Innanzitutto grazie per i milioni di commenti... in particoalre
rigrazio otsuru perchè, tra tutti, è quello che
mi ha fatto più piacere ricevere (Chissà
perchè XD)
Il Nessuno
Un silenzio assordante dominava nella sala delle riunione
dell’Organizzazione. Tutti i posti erano occupati tranne due.
Ognuno era seduto al proprio posto, ognuno col cappuccio alzato. Si
guardano l’un l’altro attraverso il nero che
ricopriva il loro volto senza potersi veramente vedere.
D’altronde non hanno bisogno di guardarsi in faccia per
sapere cosa stanno pensando: la notizia della morte di Zexion si
è diffusa in pochi istanti ed erano li proprio per
parlare di quanto era avvenuto. Nessuno aveva mai eliminato uno dei
Tredici prima di allora. E tale affronto non poteva essere ignorato.
Improvvisamente una voce risuona nella sala accompagnata da un pugno
che colpisce il bracciolo della propria postazione.
[Dobbiamo eliminarlo! Lasciate andare me! Incenerirò quel
bastardo con le mie mani!]
[Calma Axel…] tranquilla la voce del Superiore [Tutti
sappiamo che deve essere eliminato ma, a parte il fatto che non abbiamo
idea di dove si trovi attualmente, dobbiamo essere cauti. Zexion non
era uno stupido ma nonostante questo è stato ucciso con
molta facilità. I Nessuno che sono tornati mi hanno riferito
che non ha nemmeno avuto il tempo di reagire.]
[Già quelli che son tornati…] L’ironia
nel tono di Larxene è ben riconoscibile da tutti
[Perché gli altri sono morti quando quel figlio di puttana
ha distrutto l’intero Pianeta!]
[E senza Pianeta niente cuori, niente cuori… niente Kingdom
Hearts!] Semplice constatazione quella di Saix, semplice constatazione
che però fa cadere di nuovo il silenzio nella sala.
È Xemnas che lo interrompe questa volta, portando
all’attenzione un altro argomento di fondamentale importanza.
[Notizie sul Custode?]
Roxas si muove irrequieto nel proprio posto: un brivido gli corre lungo
la schiena, come ogni volta che si parla di Sora. Ma si costringe
ugualmente a voltarsi verso Xigbar, incaricato di tenerlo
d’occhio.
[Attualmente si trova alla Fortezza Oscura con Leon e gli altri: ignora
totalmente il nostro piano e continua a fornirci una buona dose di
cuori.]
[Benissimo, questo vuol dire che…]
Ma il Superiore si blocca, interrotto dal rumore della porta della sala
che viene a aperto da Vexen.
[Xemnas…] si rivolge direttamente a lui: la notizia
è importante. [Qualcuno ha aperto un portale nella
Città di Mezzo. Credo proprio che si tratti di
“Lui”.]
Altre undici teste si volta ora verso il Superiore: il nemico
è stato avvistato ed ora attendono direttive.
Pesanti attimi di silenzio intercorrono prima che parli.
[Xaldin andrai tu: voglio che vada da quel Nessuno e che lo elimini una
volta per tutte… e portati dietro 3 squadroni di Nessuno.
Già che ci sei terminerai la conquista di quel pianeta.]
Nemmeno risponde il Feroce Lanciere: semplicemente scompare in un
portale di Oscurità che lo porterà a destinazione.
[La riunione è conclusa.]
Uno ad uno tutti i membri dell’Organizzazione se ne vanno ma
tutti hanno lo stesso pensiero: se Xemnas ha scomodato il numero tre
vuol dire che non è così indifferente
all’accaduto come vuol far vedere.
Il Nessuno sta camminando in mezzo alla piazza, il volto è
come sempre occultato dal cappuccio, il passo è lento, come
se avesse tutto il tempo del mondo. E non è forse
così?
Improvvisamente si ferma, la testa si alza e va ad osservare la cima
del campanile: su di essa si trova un Nessuno vestito al suo stesso
modo, ma col cappuccio abbassato rivelando così un viso dai
tratti duri e capelli lunghi e neri.
Improvvisamente i sassolini sul terreno iniziano a muoversi come se
stesse arrivando un terremoto: Nessuno di ogni genere e forma fanno il
loro ingresso da ogni strada della città, tutti col medesimo
obbiettivo, tutti col medesimo scopo.
Ma questo scena, questo esercito che ormai ha invaso la piazza e dista
da Lui pochi metri, non sembra dar la minima preoccupazione al Nessuno
che continua a guardare in direzione del Ferocie Lanciere.
Semplicemente apre le mani nelle quali si vanno a creare due sfere di
Nulla che poi prendono la forma di due pistole. Quindi inizia a sparare.
Non sa spiegarlo, non saprebbe darne alcuna motivazione, ma oggi
Marluxia è inquieto e si dirige verso una sala nella quale
di solito non va mai. È pensieroso, ed con la mano destra
che gratta il mento che fa il suo ingresso nella sala dove ci sono i
simboli di ognuno dei membri Dell’Organizzazione, simboli che
diventano rossi quando il loro possessore muore. Mentre continua a
camminare da una leggera occhiata al simbolo del Burattinaio
Mascherato, l’unico che al momento non è
più blu. Ma i suoi passi non fermano, almeno fino a quando
non si trova davanti al simbolo di Xaldin che risplende di blu. Non sa
spiegarlo, non saprebbe darne alcuna motivazione, ma oggi
Marluxia è inquieto.
Un ultimo proiettile fischia nell’aria, un ultimo sparo
risuona nella piazza, un Nessuno cade a terra esamine. Xaldin ha un
brivido quando quel tizio si volta nuovamente verso di lui:
non può vederne gli occhi, ma sa che lo sta guardando. In
una manciata di minuti aveva fatto fuori tre interi squadroni, seicento
Nessuno selezionati tra i migliori. E non si era nemmeno impegnato:
questo il numero tre dell’Organizzazione lo sapeva. Era
chiaro e traspariva in ogni suo movimento. Improvvisamente capisce di
non molte possibilità di sconfiggerlo.
[Allora… scendi tu o devo venire a prenderti?]
Rabbia quella che prova il membro
dell’Oranizzazione… o semplicemente la simula? La
immedesima sapendo che dovrebbe reagire con rabbia a quella
provocazione?
Un semplice gesto delle mani e tutte le sue lance compaiono intorno a
Xaldin che si tuffa nel vuoto. Il tempo del contraccolpo causato
dall’urto e il Ferocie Lanciere inizia una rapida corsa verso
il nemico con le lance che fedelmente lo seguono pronte ad attaccare.
Nuovamente IL Nessuno dimostra la propria freddezza, il proprio
distacco da quanto stava succedendo come se non lo riguardasse affatto.
Un semplice gesto: le pistole cambiano forma e vanno a ricoprire le Sue
mani come un altro paio di guanti duri come il metallo dai quali,
all’altezza delle nocche, escono otto spuntoni. Quindi, quasi
svogliato, inizia a sua volta una corsa verso l’altro.
Una goccia. Poi un’altra. Un’altra ancora.
Il numero tre dell’Organizzazione si scopre a chiedersi cosa
avrebbe provato in quel momento, se avesse avuto un cuore, ad osservare
il proprio sangue gocciolare dal proprio volto fino a formare una
pozzanghera sotto di lui.
Una goccia. Poi un’altra. Un’altra ancora.
D’altronde cos’altro potrebbe fare? Il corpo
è contro un muro tenuto su da due delle sue stesse lance che
gli trapassano le braccia all’altezza dei gomiti mentre le
altre sono a terra ai suoi piedi. E la testa si è fatta
troppo pesante per sollevarla.
Una goccia. Poi un’altra. Un’altra ancora.
Improvvisamente una mano va a prendergli il mento e gli alza la testa
rivelando alla luce della Luna un volto che forse nemmeno gli altri
membri dell’Organizzazione avrebbero riconosciuto coperto
com’è da una maschera di sangue. I suo occhi si
perdono nuovamente nel nero del’cappuccio di quel Nessuno che
era riuscito a sconfiggerlo.
Improvvisamente per la mente gli balena una scena: Xemnas che lo vede
in quelle condizioni “Xaldin, ma cosa ti è
successo? ” e lui che risponde “Nulla!”.
Ed è con questa scena nella mente che scoppia a ridere,
dapprima cercando frenarsi, poi ridendo a pieni polmoni. Quella risata,
quella sua ultima risata divertita ma malinconica allo stesso tempo,
sembra il canto che un cigno intona quando sente la sua fine vicina.
IL Nessuno scuote la testa: non pensava di averlo colpito fino a farlo
impazzire. Quindi, sempre tenendo la sua testa alzata con la mani
sinistra, alza la destra stretta a pugno e per un istante, solo per un
istante, quel nero opaco risplende per i raggi della Luna. Solo un
istante, quello prima di calare sul volto di Xaldin per
l’ultima volta.
Era immobile, fermo ormai da tempo. Il Leggiadro Sicario osservava
immobile il simbolo del Terzo membro dell’Organizzazione.
Improvvisamente gli sembra di cogliere un cambiamento nel colore blu,
ma subito si dice che è un’illusione ottica, uno
scherzo della sua immaginazione dovuta all’attesa. Ma questa
idea viene subito scartata quando la sfumatura del colore continua fino
a diventare un rosso acceso.
Marluxia senza dire nulla si volta e abbandona la stanza: presto
verrà fatta un’altra riunione.
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