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The Sacrament of
Love……..
Questa ff non è scritta a scopo di lucro, e non ha la
finalità di offendere i personaggi citati.
1. Leave all behind
Entrai in redazione tipo zombie, come accadeva ormai da
qualche tempo. Per la precisione da quando Luca, il mio fidanzato da una vita,
aveva deciso di andarsene con Ilaria, mia ex migliore amica nonché collega di
lavoro.
Buttai la giacca sulla sedia di fianco alla scrivania, e
prima di dare anche solo un’occhiata alle carte che vi giacevano sopra, decisi
di fare una puntata veloce alla macchinetta del caffè. Chissà, forse avrei
assunto un’aria più sana, almeno in apparenza.
“Buongiorno, Camilla!” mi salutò Giada, con aria allegra.
Risposi con una specie di grugnito. Con lei potevo permettermelo, eravamo amiche
da sempre e sapeva benissimo in che schifo di situazione mi trovassi. Era sempre
allegra...come diavolo faceva, mi chiedevo...io non riuscivo ad esserlo nemmeno
quando nella mia vita andava tutto bene, ed ora meno che mai.
“Come va stamattina?”disse guardandomi con aria clinica.
“Spero meglio, perché il grande capo ti cercava”.
Spalancai gli occhi... e decisi di prendere un caffè doppio,
ne avevo bisogno. Il capo si era accorto della mia esistenza, dopo tre mesi
passati chiusa in una stanzetta a correggere bozze di articoli scritti da altri.
Forse si era accorto di me solo per l’aria stralunata che mostravo... però mi
cercava, e volevo sapere il motivo, subito.
“Vado!” risposi, con un lampo di vitalità sorprendente, che
in me non ricordavo più.
Bussai alla porta, intimidita, e alla sua risposta sporsi la
testa all’interno.
“Camilla... entra, cercavo proprio te” disse.
Massimiliano Bianchi era un uomo sulla cinquantina,
terribilmente gay, direttore della rivista per cui scrivevo...ehm, per cui
correggevo bozze, in attesa di poter, chissà quando, scrivere un articolo tutto
mio.
“Ti vedo...spenta, in quest’ultimo periodo” disse, cercando
di intavolare una conversazione personale che io non volevo assolutamente
iniziare.
Feci un sorrisino di circostanza. La mia vita privata non
era di certo affar suo, e comunque non interferiva con i miei ritmi di lavoro...anzi.
Mi ero buttata nel lavoro proprio per non pensare.
“Sono solo un po’ stanca, tutto qui” risposi con un’alzata
di spalle.
“Trova il modo di farti passare la stanchezza, allora. Ho un
incarico per te”
Spalancai gli occhi.
“Cioè devo scrivere un articolo?”
Massimiliano sorrise. “Certo.... dovrai fare la recensione
di un concerto. Normalmente se ne occupa Ilaria, lo sai. Ma è incinta, e non è
proprio l’ideale per lei partecipare ad un concerto rock.”
Già.. sospirai. Ilaria era incinta, del figlio del mio ex
fidanzato.
“Poi credo che tu sia più adatta a questo genere di musica.”
Aggiunse Bianchi.
Pronunciò l’ultima frase squadrandomi da capo a piedi. Come
ero vestita? Pensai tra me e me...ah sì, ricordai: jeans neri, maglia nera e
anfibi...da quando Luca se ne era andato ero tornata al mio abbigliamento
consueto, quello che lui definiva “da darkettona”... L’esatto contrario di
Ilaria, insomma: sempre impeccabile e firmata dalla testa ai piedi.
“Dov’è il concerto?” chiesi.
“A Firenze, domani sera. Sulla tua scrivania troverai il
biglietto del treno e la prenotazione dell’albergo. Ah... se non conosci il
gruppo ti converrà ascoltare qualcosa, durante il viaggio.Mi aspetto la
recensione del concerto e un’intervista in esclusiva con il cantante.”
Nient’altro? Pensai. Almeno speravo che fosse un gruppo di
mio gradimento.
“Chi devo intervistare?” chiesi.
“Conosci gli HIM, no? Vai, guardi il concerto, intervisti
Ville Valo e torni. Niente di più facile! E poi achi dispiacerebbe intervistare
Ville? Tu sei anche mezza finlandese, quindi sarà più facile. ”
Conoscevo gli HIM? No, assolutamente no. E non sapevo
nemmeno chi fosse questo Ville Valo. Diciamo che
rifuggivo da tutto ciò che potesse ricordarmi la Finlandia, per non stare ancora
più male.
“Sono finlandesi?” chiesi.
“Di Helsinki”.
Sorrisi. Helsinki era la città in cui avevo trascorso la mia
infanzia, il periodo più bello della mia vita.
Mi congedai dal capo e tornai alla mia scrivania. Sbirciai
l’orario del treno: 10.30. Questo significava che avrei avuto poco più di 14 ore
per sapere tutto degli HIM.
Potevo farcela. Decisi di chiedere prima di tutto qualche
dritta a Giada, che sicuramente ne sapeva più di me.
“Giada..?” chiamai, appoggiandomi alla sua scrivania. Dovevo
avere un’espressione piuttosto sconvolta, a giudicare dallo sguardo preoccupato
che mi giunse in risposta.
“Problemi con Bianchi?” chiese.
“No, no...anzi!” risposi. “Mi manda in missione, sostituisco
la stronza.”
“Fantastico!!” esclamò Giada, come al suo solito con troppo
entusiasmo “Dove?”
“Al concerto degli HIM...che non so nemmeno chi siano...”
Giada sgranò gli occhi. “Gli HIM? Caspita, se lo dici a mia
sorella le prenderà un colpo!! Voleva andare al concerto ma non ha trovato i
biglietti!”
Sospirai. “Sono l’unica a non conoscerli, a quanto pare...devo
intervistare il cantante, sai che tipo è?”
Giada sgranò gli occhi ancora di più. “Devi intervistare
Ville Valo??” chiese.
Annuii. “Perché quella faccia?”
“Camy, dove vivi? Beh...Ville Valo è egocentrico,
bellissimo, carismatico, sexy da morire...e sa benissimo di esserlo!!” rispose,
senza mezzi termini.
“Figuriamoci, non li guardo nemmeno, gli uomini, in questo
periodo, sono ancora in lutto. Quanto all’egocentrismo... se lo farà passare per
il tempo dell’intervista!”.
Decisi comunque di appurare con i miei occhi. Tornai alla
mia scrivania e digitai “Ville Valo” sul mio motore di ricerca preferito.
Sì, in fondo aveva un che di affascinante, ma decisamente
non era il mio tipo: troppo tatuato, troppo truccato, troppo...troppo tutto.
Però i suoi occhi verdi mi colpirono molto.
Prima di tornare a casa, mi fermai a comprare l’ultimo cd
degli HIM, e lo ascoltai mentre preparavo la valigia. Le canzoni non mi
dispiacevano affatto, a dir la verità. Erano talmente coinvolgenti da impedirmi
di pensare (cosa che desideravo di più, da quando Luca se ne era andato), e la
voce di Ville era vellutata e piacevole.
Aprii l’armadio, indecisa sull’abbigliamento da mettere in
valigia. Decisamente gli anni di quasi matrimonio con Luca non avevano giovato
al mio guardaroba. Decisi di buttar via tutti quegli inutili twin set e tailleur
che non mi erano mai piaciuti, ripescai dal fondo di un cassetto dei vestiti
che non mettevo da anni, chiusi la valigia e andai a letto. Il mio primo
articolo...ancora non riuscivo a crederci! Quella notte riuscii perfino a
dormire, come non accadeva da tanto.
I've been
there before knocking on the same door
It's when hate turns to love and love to hate
Faith to doubt and doubts to faith
HIM- Beyond
redemption
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