Disclaimer: i
personaggi della serie televisiva “Queer as folk”,
citati nella storia, non sono di mia proprietà ma
appartengono ai legittimi ideatori. Sono stati da me utilizzati senza
il consenso degli autori, non a fini di lucro, ma per divertimento
personale.
Genere: sentimentale
Personaggio: Emmett
Rating: verde
Cogli
l’attimo!
Al termine di
una serata trascorsa al Babylon, osservando bellissimi ragazzi ballare,
bere e impasticcarsi, Emmett si diresse verso casa, incerto sul futuro.
La sua vita,
sempre ricca di momenti eccitanti, negli ultimi mesi era diventata
piatta, monotona, di una noia mortale. Non c’era
più nulla che riuscisse a far brillare la sua
“fiamma”.
Il favoloso
Emmett di un tempo lentamente si era spento, trasformandosi in un
comune uomo d’affari che dirigeva una lucrosa
attività di catering. Un uomo ricchissimo ma insoddisfatto
della vita.
Raggiunta la
casa acquistata l’anno prima, varcò la soglia
chiudendosi la porta alle spalle e, appeso il giubbotto, si diresse
verso il frigo per recuperare una bottiglia di birra. Doveva riflettere
e con una birra ghiacciata sarebbe stato più facile prendere
la giusta decisione.
Accostate le
labbra alla bottiglietta bevve un sorso e osservò
l’immenso spazio di fronte a sé.
Un sorriso
malizioso gli illuminò il volto, mentre la sua mente gli
restituiva l’immagine di centinaia, se non migliaia di
ragazzi che negli anni avevano calpestato il parquet su cui erano
posati mobili dal valore inestimabile, mobili che da un anno erano
suoi, dal giorno in cui aveva lasciato la calda e accogliente casetta
di Debbie per trasferirsi nel loft di mister Brian Kinney.
Stringendo la
bottiglia di birra raggiunse il divano, si sedette e posò i
piedi sul tavolino. Subito i ricordi lo sommersero e chiudendo gli
occhi vi si abbandonò, rivivendo attimi di vita quotidiana
che lo avrebbero accompagnato per sempre.
In
quell’appartamento aveva trascorso ore serene in compagnia
degli amici. Aveva partecipato a feste estreme a base di alcool e
droghe, e aveva incontrato più volte Justin per aiutarlo a
organizzare il matrimonio del secolo che non fu mai celebrato.
Pensando a
Justin sorrise. Erano trascorsi cinque anni dal giorno in cui
“Raggio di Sole” aveva lasciato Pittsburgh e, dopo
una breve gavetta, il giovane era riuscito a ottenere il successo
meritato, diventando un artista ricco e famoso. I suoi quadri erano
esposti nelle gallerie più note e il suo nome era conosciuto
ovunque. Il biondo amico aveva saputo cogliere l’attimo e la
vita gli sorrideva.
Lasciato il
comodo divano, Emmett si diresse verso la camera, che fino a dodici
mesi prima era stata la “tana” del Dio dei gay e si
fermò a fissare il neon azzurro appeso alla parete.
Sorridendo osservò il grande letto posto al centro della
stanza. Era l’unico pezzo di arredamento che aveva cambiato,
perché il letto di Brian era “troppo
usato” per poterlo conservare, ma non aveva sostituito altro.
Il loft era
stato per anni la meta più ambita di Pittsburgh. Come
giustamente Kinney aveva fatto notare, in quel posto c’erano
visite guidate a ogni ora. I ragazzi più belli
erano passati
da lì e ogni mobile aveva una storia da raccontare,
impossibile privarsene. E infatti, Emmett, firmato l’atto di
acquisto, aveva conservato ogni cosa e il loft, appartenuto al Dio dei
gay, era rimasto intatto nonostante il Dio se ne fosse andato da un
anno per non tornare più.
Lasciata la
camera, Emmett raggiunse la scrivania. Posata la bottiglia,
spalancò il primo cassetto per afferrare una busta
ingiallita dal tempo che custodiva gelosamente. La aprì,
estrasse il biglietto contenuto e fissò le poche righe
impresse a mano.
“Cogli
ogni opportunità che la vita ti dà,
perché, se te la lasci sfuggire, ci vorrà molto
tempo prima che si ripresenti.”
Stringendo il
bigliettino, sorrise malinconico. Ricordava il giorno in cui sua zia
Lula glielo aveva consegnato. Era il giorno in cui aveva deciso di
lasciare Hazlehurst per iniziare una nuova vita.
Quel giorno,
la donna gli aveva dato un bacio sulla guancia mentre gli consegnava la
piccola busta contenente un po’ di soldi e il bigliettino.
Abbracciandolo,
lo aveva salutato, intimandogli di fare tesoro delle parole scritte sul
foglietto.
Zia Lula amava
“appropriarsi” di citazioni di grande effetto per
sfoggiarle nei momenti più opportuni e quella impressa sul
biglietto aveva significato molto per lui.
Seguendo il
consiglio della donna, Emmett aveva fatto tesoro della frase citata,
che era diventata il suo motto, e non si era mai lasciato sfuggire
nessuna opportunità che il destino aveva posto sul suo
cammino.
Improvvisandosi
“attore porno” per il sito gestito
dall’amico Ted, aveva conosciuto George, l’uomo
fantastico che lo aveva trattato come una vera regina regalandogli una
storia d’amore breve ma intensa.
Sempre
seguendo il consiglio che zia Lula aveva “preso in
prestito” da Paulo Coelho, si era trasformato in conduttore
televisivo e grazie alla fama di esperto gay era diventato una
celebrità.
Quando si era
presentata l’occasione di intraprendere seriamente
l’attività di catering, l’aveva
afferrata senza pensarci e si era trovato a sguazzare nei verdi pascoli
della ricchezza. In definitiva, aveva fatto buon uso del consiglio di
zia Lula.
Posato il
biglietto, osservò la foto sulla scrivania. Una foto
scattata cinque anni prima a casa di Debbie quando la “frocia
famiglia” era al completo.
Scrutando i
volti degli amici, pensò che sua zia Lula sarebbe stata
orgogliosa di loro, perché avevano saputo cogliere le
occasioni e crearsi una vita felice.
Michael, alla
partenza di Justin, aveva conosciuto un giovane di talento e con lui
aveva continuato a produrre Furore. Il fumetto, divenuto sempre
più popolare tra i giovani gay, gli aveva permesso di
racimolare abbastanza soldi per mandare Hunter al college
assicurandogli la migliore istruzione.
Ben, dopo vari
flop, aveva abbandonato la scrittura e, quando si era presentata
l’opportunità di dedicarsi
all’insegnamento in una prestigiosa università,
aveva colto l’occasione al volo.
Ted,
finalmente conscio delle proprie potenzialità, aveva
accettato di rilevare il cinquanta per cento delle quote della Kinnetik
diventandone il boss
a tutti gli effetti e aveva trovato
l’amore al fianco di Blake.
Mel e Linz
vivevano felici a Toronto, e Debbie continuava a gestire la tavola
calda, non più come cameriera, ma come proprietaria. Un
regalo che le aveva fatto Brian prima di lasciare Pittsburgh. A sua
insaputa, mister Kinney aveva acquistato il locale e glielo aveva
donato. Ovviamente, quando era abbastanza lontano da non doversi
sorbire i suoi abbracci e le sue lamentele per aver speso troppi soldi
per lei.
Lasciando
correre lo sguardo, Emmett osservò la parete dove una volta
c’era il quadro dell’uomo nudo, unico pezzo di
arredamento portato via da Brian. Al suo posto c’era una tela
avuta in dono da Justin.
Il giovane
artista aveva accolto con gioia la notizia che sarebbe stato lui il
nuovo proprietario del loft e gli aveva regalato un quadro di grande
valore, in ricordo dei bei giorni trascorsi insieme.
Concentrando
di nuovo l’attenzione sulla foto incorniciata, Emmett si
soffermò a osservare Brian. Come il resto dei suoi amici,
anche mister Kinney, alla fine, aveva colto l’occasione della
vita.
Ceduto il
controllo dell’azienda a Ted, per il periodo in cui sarebbe
stato assente, con Cynthia aveva lasciato Pittsburgh per tentare la
fortuna a New York.
Il suo
coraggio era stato premiato e la “Kinnetik bis”, a
un anno dalla nascita, era da annoverarsi tra le società
più importanti della Grande Mela.
Visto il
successo ottenuto, Brian aveva messo in vendita il loft, aveva ceduto a
Ted metà della Kinnetik di Pittsburgh, conferendogli pieni
poteri decisionali e si era trasferito nella caotica metropoli.
Il passo
successivo era stato raggiungere Justin con le fedi che non aveva mai
restituito e, finalmente, il matrimonio del secolo si era svolto alla
presenza di pochi amici e parenti che avevano gioito per
quell’unione a lungo attesa.
Brian era
riuscito a mettere da parte le vecchie convinzioni decidendo di
cogliere l’occasione di essere felice accanto al suo Sunshine
e da un anno viveva con lui nel bellissimo loft che aveva acquistato a
New York.
Lasciata la
scrivania, Emmett si diresse verso la camera e, sedendosi sul letto,
afferrò il cellulare abbandonato sul comodino.
I suoi amici
avevano approfittato di ciò che la vita aveva loro offerto
ed erano felici, lui avrebbe saputo fare altrettanto?
Per rispondere
alla domanda che lo stava tormentando dall’inizio del giorno,
compose un numero che conosceva a memoria, un numero che aveva usato
per l’ultima volta cinque anni prima.
Ascoltando il
suono della linea libera, pensò al messaggio che aveva
ricevuto quella mattina, un messaggio che lo aveva trasportato nel
passato e che lo aveva costretto a riflettere sulla propria vita.
“Ho
compiuto ventuno anni, ora mi devi un vero drink. Se sei interessato,
chiamami.”
Aveva letto il
messaggio almeno una decina di volte, incapace di credere che dopo
cinque anni, Drew, il
suo Drew, lo avesse cercato.
Ricordava il
loro ultimo incontro. Ricordava di averlo lasciato libero di vivere la
sua vita assicurandogli che un giorno, quando fosse cresciuto, si
sarebbero incontrati e ricordava che, scherzando, aveva promesso di
offrirgli un drink per festeggiare la sua maggiore età.
Tenendo
premuto il cellulare all’orecchio sorrise. Dopo aver letto il
messaggio, per tutto il giorno aveva pensato a cosa fare e finalmente
aveva deciso. La vita gli stava dando una seconda
opportunità e l’avrebbe afferrata.
«Speravo
mi chiamassi... sono maggiorenne e mi devi un drink»,
dichiarò Drew interrompendo i suoi pensieri.
La voce
dell’uomo era come la ricordava, forte e sensuale, e
risentirla dopo cinque anni lo rese felice.
«Ciao
Drew», lo salutò sdraiandosi sul morbido materasso.
Dieci anni
prima, in quella casa, era nato l’amore più
importante e incredibile cui avesse mai assistito e, seguendo il
consiglio di zia Lula, Emmett aveva deciso di cogliere
l’opportunità che la vita gli stava offrendo,
nella speranza che l’amore potesse di nuovo sbocciare tra
quelle mura.
Fine
Ok, non
è una delle solite Britin cui vi ho abituati, ma chi mi
conosce sa che adoro anche Emmett e mi è piaciuto scrivere
di lui.
Spero che
questa breve storiella non sia stata troppo deludente.
A presto con
una nuova Britin.
Kisses, mindy.
Questa
storia
ha partecipato al contest: "A Sentence to Dream" - di Mary DB e
Kirame27 – classificandosi NONA.
Citazione:
Cogli ogni opportunità che la vita ti dà,
perché, se te la lasci sfuggire, ci vorrà molto
tempo prima che si ripresenti. (Paulo Coelho)
Prompt:
Casa
|