The Unexpected
The Unexpected
LONDRA,
NOTTE, GRIMMAULD PLACE numero 12
Capitolo 1:
L’arrivo inaspettato
Harry non riusciva a dormire, e
si aggirava per la stanza, diede uno sguardo a Ron, che al contrario
suo ronfava placidamente, il suo leggero russare gli arrivava alle
orecchie.
Sorrise nell’ombra, era contento
che almeno uno dei due fosse così rilassato da riuscire a dormire.
Erano passate solo poche
settimane dalla morte di Silente, ma Harry ancora non si era ripreso, era spesso
assente con la testa, pensava, gli occhi guardavano nel vuoto, succedeva così
spesso che ormai Ron,Hermione e tutti i Wesley avevano rinunciato a farglielo
notare e si erano adattati ai suoi lunghi silenzi.
Gli mancava Silente, gli mancava
tantissimo, era stato la sua guida, il suo mentore, era stato quasi un padre per
lui, una delle persone a cui teneva di più in tutta la sua vita, insieme a
Sirius e a Hermione e tutti i Wesley nessuno escluso.
E ora Silente era morto e Sirius
anche.
L’unica cosa che gli era rimasta
di Sirus era quella casa, la sede ufficiale dell’Ordine della Fenice.
Quella casa decadente, tetra ed
enorme.
Un rumore fuori dalla porta.
Si diresse a vedere cosa fosse, e non rimase per
nulla stupito nel trovarsi davanti Kracher “Oh padrone non volevo svegliarla”
disse in tono mellifluo e poi aggiunse sottovoce, credendo di non essere sentito
“Povero Kracher a servire Potter il nemico della casata dei Black, che triste
destino, che triste destino”. Ormai Harry sapeva cosa l’elfo domestico pensava
di lui e di tutto l’ordine della Fenice,e con noncuranza gli disse di andarsene.
Rischiuse la porta,e tornò ad
affondare nei suoi neri pensieri.
I minuti passavano lentamente,
Harry si era buttato a letto nella vana speranza di prendere sonno, quando venne
svegliato dal suo lievissimo dormiveglia, dalla porta di entrata che sbatteva e
da voci concitate al piano di sotto.
Si alzò di scatto dal letto, Ron
bofonchiò nel sonno, ma non si svegliò.
Harry si diresse verso la
porta,e vi appoggiò l’orecchio, in
attesa di altre voci; “O mio Dio, ma come è conciato”, il giovane mago riconobbe
sicuramente la voce di Molly
Wesley, tese ancora di più l’orecchio, a quanto sembrava avevano trovato
qualcuno o qualcosa quella notte, una voce maschile in risposta “Non so come
riesca ad essere ancora vivo dopo tutto quello che gli hanno fatto” era
sicuramente Lupin quest’ultimo “Portiamolo su in una delle camere, almeno lo
metteremo al caldo, povera creatura” di nuovo Molly.
Harry si scostò dalla porta, come
se temesse che potessero rendersi conto della sua presenza dietro ad essa, sentì
passi concitati salire le scale, e la porta di fianco alla sua camera
aprirsi.
“Che succede?” la voce assonnata
di Ron lo fece sobbalzare, si mise
il dito davanti alla bocca, per farlo tacere, Ron scese in stile zombie dal
letto e si avvicinò ad Harry.
Dall’altra stanza giungevano voci
concitate, “Ecco mettetelo qua” sempre Molly , “Oddio guardategli il braccio,
quella cicatrice gli rimarrà per sempre” un’altra voce femminile, questa volta
era Tonks a parlare, “Dobbiamo fermare il sangue” di nuovo Lupin.
Harry e Ron si guardavano
sconvolti, avevano capito che chiunque fosse in quella camera se la stava
vedendo molto male.
Una dolorosa sensazione
attanagliò Harry al petto: chi dei suoi amici, conoscenti questa volta aveva
rischiato la vita? Il signor Wesley? Moody? Fred o George? Percy? .
Stava cominciando a sudare freddo
e Ron se ne accorse, “Stai tranquillo vedrai che si risolverà tutto”, gli diede
una pacca sulla spalla, incoraggiante.
Le voci nella stanza si erano
affievolite, si sentivano solo sporadicamente i gemiti del ferito.
“Ce la farà?” la voce incerta di
Tonks, “E’ presto per dirlo” mormorò Molly “Bisognerà vedere se e come passerà
la notte”, “Come lo diremo ai ragazzi?” ora era Lupin, “Ci penseremo domani ai
ragazzi, ora pensiamo a lui” fu la risposta semplice di Molly.
Ron e Harry si guardarono
interrogativi.
Nello stesso momento la porta
della casa si riaprì ed entro di corso il signor Weasley, lo capirono dai passi
pesanti che avevano imparato a riconoscere nel tempo.
Salì le scale,ed entrò nella
stanza di fianco a quella dei due giovani maghi.
“Sono arrivato il più presto
possibile” ansò cercando di prendere fiato “Come sta?” chiese appena entrato,
“E’ presto per saperlo, ha perso moltissimo sangue,e ha ferite molto gravi su
tutto il corpo, sto cercando di arginare il più possibile le emorragie. Starò
con lui tutta la notte”.
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