Ultimi Pensieri
Ultimi Pensieri di un Assassino, Ultimi Pensieri di un Uomo
Una fanfiction one-shot di Fatal Fury scritta da: Justice Gundam
Buonasera.
Forse chi ha già letto alcune delle mie storie sarà un pò sorpreso che io,
adesso, inizi questa one-shot in maniera così seria... vedete, il fatto è che
sto scrivendo questa storia ora, in questo momento, dopo aver saputo
dell'ennesima condanna a morte, in Cslifornia, di un assassino.
A me l'America piace molto. Gli Stati Uniti sono un paese stupendo... ma
hanno i loro difettucci anche loro! E uno di questi è proprio la pena di morte.
Posso capire che qualcuno dica che stanno uccidendo degli assassini... ma è un
buon motivo per seguire il loro esempio? E' con un torto che lo Stato deve far
valere il suo diritto? Secondo me, proprio perchè quelle persone hanno commesso
un crimine così odioso, noi non possiamo permetterci di abbassarci al loro
livello. E' facile dire 'occhio per occhio, dente per dente'... ma noi esseri
umani, non siamo capaci di pensieri e azioni ben più elevate? Perchè dobbiamo
comportarci da barbari, sentendoci giustificati dal fatto che abbiamo a che fare
con dei barbari? Si può capire la rabbia, l'indignazione, il sentimento di
vendetta... perchè anche questi fanno parte della natura umana... ma noi esseri
umani non abbiamo l'intelligenza, il raziocinio per dominare i nostri istinti
più primitivi?
Così, per esprimere il mio punto di vista, ho deciso per stasera di lasciar
perdere le mie storie di Digimon - solo per stasera, non preoccupatevi! - e
scrivere una breve storia introspettiva, giusto per far sentire quello che ho
dentro. Forse è un pò di cattivo gusto usare dei personaggi di un videogioco per
cercare di trasmettere questo messaggio che sento... ma la cosa, ve lo posso
assicurare, ha un suo senso...
Fatal Fury è sempre stato uno dei miei videogiochi preferiti... ma quello che
me l'ha davvero fatto adorare è stato il bellissimo gesto di Terry Bogard
nell'introduzione di 'Mark of the Wolves'. Di cosa sto parlando? Beh, continuate
a leggere e lo saprete... Vi avverto che questa storia contiene degli spoilers
della serie Fatal Fury (che, detto per inciso, è slegata da King of Fighters...
sono due linee temporali diverse, nel caso vediate delle incongruenze!),
quindi... leggetela a vostro rischio e pericolo.
Non ho altro da dire. Spero di aver fatto un lavoro decente.
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"POWER... GEYSER!"
Quasi... quasi non ci credo...
Questo combattimento è finito... è finito con la mia sconfitta. Io, Geese
Howard, l'uomo più temuto di South Town, al vertice di un vasto impero del
crimine che per anni ha terrorizzato la costa Ovest... sono stato sconfitto. Una
realtà che ora mi pare fin troppo evidente, mentre le energie sprigionate dal
Power Geyser del mio avversario dilaniano il mio corpo...
Già, il mio avversario...
Terence Bogard, il figlio adottivo del mio più odiato nemico, Jeff Bogard...
quel piedipiatti che ha sempre cercato di ostacolarmi, e che il maestro Tung Fu
Rue ha sempre preferito a me... quell'ostacolo che io stesso, quattordici anni
fa, ho schiacciato con queste mani... Heh... che ironia... tolgo di mezzo un
Bogard... e dieci anni dopo, me ne ritrovo davanti altri due... due lupi
famelici assetati di vendetta...
E oggi, qui, in questo mio dojo all'ultimo piano del grattacielo che domina
South Town, Terry mi ha sconfitto... proprio quando ero ad un passo dal mio
obiettivo. Proprio quando stavo per decifrare le pergamene dei fratelli Jin, le
pergamene che contenevano il segreto dell'immortalità... quelle che mi avrebbero
reso l'uomo più potente mai esistito... il mio piano, coltivato per tanto tempo,
e finalmente pronto per essere colto... sfumato così...
Avevo il vantaggio... avevo le tecniche, la forza, l'esperienza... ma ancora
una volta, quel ragazzo mi ha sorpreso. Ad ogni colpo che gli davo, lui riusciva
sempre a rialzarsi. Il mio Reppuken ha pian piano pero di efficacia... la mia
Seoi Nage non è più riuscita a difendermi... persino la mia Raging Storm, la mia
tecnica più potente, non è riuscita ad atterrarlo definitivamente... in qualche
modo, Terry si è sempre rialzato... esausto, ma mai sconfitto... ha sempre
continuato a lottare, anche quando era chiaro che ero in vantaggio
schiacciante... e alla fine... alla fine sono stato io a perdere le forze... e
ad abbassare la guardia quel tanto che bastava per farmi colpire...
Sento il mio corpo schiacciato in una tremenda morsa di dolore... sento di
aver perso il controllo dei miei movimenti, e per un attimo mi sembra di
fluttuare senza peso... sì in effetti è proprio così... quell'ultimo colpo mi ha
sollevato da terra, diretto verso la balconata del mio dojo...
Heh. Che ironia. Quattro anni fa, in occasione del mio terzo torneo King of
Fighters, Terry mi ha sconfitto nello stesso modo... spedendomi oltre il bordo
del balcone, e facendomi precipitare al suolo. Quella volta, mi sono salvato per
un pelo... e sono tornato dall'inferno per prendermi la mia rivincita sui
Bogard... ma questa volta... questa volta non avrò la stessa fortuna...
Maledizione... e pensare che c'ero così vicino... così vicino...
E ora... il combattimento mi ha sfibrato... non ho più la forza... di fare
nulla...
Al diavolo. Se devo morire, morirò. Non sia mai detto che Geese Howard è
andato incontro alla morte da vigliacco...
Lo sento già. Il vetro che si sfonda sotto il mio peso e l'impeto di
quell'ultimo colpo... e il vento che ulula attorno a me... e il terreno, decine
di metri più in basso, pronto ad accogliere la caduta del boss di South
Town...
...
...
Cosa?
Perchè... perchè mi sono fermato? Perchè non sto cadendo?
Sono sospeso in aria, appena oltre la balconata... e non sto cadendo? Perchè?
Il dolore c'è, è sempre presente. Il mio corpo mi sta urlando addosso tutta la
sua fatica e la sua esaustione... quindi sono ancora vivo...
E... e cos'è questa calda sensazione sul mio polso? Questa morsa d'acciaio
che mi tiene?
I miei occhi si alzano, cercando di vedere qualcosa tra il sangue di cui sono
iniettati...
E vedo lui, Terry Bogard, lì sull'orlo della balconata, i suoi occhi verdi
che mi fissano con rabbia, fierezza... e allo stesso tempo, con un qualcosa che
così, su due piedi, non riesco a definire... vedo la sua bocca che accenna
appena alla fatica che sta facendo, i denti serrati dietro le labbra... e vedo
la sua mano guantata tenere stretto il mio polso, nel frenetico tentativo di non
farmi cadere...
Per un tempo che non riesco a quantificare, rimaniamo così, fermi,
squadrandoci rabbiosamente. Poi, la mia voce rompe il silenzio, levandosi sopra
l'ululato del vento.
"Perchè?"
Lui non risponde. Continua a fissarmi, con quell'espressione fiera che ha
sempre avuto, anche nei suoi momenti peggiori...
"Perchè l'hai fatto, Terry Bogard?" chiedo di nuovo, stavolta con più rabbia.
"Perchè mi vuoi salvare la vita? Io e te siamo nemici... io ho ucciso tuo padre,
ti ho costretto a vivere una vita d'inferno per tanti, lunghissimi anni, ho
minacciato di distruggere tutto ciò che ti è più caro... e non me ne pento! Non
provo alcun rimpianto per quello che ho fatto! Se avessi vinto io, non avrei
esitato ad uccidere anche te... e allora dimmi, perchè tu vorresti salvarmi la
vita?"
Finalmente, lo sento rispondere.
"Sì, quello che dici è vero, Geese... e io me ne rendo conto benissimo."
dice, senza la minima esitazione. "Io ti odio, e continuerò ad odiarti per
quello che hai fatto a me, ad Andy, a Joe, Mai, Mary, al maestro Tung... non
l'ho dimenticato, e ancora non lo perdono..."
Ghigno. Per una volta, una sola, siamo d'accordo su qualcosa...
"E tuttavia..." riprende, mentre il vento fa volare selvaggiamente i suoi
lunghi capelli. "Non ti ucciderò. No, Geese Howard, la morte non è mai la
risposta giusta... e la vendetta, alla fine me ne sono reso conto, non è
giustizia. Nessuno di noi può arrogarsi il diritto di decidere della vita degli
altri. Tu vivrai... vivrai per scontare i tuoi crimini, e per renderne conto a
te stesso e a tutti gli abitanti di South Town. Se ti uccidessi... non sarei
meglio di te."
Queste parole. Queste parole, dette con una tale sicurezza, una tale rabbia e
determinazione... queste parole mi colpiscono più di qualsiasi pugno lui mi
abbia mai sferrato. Per una volta in vita mia, non so cosa dire. Non ho nulla da
dire, non so cosa rispondere... come fa ad avere ancora tanta considerazione nei
miei confronti? Io, che ho ucciso la persona più cara che aveva e tuttora non
provo alcun rimorso per averlo fatto... com'è possibile che provi ancora
compassione per me? Che mi consideri ancora un essere umano? Lui mi odia... mi
odia con tutto sè stesso, lo sento... da come mi stringe, mi sembra che voglia
spezzarmi le ossa... e quello sguardo, che sembra poter bruciare la pelle,
esprime tutta la sua condanna nei miei confronti...
Eppure, c'è qualcosa di più... qualcosa che gli impedisce di fare
quell'unica, piccola mossa che significherebbe la mia morte...
Ancora una volta, sento le mie labbra che si sollevano.
"Le storie a lieto fine... sono disgustose, non è vero?" gli chiedo,
sorridendo amaramente.
La mia non è mai stata una storia allegra, lo so. Tante perdite hanno segnato
la mia vita, fin da quando ero bambino... un bambino che, man mano, ha perso
tutte le persone che amava, e con esse, ha dimenticato come si fa ad amare... Ma
ho ancora una cosa da fare, prima che tutto finisca...
"Bogard... so di essere l'ultima persona che ha il diritto di chiedertelo..."
gli dico, ogni parola uno sforzo terribile. "Ma... prenditi cura di Rock... di
mio figlio... so che tu... sarai un padre molto migliore di quanto io... avrei
mai potuto essere..."
Lui, per la prima volta da quando il nostro ultimo scontro è iniziato, rimane
sbalordito... Heh. E come biasimarlo? Chi potrebbe credere che Geese Howard
abbia potuto dare la vita a qualcuno, dopo averla tolta a chissà quante persone?
Chi potrebbe mai pensare che il crudele Geese Howard, il tiranno dal pugno di
ferro che dominava South Town... sia stato capace di fare qualcosa di puro?
Rock, quel figlio che io, nella mia cieca sete di potere, ho rifiutato... e che
ciò nonostante, per l'unica volta in questa mia vita, ha risvegliato in me un
senso di rimpianto per quello che avrebbe potuto essere e non è stato?
Ma ormai è tardi per guardarsi indietro.
"Addio... Terry Bogard..."
Usando per l'ultima volta quelle nozioni di aikido che ho imparato dal
maestro Tung, ruoto il polso verso l'esterno... e Terry, nonostante i suoi
sforzi, non riesce più a mantenere la presa...
Vedo la sua bocca spalancarsi in un grido silenzioso, mentre il mondo
riprende a sfrecciare attorno a me... Che strano... ora non sento dolore... non
provo paura... per una volta, in questa mia vita dannata, provo una sensazione
di pace... non ho mai creduto in nessuna giustizia oltre al mio tornaconto e al
mio potere... e ciò nonostante... sento uno strano calore, in fondo a questo mio
cuore che credevo di non saper più usare...
Si dice che quando una persona sta per morire, la sua vita gli scorre davanti
al rallentatore... Heh. Ora lo so per certo... il mondo attorno a me è svanito,
sostituito da indistinte luci di tanti colori... e in un solo istante, un mare
di ricordi si avvicenda davanti ai miei occhi.
Mi rivedo da bambino, a cavalcioni sulle spalle del mio papà... gli chiedo di
farmi vedere ancora le sue mosse di karatè... ci alleniamo assieme, ridiamo,
scherziamo... come una famiglia... Sì... quelli sono stati gli anni più felici
della mia vita... Tutto il potere che ho guadagnato... l'impero che ho costruito
e che crollerà dopo la mia morte... nulla di tutto questo è mai riuscito a
riprodurre la gioia di quegli anni... ha soltanto messo a tacere il dolore che
provavo per averli persi...
E poi, quel giorno che mio padre ci ha detto, in lacrime, che non poteva più
stare con noi... avevo quattordici anni all'epoca... e non capivo il perchè
facesse così... l'avrei scoperto soltanto dopo, dopo la morte della mia mamma...
avrei saputo di quella nobildonna tedesca di cui era la guardia del corpo, che
lo aveva costretto a lasciarci... e più avanti, avrei saputo di quel mio
fratellastro, l'uomo che a tutt'oggi è conosciuto nel mondo della lotta come
Wolfgang Krauser, Conte di Strolheim...
Gli anni del mio allenamento... quando gli altri discepoli del maestro Tung
mi guardavano con paura e rispetto per la mia spietatezza. Mi ricordo del
piacere che provavo nel vederli scansarsi quando io arrivavo. Tutti loro avevano
paura di me, e mi rispettavano... tranne quell'unico, Jeff Bogard...
Il mio impero criminale, costruito dall'ambizione e dalla rabbia che
proiettavo sul mondo esterno... e il giorno in cui ho finalmente ucciso il mio
odiato nemico, e sono diventato il re di South Town...
E poi, un'immagine...
Una donna. L'unica donna per la quale io abbia mai provato qualcosa. Marie
Heinlein... a dire la verità, avevo pensato di usarla per ottenere maggiori
appoggi economici per la mia organizzazione, visto che era di famiglia nobile...
eppure, tutti i miei calcoli, come sempre così precisi e freddamente logici, non
mi hanno avvertito che alla fine, anch'io avrei finito per provare qualcosa
verso di lei... No, non amore... non ne avevo il tempo... non c'era posto per
l'amore nella vita di Geese Howard. L'amore... fa soltanto soffrire, no? Io lo
sapevo già fin troppo bene... Così, quando è venuto il momento, l'ho
abbandonata. Ma, per la prima volta dopo tanto tempo, sentivo qualcosa agitarsi
nel profondo del mio petto... anche se all'epoca, l'ho lasciato perdere. Avevo
ben altro a cui pensare... e poi, un giorno, lei mi avrebbe dimenticato...
Un volto giovanile, la testa cinta da una bandana, e un sansetukon rosso tra
le mani. Billy Kane, il mio servitore più fedele. Lui, che era sempre pronto ad
eseguire ogni mio ordine, e che mi considerava quasi un amico, piuttosto che un
superiore. In fondo, sono stato io ad offrirgli quel posto come mia guardia del
corpo... e grazie ai soldi che ha guadagnato, ha potuto salvare sè stesso e la
sua sorellina dalla miseria... Heh... ironico come anche la persona più egoista
possa fare del bene, anche quando pensa solo ai propri interessi...
So di non avertelo mai detto, Billy... comunque, grazie per tutto quello che
hai fatto per me...
E poi, quel bambino biondo che, tempo fa, si è presentato nel mio ufficio...
implorandomi di venire a vedere, per l'ultima volta, la sua mamma che stava per
morire... un bambino che mi ha ricordato parecchio me stesso, in qualche strana
maniera... e tutti i pezzi sono andati al loro posto quando ho scoperto che era
proprio Rock, il figlio mio e di Marie...
Ma non avevo tempo per queste sciocchezze sentimentali. Stavo per decifrare
le pergamene dei fratelli Jin... e poi, Marie era un capitolo chiuso. Ma, ancora
una volta, quella strana sensazione di vuoto quando quel bambino se n'è andato
via, sconfitto davanti al mio rifiuto.
Solo ora mi rendo davvero conto... quante cose... quante cose avrei potuto
fare diversamente... strano come si rifletta così profondamente proprio nei
nostri ultimi istanti... Quante occasioni in cui, forse, avrei potuto riempire
un pò quel buco che mi era rimasto nell'anima. Avevo perso tanto, ma avevo
ancora così tanto a portata di mano... ma ero troppo cieco per
accorgermene...
Ma quel che è fatto, è fatto.
Io, Geese Howard, sono giunto alla fine della mia vita. Cosa mi aspetta? Il
nulla? O forse le fiamme dell'inferno?
Qualunque cosa sia, ormai è questo il mio destino.
Il terreno si avvicina sempre di più, e il mondo ormai è svanito attorno a
me. Chiudo gli occhi, lasciando che il buio eterno mi avvolga...
E un attimo dopo, senza un suono, senza un lamento...
Tutto finisce.
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Terry Bogard rimase a guardare, senza parole, la figura ghignante di Geese
Howard che sfuggiva alla sua presa... e precipitava nelle tenebre, verso quella
morte che lo aveva già sfiorato una volta... e che in questa occasione era
tornata a riprenderselo. La sua mano guantata rimase protesa verso di lui, come
in un estremo, disperato tentativo di salvargli la vita...
Poi, lentamente, Terry abbassò il braccio in segno di resa, e il frontino del
suo berretto rosso calò sui suoi occhi, nascondendo la rabbia e la tristezza che
si riflettevano in quelle iridi di giada. Per triste ironia della sorte, il più
forte dei Lupi Famelici, in quel momento, avrebbe desiderato più di ogni altra
cosa che Geese Howard, il suo nemico giurato, la persona che lui più odiava al
mondo... non fosse morto.
"Riposa in pace... Geese Howard." mormorò Terry con dignità, una singola
lacrima di umana compassione che scorreva dal suo occhio destro e seguiva la
caduta del signore del crimine.
Purtroppo, il lieto fine non ci sarebbe stato per tutti.
FINE
"Una persona è veramente malvagia, solo quando nessuno piangerà per lei." --
Anonimo
"Fino alla fine... non si può giudicare come una persona abbia vissuto la sua
vita..." -- Daba Myroad, "Heavy Metal L-Gaim", episodio 24
Tutto quello che avevo da dire, l'ho detto all'inizio. So che probabilmente
questa storia non la leggerà nessuno, e che Fatal Fury è ormai una gloria del
passato... ma spero comunque di aver espresso i miei sentimenti sulla sacralità
della vita umana... e su come penso che ognuno di noi rimanga pur sempre un
essere umano con un cuore e dei sentimenti, e che nessuno abbia il diritto di
spegnerli in nome di una cosiddetta "giustizia". Il momento in cui Terry si
rende conto di questo, e cerca di salvare la vita al suo più odiato nemico,
nell'intro di 'Mark of the Wolves', è stato uno dei momenti più toccanti della
mia carriera di videogiocatore.
Questa storia non è un granchè, lo so. Comunque, spero di non essere andato troppo OOC, e lascio a voi ogni
giudizio.
Con affetto,
Justice Gundam
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