
si soffermavano su particolari ignorati dai più, sulle
statue nelle piazze, sule targhe ai caduti, addirittura sui nomi delle
gelaterie più antiche, alla ricerca di un qualcosa di
familiare, di più amico. Spesso non riconoscevano niente, si
velavano di una patina di tristezza, persi in qualche ricordo sbiadito
di facce amate.
Allora Tony non poteva
star lì così, arrivava a mettersi in ridicolo,
inventare nomignoli assurdi per vederli sorridere. Era il suo migliore
amico.
«Capitan
Ghiacciolo, come le sembra questa città?».
2.
È una
convinzione pienamente articolata che l’esistenza che si sta
conducendo sia soltanto una germoglio a latere della
vita.¹
Le parole del vecchio
Francis gli ronzarono in testa tutta la giornata.
C’erano al
mondo persone consapevoli di non gustarsi appieno la propria esistenza,
accettandolo? Potevano questi ipotetici individui continuare ad essere
proiettati nel passato, senza rimanerne schiacciati?
E quello che provavano
era simile a quel senso di inadeguatezza, di smania che non lo faceva
dormire, che lo faceva alzare di notte per prendere a pugni uno stupido
sacco da boxe?
«Cristo, sei
Capitan America! Smettila di fare la mammoletta emo!».
Anche se non aveva
afferrato pienamente l’ultimo concetto, Steve si
sentì di nuovo parte di qualcosa. Non era più un
gracile spettatore della sua vita.
Era un Vendicatore.
1.
Tony Stark amava i
barbecue, li amava più della sua nuova armatura, quasi
più di Potts … ma non lo avrebbe mai ammesso di
fronte a lei. Era sfrontato, non stupido.
Soprattutto, adorava
organizzarli sulla terrazza della Tower, coinvolgendo tutti i suoi
compagni di squadra.
Forse era quasi strano
da credere, vederli tutti insieme a ridere e bere, il cielo stellato da
sfondo, fino all’alba.
Senza tensione, Dei
nordici con manie di conquista o attacchi alieni degni dei kolossal
hollywoodiani.
Senza sibili di
proiettili nell’aria, sangue raggrumato tra i capelli, solo
Nat e Clint abbracciati, Bruce di un colore normale, Cap che
guarda la volta celeste come un bambino.
«Vendicatori,
uniti!».
Note:
¹ Francis Scott
Fitzgerald, Racconti dell’età del jazz, I
sedimenti della felicità.
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