Tecniche di
persuasione
“Shihoin,
ti pregherei gentilmente
di ridarmelo”
La voce di
Byakuya era calma, come al solito, ma il tono fermo con il quale aveva
parlato rendeva quella frase più come una velata minaccia.
Dopo diversi
minuti di quel giochino, Yoruichi era sicura che stesse cominciando ad
arrabbiarsi e non poteva essere più lieta di notarlo.
Non era stato
difficile sottrarglielo.
Dopotutto era – e sarebbe stata – sempre la
più veloce. La “dea del lampo”.
Soddisfatta
del proprio operato, Yoruichi si sistemò meglio sul ramo sul
quale sedeva seguitando a far ciondolare l’oggetto
proprio sulla testa di Byakuya, che se ne stava col naso
all'insù e l’aria scocciata... Più del
solito, almeno.
“Shihoin,
se non scendi subito da lì, io...”
Non
terminò la frase che la voce squillante di Kisuke lo
raggiunse, proprio quando i petali di ciliegio intorno a lui stavano
cominciando a stormire pericolosamente.
“Capitano
Kuchiki, cosa state facendo qui?”
“Nulla
che ti possa interessare, Urahara” rispose l’altro
sfuggente.
Kisuke
seguì il suo sguardo fino ad incontrare un paio di iridi
giallo-oro a lui molto familiari.
“Oooh,
Yoruichi-san! Allora ci sei anche tu~♥!”
esclamò, chiudendo con uno scatto il ventaglio che teneva in
mano.
Byakuya
sbuffò sonoramente e disse “Basta. Non ho tempo
per i tuoi giochi” rivolgendosi a Yoruichi.
“Eh?
Di che state parlando?” s’intromise curioso Kisuke,
rivolgendo lo sguardo prima all’uno, poi all’altra,
senza ottenere risposta.
Alla vista di
un dettaglio colorato sembrò capire la situazione e non
appena Byakuya fece per andarsene lo fermò.
“Aspettate,
Kuchiki! So io come farla scendere!” gli disse prima di
dileguarsi sotto il suo sguardo scettico.
Tornò
qualche minuto dopo con una ciotola stretta tra le mani.
“Ecco
quaaa!” esclamò poggiandola ai piedi
dell’albero “Yoruichi-san, ti ho portato un
po’ di latte,
tiepido, come piace a teee~♥! Su, vieni qui!”
La gatta
guardò sospettosa i due uomini, poi, dopo aver percepito il
dolce sentore della bevanda, si convinse a scendere
dall’albero. Spiccò un balzo, atterrando
elegantemente sull’erba morbida e si fiondò
direttamente sulla ciotola. Ma prima che potesse raggiungerla, il
biondo, chino su di lei, le porse una mano aperta.
In attesa di qualcosa.
Yoruichi
sembrò quasi sospirare, poi sputò il nastro rosso, che
ancora teneva tra i denti, sul palmo dell’uomo
così da potersi concentrare indisturbata sul suo latte.
Kisuke porse
il nastro al legittimo proprietario dicendo “Visto?
E’ stato semplice!”
Byakuya si
sistemò la sciarpa intorno al collo e se ne andò
senza dire una parola.
Non sapeva se
essere più irritato per non aver trovato lui una soluzione
al suo problema o per essere dovuto scendere a compromessi con un
gatto.
Kisuke si
acquattò vicino all'animale per accarezzarlo blandamente,
soffermandosi dietro le orecchie.
“Sei
proprio terribile, Yoruichi-san~♥...!”
Note dell'autrice:
Vorrei precisare che la scelta di utilizzare diversi registri
linguistici nello stesso testo è voluta. Cioè,
secondo me Byakuya, essendo un nobile, può permettersi di
rivolgersi sia a Yourichi che a Kisuke dandogli del "tu", nonostante
questi siano più grandi di lui e abbiano avuto ruoli molto
importanti all'interno della Soul Society. Viceversa, Kisuke gli da del
"voi", per rispetto nei suoi confronti, mentre può parlare
liberamente con Yoruichi.
Anche
la variabilità del genere in gatto/gatta
è voluta: col termine maschile ho voluto indicare il "gatto"
in quanto animale, con quello femminile, invece, la "gatta" in quanto
Yoruichi nella sua forma felina.
Spero di
essermi spiegata chiaramente. Se così non fosse,
contattatemi pure! ^_^
Credits: tutti i
personaggi qui presenti (anche Urahara, ahimè!) appartengono
a Tite Kubo, dententore di tutti i diritti.
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