Cap.
1
La Partenza
Acquario quel mattino
si svegliò con la vaga sensazione di aver dimenticato
qualcosa di importante.
Controllò
che la maschera all'argilla di palude fosse ancora ben spalmata sulla
faccia, e quando vide l'impronta verde di un volto in stile Urlo di Munch
stampato sul cuscino si ripeté mentalmente: - No, ancora?! -.
Era il sedicesimo che
buttava via in un mese.
I calzini antiscivolo
che teneva per dormire erano al loro posto, con le punte a forma di
orsacchiotto che gli sorridevano felici, rincuorandolo. La copertina
termica all'essenza di schiuma di mare e ostriche al limone non si era
mossa, e lo specchio era ancora ben nascosto nell'armadio, come
prevedeva l'arte del feng
shui. Il suo karma era salvo.
Ma allora cos'era
quella vocina nella sua testa che ripeteva: « Mio signore. Farete
tardi alla riunione con gli altri Segni. Signore. Avanti. Alzatevi
».
Oh, nessun amico
immaginario né grillo della coscienza. Era il suo
maggiordomo, un ometto basso, gobbo, apatico e dalla testa di tonno.
Era sempre rivolta verso l'alto, come stesse abboccando ad un amo, ma
del resto non si era mai visto un tonno mettere la testa tra le
ginocchia, no?
« Tunapio,
mio buon amico, anche stamattina profumi magnificamente »
disse Acquario con un gran sorriso. L'odore di pesce al risveglio lo
riportava sempre ai cari tempi andati, quando il fratello Sagittario si
intrufolava in camera sua alle cinque del mattino e gli infilava un
paio di anguille nelle mutande. Ah, l'amore fraterno. Al ragazzo
salirono le lacrime agli occhi, ma le spazzò via con un
gesto teatrale e s'impose di non divagare.
« Parlavi di
una riunione, giusto? Quella della Valigia Rossa è stata
l'altro ieri, e ci sono andato. Guarda cosa mi hanno dato in omaggio!
». Sfoderò da sotto la copertina termica un vaso
traboccante di lumache azzurre, vive e recalcitranti.
« Pensa che
se te ne infili almeno sei nel sedere poi... »
« ... Mio
signore. Farete tardi alla riunione con gli altri Segni. Signore.
Avanti. Alzatevi ».
Acquario dovette
capitolare. Rimise le lumache al calduccio e si alzò,
prendendo i vestiti che Tunapio gli porgeva. Siccome Tunapio aveva le
pinne, e non erano esattamente prensili, gli caddero immediatamente a
terra, ma anche questo faceva parte della quotidianità. Nel
palazzo di Acquario si trovava praticamente tutto sul pavimento, dato
che quello che il maggiordomo tentava di pulire, afferrare o spostare
finiva inesorabilmente sfracellato al suolo.
Così
Acquario raccolse i vestiti, lo spazzolino da denti, lo spazzolone del
water, il pettine e si chiuse in bagno.
Dopo esattamente due
ore e sedici minuti ne uscì più bello che mai,
con i corti boccoli azzurri che risplendevano di luce propria, i denti
sfavillanti e il wc perfettamente igienizzato. Decise di dare una
svolta alla sua giornata e accorciò di parecchi centimetri
la tunichetta bianca che portava, in modo che si leggesse la scritta
wet is better sul retro delle mutandine rosse (altro acquisto di due
giorni prima).
« Che ne
pensi, Tunapio? » chiese, facendo una giravolta davanti allo
specchio sbucato dall'armadio come fosse pronto per un ballo di gala.
Il maggiordomo chiuse e riaprì gli occhi, uno alla volta,
boccheggiò per un istante e infine disse:« Mio
signore. Farete tardi alla riunione con gli altri Segni. Signore.
Avanti. Alzatevi ».
Con un sospiro
rassegnato, Acquario gli battè una mano sulla spalla ed
uscì dalla cameretta.
Il suo palazzo era
stato costruito in cima ad un dirupo, e pendeva inesorabilemente in
basso, verso il mare sottostante. I sandalini a ventose di Acquario
risolvevano il problema, ma più di una volta aveva dovuto
rincorrere uno scivoloso Tunapio affinchè non precipitasse
da una delle finestre.
La sua stanza si
trovava nel punto più alto, quindi per scendere aveva sempre
il suo brillantissimo metodo, frutto di molti esperimenti ed ematomi
alle natiche.
Prese (sempre da
terra), un sacchetto biodegradabile, lo strofinò sulla testa
del maggiordomo per lubrificarlo e si posizionò sul primo
gradino di una lunga scalinata a chiocciola, seduto su quel gommone di
fortuna.
« Ehi
Tunapio, vieni con me? ».
Il tonno
impegò un po' prima di rispondere. «... Vi seguo a
ruota ».
Acquario fece un cenno
affermativo e prese una gran boccata d'aria. Era tutto pronto.
Con uno slancio si
gettò giù dalle scale, mentre il sedere urlava di
dolore e il ragazzo urlava di gioia, le braccia alzate manco fosse
sulle montagne russe. Con la coda dell'occhio notò che
Tunapio lo stava seguendo, effettivamente, a ruota. Rotolava come un
barile che viene mollato da una collina, ma il suo volto non tradiva
alcuna emozione. Avete mai visto un tonno disperarsi in preda agli
strappi muscolari? Ecco, appunto.
Terminata la discesa,
Acquario impiegò dieci minuti buoni per alzarsi, con il
sacchetto ancora appiccicato al posteriore e il corpo inerme di Tunapio
ai piedi.
Che bel modo di
iniziare la giornata!
I due attraversarono,
non esattamente a passo spedito, la stanza del cucito, la stanza di
pilates, la stanza dei film strappalacrime, la stanza del volano, la
stanza del té delle cinque e infine arrivarono all'uscita.
Lì accanto,
ad attendere il ragazzo, stava un grande vaso dipinto a mano, colmo
d'acqua apparentemente pulita. Acquario se lo caricò sotto
braccio e sbuffò, già abbastanza indolenzito per
la discesa mattutina.
- Un giorno
scoprirò chi è quel monello che nella
costellazione mi ha visto con un vaso in mano! - pensò,
attento a non spandere il prezioso liquido. Era acqua tonica, e Dio
solo sapeva se ne aveva bisogno quel giorno.
Un massiccio portone
rivestito di conchiglie colorate e luci al neon li separava dal mondo
esterno. Con un sonoro gneeek si aprì, e li
investì una ventata d'aria che sapeva di salsedine e pesce
spiaggiato.
« Tunapio,
sii gentile, vai a chiamare Sweet Daddy. Temo che avremo bisogno di un
passaggio ». Ma mentre parlava, Acquario non si accorse che
il maggiordomo era ruzzolato fuori, nel mezzo del mare in tempesta.
Quelle sue gambe scivolose erano una vera seccatura.
Per fortuna Sweet
Daddy percepiva l'odore di tonno da chilometri di distanza.
Arrivò in
volo, sovrastando il Segno con la sua mole imponente. Aveva l'aspetto
di grande gabbiano dagli occhi rossi e collerici e il becco affilato,
bracciali borchiati alle zampe e un gilet di pelle nera a completare il
tutto. Insomma, un vero bullo.
Si gettò a
capofitto tra le onde, ripescando lo sventurato domestico e
riportandolo a riva.
« Grazie,
Sweet! » disse gioioso il ragazzo, tendendo le braccia,
« puoi lasciarlo, adesso ».
Lo sventurato Tunapio
fu sputato fuori senza pietà, e colpì in pieno il
suo Signore.
Acquario, spiattellato
sotto il peso del tonno colante di bava, osservò il cielo.
Era colmo di nubi nere e temporalesche, del sole nessuna traccia.
« Che
splendida giornata per un volo! » esclamò,
euforico.
Sweet Daddy
gracchiò il suo disappunto, guardando con apprensione le
saette che squarciavano il cielo.
Rimpianse il giorno in
cui era stato assegnato a quel Segno come cavalcatura, e con una mossa
lesta dell'ala schiaffeggiò maggiordomo e padrone in piena
faccia, proprio mentre si apprestavano a rialzarsi.
« Bene
stronzetti, si va'. Se mi piglio un fulmine nel culo vi mangio vivi e
vi vomito sulla spiaggia ». Il suo tono non ammetteva
repliche.
Afferrò
Tunapio per le gracili gambe umane e se lo caricò in spalle,
con Acquario che si arrampicava a fatica su per le sue ali mettendo in
bella mostra le mutandine.
Il gabbiano non fece
nessun commento al riguardo, si acquattò e tese le ali,
pronto a partire.
« Uhm...
Sweet, prima di andare avrei una domanda »
sussurrò timoroso il ragazzo.
« Che vuoi
».
« Se ci
mangi vivi... poi quando ci vomiti lo siamo ancora? ».
Sweet Daddy
sospirò, esasperato. Sarebbe stato un lungo, estenuante
viaggio.
- Note
dell'autrice -
Ciao! Di che segno siete? Io dell'Acquario, e ho la
sensazione che tutte le cose brutte che mi stanno capitando abbiano un
loro perchè. Tipo la mia scorpacciata di moschini mentre
andavo in bici e cantavo Sempre
Libera della
Traviata a squarciagola. Cosa ci facevano tutti quegli
insetti sulla mia strada? Se non è sfiga questa!
Per gli amici Sagittari invece ho una buona notizia: il vostro protettore
è per metà uomo e per metà cavallo. Un
salutista patito del fitness che nel tempo libero... non ha
tempo libero. Riuscirete a stare al passo? Al prossimo capitolo, e
astenersi culi pesanti!
Un bacione appiccicoso da me e Tunapio <3
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